Powered By Blogger

lunedì 15 gennaio 2018

Non siamo angeli (reg. Neil Jordan - 1989)

Il paese come lo vedono quelli di Getty e ...


quelli di raitre



il filmato risale alla metà degli anni ottanta del secolo della bomba atomica.

domenica 14 gennaio 2018

Rapsodia in agosto (reg. Akira Kurosawa -1991)



O FACCI DI NA PALAMA LAVURATA

O facci di na palma lavurata e
Diu ti fici a ttia tanta pulita
Nescisti chija notti risijata ti
Vojjiu beni chiù di la me vita
E ora bella ti vitti maritata
E lu nostru Signuri mu vi
iuta pe mmu faciti vui na
Lunga vita di paci e di
Saluti accompagnati e nu
Bellu futuru mu ndaviti
Mu vi voliti beni e mu v’amati.
Trimboli Rocco cl. 1943


RICORDI

Dui occhi e mi veni ravanti
Nu paisi nu pocu curiusu
Na finestra chi guarda a levanti
Na vineja chi vaji pagghjusu
A cummari ssettata javanti
Ca cunocchjia cu fusu e u tilaru
eu mi giru, mi votu fra tanti, mi ricordu quandu era cotraru
teni u mugnu la gnura Cuncetta
sciacqua i panni cu l’acqua e sapuni
cu ricama e cu faci a carzetta è ssettata supa o barcuni
sunnu cosi du tempu passatu
lapru l’occhji e non viju cchiù nenti
ca ora i cosi su tutti cangiati, rresta sulu nu bruttu prisenti”
Barbaro Giuseppe  cl. 1947

U CARCIRI”   

Pari ca catti u cielu e mi mpittau
Chistu chi staju passandu u sapi sulu Diu
Ma puru Diu ora mi bbandunau
Cu sti penseri sugnu ancora eu
Senti u cori mei chi staci mali
Pacchì i sti porti si sperdiru i chjiavi
I porti du mpernu si lapriru
Jettaru i chjavi e cca intra mi rassaru
Quandu arbisci a matina                             
U cori meu si risbigghja e si lluntana
Sentu puru u trenu quandu passa
Si leva i soi penseri e i mei mi rassa
Penseri chi mi stannu cunsumandu
Pari ca finiu pa mia chistu mundu
Mundu salatu, dimmi, chi ti fici?
Notti e jornu non mu pigghju paci.
Paci trova sulu sta vita mia
Quandu tornu ammata ca famigghja mia
Perre Francesco cl. 1959



LI TURMENTI

“Stasira mi ritrovu a passijari
Nta chista ruga bella e profumata
Nu pocu i ventu e nu cielu stijatu
E na umbra esti chi balla nta la notti
E bonasira a vuistija lucenti
Di chistu cori nesciunu sti canti
Fustivu a causa di tanti turmenti
Chi scumpariru tutti ora cca vanti”
Perre Giuseppe  cl. 1981


U LINSITU

“A castagna nta carrigna
U perzicu nta prugna
U cerasu ca cumpagna
A nucara chi si vagna
Pruna e mendili cu cui voi
Fica e nescula cu li soi
Ogni cosa linzitata
Sempri a luna va guardata”
Papalia Francesco (cl. 1990)


PENI E DULURI

Eu chi ti guardava a lu passari
Nta ju scaluni mi facisti nnamurari
Mi facisti pigghjari di tantu amuri
Ma ora mi rassasti cu peni e duluri
Trimboli Giuseppe cl. 2000

La selezione delle poesie presentate durante l’ultimo convegno tenutosi a Platì il 13 agosto 2017 – e qui mi viene in aiuto il titolo del Maestro giapponese -  per come viene oggi riproposta la si può svolgere ad libitum, cosi come anche pensarla un continuum loop musicale: amore apre, amore chiude così come fanno eco i due cognomi posti in apertura e chiusura. Dentro possiamo ritrovare tutti li turmenti di un paese che ancora non ha trovato la sua pace come la sua strada. Le generazioni dei poeti non sono distanti tra di loro per cui riportano in vita il passato di una comunità vitale come qualsiasi altro place in world. 
Ovvio che qualsiasi traduzione sovrapposta porti alla scarnificazione del testo poetico, qui riproposto anche per i platioti nel mondo.

