Powered By Blogger

lunedì 10 settembre 2018

Sound of the Mountain [山の音 Yama no Oto di Mikio Naruse, 1954 ]



Intorno alle montagne dell’Aspromonte, in una valle, c’era un paesino chiamato Platì.
La rissa Catanzariti Bruno Arcangelo
Classe 4 A - Scuola primaria di Platì, 2018

Quando un novello platiotu arriva sulla Terra, attraverso il contatto continuo con la madre riceve un numero regolare di informazioni che lo predisporranno alla Vita. Successivamente apprenderà il linguaggio attraverso i gesti e le parole; una di queste prime sarà Montagna. Il rapporto del piccolo platiotu con la montagna è dapprima un gioco, poi un amore. Tutti i bambini platioti amano la Montagna. Questo lo messo in mente attraverso i componimenti concorrenti il Premio LetterarioE. Gliozzi”.  Da qualche tempo ho visto con gli occhi questa passione seguendo i movimenti di Antonio e Bruno, ragazzi, fratelli. Loro hanno la fortuna di abitare ai piedi della Montagna di Platì; il paese è poco più sotto e il Ciancio appare di continuo alla loro vista. Questa confidenza con la montagna è frutto dell’educazione ricevuta, attraverso il padre, dal nonno, tramite il durevole contatto che questi ultimi hanno con la montagna. Questo contatto si chiama Funghi. Per conoscere una montagna il modo migliore è andare a funghi. Corpo e anima vanno avanti con questo primitivo scopo che potremmo definire istinto. Bruno e Antonio hanno partecipato al  Passo Cantando del 21 agosto ultimo; al ritorno erano sempre avanti a tutti come piccole guide:  Sunnu   servaggi “ esclama Paolo loro zio, inconsapevole di citare Saverio Strati il quale, bisogna dirlo, conosceva  la Montagna assai meglio di Corrado Alvaro. C’era pure Nicola, figlio di Paolo, tutta la famiglia vive a Milano. Con mia sorpresa ho potuto notare che Nicola pur risiedendo in quella megalopoli, a contatto con un sistema che tende ad appiattire l’individuo, ha appreso e parla molto bene il platiotu; nel modo di camminare, osservare, chiedere, nei cugini permane l’amore per la Montagna trasfuso da mastr’Antoni.


Nota: Il film citato è uno dei più belli del maestro giapponese, il suo titolo è la parte sottintesa al testo.

martedì 4 settembre 2018

Carcere [di George Hill, 1930 ]

 “U CARCIRI”    
(PERRE FRANCESCO cl. 1959)

Pari ca catti u cielu e mi mpittau
Chistu chi staju passandu u sapi sulu Diu
Ma puru Diu ora mi bbandunau
Cu sti penseri sugnu ancora eu
Senti u cori mei chi staci mali
Pacchì i sti porti si sperdiru i chjiavi
I porti du mpernu si lapriru
Jettaru i chjavi e cca intra mi rassaru
Quandu arbisci a matina     
U cori meu si risbigghja e si lluntana
Sentu puru u trenu quandu passa
Si leva i soi penseri e i mei mi rassa
Penseri chi mi stannu cunsumandu
Pari ca finiu pa mia chistu mundu
Mundu salatu, dimmi, chi ti fici?
Notti e jornu nommu pigghju paci.
Paci trova sulu sta vita mia
Quandu tornu ammata ca famigghja mia




Ciccio Perre, alias biscottu, il 21 agosto in montagna ha portato una nota allegra, lui è fatto cosi, con le sue pronte rime, in uno scontro, amichevole, continuo, con chi lo provocava. Questa poesia è un testo di notevole importanza per ridefinire il paradigma* Platì.

