Una parte molto importante per il buon esito del Premio Letterario “don E. G.” che si svolge nell’istituto
comprensivo “E. De Amicis” tra Platì e
Cirella è affidata al corpo docenti che presso quelle sedi prestano il loro
servizio. Se Platì, per molti aspetti, è terra
di confine come in un film di Anthony Mann, lo è maggiormente per quanto
riguarda la Scuola. Di tutto questo la colpa è stata, è, e sarà, dello Stato,
che manda sceriffi e giustizieri più che educatori. Il futuro di Platì esce da
quell’istituto comprensivo che qui è meglio riconoscere come incomprensivo - basta entrare nel sito web di questo istituto per notare la mancanza di traccia del su nominato premio. Oggi, e sempre, un operatore scolastico, se non risiede in paese, arriva,
attende l’esaurimento dell’orario e riparte per dove era venuto. Non entro nel
merito di quelle singole personalità che arrivando si portano dentro la scuola
ogni tipo di ostacolo che va a discapito del buon esito delle loro lezioni. Per
non dilungarmi, e per come sono fatto, oggi mi rifaccio ad una beve serie
(quattro puntate) televisiva dei primi anni settanta del secolo degli eccidi di
massa: Diario di un maestro di
Vittorio De Seta. E’ proprio con una figura come quella interpretata da Bruno
Cirino, che gli obiettivi, di chi Platì ha nel cuore, potrebbero raggiungersi,
se si vuole rilanciare il paese, fermo ancora … beh, questo decidetelo da voi.
E rilanciare Platì significa fare scuola dentro Platì e per Platì, eludendo il
poco interesse, l’assenteismo e senza che i molti alunni che ne hanno la
possibilità, vadano a sconfinare fino a Siderno. I docenti dovranno dimenticare
la loro figura di esecutori di programmi predefiniti e scendere accanto ai loro
allievi, capirne i disagi quando si presentano, educare partendo dalle
esperienze di ogni singolo scolaro, perdere anche un pò del loro tempo leggendo
quel territorio e quella gente, la cui Storia non è meno importante di quella
di greci e romani che in queste parti arrivarono da coloni. In fin dei conti i
buoni propositi che i pulinaroti si sono presi in carico passano anche dalla buona
cooperazione dei professori.
Nella foto la professoressa Rosella Morabito cui si deve buona parte della riuscita dei primi due anni di premio e la riconoscenza di santapulinara.
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