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giovedì 7 febbraio 2019

All of Me - Frank Sinatra



 Here I go 
My dad Antonio Pirelli was born 12/12/1912 to Rosa Pirelli (née Trimboli). My grandfather was from  Amelia his name was Eugenio Pirelli. Mum was the youngest of nine children, she was born Giuseppina Mittiga on Nov 28 1914.  Her parents were Giuseppe and Elizabetta Mittiga (née Calabria). Her siblings were: Rosario, Annuzza, Domenico, Catarina, Ciccio, Maria, Rocco, Agostino. My father was an only child. Dad worked in the post office in Platì, his uncle was the post master general in Rome and we were supposed to go and live there, but when mum’s dad died one of her brothers (Rocco) took mum and her mother to Algiers and dad went there shortly after. They were married in Algiers. I don’t know how long they stayed there, but I know that dad was called to go to war, WW2. He was in the cavalry, he actually saw Hitler and Mussolini (he told me this). He was in Naples in the service in 1939 and was standing three feet away from them. In 1949 we emigrated to Australia where mum’s family had already started going, most of them ended up there except uncle Dominic who died in Platì and one of her sisters, Maria, who came to America. Maria married Antonio Zappia they had two children: Dominick and Giuseppe (Joe). Joe died in a car accident at the age of 17 (1948). By the way Ginette was born Nov 14 1949 and Norma Jan 18 1954. I do remember our trip to Australia. It was a nightmare, the name of the ship was Ugolino Vivaldi, a cargo ship. I can remember always being sick, never saw mum since she was always in the infirmary; the food was hideous, I ate boiled eggs for one month. Now about us in 1966 my cousin Dominick, Maria’s son (my cousin) came to Australia, I came back with him for a vacation and we ended up getting married. My life in America was very lonely at times, I came from a big family and at age 23 I felt like an orphan. We had three children MaryJo, Alessandra and Antonio. My husband was a liquor salesman, when my children started going to Uni, I got a job working as a floral designer. My husband was a Korean veteran, died Sept 19th, 2015 at 85. I do remember my few years in Platì and I wouldn’t give up those memories for anything. Every time I see a picture of “pignolata” I can still smell the things my grandmother and mum used to make. When I was 36 we built a house on the golf course and I started playing tennis, it came very easy to me. I played every minute I could, sometimes 5, 6 hrs a day, joined a team where we played competitive and in five years we went to state and won, (surprise). We were one win away from going to Flushing Meadow, NY. If I may brag, I never lost a match.  In 1980 the Pistons traded Bob Lanier to the Milwaukee Bucks. The Bucks had a membership at the country club where we lived, so we got to meet Bob a few other players (they played with Dominick) and the coaches, Dominick bought them over the house one day and from then on we became good friends especially Bob who just about lived at our house. When he wasn’t playing basketball, he would pick me up and we would go to a tennis club and play doubles with another couple. His favorite thing to eat was “pumadoro insalta platiotu” style. He would come over just for that. I loved going to the games: we had front row seats center court, and I got to see all the best players from over the last 40 yrs. My husband used to play in a golf tournament for "Boys Town" of Italy. Every year all the rich Italians (Mafia) used to come to Milwaukee and they would always have a celebrity or an actor or famous athletes, so I got to meet a lot of them: Frank Sinatra, Joe Di Maggio, Joe Pantoliano, Chaz Palminteri, Rocky Marciano,Tony Darrow, Bobby Rydel, Al Martino, Paul Sorvino, Tony Lo Bianco. I can’t remember them all, it’s been a while since I used to go. That’s about all I know. Hope I helped a little. I know my older sisters knows a lot more than me. Ciao Flora


martedì 5 febbraio 2019

Bird on a Wire - Leonard Cohen


I have tried in my way to be free.
Leonard Cohen


"Era scritto nelle stelle o nel gran libro del destino o comunque si voglia dire. Il destino solo volle così. Oggi … come tutto mi sembra accaduto in un momento".
Il sole di Napoli risplendeva più che mai. Lì fuori dalla Darsena niente era mutato da quel giorno che aveva varcato la soglia per esservi rinchiuso. Ora la stessa soglia gli era alle spalle e lui stava in faccia alla via che lo avrebbe portato lontano da quei muraglioni, da quel mare udibile in modo particolare di notte. Un mare senza catene come catene non ne portavano le onde, libere di infrangersi dove più le divertiva.
"Sono felice, pensava. Ma no ... non sono felice! Vivevo in un paesino che si chiama Platì, o come noi lo indichiamo Pratì, laggiù in Calabria e lì facevo il pecoraio per conto dei Signori, padroni di tutto perfino delle nostre vite. Giovanissimo avevo preso moglie ed erano nati i figli, Anna per prima. Il destino. Da che sono qui Anna è andata sposa ad un altro pecoraio e Cata s’è l’è portata via quella maledetta filanda che ne ammazza più del veleno per topi. Giuru ca s’ arrivu a Pratì …"

