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martedì 9 dicembre 2014

Salt of the Earth (reg Herbert J. Biberman - 1953)



Ben eloquente più di mille sermoni
E’ la sua tomba
( Byron )
Signori,
Vi ha nel mondo un titano minaccioso che passa e con le sue freddi ali, vi spazza fin le rovine!
E’ il tempo.
Passa e impetuoso torrente, sempre, travolge, trasporta seco ogni cosa; passa e ne la marcia vorticosa l’accompagna uno spettro, un lugubre basso rilievo ambulante: E’ il genio den la morte, o signori! Al suo passaggio le tiare e le corone cadono, gli scettri ed i pastorali s’infrangono ed è giocoforza ubbidire a la sua voce di comando che grida “ Seguitemi “ Voi vi sentite mancare di sotto il terreno, sentite al vostro corpo aderire le viscide bocche de la piovra che vi avvince fra i suoi tentacoli, e presentate le armi, vi date vilmente prigioni, scomparite nel corteo funebre di quel titano che passa, mentre

Il freddo oblio ricopre  I nomi i casi e l'opre   Dei piccoli viventi   
  
Ieri grandeggiava fra noi la maestosa figura di colui che più ho venerato fra i vivi!
Oggi vediamo scomparire e confondersi nel turbine degli anni questa figura di grande; vediamo Giovanni Andrea Oliva dipartirsi da noi e per sempre; mentre un vuoto enorme si fa d’intorno; una caligine densa, come d’una fiaccola che viene spenta d’un soffio, e tutto ci fa pensare con un sentimento di sconforto, in un momento di commozione profonda:  Chi colmerà questo vuoto?! …
Io lo domando a voi, suoi coetanei, lo domando a tutti quelli che lo conobbero; lo domando a me stesso e con mente deliberata e cuor fermo dico: Questo posto rimarrà vuoto per sempre!
Né vogliate giudicare la mia asserzione un po’ ardita (come quella che parte dal cuore, ed il cuore non ha misure quando ama) ma piuttosto avvicinatevi al gran morto, che da noi si commemora, e ve ne sentirete convinti.
La purità e correzione dei suoi lineamenti persuaderebbe di rassomigliarlo, sotto alcuni rispetti, a quei grandi personaggi de la Galilea, che liberarono i popoli dalla servitù secolare, agli Apostoli, se in lui l’amore pacifico de la famiglia non venisse a temprare quell’amore di condottiero di popoli; non venisse, dico, a confinarlo qui, in questa terra che lo vide nascere, a consacrare il contributo delle sue virili energie, per te, o popolo, che l’adorasti.
E noi lo ricorderemo per più anni, imbalsameremo anzi con la fantasia la sua sacra memoria, e ci parrà vederlo, ancora curvo, avviarsi in Chiesa per compiere i divini misteri, in Municipio a disbrigare gli affari inerenti il suo ufficio, in casa, oracolo infallibile, della gente che aveva bisogno di conforto, d’aiuto e di consiglio.
Oh non venite a dirmi che, senza di lui, ce la saremmo cavata lo stesso; che egli era un prete, e nulla più! Voi bestemmiereste, di certo!
Ci furono e, grazie a Dio , passarono i tempi difficili anche per noi; i tempi in cui era provvidenziale la presenza di un prete al potere comunale, perché ricordasse a coloro che ci comandavano, come non si possano conculcare le masse impunemente.
Questo prete, o popolo, l’hai visto: non fu altri se non il Reverendo vediamo Giovanni Andrea Oliva, che accompagnate alla tomba mestamente stamattina
Ma io non voglio e non intendo parlarvi di politica, dinanzi il muto e venerando cadavere d’un prete.
Sapete che il sacerdote è il sale de la terra, il sole del mondo, la speranza dei popoli?
Ebbene vediamo Giovanni Andrea Oliva non venne meno, neppure per un istante, alla sua grande missione sacerdotale. Il sacerdote dev’essere copia di G C. per lo spirito che lo anima. E come il suo Divin Maestro, dal più alto dei troni, la Croce, spirava per un ideale grandissimo, la Redenzione degli uomini, il sacerdote , quando a pieno comprende il suo dovere, deve sacrificarsi al bene dei popoli, mostrando a le generazioni che sono e che saranno, come egli sia e sappia essere, davvero, il sale della sapienza, il sole della verità, la spada de la giustizia.
Fu tale il Sac: Giovanni Andrea Oliva?
Lo credo.
Oh avvicinatevi a questo sacro cadavere ché io bramo sapere dunque da voi se posso sicuramente rispecchiarmi in lui, avvicinatevi perché io sappia se il mio morto amico meritava tutta quanta la stima che gli tributammo, per sapere, in una parola se bastano tutti i fiori che mi produce la primavera per abbellire è per sempre il suo sepolcro?
Oh no, lo ripeto, io non posso per nulla dubitare!
La vostra imponente manifestazione d’affetto chiaramente ed eloquentemente parla al cuore, io mi sento profondamente commosso dalle viscere e benedico, più che mai, in questo momento la sacra memoria dell’estinto, che passò in mezzo a noi celermente, trascinando dietro di se a brandelli i cuori lacerati.
Deh, riposa, riposa perciò in pace, amico dolcissimo ed indimenticabile! E ti sorrida in questo momento il Conseguito Ideale e ti giunga, come un’armonia celeste, la prece sommessa, calda, vera, sentita, sgorgante da l’anima di questo popolo devoto che ti ripete il saluto supremo e t’abbandona. Ti giunga anche la nota calda d’affetto, che io ti mando in nome dei miei superiori e colleghi, in nome di tua nipote che abbandonasti in un’agonia di dolore, in nome di questo popolo riconoscente  e buono.
Anima grande di cittadino e sacerdote, Addio, Addio, per sempre, Addio.
                Platì 26 Marzo 1906
                                               E Gliozzi (sen) Sacerdote

Eppure Platì paese della Calabria Ultra ha avuto un sindaco sacerdote, pochi lo sapevano.
Giovanni Andrea Oliva,1884 – 1906, era figlio di Raffaele e Pasqualina Brancatisano, fu sindaco dal gennaio 1902 all'ottobre dello stesso anno. Questo scritto dello zio Ernesto, recitato in occasione dei suoi estremi onori, lo celebra e ce lo riconsegna degnamente.

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