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lunedì 21 ottobre 2013

Corpo celeste pt. 7

Lentamente, come una lampada che si spegne dopo aver diffuso tutta la sua luce, il buon vecchio chinò il capo sul petto stanco, del quale aveva esaurito i tesori d’una  sconfinata bontà nella lunga vita prodigata ai suoi fedeli e s’addormentò. S’addormentò nel sonno senza fine che gli schiuse le porte della luce eterna, ma il suo ricordo è rimasto. Non come l’eco sonora d’una tromba guerriera, ma come il tenue profumo d’una viola che resta dopo la morte del fiore. Nessuno di noi potrà dimenticarlo, perché tutti noi ricevemmo dalla sua mano pura il lavacro della vita novella, tutti noi ricevemmo dalla sua bocca modesta ed inesauribile di fede, la parola del conforto, nelle più tristi contingenze della vita. E ognuno di noi, nella penombra misteriosa del Tempio deserto, rievocherà la sua dolce immagine patriarcale e udrà – perenne – la sua voce echeggiante maestosa nel cantar gloria imperitura al Creatore.
                                                                                                     
                                                                                                               PROF. ROSARIO FERA

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