NOTE
- La foto appartiene agli eredi Mimì “Colonnello” Fera. Quel corso d’acqua oggi non è più come nell'immagine, persiste nell'immaginario di chi è fuori. Se guardate bene c’è un secchio, una donna e la base della Rocca visti dal centro del ponte.
- Il testo è tutto rubato ai vecchi film americani in prima persona come pure a Raymond Chandler. Sarebbe bello, anche, scrivere di Platì come William Faulkner scriveva dei luoghi dove era cresciuto. Cantarlo alla maniera di Leonard Cohen.

lunedì 4 febbraio 2019

Ricorda il mio nome - Angelo [di Ernst Lubitsch,1937]


 Perre Marisa 
1986 - 2018

Noi habiamo qualcuno di speciale in
cielo che in passato ci è stata sempre
accanto ed ora è diventata il
nostro angelo custode.
MAMMA TI
VOGLIO BENE
Maria


domenica 3 febbraio 2019

Un bicchiere di troppo [di Giorgio Ferroni, 1947]


Lavativu

Quandu Piroci ancora si stavìa
Ragiunandu davanti a lu biccheri
Ntisi jiavanti ad Angelamaria
Chi volìa erba pe setti sumeri
Lu spinci ntisi puru chi dicìa
Dde mu ndi libira di chisti mugghieri!
Ca non è megghiu mu restu cattivu
Non mu mi sentu diri “Lavativu?!
Ti dissi “lavativu” e si fitentu
Ripetiva la figghia i Don Nicola
Piroci chi la ntisi fu cuntentu
E non chiamatu, vorzi la parola
“O lavativu, senti, statti attentu
Nommu ti pensi ca tratti ca mola
A me soru tu sa chi si nda diri?
Ca sunni perzi setti mila liri
A chistu, lavativu s’offendiu
La spincina  curriu – paria ca figghia
La monaca di supra s’arrindiu
E forzi s’arrindiu pe maravigghia
Ma donna Marantonia fughiju
Cu l’ali aperti chi paria na nigghia
Don Nicola a stu puntu vinni a rangu
Dicendu dui o tri voti “E kijetta sangu!”
Ernesto Gliozzi il Vecchio

giovedì 31 gennaio 2019

MURAGLIE [di James Parrott, 1931]



E' una vecchia storia, 
ripetutasi infinite volte.

Detesto il mattino è la parte peggiore del giorno”. Questo sta pensando Cicciu Stalteri, platiotu, di condizione pecoraro.  Quel primo pensiero viene istantaneamente dimenticato perché si chiede: “Comu rrivai ccà?”. E' appena uscito da una umida cella e sta percorrendo, sotto una flebile luce, il lungo sotterraneo della Darsena dove è recluso da giorni. Lo scorta  una guardia consumata, che, a forza di vivere in quei sotterranei per la maggior parte della giornata, sta perdendo la vista come una talpa. Fatti un numero considerevole di gradoni in pietra si accorge che ad attenderlo, libera, si stende una gioiosa mattina di maggio, che filtra dagli alti finestroni protetti da enormi grate in ferro. Ed il pensiero vola alla verde, ricca di erba grassa, collina d’Acone dove era solito, fin da quando aveva compiuto gli otto anni, far pascolare gli animali della ricca famiglia Furore. Ora di anni ne ha … questo non lo sa più neanche lui, essendosi annebbiata la mente da che è rinchiuso a Napoli, come non conosce il motivo per cui è stato portato fuori dalla cella dove è segregato. Arrivato davanti una porta in legno massiccio viene sciolto dalle catene che gli tengono legati i polsi ed i piedi. Oltrepassata, gli è fatto cenno di avvicinarsi ad un rozzo tavolo dietro cui si trovano un camuso signore in redingote e due militari in forza nella Darsena.

