Two Mules for Sister Sara (reg. Don Siegel - 1970)
I
nostri proprietarii non hanno fattorie nei poderi, dove mettano in serbo i
frutti di loro terre; ma e biade, e vini, ed olio, e quanto rende ad essi
l'industria agricola e la pastorizia, viene vettureggiato in paese, in cui le
stanze a terreno di loro case sono addette ad uso di granai, di canova, di coppaio
e via dicendo. Di qui avviene che ogni proprietario debba avere uno o più muli,
uno o più mulattieri. Il mulattiere tira all'anno cento e due lire, sei
ettolitri di frumento, un paio di calandrelle, due faldelle di lana, il vitto
giornaliero, ed il giornale: e dicesi giornale la facoltà, che gli accorda il
padrone, di valersi del mulo un giorno in tutto l'anno a suo intero profitto. Settanta
poi e due once di panmescolo o inferigno, un tocco di lardone o di cacio al
mattino ed alla sera e la minestra con carne od altro al mezzogiorno sono il
vitto quotidiano di lui. Queste condizioni variano un pochino secondo le consuetudini
dei paesi, e l'indole più o meno liberale dei padroni, ma tali son sempre ad
ogni patto che l'uomo nostro può chiamarsene contento. Dal trappeto e dal palmento,
dall'ovile e dal podere, dal bosco e dalla carbonaia egli someggia il mosto,
l'olio, i caci, le biade, le legna ed i carboni; e la donna e la figliuola che
sanno l'ora del ritorno escono alquanto fuori mano dell'abitato, e stannosi li
a badarlo; né vi ha volta che passi, che egli di furto non lasci ad esse or la
caciola, ora il panierino delle frutta, ora la bracciata dei cepperelli.
Aggiungi il po' d'agresto ch'ei fa ciascuna sera sulla profenda, e vedrai, che
ove avessero bestie da nolo sempre e facilmente ai loro bisogni apparecchiate,
i nostri proprietarii si disfarebbero di buona voglia dei muli e dei
mulattieri; che ogni animale profitta non al padrone, ma a chi lo guida, e di mulattieri,
che acconciatisi ai servigi di ricche famiglie vennero prestamente in denari,
gli esempli son frequenti tra noi.
Vincenzo Padula, Persone di Calabria
La foto che ritrae il signor Ciampa mi è stata concessa da Francesco di Raimondo.
In Italy il film fu intitolato Gli avvoltoi hanno fame.
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