*Secondo Thomas Kuhn il paradigma è «Una costellazione di concetti, valori, percezioni e comportamenti», pregiudizi costruiti altrove, aggiungo io.


venerdì 31 agosto 2018

Poeti [di Toni D'Angelo, 2009 ]


Omero supra a Muntagna
Pasquale Favasuli al Passu Cantandu

mercoledì 29 agosto 2018

lunedì 27 agosto 2018

Cammina, non correre [di Charles Walters, 1966 ]



now I’ll do what I can
I’ll walk like a man
and I’ll keep on walkin’
Bruce Springsteen, Walk like a man

La semplice arte del camminare la ebbi trasmessa da un Padre Rogazionista. Per suo merito ho messo piede sulle cime che si estendono da Capo Peloro a Dinnamare. Padre Siciliano era di Cittanova! Era anche un abile tiratore di pallone oltre che di ceffoni, ma questa sua passione non la trasfuse in me, sebbene ricordi ancora il dolore e il bruciore di quei manrovesci. In seguito il risvolto cerebrale del camminare lo appresi da autori come Henry David Thoreau e Peter Handke. Passu Cantandu è ora l’evento più riuscito dei pulinaroti e, ancora una volta, voglio precisarvi il suo ideatore: Mimmo Catanzariti, che è anche la migliore guida per chi voglia conoscere l’area grecanica del reggino. I tributi finiscono qui.
Se ognuno i partecipanti del 21 agosto dovesse raccontare la sua esperienza ne verrebbero fuori infinite storie. Qui sta la mia. Ancora una volta ho potuto avere la certezza delle mie origini e constatare con piedi e mani la bontà e l’innato senso dell’accoglienza platiota. E queste son virtù che bisogna ripetere ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. Ma è doveroso affermare il sentimento dello stare al mondo dei platioti. Credevo di essere un uomo arrivato e invece sono ancora in cammino, pronto a fare nuovi incontri da non crederci. Tutti quelli che erano presenti a quell’evento provenivano da zone distanti tra loro ma avevano un motivo tutto particolare per esserci. Chi non era presente e li si aspettava hanno rivelato che non hanno motivi da impegnare. E non ne avranno mai. Come riferirvi il mio essere riconosciuto passo dopo passo per il figlio di don Ciccillu i barva o u niputi i don Ciccillu da cresia du Rosariu? Eppure accadeva procedendo nel cammino fino al momento conviviale più atteso, quello del pranzo finale, con quella capra sacrificata, divenuta miele, per le generose mani di mastru ‘Ntoni Catanzariti.

sabato 25 agosto 2018

Walk like a man - PASSU CANTANDU



Ora vi dico come è andata, anzi, come non è andata, almeno per quelli che non si sono visti. Innanzitutto bisogna ringraziare Mimmo, giarruneiu, Catanzariti per aver concesso ai pulinaroti l’idea di Passu Cantandu. Ed ecco come ho valutato tale evento.
Non vi siete persi: Quel sonnolente risveglio che solo il mese di agosto vi può concedere, e di conseguenza il profumo della moka Bialetti da cui si guadagna un'epica riflessione su una Richard-Ginori con in grembo l’IPhone per sapere l’ultima trovata della Salvini mente; La sfoglia di crema mandata in circolo con caffellatte freddo o, se eravate nella città dello Stretto, la granita caffè con panna e brioche da Irrera, che non è l’antico Irrera - senza essere a conoscenza che ora di moda va u tedescu sul viale Europa; E che dire dell’incombenza di portare Dog a fare acqua e solidi in una traversa laterale o su una finta siepe; Non avete disoccupato, per un giorno, il vostro angolo di mondo al Lido, benché la giornata andava compromessa da cielo di piombo; … Per il resto … ubi maior, minor cessat!
Fine delle baggianate, il serio verrà prossimamente.

lunedì 13 agosto 2018

Saremo film [di Ludovica Marineo, 2006 ]

Francesco – Ciccillo – Mittiga
1908 – 1986

Non vi è capitato mai di scorgere nell’andatura, nel profilo, in un gesto ... un parente o un affezionato amico da poco morto? Essi possono ritornare anche nell’espressione di un grande attore. Gianmaria Volontè nel suo ultimo lavoro mi richiama papà: negli occhi, nelle sopracciglia, nelle labbra corrucciate. E le interpretazioni dell’attore così come la vita del mio genitore si svolgono in uno svolgimento velocissimo in loop.

A papà per il suo 110° compleanno nel giorno della morte del suo Giannuzzeiu.

