In memoria di Antonio Richichi, drummer di Careri
lunedì 9 marzo 2020
domenica 8 marzo 2020
Fatti corsari - La quattordicesima ora
-Furore d. Francesco (Mo. 19,12.1886/56) di d. Giosofatto e
d. Elisabetta Oliva; sacerdote.
-Romeo Domenico (Mo.29.1.1887/6) di Bruno e Pisto Rosa;
ruris Cirella.
-Sansalone Angela (Mo.2.5.1887/31) di Antonio e Murdaca
Caterina, ved. di Larosa Vincenzo; da Siderno.
-Marrapodi mf Filomena (Mo.21.5.1887/36) di Giov. Batt. e
Morabito Francesca, ved. di Rosario Mittiga.
-Raffaele Isabella (Mo.2.7.1887/40) di Giuseppe e Taliano
Serafina: morì a 3 mesi.
-Fera mf Concetta (Mo.4.8.1887/46) di Dom. Ant. e Portulesi
Caterina; ux di Domenico Portulesi.
-Mottareale d. Concetta(Mo.1.11.1887/68) dalla città di
Reggio; moglie di d. Carlo Flesca.
-Fera d. Francesco (Mo.25.8.1872/44) farmacista, di Michele
e mf Candida Nirta, marito di d. Giuseppa Taliano.
-Oliva d. Stefano (Mo.25.7.1872/28), doctor legis aetatis
suae an. 49 cr., filius q. m d. Michaelis et d.ae Franciscae Speziali, affectus
morbo dicto "spleniti subacuta" con infiammo alla milza e tubo
intestinale, rurem S. Ilarii petiit obaëris mutationem, patientissime toleratis
diri morbi gravissimis doloribus per tres menses, singulari devotione receptis
Sacramentis Poenit.,Euch. Et extemae Unct., Divinae Voluntati plene submissus,
die 25 m.Julii Divo Jacobo apostolo dicato, inter singultos et amplexus suorum
consanguineorum, a semetipso animam suam Deo commendans, dulciter expiravit
circa horam XIV eiusdem diei. Vidt ortum solis praedicti diei sed ad eius
occasum iam non erat. Anima sua in coelum advolavit ut se coniungeret cum suis
Genitoribus, et corpus suum nunc requiescit in Ecclesia S. Ilarii insepulcro de
Familia Speziali. Subscriptus frater defuncti dolenter assistens supremis horis
vitae suae, petit humiliter et enixe a Deo pro ipso defuncto pacem et requiem
sempiternam, necon gratiam videndi eum post mortem in Paradiso, et haec pauca verba scribit ad futuram rei memoriam. In q.m fidem etc. Philippus Archipr.
Oliva
Il dott. Oliva Stefano (morto il 25/7/1872/28) dottore in
legge, 49 anni, figlio di Michele e di donna Francesca Speziale,
affetto dalla malattia detta “splenite
subacuta”, con infiammazione della milza e del dotto intestinale, cercò
un cambio dell’aria presso la campagna di Sant’Ilario, sopportati con estrema
pazienza i terribili dolori della crudele malattia per tre mesi, ricevuti con
incredibile devozione i Sacramenti della Penitenza, Comunione ed Estrema
Unzione con incredibile devozione. Completamente sottomesso alla Divina
volontà, nel giorno 25 di luglio dedicato al divino apostolo Giacomo, tra i
singhiozzi e gli abbracci dei suoi parenti, affidando da solo la sua anima a
Dio, serenamente morì all’ora quattordicesima di quel giorno. Vide il sorgere
del sole del giorno citato ma al suo tramonto già non c’era più. La sua anima
volò in cielo per congiungersi con i suoi genitori e il suo corpo ora riposa
nella chiesa di Sant’Ilario nel sepolcro della famiglia Speziale. Il
sottoscritto fratello del morto che lo assiste nel dolore nelle estreme ore
della sua vita, chiede umilmente e con forza a Dio la pace e il riposo eterno
per lo stesso defunto e la grazia di vederlo dopo la morte in Paradiso e scrive
queste poche parole a futuro ricordo della situazione. In fede Filippo Oliva
Arciprete.
