Per un
campanile
A Platì da molti giorni ferve una viva agitazione che minaccia di
rompere i limiti della compostezza e dell’ordine.
Il tema di questo movimento insurrezionale è fornito dalla punta del …
campanile … Povero caro campanile! … Esso ha durante una lunga teoria di anni,
segnato i giorni tristi e i giorni lieti, slanciando la sua guglia al cielo
come una sfida ardimentosa; esso dalle campane armoniose ha sonoramente avventato
all’aria, ora i suoi mesti rintocchi di funerale, ora i suoi trilli argentini
in omaggio a una vita novella o a un novello legame d’amore! … E nei giorni di
festa che richiami onnipossenti non ha fatto alla fede degli umili cittadini? …
Ebbene, questa vigile sentinella così profondamente attaccata alle memorie secolari
di un paese, è ora condannata a perire sotto i colpi demolitori del piccone.
Ragione di pubblica utilità, grida il signor Genio Civile, ragion cui non vale
ribattere. E vien l’ordinanza prefettizia. Ma sì … Quei buoni cittadini di Platì
non ne vogliono sapere di separarsi dal caro compagno loquace, dell’amico
sicuro ergentesi lungo le curve pure del firmamento. E sono scesi in armi,
sulla piazza maggiore, e hanno messo a vedetta, sulla cima del campanile, il
sagrestano … cieco … Un rintocco, alla prima apparizione … e il resto si può
immaginare. Come nella notte dell’assalto che i bravi diedero alla casa di
Lucia …
Trama allegra di novella umoristica. Benissimo. Ma il colmo del curioso
è dato dallo spunto politico emergente dalla faccenda. I soliti mestatori
soffiano nel fuoco aizzando gli animi già accesi di quei laboriosi popolani, e
vogliono addossare la colpa della progettata demolizione al cav. Salvadori
sottoprefetto del Circondario.
Errore! Quel galantuomo lì – è anche un ottimo ed indipendente
funzionario – c’entra a parer mio, come i cavoli a merenda.
E’ l Genio Civile che ha sentenziato e decretato l’annullamento del …
campanile. E si sa bene, il Genio Civile ha ragioni da vendere. Perché dalla
mattina del disastro ad oggi ha compiuto miracoli di insipienza e
d’inettitudine, d’incapacità e di miseria, e per pagarsi dello smacco delle
mancate costruzioni di baracche, ordina la demolizione dell’innocente
campanile. Un altro documento di bestialità.
Ma l’affare si fa serio direbbe Edoardo Scarpetta. Così serio che io
nell’interesse dei lettori fu dato speciale incarico ad un valoroso collega di
Platì per conoscere le varie fasi del divertente episodio. Oggi pubblico un
saggio sottilmente ironico, nell’augurio che le cose prendano felice piega
lungi dalle manifestazioni turbolente e irragionevoli.
Rideremo domani, perché se non c’è più Giosuè Carducci per cantare Faida di Comune c’è sempre il romanziere
Giuseppe Portaro a scrivere … Faida di … Campanile …
a. scabelloni
Il Giornale di Reggio l’eco settimanale della provincia R. C. 9 giugno 1909 Anno I – N. 5, Direttore: D.r A. Scabelloni, Redattore-capo: Farm. G. Sculli
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