Ombra d’un fiore è la beltà su cui
Bianca farfalla poesia volteggia
( Carducci
)
Io non sapeva, o signori, se i suoi capelli avessero il riflesso d
l’oro … se il timbro de la sua voce o la purità dei suoi lineamenti la
dichiarassero una creatura oltremodo bella … sapeva però che era buona, d’una
bontà squisita, soprannaturale, santa … e me lo dissero i poveri!
Mi dissero di conoscere una creatura buona per quanto bella, una fata
benefica che li soccorreva non vista … un Angelo consolatore de le loro miserie
… e questa fata, quest’angiolo rispondeva al nome di Giuseppina Oliva.
E’ morta? Oh non me lo dite, no, io non vi credo.
Deh! Per carità, non lo dite neppure a quella desolata madre, che
piange amaramente su la bara e simboleggia la desolazione dinanzi a cui lo
spirito umano si raccoglie e medita.
Non le dite che tutto è spento, che poca terra coprirà per sempre il
suo tesoro … non le dite, vi prego, che ne la tomba è buio! …
Il Nazareno disse che ne la tomba è luce, resurrezione e vita, per i
buoni.
Si scopran le tombe, dunque, e i nostri morti vivano
XXX
Giuseppina Oliva, come diceva, non è morta.
Vive ne la perenne ricordanza de gli addolorati parenti; vive nel cuore
dei genitori che le prodigarono le più tenere cure … vive ne la fantasia di questo
popolo riconoscente e buono, e lo vedranno.
Sui casti silenzi de la tomba, intanto, è bello raccogliersi, meditare,
pensare! … Il religioso silenzio piace ai morti!
E’ allora che essi rispondono a le nostre domande … leniscono le nostre
pene, asciugano le nostre lacrime. E’
allora quella corrispondenza d’amorosi sensi tra gli estinti e i vivi, come
disse il Poeta
XXX
Da qui a non molti anni, quando Giuseppina Oliva non sarà che un
ricordo, vivente solo ne l’anima profonda de le sue sorelle … quando le
produzioni intellettuali di questo popolo avranno intrecciato su la sua tomba i
pallidi crisantemi … quando le generazioni venture sentiranno le sue laudi,
tramandate da padre in figlio com’è costumanza tra i popoli, i versi de
l’infelice poeta di Recanati ritorneranno allora più d’attualità
Muor
giovine colei che al cielo è cara
Lo sappiano perciò le generazioni che sono e che saranno: come
Giuseppina Oliva, quel fiore, fu trapiantato nel cielo.
XXX
Oh sii benedetta per sempre, anima eminentemente gentile.
Tu che dei fiori avesti la purezza, l’olezzo de le rose, la modestia de
le viole – tu, nata pel cielo, volasti ne l’azzurro immenso, anelante di vita che
non conosce mai fine.
Un’armonia perdentesi ne l’orizzonte lontano fu la tua morte, una
meteora luminosa che passa la tua vita … tu benedetta vivi ne la mente e nel
cuore di quanti ti conobbero, come una soave visione! Addio
Sac. Ernesto Gliozzi, il
vecchio