Regno delle Due Sicilie
Oggi lì ventotto maggio milleottocentotrentotto in …
Regnante Ferdinando secondo per la Grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie
Innanzi di Noi Francesco Mele del fu Gennaro Pubblico Notaio di questo Comune e Provincia di Napoli di studio in strada de Tribunali n. 214 e delli qui sottoscritti testimoni godenti dei diritti civili d’età maggiore venti compiuti
Si è presentato Francesco Staltere figlio del fu Antonio di anni 45 circa di condizione Pecoraro marito di Caterina Portolesi Nativo di Platì in provincia di Calabria Ultra prima detenuto nelle forze della Darsena e d’ivi domiciliato e avendone ottenuto dal Grande Ammiraglio Marchese Don Giuseppe De Blasio Ispettore … de navi alieni e della Real Marina del dì ventidue maggio corrente anno sotto al numero 1193 sciolto da vincoli e catene e posto in luogo di libertà di età maggiore e cognito ai sottoscritti testimoni i quali l’attestano a norma della legge il quale han dichiarato che avendo inteso la disposizione della Donzella Nubile Anna Stalteri di anni venti sua figlia e alla detta Caterina Portolese, nativa di Platì ivi domiciliata con detta sua madre di volersi unire in matrimonio con Giuseppe Carbone di anni venti compiuti Pecoraro privo dell’avo paterno figlio del fu Pasquale nativo di Platì ivi domiciliato e conoscendo gli ottimi costumi del medesimo intende apprestare il suo libero consenso acciò detta sua figlia possa liberamente contrarre l’accennato matrimonio con esso Giuseppe Carbone il tutto in conformità delle leggi viggenti e del sacro Concilio di Trento. Dichiarando … che detta sua figlia sino alla presente giornata non è maritata né tien verun voto fatto non è stata religiosa professa né tiene verun grado di parentela né ramo di tutela consanguineità o affinità anche in linea di adozione giusti gli articoli 167,168,169 contemplati nella prima parte del codice civile con detto Giuseppe Carbone sottomettendosi a ciò che prevedono le leggi per la falsa assertiva quale atto letto da me Notaio ad esso Costituito ed ai testimoni fatto peraltro ad alta ed intellegibile voce continente un consenso per matrimonio
Fatto letto e pubblicato in questo Comune e Provincia di Napoli oggi questo giorno sudetto Bagno della Darsena sito come sopra indove il presente atto dietro lettura fattane da me sottoscritto da noi Notaio e testimoni sottoscritti Signori D. Gabriele Durante figlio del fu Tiberio Sergente del Reggimento della Real Marina, nativo di Napoli domiciliato Rua Catalana numero venti e Giuseppe Mangano figlio del fu Santo Caporale del Reggimento della Real Marina Nativo di Napoli domiciliato strada San Matteo n. 18 e richiesto al detto detenuto Francesco Staltere il medesimo ha dichiarato di non sapere scrivere e rilasciatelo pel matrimonio di detta sua figlia.

Gabriele Durante
Giuseppe  Mangano
Francesco Mele
Napoli 20 Maggio 1838




 NOTE
 -This text is based on historical events. Dialogue and certain events and characters contained in the text were created for the purpose of dramatization - come nei migliori film americani -
- Nella foto, una concessione degli eredi Mimì, "Colonnello" Fera, il sito Santa Pulinara, oggi Tuppuiancu, come appariva agli inizi degli anni '60 del secolo scorso.
- I puntini di sospensioni si riferiscono alle parti illeggibili dato il carattere frettoloso con cui è stato redatto l'atto notarile.
- Il Maestro Morricone quando entra in un testo, la fa da padrone!

mercoledì 30 gennaio 2019

I Fratelli Senza Paura [di Richard Thorpe, 1953]


