Amato Papà
Vi ringrazio della gioia che mi avete dato inviandomi la letterina che
ho ricevuto ieri sera. Mi pareva di essere un uomo fatto e guardavo con pietà
Rosina e Caterina le quali sono ancora molto molto ignoranti. Io mi animo a
studiare sempre di più per piacere a voi che tanto mi amate. Spero di darvi
sempre consolazioni e non in circostanze come queste. Vi bacio con le sorelle
ed Ernestino e tutti non desideriamo che la vostra S. B.
Ciccillo
Caro Papà
Ciccillo con quattro sgorbii ha messo superbia e ci disprezza,
chiamandoci ignoranti. Io vado a scuola e voglio imparare presto per superarlo
e mettergli la saliva al naso. Vi dico che vi voglio bene quanto lui, che sono
addolorata, come lui, per la vostra assenza, e come lui, non parlo che di voi
sempre. Si associa con me Caterinuzza per protestare contro la presunzione di
Ciccillo, il quale, alla fine, è assai più vecchio di noi. Del resto, noi non
dobbiamo essere dottoresse ma ci basta sapere fare la calza e manifestare gli
affetti ai nostri cari genitori.
Vorrei vedervi in mezzo a noi,
e prego la Madonna che vi faccia ritornare presto e che vi mantenga sempre sano
al nostro amore.
Rispondete anche a me che se no, il fratello maggiore, creperà di
allegrezza. Vi dono mille baci per me, mille per Caterinuzza e mille per
Ernestino. Quelli di Ciccillo ve li dona nel suo foglio imbrattato. Benediteci
tutti quanti.
Vostra cara figlia
Rosina
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