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giovedì 28 settembre 2017

LE CIME ETERNE (reg. Leni Riefenstahl - 1954)

Zervò, domenica 24 settembre 2017





Mascherarsi con tutte le savie educate menzogne del sofisma contemporaneo.
Umberto Zanotti Bianco

The Robe (reg. Henry Koster - 1953)

in contemporanea http://luigi-nuovocinemaloretoplati.blogspot.it/2017/09/tribute.html


Omaggio a Mimmo Addabbo

mercoledì 27 settembre 2017

Il Colosso di Rodi (reg. Sergio Leone - 1961)


Tra i personaggi della vita sociale platiota quello di Mimmo Addabbo (23 novembre 1940 – 27 settembre 2017) è sicuramente il più mitizzato, effigiando l’infanzia mia e del cinema. Egli e il fu Cinema Loreto di Platì sono la stessa cosa. Con Nicola Barbaro alla biglietteria, Mimmo Addabbo stava nella fucina di Morfeo, accanto al proiettore 16 mm. Fumeo, straripando lo schermo di immagini che i piccoli spettatori avrebbero cercato di ricreare fuori la sala per vie, casalini, fiumara compresa. Se in quegli anni infantili qualcuno mi avesse chiesto cosa avrei voluto fare da grande la risposta sarebbe stata: “ voglio essere Mimmo Addabbo”. Cosa che in parte si è realizzata e ancora oggi qualcuno mi ricorda in quel ruolo. Ora che Mimmo Addabbo non c’è più, senza ricorrere alla solita foto d'occasione lo voglio ricordare con il volto di un altro Mimmo (Palmara) eroe del film che fece nascere in me, nella sala del Cinema Loreto, l’incantesimo del cinema, mai venuto meno.

venerdì 22 settembre 2017

I bambini ci amano (reg. Enzo Della Santa -1954)


1 C’era un sacerdote
   che da sei anni inzegnava
   mentre che ci imparava
   Iddio lò lontanò

2 L’allontanò Iddio
   lallontanò improvviso
   ora è in Ardore
   che prega Iddio per noi

3 E noi preghiamo pure
   che Dio lo benedice
   sempre sarà felice
   ovunque egli andrà

4 Dovunque egli andrà
    insegna con amore
    egli sarà in Ardore
    e sempre ci penzerà


5 Ci penserà sempre
    Perché sin da bambini
    Ciaccolti piccolini
    In chiesa per prega
6 E giovinetti ancora
   Mai cessò d’imparare
   e socie d’azzione cattolica
   Ci fece diventare



Lucà Nicola

Nota . Il piccolo, addolorato poeta, nativo di Samo dedicava la poesia allo zio Ernesto il giovane.

giovedì 21 settembre 2017

Land of thousand dances - Tina Turner


Certo, la vita non è agevole in queste contrade: ma quanto ricco è l’humus di questa terra aspra e dolcissima, arida e lussureggiante straziata e pur sempre rinnovata. Non v’è bellezza di territorio non ancora destato, non v’è ricchezza di nuovi mondi appena lambiti dalla civiltà, che valga il fascino di questa ignorata e pur vecchia Calabria, dalle mute rovine di cataclismi obliati, soffocate dall’edera e dal caprifoglio e che ovunque si fenda lascia intravvedere il volto marmoreo di una grande civiltà scomparsa.
Umberto Zanotti Bianco, Tra la perduta gente, Mondadori, 1959


mercoledì 20 settembre 2017

Frate Sole -reup



A Ernesto Gliozzi

Frate Barlaamo

Con ne l’anima il cuore di Basilio
E su li omeri il sajo, fra Barlaamo
Risalpa dal suo dolce e lungo esilio
Delle bellezze italiche al richiamo.

Reca al soave idioma di Virgilio
Dall’Ellade superba un verde ramo
Tolto a’ sacri laureti presso Samo
Si ai Frandi d’ornar la fronte e l’ilio

Di Fiammetta e di Laura agli amanti
Reca il tesor d’Euripide e d’Omero
E della dolce Saffo i freschi canti.