Con la presente scrittura sinellamatica in doppio originale, oggi infrascritto giorno tra noi qui sottoscritti fratelli germani Francesco e Filippo Gliozzi fu Domenico di questo comune di Platì si è conchiuso e perfezionato il seguente contratto.
Dichiaro io Filippo Gliozzi di aver precedentemente preso in affitto dal Signor Don Pasquale Calabrò Arciprete del villaggio di Piminoro i fondi olivetati denominati Giocana, Fontana mangù, monaca superiore ed inferiore, medico o maratà tutti situati nel territorio di Lubriche ma appartenenti alla Chiesa di Piminoro a titolo di congrua, quale affitto avrà la durata di anni sei a cominciare dall’anno colonico mille ottocento settantanove per finire nel mille ottocento ottantaquattro per l’estaglio biennale di otto botte di olio di ulivo passante in commercio, e siccome per la buona e regolare raccolta delle ulive e delle altre fatiche accessorio ho bisogno di un aiuto così ho risoluto di associarmi il detto mio fratello il quale possiede e dispone di tutti quei mezzi che sono necessari allo scopo. Quindi è che di quanto si è stabilito di dritti ed obbligazioni tra me ed il Signor Calabrò con la presente s’intende conferire e trasferire la metà al detto mio Fratello, il quale nella stessa proporzione contribuirà nelle spese occorrenti, come nel guadagno e nella perdita.
Ed io Francesco Gliozzi dichiaro di accettare come accetto il contratto di società di cui sopra obbligandomi di adempire esattamente alle obbligazioni che ne risultano.
Dichiariamo infine di obbligarci scambievolmente l’uno verso l’altro alla esatta osservanza del presente contratto mediante la penale di Lire Italiane quattrocento a carico della parte che ... ed a favore dell’altra
Così conchiuso, fatto e sottoscritto da entrambi in ciascuno originale
Platì ventuno del Mese di  Dicembre mille ottocento settantanove
Gliozzi Filippo fu Domenico
Gliozzi Francesco fu Domenico
Il tutto come risulta dall’atto pubblico rogato da Musitano Rocco Notaio di Bovalino il 16 Giugno 1879 Registrato in Ardore il 1° Luglio detto al Numero 317 Libro 1° Volume 13 folio 113

lunedì 28 gennaio 2019

Un minuto per pregare, un istante per morire [di Franco Giraldi,1968]



Ill. mo
Signor Commissario
Platì
Fotia Rosa fu Domenico, vedova Carbone Antonio si rivolge alla S. V. Ill.ma per essere ammessa al godimento del sussidio avendo l’unico figlio, Carbone Domenico fu Antonio sotto le armi, nella classe del 1895.
Non avendo altri mezzi per poter vivere, che l’unico figlio ora assente chiede dalla giustizia della S. V. Ill.ma quanto sopra.
In attesa, della S. V.
Platì 14 Settembre 1915
Umil.ma
Fotia Rosa fu Domenico


Ill. mo
Signor Commissario Prefettizio del Comune di Platì
Fotia Rosa fu Domenico vedova Carbone Antonio e madre di un unico figlio, il quale per essere ubbidiente alle leggi; lasciò L’America e venne in Italia da dove fu chiamato per andare nella zona di Guerra e combattere per l’Unità d’Italia.
La ricorrente non essendo di solida salute per procacciarsi colle braccia il sostentamento della vita prega V. S. Ill. ma di volersi benignare concedere il sussidio che la legge accorda per potersi alimentare.
La suddetta ricorrente sicura che V. S. Ill.ma le vorrà esaudire la preghiera le anticipa i più sentiti ringraziamenti Platì 1 Marzo 1916


SCHEDA DEL CADUTO
Nominativo (e paternità):
CARBONE DOMENICO DI ANTONIO
Albo d'Oro:
Calabria - (Vol IV) (3)
Province:
RC - CZ - CS
Pagina:
102
Sub in Pagina:
6
Comune nascita:
Platì
Comune nascita Attuale:
Platì
Data nascita:
23 Novembre 1894
Grado:
Soldato
Reparto:
48 Reggimento Fanteria
Distretto:
Distretto Militare Di Reggio Calabria
Morto o Disperso:
Morto
Data Morte:
24 Febbraio 1916
Luogo Morte:
22 Reparto Di Sanità
Causa Morte:
Ferite Riportate In Combattimento


domenica 27 gennaio 2019

FACCIAMO IL "TIFO" INSIEME [di Busby Berkeley, 1949]

Questo documento a mio avviso lo ritengo molto importante perché insieme, e per un interesse comune, si ritrovano alte personalità platiote che mettendo da parte beghe politiche, contrasti di vario genere, attriti familiari, cause giudiziarie, cercano di costituirsi a scopo ludico.



