Bari 25 gennaio 941 XIX
Carissimo Ernesto
Non puoi immaginare con quanta ansia ho atteso la tua lettera e con quanta maggiore ansia attendo quella da casa, che ancora non vedo arrivare, malgrado, di lettere, a casa, ne abbia scritto ben quattro. Oggi, ricevendo la tua, mi sono risollevato dal torpore e dalla malinconia che mi tormentavano, a causa della mancanza di vostre notizie.
Tu credi che io ti abbia detto una “frottola “ dicendoti che sono stato assegnato in distrettuale: niente affatto invece! Sono stato assegnato al Reparto Distrettuale di Argirocastro e resto qui a Bari durante tutto il periodo di istruzioni, che – ripeto – sarà di due o tre mesi. Ciò vuol dire che fra due o tre mesi sarò dislocato in Albania. Ciò non deve impressionarti, perché i distrettuali sono impiegati esclusivamente in lavori di ufficio e quindi dovrebbe succedere veramente una catastrofe perché io dovessi andare in combattimento. Mi credi ora? E poi come hai potuto menomamente pensare che io mentissi con te?
Del resto in questa situazione non mi trovo soltanto io, perché tutta la mia compagnia è formata di distrettuali e dato che siamo quasi tutti impiegati e studenti, c’è molto cameratismo e man mano che i giorni passano questa si fa sempre più stretta, rendendo meno penosa, ma che dico! Ormai la malinconia è sparita dai nostri volti e qui dalla mattina alla sera si fa sempre baccano. Anzi ti dico che l’unica mia preoccupazione è quella di pensare alla mamma che soffre per me, che altrimenti mi sentirei davvero contento, perché qui ho trovato tanti amici che mi vogliono bene, ( c’è uno di Samo anche uno di Locri e uno di Siderno).
Mi sono spiegato ora? Mi credi? Dunque ancora ti voglio ripetere: “ Militare G. Gliozzi – assegnato al Reparto Distrettuale di Argirocastro - avviato al deposito 48° fanteria Bari per il periodo di istruzioni”.
Queste sono le testuali parole che erano scritte sul mio foglio di viaggio che mi hanno dato a Reggio.
Speriamo che questi pochi mesi passino presto perché sono un po’ pesantucci ( specialmente per uno che era abituato ad una vita sedentaria) per le marce che dobbiamo fare. Ma non credere che con ciò mi ammazzi, che anzi mi giovano. Ieri mi hanno consegnato le armi. Ti vorrei dire tante cose, ma mi manca il tempo e lo spazio. Solamente ti dico- e con grande gioia – che fra non molto verrò a licenza. Ti piace questo?
Son molto contento che voi state bene. Anch’io sto molto bene e vi abbraccio e vi bacio con grande affetto.
Tuo Peppe
In questo momento scrivo una cartolina allo zio Ernesto.
Fammi sapere se ti è stato consegnato il mio vestito che ti ho mandato giorni indietro. Ho dimenticato qui le scarpe, il maglione e la cravatta che porterò io.
Ti mando una mia fotografia e ti prego di accettarla.
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