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mercoledì 6 gennaio 2016

I magi randagi (reg. Sergio Citti - 1986)


Stavo camminando, ed ecco non camminavo più
Giunti a metà del cammino, Maria gli disse: - Fammi scendere dall'asina, perché quello che è in me mi fa forza per venire alla luce.
Egli la fece scendere dall’asina e le disse: - Dove ti condurrò per nascondere questa tua sconvenienza? Qui il luogo è deserto.
Ma trovò là una grotta  e ve la condusse dentro, lasciando presso di lei i suoi figli, ed egli usci a cercare una levatrice ebrea nel paese di Betlemme.
E io Giuseppe stavo camminando, ed ecco non camminavo più. Guardai per aria e vidi che l’aria stava come attonita, guardai la volta del cielo e la vidi immobile e gli uccelli del cielo erano fermi. Guardai a terra e vidi posata li una scodella e degli operai sdraiati intorno, con le mani nella scodella: e quelli che stavano masticando non masticavano più, e quelli che stavano prendendo del cibo non lo prendevano più, e quelli che stavano portandolo alla bocca non lo portavano più, ma i visi di tutti erano rivolti in alto. Ed ecco delle pecore erano condotte al pascolo, e non camminavano, ma stavano ferme; e il pastore alzava la mano per percuoterle col bastone, e la sua mano restava per aria. Guardai alla corrente del fiume e vidi che i capretti tenevano il muso appoggiato e non bevevano;  e insomma tutte le cose, in un momento, furono distratte dal loro corso.
Dal Protovangelo di Giacomo, Einaudi Tascabili, 1969

Fino a pochi anni indietro, nel paese, l’immaginetta di sopra era ancora visibile sulle vecchie porte delle vecchie case. Era stata incollata negli anni della mia infanzia per la novena di natale e serviva da segnale di sosta  per il trio musicale che faceva il giro del paese nel buio dell’alba. Ovvio che quella sosta era stata precedentemente rimunerata, ma davanti la nostra putiga (bottega) papà offriva loro un bicchierino di anice, e la tonalità su cui era eseguito Tu scendi dalle stelle passava dall’andante bachiano al moto con brio vivaldiano. Ricordo che la persona che aveva incollato le immaginette era la stessa a capo del trio, o quartetto; veniva da fuori e nei miei ricordi,fissati in quel tempo come il racconto di Giacomo protovangelista, era il sacrestano che sostituiva Micuzzu, allora migrante come i magi di Sergio Citti.

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