Contratto _ Regolamento per la fondazione in Platì di un Circolo di Riunione
Art. I – E' istituito in Platì un Circolo di Riunione avente lo scopo del lecito svago e della coltura reciproca mercé la lettura di pubblicazioni, giornali, riviste. -  Art. II E' permesso anche il giuoco, quello consentito dalle nostre leggi e proibiti quei giochi che sono inibiti dalla competente Autorità _
Art. III  Al Circolo  è ammesso un deposito di dolci, liquori, caffè e simili generi sotto la gestione del conduttore, il quale dovrà anche occuparsi della manutenzione e decenza del locale_  Art. IV Pe dignità dei soci è proibito di far debiti, di far chiasso, di tenere discorsi osceni od offensivi anche agli estranei, nonché di entrare nel Circolo in modo indecente – Art. V Ciascun socio pagherà la retta mensile anticipata di L. 2.00. Però di più soci appartenenti alla stessa famiglia ciascuno pagherà due terzi di detta somma. Art. IV Il Circolo avrà un Presidente e quattro consiglieri, di cui uno funzionerà da segretario-cassiere. Essi saranno eletti dall'assemblea dei soci e si rinnoveranno ogni anno. Per ciascuna settimana al fine di vigilare sul buon andamento del circolo vi sarà un Consigliere di turno- Art. VII Per tutti coloro che non essendo soci fondatori vorranno far parte del Circolo è necessario che la loro istanza sia approvata da due terzi dei soci che intervengono per deliberare all'uopo e resta intero che essi assumeranno gli stessi obblighi dei soci fondatori -  Art. VIII Nessuno che non sia socio può trattenersi nel Circolo, eccezion fatta per gli studenti che siano parenti di un socio_  Art. IX  I forestieri di condizioni civile ad invito del Presidente potranno intervenire nel Circolo usufruendo del vantaggio dei soci. Del pari ogni socio ha facoltà di condurvi  i propri amici forestieri sempreché si tratterranno in paese non più di un mese, trascorso il quale bisognerà che si scrivano come soci, se vorranno continuare a frequentare il Circolo - Art. X I soci assumono l'obbligo del pagamento sopra stabilito e, mancando, pagheranno una multa di L. cinque- Art. XI Il socio che si renderà indegno anche fuori del Circolo per reati di immoralità sarà espulso a richiesta di due terzi iscritti, intervenuti per deliberare su tale oggetto. Art. XII L'impegno all'adempimento del presente contratto vincola i soci ed il conduttore del Circolo per lo spazio di tre anni a datare del giorno di apertura del Circolo stesso. Art. XIII Cessa l'obbligo di far parte del Circolo se per cambiamento di domicilio, per infermità di lunga durata, cambiamento di fortuna od altro legittimo motivo, il socio non è più in grado di appartenervi. Art. XIV Gli stessi motivi di cui nell'articolo precedente dispensano anche il conduttore dal vincolo di tre anni. Art. XV Il conduttore si obbliga di fornire ai soci il locale arredato con un tavolo grande, con quattro tavolini da gioco, con due attaccapanni ad otto posti ciascuno, con trenta sedie e corrispondere con Lire cinquanta all'acquisto di un divano e due poltrone. Si obbliga pure di illuminare il locale con due lampade a petrolio a sospensione con retina ad incandescenza, di provvederlo di un giornale quotidiano a scelta dei soci e dei generi di consumazione a seconda degli introiti che si faranno. Rimane pure a suo carico la fornitura delle carte da gioco. Art. XVI Il Circolo deve rimanere aperto ogni giorno dalle 8 alle 23. Art. XVII Il conduttore è tenuto al rispetto verso i soci ed a secondare i loro legittimi desideri. Può essere richiamato dal Presidente e, persistendo nelle mancanze, è punito con una multa da lire dieci, salvo mai soci di riunirsi e prendere altri provvedimenti. Può farsi coadiuvare da altra persona di sua fiducia ed all'occorrenza farsi sostituire. Art. XVIII Ogni mese il cassiere del Circolo corrisponderà al conduttore la somma di Lire trentasei. Inoltre andranno a vantaggio del conduttore gli utili derivati dalla vendita dei generi Sopra stabiliti e la tassa sul gioco delle carte. Art. XIX La differenza fra la retta mensile pagata dai soci ed il contributo dovuto al conduttore rimarrà a disposizione del Circolo. Art. XX Per i giochi di interesse ogni persona pagherà al conduttore centesimi dieci. Art. XXI Il prezzo di vendita dei generi sopra stabiliti verrà fissato d'accordo fra il conduttore ed i soci. Art. XXII Il socio che mancherà agli impegni morali verso il Circolo, che è scorretto, e che trasgredisce il presente regolamento può essere richiamato dal Presidente e persistendo nella scorrettezza può essere espulso pur restando vincolato a pagare la retta mensile di Lire due fino al compimento del triennio. Art. XXIII La decenza, la moralità ed il buon ordine del Circolo nei rapporti con i soci resta affidata al consigliere di turno, nei rapporti con gli estranei resta affidata al conduttore, il quale trasgredendo può essere multato ogni volta con Lire cinque. Art. XXIV Il presente contratto-regolamento viene esteso in duplice copia di cui una sarà consegnata al conduttore e l'altra rimarrà al Circolo.
    Platì 18 maggio 1913