La traduzione dal latino la devo alla cortesia della professoressa Gina Misdaris, già docente di Lettere Classiche al Liceo classico "Stellini" di Udine.
giovedì 5 marzo 2020
L'incidente [di Joseph Losey,1967]
Grave caduta d’un
platiese
Platì, 3 aprile
(M.F.) – Di un grave incidente è rimasto vittima il nostro concittadino
signor Antonio Delfino, segretario di zona dello organismo dei Coltivatori
Diretti di Platì e Careri.
Scivolando accidentalmente in una vi di Benestare dove si trovava per
ragioni di ufficio, il Delfino riportava una seria frattura al braccio
sinistro.
MICHELE FERA
GAZZETTA DEL SUD, 4 aprile 1957
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MICHELE FERA,
Totu Delfino
mercoledì 4 marzo 2020
Misure straordinarie [di Tom Vaughan, 2010]
Domenica 31 - Luglio 932
Catanzaro
31 – VII - 32
Carissimo papà
La presente per annunziarvi che oggi mi sono ordinato avendo ricevuto
la Sacra Tonsura: Non vi scrissi prima intorno a ciò, perché mi trovavo in
Esercizi Spirituali. Vi mando due figurine ricordo, una per voi, l’altra per la
mamma. Agli altri di casa (sorelle, fratello, parenti) le manderò fra qualche
giorno perché ora non le ho pronte: Nell’ultima mia cartolina vi scrissi che
sono stato promosso su tutto, ora vi avverto che anche Ernesto è stato anche
lui promosso in tutto.
Vi ho scritto pure per un manto di cui ho estremo bisogno e per
accertarmi che avete ricevuto la cartolina nella quale ve lo chiesi, vi dissi
di rispondermi a riguardo. Ancora non ho avuto risposta alcuna. Per timore che
la cartolina non si sia smarrita vi rinnovo la richiesta del manto avvertendovi
che me lo dovete al più tardi per il 15 di agosto. Se avete quindi
ricevuto la cartolina mia e avete già provvisto bene. Se ancora poi non avete
provvisto cercate di provvedere subito, altrimenti poi capita che uscirà alla
luce qualche casacca.
Raccomandate al mastro che lo faccia secondo le misure spedite, senza
aumentare sia pure di un millimetro e ancora che si attenga ai miei gusti che
lui ben conosce. Lo confezioni quindi con cura, come quello che fece a me due o
tre anni fa, aderente più o meno alla persona e un po’ più stretto alla vita.
Riguardo alla stoffa, mi rimetto ai vostri gusti, solo vi raccomando che sia di
buona qualità e non troppo pesante. Baci ed abbracci cari a voi, alla mamma,
sorelle, fratello e ai parenti tutti da me e da Ernesto.
Vostro aff.mo Ciccillo
Misure
Lunghezza totale cm. 130
(centotrenta)
Lunghezza vita cm. 41 ( quarantuno
)
Maniche cm. 56
Larghezza spalle cm. 20 ( venti )
Torace cm. 45 (quarantacinque )
Grossezza vita cm. 44 ( quarantaquattro )
Nella foto eseguita presso il Pontificio Seminario Teologico "Pio X" di Catanzaro lo zio Ciccillo è riconoscibile da chiunque lo ricordi.
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Once upon a time in Platì
martedì 3 marzo 2020
Il diario di una stella [di Domenico Valinotti, Mattia Pinoli, 1939]
C'era una volta a Casignana, 1948
Attenzione!
MADRI, SORELLE, SPOSE!
Non dimenticate il 1955 quando i vostri cari
furono trascinati incatenati al carcere!
Per farsi belli non hanno esitato a togliere
l'onorabilità delle vostre famiglie.
VOTATE PER LA STELLA!
Reduci!
Combattenti!
Solo chi ha sofferto come voi può comprendere
i vostri bisogni e difendere la vostra
causa.
Gli altri hanno dimostrato di non saperli
comprendere privandovi di tanti vostri diritti!
VOTATE PER LA STELLA!
Popolo di Casignana!
Nel 1922 non si è esitato a spargere sangue
innocente per interesse personale. Il popolo di
Casignana chiedeva lavoro!
Chi era contro il popolo per i propri interessi?
Eppure nella foresta Callistro c'era posto
per tutti!
VOTATE PER LA STELLA!
Carnevale
col denaro del popolo!
L. 10000 all’esattore per aver riportato il
Commissario Lopresti da Reggio a Samo.