Il fotogramma si riferisce a Una storia semplice di Emidio Greco del 1991.

venerdì 3 agosto 2018

Walk like a man - come all


Platì, summer of sixty years ago

“Il viaggiatore più veloce è colui che va a piedi.”  H. D. Thoureau

La foto appartiene agli eredi Mimì Colonnenno Fera

mercoledì 1 agosto 2018

Se i gatti scomparissero dalla terra [di Akira Nakai, 2016 ]



A seguito della precedente, visionaria, pubblicazione, ecco ora una breve esposizione delle opere suggerite. Le prime tre sono episodi stagionali di due serie televisive: l’anglosassone Black Mirror e la nipponica Sion Sono’s  Tokio Vampire Hotel. Devo ammettere che a dispetto della provenienza sono godibili, a legarle insieme è lo spirito social-politico che le avvicina illustrando esse il marciume e le basse pratiche dell’odierna classe dirigenziale, comune in ogni angolo del globo. Il film di Steven Soderbergh  Unsane, confezionato come un thriller a sfondo psycho va a pescare nel torbido dell’assistenza sanitaria americana. Soderbergh, che è sempre stato uno con la mente rivolta al futuro, lo confeziona servendosi di un Iphone e dell’uso frequente del fisheye. Il tema di The Tale di Jennifer Fox è quello degli abusi sui minori; senza inibizioni la regista, per mezzo dei volti di Laura Dern e della piccola Isabelle Nèlisse svela quelli da lei subiti nella prima adolescenza evitando di intorbidirlo come usano molti registi preda dei mega festival.

Nostalgia di Mark Pellington.  Al centro del tutto.
Il titolo è fuorviante perché ci porta alla mente l’ultimo capolavoro di Andrei Tarkovskij. Ma con il regista russo non ha niente in comune, essendo quella di Tarkovskij una nostalgia della patria, ricordata da lontano, alla Puskin.  In comune invece i suoi intendi c’è l’ha con le pagine di questo blog, trasfigurando uomini, ricordi, foto, pezzi di carta, mobilia, macchinari vintage. Essi non sono altro che nostalgia di un tempo e persone che furono con noi e prima di noi. Ma c’è ancora, il distacco feroce e subitaneo che ci colpisce, inesorabilmente, nei momenti della vita. Ed è bello rivedere invecchiati bene Bruce Dern, padre della citata Laura, e Ellen Burstyn. Qui val la pena consigliarvi di leggere Museo d’ombre di Gesualdo Bufalino.

 Mean Dream di Nathan Morlando: grande cinema americano con i paesaggi dell’Ontario, avvertendo in esso le pagine dell’ultimo, più grande, scrittore, Cormack McCarthy. Quello che nasce da Villain di Lee Sng-il è una violenza del tutto inedita, quotidiana, che pervade i protagonisti, la società. Ne consegue una perdita dei valori tradizionali per abbracciarne altri adottati dai nuovi mass media. Che cosa succederebbe se venissero a mancare dal modo l’amore, il cinema, il telefono, l’amicizia … i gatti. Domande solo da porsi in punto di morte? Le risposte sono in If Cats Disappeared from the World di Akira Nakai. Radiance di Naomi Kawase: come raccontare il visibile a chi la vista non l’ha mai avuta o l’ha persa? Come descrivere le immagini, la natura, un tramonto, ad un fotografo che la vista la sta perdendo? In the Crosswind (Risttuules) di Martti Helde: tanti lunghi travelling all’interno di attori fissati alla profondità di campo dell’immagine, una storia dove la vittima è una deportata in Siberia, moglie e madre. November (Rehepapp), Andrus Kivirahk si cimenta a rifare il più cupo e terroristico Ingmar Bergman – animismo, primordiali credenze, rituali magici, metafisica - con l’odierna tecnologia e gli effetti speciali. Lo si poteva chiamare L’ora del lupo senza per questo offendere l’autore svedese.
FINE

Walk Like a Man - Bruce Springsteen -



Se sei pronto a lasciare il padre e la madre, e il fratello e la sorella, e la moglie e il figlio e gli amici, e a mai più rivederli, se hai pagato i tuoi debiti e stilato il testamento, se hai sistemato tutte le cose e sei un uomo libero, allora sei pronto per una passeggiata.”
Henry David Thoreau, Camminare