Poi lasciando Avignone, il Frate austero
L’Infula di Suera – al greco colle
Cinge, e per Locri il nome suo s’estolle.



Giacomo Tassoni Oliva  21 Agosto 1929  (VII)

Questa poesia in un precedente post,del 2012, l'avevo attribuita allo stesso dedicatario, mentre ora tra le carte è uscito fuori che l'autore era don Giacomino. Nello stesso tempo vi ricordo che Barlaamo, greco, fu maestro del Petrarca e vescovo di Gerace, mentre il frate Ciccillo della foto lo distinguereste fra milioni.

martedì 19 settembre 2017

Il silenzio di Venere (reg. Dominique Othenin-Girard - 1996)







Giungendo a Platì, se provenite da Bovalino, non avete modo di gustare le bellezze naturali che fanno da anteprima – Petra Kappa e Acone sulla sinistra, Serri, Buiurinu e Lacchi sulla destra -  distolti come siete dal fondo stradale poco sicuro. Siete distratti anche dalla vista di un’opera d’arte dimenticata per via della vegetazione che ormai l’ha dissolta: è la Venere di Platì! Si, perché se in alto troneggia Maria SS. Di Loreto, in basso è lei che si mette in bella mostra. È opera di Francesco Enrico Scarfò (1908 – 1989), meglio conosciuto come u fruttivendulu le cui opere più famose e apprezzate furono i giganti (re e regina) ormai svaniti come la mia fanciullezza. Come potete vedere ho mantenuto lo sfondo cianotico originale delle foto senza nessun intervento photoshoppesco.

Questo post è dedicato a mio cugino Saro Carrarmatu Mittiga che ora è maldisposto nei confronti di questo blog il quale, comunque, ringrazio per le sue visite.


lunedì 18 settembre 2017

La contestazione del tubo (reg. Jean-Pierre Mocky, 1968)

DA PLATI’
Una protesta
Riceviamo:
Signor Direttore,
Nei numeri 151 e 177 del giornale sono apparse due corrispondenze da Platì, nella prima delle quali l’egregio corrispondente dimostra di non avere tanto bene digerito – et pour cause! – la ricostituzione di questa Sezione Fascista, e nella seconda accenna a commissioni e sub commissioni che si sarebbero recate dal Prefetto per la sostituzione del commissario ca. avv. Gian Domenico Foti.
Dico al corrispondente che le ragioni per le quali L’Ammiraglio Accinni si è deciso a sciogliere il Fascio di Platì potrebbero essere dal corrispondente, ove lo volesse, ricercate nell’opera deleteria e partigiana svolta dall’ex direttorio fascista. Su questo argomento mi permetto invitare il sullodato corrispondente – che se non erro faceva parte dell’ex Direttorio fascista – ad enumerare tutto ciò che di bene ha fatto il passato Fascio in un anno e più di governo assoluto ed autoritario al Comune di Platì.
In quanto alla  sostituzione del Commissario Foti, affermo senz’altro, che la notizia è una volgare insinuazione.
Dell’opera diritta ed onesta del commissario cav. Foti il paese è interamente soddisfatto, ed è sicuro che, avuto il tempo necessario, saprà lasciare di sé, grato imperituro ricordo.
Ringrazio ed ossequio.
                                                                                      Francesco Portolesi
Gazzetta di Messina e delle Calabrie  7 Agosto 1924 pag. 2



NOTA -Il segretario Portolesi appare spesso in questi giorni: procuratore al fonte battesimale, ora corrispondente, quanto prima poeta.


