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lunedì 5 dicembre 2016

Faida (reg. Paolo Pecora - 1988)



Per un campanile

A Platì da molti giorni ferve una viva agitazione che minaccia di rompere i limiti della compostezza e dell’ordine.
Il tema di questo movimento insurrezionale è fornito dalla punta del … campanile … Povero caro campanile! … Esso ha durante una lunga teoria di anni, segnato i giorni tristi e i giorni lieti, slanciando la sua guglia al cielo come una sfida ardimentosa; esso dalle campane armoniose ha sonoramente avventato all’aria, ora i suoi mesti rintocchi di funerale, ora i suoi trilli argentini in omaggio a una vita novella o a un novello legame d’amore! … E nei giorni di festa che richiami onnipossenti non ha fatto alla fede degli umili cittadini? … Ebbene, questa vigile sentinella così profondamente attaccata alle memorie secolari di un paese, è ora condannata a perire sotto i colpi demolitori del piccone. Ragione di pubblica utilità, grida il signor Genio Civile, ragion cui non vale ribattere. E vien l’ordinanza prefettizia. Ma sì … Quei buoni cittadini di Platì non ne vogliono sapere di separarsi dal caro compagno loquace, dell’amico sicuro ergentesi lungo le curve pure del firmamento. E sono scesi in armi, sulla piazza maggiore, e hanno messo a vedetta, sulla cima del campanile, il sagrestano … cieco … Un rintocco, alla prima apparizione … e il resto si può immaginare. Come nella notte dell’assalto che i bravi diedero alla casa di Lucia …
Trama allegra di novella umoristica. Benissimo. Ma il colmo del curioso è dato dallo spunto politico emergente dalla faccenda. I soliti mestatori soffiano nel fuoco aizzando gli animi già accesi di quei laboriosi popolani, e vogliono addossare la colpa della progettata demolizione al cav. Salvadori sottoprefetto del Circondario.
Errore! Quel galantuomo lì – è anche un ottimo ed indipendente funzionario – c’entra a parer mio, come i cavoli a merenda.
E’ l Genio Civile che ha sentenziato e decretato l’annullamento del … campanile. E si sa bene, il Genio Civile ha ragioni da vendere. Perché dalla mattina del disastro ad oggi ha compiuto miracoli di insipienza e d’inettitudine, d’incapacità e di miseria, e per pagarsi dello smacco delle mancate costruzioni di baracche, ordina la demolizione dell’innocente campanile. Un altro documento di bestialità.
Ma l’affare si fa serio direbbe Edoardo Scarpetta. Così serio che io nell’interesse dei lettori fu dato speciale incarico ad un valoroso collega di Platì per conoscere le varie fasi del divertente episodio. Oggi pubblico un saggio sottilmente ironico, nell’augurio che le cose prendano felice piega lungi dalle manifestazioni turbolente e irragionevoli.
Rideremo domani, perché se non c’è più Giosuè Carducci per cantare Faida di Comune c’è sempre il romanziere Giuseppe Portaro a scrivere … Faida di … Campanile …

a. scabelloni

Il Giornale di Reggio l’eco settimanale della provincia  R. C. 9 giugno 1909 Anno I – N. 5, Direttore: D.r A. Scabelloni, Redattore-capo: Farm. G. Sculli


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