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lunedì 11 settembre 2017

Ricorda il mio nome - Fa la cosa giusta!


Gino e la zia Amalia, prima e dopo la cura

Caro Saro
Sapevo già che su tutto quello che stavo scrivendo ti saresti soffermato sul titolo; eppure avevo avvisato il lettore su cosa significa un titolo in quel contesto generale. Ma tu ignori le strategie che un autore attua ogni volta che scrive. Ignori anche le tue strategie!
Quello che oggi ti voglio dire, è che trascuri quanto il paese sia cambiato dalla nostra infanzia ad oggi, un alias nel nostro tempo è un riconoscimento dinastico, non un offesa: se vai a Platì e per indicare Raimondo aggiungi Cocciularu o Parlinu non c’è offesa di merito, e poi l’alias in questione si riferiva a tuo padre e non a te che dal paese disti … anche con il cuore. Perché il cuore non ti avrebbe permesso le azioni mediatiche che sono, quelle sì un offesa, ai mie morti, di cui molti parenti tuoi.
L’etica di un buon blogger o facciabucchiano è quella di non offendere nessuno, anche perché molti non possono difendersi, per quanto di criminale abbiano fatto; tu con i tuoi maneggi, caro Saro, offendi chi, in silenzio o a voce alta, ha qualcosa da portare avanti su un paese massacrato e ora tra i massacratori ci sei pure tu.
Saro, fa la cosa giusta, per ogni personaggio da te offeso, accendi un cero, come François Truffaut in La camera verde (La chambre verte) del 1978, per una volta l'Australia rifletterà Platì, dal 1492 ad oggi... una storia infinita.

Ginareiu i barva

2 commenti:

  1. Saru, dassa stari tutti sti gran michiati. Parla cu Giuseppinu e scriviti a cchi cosa supra a to nonnu Ninu chi era falignami comu a to patri. Scrivi supra a to ziu Ninu chi ferriiava finu e marini portando panini chi nuju sapi fari, supra a to ziu Rosi chi supra o so bar ndavia a sala bigliaru, supra o furnu chi fu u primu elettricu fattu chi sordi chi to ziu Ginu mandau dill'Australia. Fai cultura!

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