L. 5000 allo stesso per aver trasportato i
Carabinieri da Bovalino in occasione della dimostrazione
popolare per il supplemento pane.
Il bosco di Casignana venduto per L. 500.
Quando le cose si fanno in famiglia ...
Lavoratori
!
Gli agrari vogliono il predominio su di noi
per renderci loro servi!
Diffidate della loro propaganda! Non mantengono
mai quello che promettono!
Ricordate il passato, Pensate per l'avvenire
vostro e dei vostri figli!
Votate per la Stella! E' la vostra salvezza!
Lavoratori!
Soci della Cooperativa Garibaldi comprarono
terre ed oggi vivono del loro onesto
lavoro!
Gli asserviti che cosa hanno avuto? Nulla
Debbono lavorare per gli altri.
Risvegliatevi!!!_
VOTATE PER LA STELLA!!!
Madri
Sorelle Spose!
Mentre i vostri cari soffrivano e rischiavano
La vita in guerra laceri e senza “scarpe” chi
gozzovigliava, chi si arricchiva a Casignana?
Quella ricchezza rappresenta le vostre lacrime,
il sudore e il sangue dei vostri cari!
Vogliono il vostro voto per salvaguardare
Le loro ricchezze!
Votate come vi detta la coscienza! Per la Stella!
lunedì 2 marzo 2020
Le ali (Krylya) [di Larisa Shepitko, 1966]
CROCIERA GRIFAGNA
A S. E. ITALO BALBO
E A TUTTI GLI ARRDITI
DELLA
TRANSVOLATA ATLANTICA
GENNAIO DELL’ANNO IX
UBI ROMA IBI
VICTORIA
I
S`affisano insonni a Bolama
le Genti con ansie pupille:
nel buio notturno scintille
sul1'onde balenano inquiete.
Con tre immensità si misura.
l'Eroe che non sa la paura.
A posto! Nell'alta quiete
si destan rombando i motori
che pulsano al ritmo dei cuori.
II
La nera Squadriglia decolla
all'ardua conquista dei cieli:
le macchine sono tre teli
scoccati da un arco al Destino.
L’impulso gagliardo dei cuori
s'ímprima al vibrar dei motori!
In alto, plotone latino,
avanti compatto alla meta
sull'orma del giovane Atleta!
III
Così, come la sullo stagno,
nel tirocinio severo,
e via nell’opaco mistero
fragorose stelle filanti!
Su, su, stormo verde di cuori
che il palpito date ai motori!
Che importano i nembi ululanti
nel sen della negra tempesta?
C’`e un Prode al timone di testa.
IV
Stupita la torrida Sfinge,
dall'arso deserto il suo volto
solleva assonnato, dal folto
Stormir dei suoi boschi e vi ammira.
Via, candido stormo di cuori
ansimanti più dei motori!
Di già la carlinga respira
le brezze del vasto oceano
Avanti, all'approdo lontano!
V
Ancora un gran frullo rombante …
La quarta Squadriglia s'innalza
e audace la marcia rincalza
su gli abissi furibondi.
Sei tu, rosso stormo di cuori
che dài l’alimento ai motori,
e che nelle brume sprofondi,
con l'agile intrepida prora
incontro alla fulgida Aurora!
VI
Nel vergin silenzio garrisce
possente la viva Bandiera
di quattro colori, guerriera
che irride il periglio e la Sorte.
Più oltre, più oltre coi cuori
che spingono avanti i motori!
Chi manca al corteggio del Forte?
Chi trasse nel pallido artiglio
di morte lo scoppio vermiglio?
VII
Vittoria, non e senza pianto
di madri il tuo bacio concesso
Risplende la via del Progresso
d'italico sangue e rosseggia.
Si fuser le fibre dei cuori
col ferro dei franti motori,
nel rogo ch'eterno fiammeggia
sul livido gorgo africano
che vide il prodigio romano;
VIII
Di Balbo la maschia consegna
fu assolta con anima lieta:
«Piloti e velivoli a meta,
piloti e velivoli o a fondo! ›
E giunsero a proda i motori
bruciati dal fuoco dei cuori,
sul limite opposto del mondo
portando abbagliante la luce
che irraggia il pensiero del Duce!
Documento conservato presso la Biblioteca Comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria.