Dott Filippo Zappia
Farm. Nicola Spadaro
Dott. Vincenzo Papalia
Fera Rosario Insegnante
Michele Mittiga di Rocco
Amasi Zappia
Barillà Giuseppe
Michelino Oliva
Zappia Filippo fu Rosario
Brancatisano Filippo
Zappia Giuseppe fu Filippo
Alberto Mercurio
Zappia Domenico
Oliva Francesco
Rosario Zappia Oliva
Zappia Carmelo
Zappia Francesco fu Filippo
Sammarco Carmelo
Zappia insegn. Pasquale
Luigi Gliozzi
Zappia Pasquale di Carlo
Oliva Filippo fu Filippo
Giosofattino Furore
Oliva Giovanni Andrea
Francesco Malgeri
Spadaro Giovanni
Fera Michelangelo fu Giuseppe
Giuseppe Portaro
Zappia Carlantonio


giovedì 24 gennaio 2019

TRAGICO DESTINO [di Frederick De Cordova,1946]

generalmente a proposito della formazione delle tradizioni e della storia leggendaria di un popolo si deve tener conto del motivo tendente a eliminare dal ricordo tutti i fatti penosi per il sentimento nazionale. Sigmund Freud


In attesa che veda la luce quel volume troppe volte annunciato come “Storia di Platì” non si possono non ripercorrere, a tratti e all’occasione, avvenimenti anche tragici che videro uomini cadere tanto inutilmente quanto brutalmente. Rocco Sergi è stato vittima di un delitto inutile come saranno quelli di Mimmo De Maio e Ciccillo Prestia. Mimmo De Maio, al contrario degli altri ricordati, ha avuto l’onore dell’interesse dei media, spinti dal prestigio attribuitogli da partito politico cui apparteneva, giungendo così al tributo con una piazza a lui intitolata. Sergi e Prestia hanno ancora l’onore… dell’oblio.
Rocco Sergi è stato il primo ed unico martire dei moti che accaddero in paese subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale all’alba della Prima Repubblica. Cadde compiendo il proprio dovere, come si dice per un pubblico ufficiale. Ancora oggi il putiferio che echeggiava di corse sul selciato, colpi d’armi da fuoco e l’agitazione di quanti cercavano di sottrarsi al peggio, risulta oscuro come la notte in cui avvennero quei tragici eventi e che portarono alla sua inutile morte. In casi del genere è l’onore di una popolazione che viene intaccato. Nella decade che conduceva al termine del secolo, che vide atroci sciagure e più numerose vittime di stragi organizzate dai poteri forti, la famiglia di Rocco Sergi in procinto di innalzare la cappella di famiglia nel cimitero pensò anche di rinnovare la lapide dietro cui egli riposa, così incaricò lo zio Ernesto il giovane di redigere un’epigrafe da apporre sulla lastra marmorea. Epigrafe rimasta anch’essa dimenticata che oggi vede almeno un virtuale inserimento:



 QUI GIACE
ROCCO SERGI FU ANTONIO
GUARDIA MUNICIPALE
21 GENNAIO 1907 +21 OTTOBRE 1945

PADRE AFFETTUOSO
CITTADINO ESEMPLARE
DEVOTO AL DOVERE FINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO DELLA VITA
QUANDO IL DOVERE NON ERA TRASCURATO SENTITO
E IL SACRIFICIO SEMBRAVA FOLLIA

forse lo zio con l’onestà che caratterizzò la sua vita vide oltre/altro ...

