L’interessante pesca
delle anguille
Platì 2 giugno
Quando il sole
violento dell’estate fa accartocciare le foglie degli alberi, e l'asfalto delle
strade diventa così molle sotto il solleone che il passante vi lascia impresse
le sue forme, allora è il momento propizio per dare la caccia alle anguille che
sguazzano pigramente nella poca, acqua dei fumi e dei torrenti. Si dimentica
completamente, in queste occasioni, il caldo, si lascia a casa l'indolenza, e
si parte in comitive più o meno numerose, nel bel mezzo della giornata, verso i fiumi o
verso la gora di qualche mulino, (a seconda della «locateia » che si è scelta),
armati di tutto punto;
Le armi usate per questa singolare caccia (più propriamente
dovrebbe chiamarsi pesca), sono semplicissime e di buon augurio: esse non sono altro
che le comuni forchette; Il loro uso, qui è però crudelissimo: con esse,
infatti, si trafiggono, vive, le povere bestione, per trarle fuori dall'acqua.
Come tutte le pesche grandi, quella dell'anguilla è uno
sport crudele; ma non possiamo fare a meno di riconoscere che le anguille
fritte hanno un. sapore squisito. Inoltre, gli spettatori che s’impietosiscono
alla sorte delle anguille hanno spesso la soddisfazione di vedere i cacciatori
morsicati da qualche anguillone ... fuori serie!!
Alla pesca delle anguille non si va mai da soli; per avere successo
bisogna essere ben organizzati, ed essere non meno di quattro o cinque persone.
Si parte, dunque, e si va difilati alla «locateia» (che si è
scelta dal giorno prima) a fare la «stag1iata»; arrivati sul posto, i
cacciatori si dislocano lungo un corso di acqua (naturale o artificiale) di
alcune decine di metri. All’estremità superiore del corso uno qualsiasi della
comitiva incomincia ad intorbidire l'acqua con della calce spenta che ci si è
portati appresso in grande quantità (la calce è l'unico capitale investito nella
caccia); l'acqua cosi i intorbidita scende lungo il canale penetrando in tutti
i buchi e gli interstizi di esso;
Le anguille accecate escono dalle loro tane e corrono
disordinatamente all'aperto cercando disperatamente uno scampo dalle feroci forchette
dei cacciatori che trinciano velocemente l'acqua in tutte le direzioni.
Qui è la fase movimentata della caccia: ognuno scruta attentamente
la propria zona aspettando di veder guizzare sveltissimo il corpo della
anguilla; quindi si getta a capofitto dietro quest’ultima, incurante anche di
scivolare nell’acqua bianca di calce, e sferra forchettate a destra e a manca.
A volte qualche incauto cacciatore infilza la propria mano
al posto dell’anguilla; ma se ne accorge lui solo: gli altri sono troppo
occupati per badare a questi piccoli incidenti; magari scambiano per urla di
entusiasmo le urla di dolore del malcapitato.
Spesso succede che tre o quattro cacciatori si trovino
impegnati tutti dietro una sola anguilla; anzi questo e il caso più frequente,
perché le anguille corrono da una parte all'altra con una velocità incredibile.
Acchiapparle con le mani è praticamente impossibile perché
scivolano; Non solo, ma prima di scivolare mordono maledettamente, ecco perché
aumentando il numero di cacciatori... forchettofori, aumentano le probabilità
di una buona caccia; Se appena l'anguilla riesce a guizzare nell'acqua limpida,
non la prende più nessuno.
La caccia all'anguilla non sempre da buoni frutti: a volte
infatti, o non si indovina la zona, o, questa è stata già sfruttata, ed allora i
poveri cacciatori dopo avere sprecato tutta la riserva di calce, tornano a casa
con qualche misero «caiale» nelle borse; («caiali» sono dette le anguille
piccolissime).
Ma non è detto che vada sempre così: a volte si pescano
decine di chilogrammi di anguille; capitò l’anno scorso ad alcuni giovani di
Platì di catturare un’anguilla di ben tre chili e duecento grammi di peso, nel
fiume Ciancio!
Un particolare curioso che bisogna ricordare, della caccia all'anguilla,
è che le forchette servono una sola volta; dopo la caccia si possono buttar via
tanto sono contorte e rovinate.
Col bottino spesso si preferisce organizzare dei banchetti
completamente a base di anguille; vengono servite anguille in tutte le salse se
soli commensali sono, tradizionalmente, i partecipanti alla caccia. Sovente si
preferisce spartire il bottino sul luogo stesso della caccia; si ripartiscono
le anguille secondo il merito che ognuno ha avuto nel catturarle e secondo la quantità
di calce che ognuno ha portato; quindi ognuno se ne ritorna a casa.
Nell'acqua che va schiarendosi
a poco a poco qualche piccolo «caiale» infilzato e successivamente rifiutato
dai cacciatori tenta disperatamente un ultimo guizzo …
m. f.
MICHELE FERA
GZZETTA DEL SUD, 3 giugno 1955