Rosario Pasquale Domenico Fera,
avvocato, era nato a Platì il 23 maggio 1887 da Michele e Pistoni Grazia. Il 22
ottobre 1921 sposò Giuseppina Zappia di Filippo ed Elisabetta Zappia che aveva
21 anni. Da loro nacquero Grazia, Elisabetta Immacolata Concetta, Michele,
Leone e Rosario. Oltre ad esercitare la professione di avvocato ricoprì vari incarichi
nell’amministrazione comunale tra cui Commissario Prefettizio nel 1924 assieme
all’avvocato Gian Domenico Foti e Sindaco nel 1944. Compose testi poetici e
prose spesso pubblicati a proprie spese. Morì il 21 agosto 1945.
In alto un frammento di Le ali un film tutto in verticale di Larisa Sepitko una delle cineaste più audaci e famose dell'era sovietica. Più che voluto questo accostamento sovietico con la lirica d'occasione dell'avv. Fera, due ideologie in confronto/scontro. In basso il promemoria del nonno Luigi sulla scomparsa dell'avvocato stesso.
domenica 1 marzo 2020
Fase IV: distruzione della terra - Igiene al D.D.T.
“Da
quando venne permesso l'impiego del DDT per usi civili, abbiamo assistito ad un
costante aumento di produzione di composti chimici sempre più tossici. E questo
è avvenuto perché gli insetti, in una trionfale rivendicazione del principio di
Darwin della sopravvivenza degli individui più atti, si sono man mano evoluti in
razze più resistenti, immuni agli insetticidi usati fino allora.”
“Dopo
molti anni di irrorazione con DDT, i pettirossi e gli storni sono praticamente
scomparsi; da due anni non vedo più cince sul mio davanzale, e quest’anno anche
i cardinali se ne sono fuggiti; in tutto il vicinato hanno fatto il nido
solamente un paio di tortore e, forse, una famiglia di mimi.”
RachelCarson,
Primavera silenziosa, 1962
Igiene a Platì
Platì, 21 giugno
(M.F.) - Molte istanze ci vengono rivolte dai lettori a proposito
della annuale disinfezione gratuita col D.D.T., che quest'anno tarda ad
arrivare. Noi siamo comprensivi, e assicuriamo che se fosse in nostro potere disinfetteremmo
il mondo col prezioso liquido. Ma a disinfettare questa minuscola parte di
mondo platiese, ci pensi finalmente l’amministrazione comunale.
A Platì si attende
la disinfezione col DDT
Nonostante le numerose istanze rivolte alle autorità sanitarie
per la disinfezione annuale delle abitazioni col D. D. T. le mosche continuano indisturbate,
a infelicitarci la esistenza. Nei vicini centri di Careri e Natile, molto più
piccoli del nostro, la disinfezione è stata effettuata.
Platì destinato a rimanere senza D.D.T.
Platì, 22 luglio
(M.F.) - Sono passati ieri dal nostro centro alcune squadre
degli operai addetti alla disinfezione delle campagne col DD.T..
Nonostante le preghiere e le implorazioni dei cittadini
assetati del prezioso liquido, le squadre inesorabilmente sono passate oltre.
Pare che il nostro centro non sia compreso tra quelli che debbono essere
disinfettati.
Attuare a Platì
la disinfestazione col DDT
(M.F.) - Con la mancata attuazione dell’annuale disinfezione
col D.D.T., le autorità a ciò preposte ci costringono a sottoporci a un
cosiddetto “camoleggiamento” di terzo grado, da parte delle mosche e delle
zanzare. Perché non provvedere?
Igiene pubblica a Platì
Il provvedimento è della massima urgenza, giacché mai prima
d'ora s'era visto un tal nugolo di mosche, di zanzare, etc.
Platì ha bisogno di D.D.T.
(M.F.) Preghiamo il medico provinciale di interessarsi
perché nel nostro centro venga, spruzzato, come ogni anno trascorso, un
centinaio di ettolitri di D.D.T. contro le mosche e le zanzare.
Tutti gli articoli apparsi nell'estate del 1957 sulla GAZZETTA DEL SUD sono di Michele Fera.