mercoledì 23 gennaio 2019

The Village - Il sentiero dei due mari



Cirella è un centro collinare sul versante ionico dell’Aspromonte. Il suo abitato ricade all’interno dell’incantevole paesaggio del Parco dell’Aspromonte.
Cirella sorge ad un altitudine di 250 metri sul livello del mare, lungo il sentiero dei “due mari”, antico cammino commerciale che collegava lo Ionio al Tirreno, attraverso incantevoli paesaggi. Si trova a 16 km dalla statale 106 e a 9 Ciminà e 16 km da Platì e a 5 da località “Pantanelle” sulla cresta dei monti aspromontani. Gli abitanti sono circa 900.
Nel suo territorio, in una parte dell’immensa “vallata delle pietre”, troviamo scorci di incredibile bellezza, i torrenti inerpicandosi sui monti si trasformano in veri e propri canyons. Modellate dall’acqua, formano delle singolari sculture, inoltre vi è la presenza di diverse cascate: schioppo, hjascu trippusu, scalette dell’edera; ancora, troviamo strapiombi dei monti Iacono, Calacuri e Pentuduri, nomi significativi come la Rocca dei Smaliditti, la Rocca dell’Agonia e  l' Aria del vento.
La nascita del paese si fa risalire al XVII secolo, là dove sorgeva l’antica Barbatano dominio del duca di Bovalino, Geronimo del Negro, conte di Quaranta. Il duca sposò Eufrasia Serbellone Manriquez, Principessa di Marano e marchesa di Cirella oggi frazione nel comune di Diamante in provincia di Cosenza. Si narra che la principessa era triste pensando alla sua terra d’origine, oltretutto distrutta da un violento terremoto. Il duca per alleviare la nostalgia della moglie gli regalò un feudo in segno d’amore, ella allora scelse il Barbatano al quale fu dato il nome di Cirella per ricordare l’amata terra di origine della principessa. La città divenne luogo di svago della principessa, prospero e ameno.
Oggi gli antichi fasti sono ricordati nell’attuale chiesa Santa Maria Assunta dove si possono ammirare un ciclo di pregevoli decorazioni in stucchi di origine barocca. La chiesa prima della nascita dei cimiteri, avvenuta dopo la legge del 1806, era anche luogo di sepoltura dei defunti.
La sapienza e maestria degli abitanti del luogo è testimoniata nel ricco patrimonio di tradizioni nell’ambito dell’artigianato e della gastronomia. La gente di questi luoghi vive principalmente di agricoltura, pastorizia; di notevole importanza sono i prodotti latticini e gli insaccati.
L’ambiente è ricco di manufatti di importanza storica quali i ruderi della chiesa bizantina di San Nicola e alcune strutture murali quali mulini, frantoi e i classici pagghiari, un tempo in uso per contadini e pastori e ricovero per animali. Inoltre si può ammirare l’uso sapiente della pietra locale per realizzare selciati e muri a secco (armacere o armacie) nel pieno rispetto del territorio circostante.
Ricca e variegata è la cucina tradizionale, si va dagli ricchi antipasti a base di insaccati e latticini, dove predominano la soppressata ed il caciocavallo, nei primi piatti predomina l’uso della pasta fatta in casa; la melanzana “mbuttunata” è la pietanza forte di questi luoghi. La varietà e tipologia di dolci segnano il susseguirsi delle feste: guti, ghiauna, zeppole e nocatole; miele e noci gli ingredienti genuini.
La festa di San Rocco è la prima settimana di settembre, è la più bella festa di Cirella e si protrae dal venerdì fino a domenica. Venerdì si fanno dei giochi per ragazzi e arriva anche la banda. La sera del sabato arrivano i cantanti. La domenica la mattina comincia a suonare la banda assieme ai giganti, poi alle undici c’è la messa, quindi la processione dove partecipano devoti che camminano scalzi e altri che si coprono di spine.
Cirella la voglio sempre così, mi piace essere cirellese e appartenere al mio dolce e incantevole Aspromonte dove ancora i valori e le tradizioni di una volta rimangono intatti come segno di un tempo che non ci abbatte.
Maria Lucia Malafarina
Scuola Media Cirella 1 D  28/03/18

Testo presentato alla Seconda Edizione del Premio Letterario "Ernesto Gliozzi", 2018