domenica 17 settembre 2017

Ricorda il mio nome - lignuduru


-Pangallo Rosa(20.11.1932/283-121) di Francesco batazzino e Portolesi Giuseppa di Rosario.
-Spagnolo Teresa(11.12.1932/285-126) di Rocco mattulinu e Carbone Domenica di Giuseppe.
-Barbaro Antonia Concetta(11.12.1932/286-127) di Rosario scarpareja e Pangallo Maria di Domenico bonservània.
-Sergi Giuseppa(15.12.1932/286-128) di Antonio Gerardo prodeo e Marando Rosa di Rocco.
-Catanzariti Antonio(16.10.1930/287-130) di Pasquale guerra e Sergi Domenica di Pasquale judici.
-Papalia Maria(6.1.1933/289-3) di Francesco carciuta e Trimboli Caterina di Francesco furnaru.
-Catanzariti Serafina(7.1.1933/290-5) di Domenico bomba e Catanzariti Anna di Pasquale.
-Catanzariti Elisabetta(14.1.1933/291-7) di Pasqiale mussubeju e TrimboliDomenica.
-Trimboli Natale(22.1.1933/293-11) di Domenico vajana e Pelle Mariantonia.
-Trimboli Caterina(23.1.1933/293.12) di Francesco maluni e Callipari Concet.
-Sergi Antonio(5.2.1933/294-14) di Giuuseppe Pasquale tiriji e Trimboli Nicolina furnaru
-Marando Giuseppe(14.2.1933/298-22) di Rocco pistola e Romeo Caterina cecalupi.
-Murabito Elisabetta(12.3.1933/299-24) di Antonio mastrudatta e Sergi Anna.
-Perre Elisabetta M.G.(19.3.1933/300-26) di Gaetano Giuseppe rasula e Portolesi Marianna.
-Schimizzi Maria(19.3.1933/301-28) di Rocco arditu e Miceli Domenica di Graziano.
-Violi Antonino(25.3.1933/303-32) di Domenico cocciularu e Velardi M.Ter.
-Perre Maria(31.3.1933/304-34) di Rocco ciucia e Catanzariti Francesca.
-Perre Annunziata(31.3.1933/305-35) di Rocco ciucia e Catanzariti Francesca
-Mittiga Giuseppe(5.4.1933/305-36) di N. e Mittiga Anna cinnarella.
-Mittiga Maria(5.4.-1933/306-37) di N. e Mittiga Anna cinnarella.
-Violi Maria Concetta(6.4.1933/306-38) di Pasq. cocciularu e Ciampa Maria.
-Bartone M. Maddalena(20.4.1933/307-40) di Giuseppe Antonio e Mittiga Francesca di Saverio sciacquatrippi
-Perre Michele(26.4.1933/308-42)di Francesco cicerca e Lentini Maria.
-Perre Elisabetta(27.4.1933/309-43)di Rocco settilampi e Trimboli Maria.
-Iermanò Francesco(30.4.1933/309-44)di Giuseppe pitera e Zappia Maria.
-Carbone Giuseppa(30.4.1933/310-46) di N. e Carbone Maria lasceri.
-Romeo Giuseppe Antonio(14.5.1933/314-53)di Bruno grugna e Demarco Elisabetta di Francesco catojìna.
-Marando Caterina(14.5.1933/314-54)di Rosario burraschìja e Trimboli Maria Antonia stuppeju.
-Barbaro Francesca(20.5.1933/315-55)di Pasquale zumpanu e Musolino Cat.
-Violi Saverio Antonio Salvatore(28.5.12933/317-69)di Vincenzo meccanico e Zappia Grazia.
-Spagnolo Domenico(29.5.1933/317-70)di Pasquale gangazza e Spagnolo Rosa servaggiu.
-Portolesi Rosario(31.5.1933/318-71)di Domenico pirara e Virgara Maria di Domenico zoccula           -Musolino Francesca(1.6.1933/319-74) di Francesco parlaparla e Catanzariti Caterina di Rocco.
-Catanzariti Pasquale(15.6.1933/321-78)di Giuseppe gajineja e Carbone Maria di Francesco..
-Staltari Teresa(15.6.1933/323-81)di Domenico cacciannti e Trimboli M.Rosa.
-Ciampa Domenico(12.6.1933/325-85)di N e Ciampa Vittoria di Rocco rocchìcia.
-Scarfò Maria(25.6.1933/325-86)di Francesco pezzangruppa e Catanzariti Giuseppa di Giuseppe catalaneju.
-Lentini Giuseppa(29.6.1933/327-89)di Domenico strascinapedi e Frisina Anna di Antonio.
-Barbaro Giovanni Antonio Francesco(6.7.1933/327-90) di Domenico babbeu e Mammone Antonia di Giovanni.
-Sergi Francesca(11.7.1933/328-92) di Domenico cajhò e Perre Maria di Ant.
-Perre Maria(16.7.1933/329-94) di Francesco santollino e Papalia Francesca di Domenico.
-Catanzariti Francesco(5.8.1933/330-95)di Domenico giarruni e Papalia Maria Orsola di Sebastiano

Qui siamo alla pagina 15 e 16 del XVI° vol. dei battezzati

mercoledì 13 settembre 2017

C'era un padre (reg. Yasujirō Ozu - 1942)

La storia di Romano Perri sembra uscita dalla penna di Edmono De Amicis: un bambino battezzato col solo riconoscimento della madre ma con padrini i tutto rispetto, in giovane età lascia Platì per l’America. Lì diventato un personaggio noto per le sue cariche pubbliche decide che la sua paternità deve essere ormai legalizzata anche perché il padre lo ha seguito nella sua migrazione in quella terra. Non resta che il riconoscimento sia trascritto, finalmente, in forma completa nei registri della parrocchia d’origine. Ufficio che toccherà allo zio Ernesto il giovane.




September 20 / 1979

Reverendo Padre,

Non ho avuto l’opportunità né la fortuna di conoscervi, ma spero in un migliore futuro, onde io possa, durante una mia visita in Italia, giungere a adempire questo mio sentimento.
Nel frattempo, mi rivolgo a Voi pregandovi caldamente di inviarmi un certificato di “Battesimo”.
Il certificato mi è di bisogno per ragioni personali e religiose.
Certamente Voi potrete constatare (ed io vorrei correggere), che, in data della mia nascita a Platì il 24 Agosto 1928, il mio nome risultava il seguente … ovvero: Agostini Romano Pasquale Giosofatto – figlio di N.N. e di Agostini Rosetta …, per ragioni consapevoli allora a tutto il paese di Platì e che certo abusava la mia innocenza ed indubbiamente anche quella dell’amato (defunto) mio papà.
Comunque: Dopo la mia emigrazione in America (1948) io fui legittimato da mio padre, seguendo la lunga attesa e agognata unione di matrimonio dei miei cari genitori.
Da allora, il mio nome legale rimane: Perri Romano Pasquale Giosofatto – figlio di Perri Pasquale e di Agostini Rosetta.Nacqui a Platì il 24 Agosto 1928. Fui battezzato il 21 Aprile 1929 (N. 261). Il mio padrino fu Portolesi Francesco fu Saverio, quale procuratore del Rev.mo/ Abate Mittiga Giosofatto.
Nuovamente, mio caro Padre in Dio, caldamente Vi prego di favorirmi con la Vostra bontà al più presto tempo possibile. Queste mie informazioni potranno essere verificate da mia zia Anna Perri vedova Catanzariti (sorella di mio padre) tuttora residente in Platì in via 4 Novembre No. 6.
Includo solo qualche piccolezza per le spese postali, conosciute le ulteriori spese, il tutto sarà rimborsato.
Cordialità infinite. Dio Vi benedica sempre Reverendo Padre e Vi sia costantemente vicino.
Devotissimo
Romano Perri

ROMANO PERRI
NOTARY PUBLIC
COMMOWEALTH OF PENNSYLVANIA


Per tutti coloro a cui ciò può interessare,
IL PARROCO DI S. MARIA DI LORETO in PLATI' (RC)
Visto il Registro dei Battezzati,
 C E R T I F I C A
che al Volume n° 16, pag. 80, n.° prog. 261, si legge quanto segue:
" L'anno del Signore 1929, il giorno 21 del mese di aprile, io sottoscritto arciprete di questa Chiesa di Santa Maria di Loreto, con licenza dell'Ecc.mo Vescovo, ho battezzato nella sua casa un bambino nato alle ore due del 24 agosto 1928, da ROSETTA AGOSTINI di fu Luigi, di questa Parrocchia, al quale furono imposti i nomi:
ROMANO - PASQUALE – GIOSOFATTO.
Padrino è stato Portolesi Francesco di fu Saverio, quale procuratore del rev. mo Abbate D. Giosofatto Mittiga.
In fede, mi sottoscrivo: Arc. Antonio Pipicelli. "
Il presente certificato è valido per gli usi consentiti dalla legge.
Platì, 12 ottobre 1979.
IL PARROCO
f.to sac. Ernesto Gliozzi


Sac. Ernesto Gliozzi .
89039 Platì. (RC)
            Carissimo amico e compaesano,
                                                                  sono spiacente di non poter
rilasciare il certificato richiestomi col Cognome da lei desiderato ed assunto in seguito a legittimazione da parte del padre,  poiché nel registro dei Battezzati ciò non risulta.
Sarò ben lieto di poterLa accontentare, qualora avrà la cortesia di inviarmi un documento probatorio, che allegherò agli Atti.
Sono contento di averLa conosciuta e di sapere che occupa un posto importante nello Stato civile degli Stati Uniti.
A Sua disposizione per quanto Le potrà in seguito occorrere,
distintamente La saluto.


                                           f.to sac. Ernesto Gliozzi.



August 30 / 1980

Reverendo e Caro Padre Ernesto,
Il latore del presente: “Luigi Zappia”, è amico e nostro compaesano, da me rivisto durante un suo breve soggiorno qui negli Sati Uniti.
Colgo l’occasione del suo ritorno nella nostra bella Italia e nel nostro amato paesello, con la mia preghiera ch’egli abbia a recarLe i miei più sinceri saluti ed ossequi uniti ai miei più dovuti ringraziamenti a Lei Reverendo Padre, per avermi prontamente assistito con il certificato di Battesimo da me richiesto nell’Ottobre dell’anno scorso.
Sebbene il certificato di Battesimo risultava originale dal Registro dei Battezzati, nondimeno mi fu utile per ragioni personali. Io, caldamente ed immensamente La ringrazio Caro Padre.
La prego pertanto, di voler accettare l’incluso e umile contenuto, poiché munito di tutto cuore, per una tazza di caffè in mio onore.
Speranzoso di poterLa qualche giorno incontrare e personalmente conoscerLa, cordialmente La saluto.
Romano Perri
542 Neely Street,
Baden PA, 15005

Nota - Per parte mia, sono molto soddisfatto ogni qualvolta posso utilizzare un titolo di regista giapponese, specialmente se lo trovo nella filmografia di  Yasujirō Ozu.

lunedì 11 settembre 2017

Ricorda il mio nome - Fa la cosa giusta!


Gino e la zia Amalia, prima e dopo la cura

Caro Saro
Sapevo già che su tutto quello che stavo scrivendo ti saresti soffermato sul titolo; eppure avevo avvisato il lettore su cosa significa un titolo in quel contesto generale. Ma tu ignori le strategie che un autore attua ogni volta che scrive. Ignori anche le tue strategie!
Quello che oggi ti voglio dire, è che trascuri quanto il paese sia cambiato dalla nostra infanzia ad oggi, un alias nel nostro tempo è un riconoscimento dinastico, non un offesa: se vai a Platì e per indicare Raimondo aggiungi Cocciularu o Parlinu non c’è offesa di merito, e poi l’alias in questione si riferiva a tuo padre e non a te che dal paese disti … anche con il cuore. Perché il cuore non ti avrebbe permesso le azioni mediatiche che sono, quelle sì un offesa, ai mie morti, di cui molti parenti tuoi.
L’etica di un buon blogger o facciabucchiano è quella di non offendere nessuno, anche perché molti non possono difendersi, per quanto di criminale abbiano fatto; tu con i tuoi maneggi, caro Saro, offendi chi, in silenzio o a voce alta, ha qualcosa da portare avanti su un paese massacrato e ora tra i massacratori ci sei pure tu.
Saro, fa la cosa giusta, per ogni personaggio da te offeso, accendi un cero, come François Truffaut in La camera verde (La chambre verte) del 1978, per una volta l'Australia rifletterà Platì, dal 1492 ad oggi... una storia infinita.