Dubito che il libro di Rachel Carson sia mai apparso a Platì
o che qualcuno lo abbia letto, e non sapremo mai quanti ebbero a patire gli effetti di quelle
nebulizzazioni continue che ricorderò sempre per l’odore che emanavano e anche perché
a tutti i bambini piaceva andare per casa con quel micidiale spruzzatore che
NON ADDORMENTA fulmina! Gli americani quando si trattava di cospargere la terra di
veleni pensavano solo al profitto, vedi l’uso del Napalm in Vietnam.
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Fatti corsari,
MICHELE FERA,
Once upon a time in Platì
giovedì 27 febbraio 2020
mercoledì 26 febbraio 2020
Fase IV: distruzione della terra [di Saul Bass, 1974]
Peste
suina a Platì
Platì, 18 aprile
(M. F.) - Negli ultimi giorni è scoppiata in alcune zone del nostro
centro la peste suina. La notizia è stata data dal sanitario competente.
La malattia non ha ancora mietuto che poche vittime.
Igiene
a Platì
(M.F.) -- Il nostro centro è abbandonato in balia delle mosche e di
tutti gli altri insetti più scoccianti (ortotteri, afanitteri, ditteri atteri,
lepidotteri ecc.), perché le autorità non intervengono?
Epidemia
a Platì
di
colera aviare
Sì è sviluppata rapidamente nel nostro centro una epidemia di colera,
aviare, che ha colpito indistintamente, galline, oche, tacchini, ecc.
In questi giorni epidemici infettanti infetti ecco gli eventi
pestiferi accaduti nel secolo scorso a Platì, allora
i nemici erano ortotteri, afanitteri,
ditteri atteri, lepidotteri ecc e i media sociali inesistenti.
Gli articoli, di Michele Fera, sono apparsi su:
GAZZETTA DEL SUD, anno 1957
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MICHELE FERA,
Once upon a time in Platì
lunedì 24 febbraio 2020
Mentre il pubblico ride [di Mario Bonnard, 1920]
CI SCRIVONO DA PLATI’
I documenta
e la realtà
Platì, 7 maggio
Mercoledì sera un folto pubblico ha assistito alla proiezione
in piazza Gramsci, di alcuni interessanti documentari inviati dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
I documentari erano senza dubbio interessanti: illustravano la
rinascita italiana degli ultimi anni. Ma siamo sicuri che essi non abbiano prodotto sulla folla platiese
proprio l’effetto voluto dagli autori.
Platì è infatti uno dei paesi della Calabria praticamente abbandonati
dallo Stato, dopo le alluvioni del '51 e del '53. E' naturale, quindi, che gli
«interessanti documentari» di cui abbiamo detto non abbiano fatto altro che mettere
in evidenza la incresciosa disparità di trattamento riservata dalla Stato ai
Calabresi nei confronti degli altri cittadini italiani.
Lasciamo parlare i fatti.
Nel 1951 Platì fu tra i paesi maggiormente colpiti dall’alluvione:
morti e centinaia di senzatetto furono il suo tragico bilancio; senza contare
la distruzione di massima parte dell'agricoltura. Nello stesso anno avvenne
l'alluvione del Polesine: Pero, mentre nel Polesine, dell'alluvione non restò
neanche la traccia, a Platì la situazione restò pressoché immutata; tanto che la
violenta alluvione del '53 non poté levarsi il gusto di cambiare anch’essa i
connotati al nostro paesaggio: lo aveva fatto fin troppo bene l’alluvione del ’51
e nessuno vi aveva ancora rimediato.
Troppe cose abbiamo sopportato e ci sentiamo in diritto di
chiedere allo Stato che, anziché «interessanti documentari» ci fornisca i mezzi
per ripristinare la nostra agricoltura. E, cioè, disponga una razionale bonifica
dei torrenti che attraversano la nostra zona; bonifica che oltretutto renderà
all'economia nazionale centinaia di ettari di fertilissimo terreno.
GAZZETTA DEL SUD, 8 MAGGIO 1954
L’articolo non porta firma ma dal tono e dal contrasto tra
dramma e brio lo si può attribuire alla penna di Michele Fera. Resta l’attualità
di un dramma per niente dimenticato, che si ripete ogni qualvolta Giove Pluvio decreta
di concedere la pioggia. Ma c’è anche l’abbandono e il degrado permanente che
si riflette nei comportamenti e nel morale degli abitanti che ancora, incalliti,
restano in paese.
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