Batte il tamburo lentamente, quasi un musical
OK! Mettetevi comodi e sgomberate la mente dalle insidie quotidiane perché andrò avanti per un po’ e, onde evitare la noia che mi è stata rimproverata in altre occasioni, tratterrò la vostra attenzione per qualche giorno su quanto voglio raccontarvi accompagnandovi-mi con le note di Lucio Battisti
ATTO PPRIMO
1
Un oriundo poco distratto che arriva a Platì e percorre le sue vie si accorge subito che non vi è traccia delle sue, non intendo parlare di storia, epoche passate: eppure le origini risalgono all’anno della scoperta dell’America; scoperta che col passare del tempo causò il genocidio dei nativi e così lo spopolamento della Calabria con l’emigrazione verso quelle terre conquistate con il ferro e con il fuoco .
E’ rimasto qualche casalino dei nobili, un pugno di vie che portano nomi di caduti nella Grande Guerra e c’è qualche rione con un cognome, Marando, Palumbo, Galatti, ma chi li ricorda per quello che sono stati questi cognomi!
2
Recentemente si è tentato di fare qualche cosa: gli zelanti commissari prefettizi venuti da fuori – il paese ha avuto più commissari prefettizi che sindaci nominati dalla popolazione – hanno contribuito, per ridare, dicono,“ossigeno e dignità a tutta la comunità Platiese” facendo installare un monolito nella fiumara per ricordare i morti dell’alluvione del 1951 e un cippo ai caduti delle due guerre mondiali lungo la via XXIV maggio, copiando Antonio Presti e la sua Fiumara d’Arte di Santo Stefano Camastra in provincia di Messina. Guarda caso l’artista autore di quei lavori proviene da quelle zone e, recentemente, in una occasione mondana, nella città dello Stretto, si meravigliava come mai ancora le sue creazioni non siano state fatte bersaglio di anonimi proiettili calibro 45 che le avrebbero abbellite. Ancora, è stato restaurato palazzo Furore in piazza mercato e si è voluto ricordare Mimmo De Maio sindaco negli anni ottanta : lui sì è stato fatto bersaglio dei proiettili. Per il rimanente dei suoi figli nati ed ivi scomparsi il buio del Buco Nero galattico.
3
Vedete, la mia la potete considerare una critica come una presa di posizione, Platì lo amo troppo, tanto che vorrei che con un colpo di bacchetta magica venissero cancellate le ingiurie che lo marchiano, vero piombo anche questo!
Il paese non è per niente diverso da qualsivoglia altro centro posto in qualsiasi latitudine del globo. Lo si è voluto bollare e così servirlo dai media, per distogliere l’attenzione dai fatti gravissimi che stavano portando al fallimento della Democrazia e dello Stato Sociale, col risultato di abbandonarlo a se stesso.
4
Dopo questa ampia premessa sarete stupiti se io vi parlerò di uno dei suoi figli più umili: Michele Trimboli detto U Giamba classe 1923 e morto nel 2006, il più grande suonatore di tamburo che ha avuto il paese.
Le storie narrate su di lui lo hanno sempre abbozzato come un miserabile o un barbone. Mi dispiace per questi narratori ma io non ho avuto questi occhi verso di lui.
Sono bambino quando comincio a ricordarlo e da bambino ve lo descrivo anche se occorrerebbe la penna di un Tolstoj o di un Dostoevskij per dipingerlo, come a lui si addice il tratto del grande Ligabue, non il cantante rockettaro.
continua ...
tanto di cappello...
RispondiEliminaU Giamba lo ricordo anch'io quando suonava davanti al Gigante la Gigantessa e il cavallino?????
RispondiEliminaGino sei un fine cantastorie Platì te ne sia grato!