Domani è l'onomastico dei due Ernesto, basi su cui si appoggia questo blog
A loro queste poesie scritte dal dottor Domenico Vincenzo Papalia, medico condotto di Platì tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 ed autore dell'unico romanzo con il Paese protagonista, Lividure.
Al Reverendissimo Sacerdote Ernesto Gliozzi
Di monte in monte la tua sacra lira
De l’aquila il gran volo sospirando
Di là de l’Orsa col suo volo a spira
A l’infinito giunge, a Dio cantando
Di gloria gl’inni a cui salire aspira
L’alma tua eletta degna d’Ildebrando
Pel tuo rigor nel tempio, cui ammira
Popolo e Dio, sempre Te lodando.
Tra quei monti torreggia il tuo Parnaso,
su cui dai vanni d’oro la tua musa
gl’increduli in credenti ha persuaso.
Così di diva luce circonfusa
L’etica poesia senza occaso,
onde Te rinomanza non ricusa.
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1
Salve! O gran Sacerdote a cui natura
Del Vas d’elezione incorruttrici
Ne l’alma impresse idee di fede pura
Vieni e i miei lari e me, me benedici.
2
Vieni e su l’ara eleva la preghiera
Che questa figlia snaturata e imbelle
Vi si corregga, ed ove ancor bufera
Continuasse ad essere, alle stelle
3
De l’infinito, o Dio a sé la chiami
O me infelice a riposare in Dio,
Ché di natura questo aborto grami
Più i giorni miei non faccia e il dolor mio! …
4
Spenta è la speme che ella si ravveda,
Poiché la tua fiera disciplina santa,
Che fu, o gran Ministro, sacra fede,
Non valse, e tua pazienza ormai è infranta! …
Platì, 15 Aprile 1925
D. V. P.
era ora che la tirassi fuori.... ti devo tirare le orecchie
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