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mercoledì 11 maggio 2016

Nel segno di Roma (reg. Guido Brignone - 1958)

La marcia dei Locresi

Da le plaghe ridenti
al sole trionfale
Minacciosa, terribile
una protesta sale
da le rocce, dal mar.
Usciti da castelli,
terribili manieri,
per ubertose zolle,
si son veduti fieri
cavalieri passar …
Ne le strade deserte
per angiporti oscuri
s’aggirano penosi,
spariscono figuri …
Congiuramenti? – Chi sa!
Han sulle facce livide
lo sdegno manifesto;
ne l’occhio si riverbera
un pensiero funesto
che riposo non ha.
“ Non più di Grecia Marina
l’alloro verdeggiante
Non de l’arte la gloria,
d’ogni bellezza amante, …
Tutto da noi perì! …
Freddo l’acciar dei posteri
del fuggito Enea
qui si posava a togliere,
a tagliare cadea
ciò che da noi fiorì.
E’ ver, siam figli immemori
dei valorosi Achei
da che cedemmo ai barbari
i marzial trofei;
Ai quiriti l’allor!
A che l’accordo, il vanto
esser di Roma altera
cittadini non liberi
se libertate mera
ci accorda il difensor?
Passan mani sacrileghe
nei tempii, tra l’are …
L’opime spoglie involano,
Rapiscono le care
Ostie, de lubri … onor! “
…..
…..
In cammino! Son poveri,
ma forti ed eloquenti;
Son laceri, ne l’anime
hanno le febbri ardenti:
Giustizia e Libertà!
E van per la difficile
salita oltre Melia
Del faticoso Dromo
ribattono la via,
Nei piani … eco, di là.
Lasciano di Mamerto
la bellicosa gente;
Toccan foreste vergini
Su l’Aspromonte algente
Reggio compar laggiù.
Avanti, avanti, i Bruzii
v’attendono, o Locresi,
Marciate solitari,
avanti, pei paesi
silani, ancor più su.
E via per la  Lucania
marciate come il vento,
Non ha carezze Sibari,
fandonie Benevento;
avanti, avanti, ancor.
Voi non toccate il Sannio
né la valle funesta
che vide i legionari
sfidare a bassa testa
sotto del disonor.
Ne l’orizzonte fumido
v’appare, ecco, un vulcano.
Partenope magnifica
sorride da lontano,
come perla sul mar.
O generosi, intrepidi,
voltatevi, e passate
fiammeggiante nel vespero
nel vespero d’estate,
Roma laggiù v’appar.
Ecco la meta! Vendichi
l’imparzial senato
della gran Dea Proserpina
il tempio violato,
Dei Locresi l’onor

….
….
E stanno con l’olimpica
Serenità dei numi,
su le tribune auree
son d’eloquenza fiumi
di Roma i senator.
Quando, frementi, lividi,
compaiono i Locresi:
“ Ah, l’invocammo, dicono
nei nostri affetti lesi,
Giove vendicator!
Tutta una terra nobile,
conculcata, avvilita;
La generosa Locride,
di cui siam parte, vita,
ci manda a protestar.
E le proteste, savii
senatori, ascoltate;
Un popolo di liberi
vi chiama; vendicate;
Giustizia,! Quanto il mar “.
Ed al consesso marrano
le storie vergognose
di manomessi tempii
ed altre, ed altre cose,
d’infamia e disonor …


Ombre, gioite! Vindice
aveste voi il Senato.
Per voi corre nei secoli
l’encomio meritato,
cresce su voi l’allor.
E d’esultanza un brivido
vi scorra per le ossa
oggi che nella Locride
Novella, la riscossa
Terribile echeggiò.
Sorgete, ombre magnanime,
Su le sponde Del Rio
un cavalier scalpita,
un Cavalier di Dio
che Giorgio si chiamò.
Non de la dea Proserpina,
Del Vero Dio, Soldato.
Da l’alma Roma, vindice,
tra noi, quaggiù mandato
Ecco, comparve già.
Ma su la fronte nitida
una bontà paterna;
Due raggi la circondano
ci regge e ci governa:
Giustizia e Libertà.
Ma se gli altari cadono
per vile simonia,
Se nuovi infami vendono
Le glorie di Maria
Riparte il Cavalier
E va per la difficile
salita, oltre Melia,
Del Rio riprende subito
la faticosa via.
Solo, tremendo e fier.

Ombre, sorgete, unitevi
dei figli a l’esultanza
E ripeta il plauso
Oggi per questa stanza:
Giustizia e Libertà!

Sac. Ernesto Gliozzi, il vecchio 


Recitata nell’Accademia a Gerace. Pubblicata nella Discussione di Napoli. Riportata da altre riviste letterarie

Nota: La vicenda dei locresi in viaggio verso Roma avvenne intorno al 205 a. C. a seguito delle malefatte di Quinto Pleminio luogotenente di Scipione l'africano, per niente africotu.  
Mons. Delrio fu vescovo di Gerace dal 1906 al 1921. 
Lascio a tutti la libertà di decidere se questa poesia dello zio Ernesto il vecchio sia bella o brutta, per parte mia dico soltanto che in quegli anni che la videro recitata e pubblicata il paese era attraversato da una corrente benefica di autori che meritano una riscoperta.

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