giovedì 11 gennaio 2018

Il buon samaritano (reg. Leo McCarey - 1947)


Questo onorevole, indulgente SIGNORE ci tiene a farci sapere di risiedere in Svizzera da dove estivamente si sdecolla per approdare nelle nostre terre assolate. Per lui NOI continuiamo ad essere i LAZZARONI descritti da Saverio Strati. Mi domando se egli sappia chi era quel muratore di Santagatadelbianco perché non conosce certamente quello che disse Orson Welles a proposito della sua beata Svizzera: “Quattrocento anni di violenze portarono l’Italia al Rinascimento, quattrocento anni di benessere per gli svizzeri servirono a creare l’orologio a cucù”. E Platì, malgrado questo signore, avrà il suo Rinascimento.


sabato 15 agosto 2015
PLATI, CUORE DELLA 'NDRANGHETA, SEMI DI SPERANZA
Conoscere un paese ed una popolazione dalla stampa e dai media non è la stessa cosa che conoscerlo attraverso contatti personali e di convivenza. Per questo motivo il sottoscritto dal 1978, per un periodo estivo di 20 giorni, visita i paesi del Sud ltalia, dalla Sicilia attraverso la Calabria, la Basilicata, la Puglia, la Campania, il Molise, fino all'Abruzzo incluso. Paesi di provenienza di tanti nostri emigrati in Svizzera dove risiedo e nel mondo. Tralasciando centri turistici e balneari dove i vacanzieri sono di tutt'altra esperienza dei residenti. Ogni anno con tematica diversa per uno studio d'ambiente e del suo vissuto. Nel 2014 quella scelta era: "Fra tanta corruzione e illegalità esistono semi di speranza?" Dunque un tentativo di ricerca sul positivo e non un dilungarsi solo sul negativo già fin troppo noto. Una trentina di visitati, mi limito al paese di Plati, situato sull'Aspromonte orientale, in provincia di Reggio Calabria. Dallo Jonio dovrebbe partire una superstrada e collegare con un lungo tunnel sotto l'Aspromonte il Tirreno a Bagnara. Ma iniziata per qualche chilometro la si vede già abbandonata e in deperimento, uno scheletro. Partire dal dato di fatto è indispensabile per riuscire ad intravedere spiragli di luce. Purtroppo il dato di fatto è desolante. Sui 3.800 gli abitanti, buona parte emigrati verso l'Australia. Limitati i cognomi di famiglia, quindi ramificati in numerosa parentela: Catanzariti, Zappia, Perre, Marando, Pangallo, Sergi, Trimboli ... Un paese a due piani: quello sotterraneo con bunker di lusso e cunicoli di qualche centinaio di metri, centro operativo e residenza dei capi della 'ndrangheta. Sopra il piano urbano, invaso tutto il giorno da ragazzini e adolescenti che scorazzano con il motorino senza patente e senza casco. I pochi occupati si dedicano all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla forestale. Stipendio sotto i 10 mila euro annui. Di riscontro sulle strade sono parcheggiate e circolano auto di grossa cilindrata, la mafia come metastasi è infiltrata in ogni settore. Il consiglio comunale perciò è stato più volte sciolto e anche dopo le elezioni del maggio scorso, annullate per mancanza di quorum, è stato imposto il commissario prefettizio Luca Rotondi. Dal sequestro di persona di qualche decennio fa si è passati al traffico internazionale di droga e di cocaina, Plati arriva fino alla Colombia . È del 26 agosto 2014 la notizia che anche nella nostra Svizzera è stato scoperto un commercio Frauenfeld Gioiosa Jonica. E così i giornali elvetici si sbizzarriscono nel pubblicare notizie che ci feriscono tutti: la 'ndrangheta conterebbe nel mondo 7 mila affiliati e 90 clan. