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giovedì 1 dicembre 2016

La Storia - Francesco De Gregori

ed è per questo che la storia dà i brividi,
perché nessuno la può fermare
Francesco De Gregori



Quante memorie classiche, quanta storia sconosciuta in questo litorale ionico, dove sulle rovine dell’antica Locri, spenta da secoli, ci aggiriamo, tardi nipoti di vetuste generazioni illustri, calpestando una terra sacra, di cui ignoriamo quasi le tradizioni e la civiltà, che pur erano patrimonio nostro, patrimonio nazionale!
Se è vero che l’Italia, è tanto ricca di storia da averne a rifondere a tutti i popoli del mondo, non è men vero che il trascurare la storia del più oscuro lembo della sua terra, in tanta esuberante ricchezza, è indecoroso per noi – E la storia delle Calabrie, non è delle ultime e delle meno luminose, la storia che conobbe l’alito e la vita della classica civiltà greca, che ebbe Pitagora e Zeleuco e le sue antiche celebri scuole filosofiche, faro luminoso di altra dottrina umana: che accolse Timoleonte diretto ad abbattere la tirannide di Dionisio siracusano, che intese le grandi voci di Alcibiade, di Nicia, di Lamaco: che vide Pirro, vide Annibale, vide il medio-evo con i suoi forti e i suoi castelli, che vide le incursioni Saracine, che ebbe i suoi Campanella, i suoi filosofi e i suoi scienziati, i suoi poeti (e che vena superba e sconosciuta!), che palpito per l’ideale della redenzione italiana, che ebbe i suoi patrioti, i suoi martiri, le sue aspirazioni sublimi che sofferse cataclismi di natura e sventure senza numero; che vanta la sua popolazione industre, laboriosa, di forte ingegno, la sua terra ridente, fertile e benedetta, a cui gli abitanti si senton legati con nodi pertinaci di vita, che ebbe il suo brigantaggio, sì, ma non sempre nato da cieco fanatismo (l’attesterà un giorno la vera storia) e che nel suo impeto rubesto e selvaggio mostrò lampi di eroismo generoso.

Domenico Giampaolo,Un viaggio al Santuario di Polsi in Aspromonte, prima edizione 1913, ristampa, Grafiche Marafioti, Polistena 1976

Nota
Non è facile scrivere così. Non lo può fare il cronista e quanti si curvano per ore sopra un documento olografo. Né è consentito a me come  non è consentito all'ultimo scrittore affacciatosi dentro l'editoria di oggi e domani.  Solo a Domenico Giampaolo. Che, ripeto, è il più grande scrittore calabrese, pur non avendo pubblicato un parola in vita.
Il murale su piastrelle di Saro Lucifaro si trova sulla strada che porta da Montalto a Polsi.

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