Giungendo a Platì, se provenite da Bovalino, non avete modo
di gustare le bellezze naturali che fanno da anteprima – Petra Kappa e Acone
sulla sinistra, Serri, Buiurinu e Lacchi sulla destra - distolti come siete dal fondo stradale poco
sicuro. Siete distratti anche dalla vista di un’opera d’arte dimenticata per
via della vegetazione che ormai l’ha dissolta: è la Venere di Platì! Si, perché se in alto troneggia Maria SS. Di Loreto,
in basso è lei che si mette in bella mostra. È opera di Francesco Enrico Scarfò
(1908 – 1989), meglio conosciuto come u
fruttivendulu le cui opere più famose e apprezzate furono i giganti (re e regina) ormai svaniti come
la mia fanciullezza. Come potete vedere ho mantenuto lo sfondo cianotico
originale delle foto senza nessun intervento photoshoppesco.
Questo post è dedicato a mio cugino Saro Carrarmatu Mittiga che ora è maldisposto
nei confronti di questo blog il quale, comunque, ringrazio per le sue visite.
Che classe...
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RispondiEliminaUn navigar sereno e tranquillo con rassicurata padronanza nelľaffascinante mondo dello Scrittore, pur se con poche o sfumate notizie sullo scultore Francesco Enrico Scarfó.
RispondiEliminaTanto ringrazio il carissimo AMICO studioso Francesco Raymond Violi per avermi dato la possibilità a leggere e assaporare ľarticolo che ľautore ha scritto sulla venere di Platí -IL SILENZIO DELLA VENERE- che con piacere Ossequio.
orazio scarfó