Ginareiu i barva

domenica 10 settembre 2017

Il carro armato dell'8 settembre (reg. Gianni Puccini - 1960)



Per quanto io ne possa capire colui che ha fatto della decontestualizzazione un proprio marchio artistico è il Tarantino del cinema americano. Egli decontestualizza di tutto dalle situazioni ai suoni per poi restituirli a nuova vita e colori nelle sue creazioni. Insomma l’avete capito: è quello che faccio con i titoli dei film applicati in un contesto ben diverso.
Non è così per quanto avviene nel comunismo webbiano. Mi sono lamentato altre volte con mio sommo rincrescimento. E non ho concluso niente. Così si continua a copy and paste tranquillamente decontestualizzando quanto un gruppo di amici hanno creduto opportuno per migliorare i crediti morali di un paese secondo solo ai Comuni rinascimentali. E Google non è uno scaffale o terra di nessuno dove razziare. L’onestà sta nel citare la fonte, essendo materiali privi di copyright. E mister Google o suo compare Youtube ti avvisano subito quando stai per infrangerlo.
Ora che …  prenda delle foto dal blog e le colorizzi alla maniera di Ted Turner che colora Ombre Rosse (Stagecoach, 1939) per spanderlo nel suo canale televisivo, non mi rincresce, ma che egli scriva nel suo foglio facciabucchiano, a didascalia di una foto dei miei nonni Rosario Mittiga con la moglie Mariuzza Trimboli, che poi erano suoi zii, provenendo noi da un unico ceppo genealogico, mi da, se credete, del malessere.
Oggi a lui e a quanti credono di poter scippare i materiali dell’Associazione Culturale Santapulinara avrei voluto proporre un accomodamento tra galantuomini. Tempo sprecato, in Australia si stanno preparando alla bella stagione.
Ma c’è un riflessione che voglio aggiungere.  È lo scarso valore di iniziative del genere le quali si soffermano solo ad una visione superficiale, quanto mai lacrimevole, delle immagini, che richiamano solo ricordi infantili.  Non capisco perché tra le tanti testimonianze pubblicate si nega la parte che vede in primo piano circostanze sacrali, atti giudiziari e notarili, testamenti, cronache di stampa, racconti, poesie, attualità … che andrebbero divulgati con maggior premura visto che sono le opere e il giorni di quanti in paese hanno vissuto, più di me che, lì abbandonando la mia anima, sono scappato in cerca di un vago miraggio. E tutto questo anche per far luce sulla scelta delle vie del sangue di cui i platiesi ancora non hanno detto la loro.
Sin qui io.


mercoledì 6 settembre 2017

Fiat Voluntas Dei (reg. Amleto Palermi - 1936)


Al Rev. Arc.
Sac. Don Ernesto Gliozzi
Platì
(R. C.)

Mitt. Gioacchino Bonfà
Reggio Cal.

O Bonitas!
Seminario Pio XI  14 – X - 46
Caro Arciprete
Le pecorelle di Dio sono affamate, sono assetate … Aspettano, aspettano ma il pastore che sappia muoverli ai pascoli dell’eterna verità e alle sorgenti vive del divino amore non lo vedono spuntare … Povere pecorelle di Dio …! Al solo pensarlo, credetemi mi sento spezzare il cuore. Povere ed affamate pecorelle, parlo così perché le conosco bene e conosco anche i loro bisogni. Povere pecorelle …! Possibile che nessuno è disposto di andare a saziarle e dissetarle? Fiat voluntas Dei!
Caro Don Ernesto prego sempre per quelle povere pecorelle e anche per voi affinché vogliate andarci.
Ha vinto la Democrazia Cristiana e giorno 16 c.m. faranno il sindaco. Se è lecito vorrei sapere qualche cosa.
Vostro aff.mo
All. Gioacchino Bonfà

Gioacchino Bonfà (1921 – 2015), al tempo della lettera seminarista presso il Seminario Pio XI di Reggio, è stato parroco di Samo dal 1951 dopo lo zio Ernesto.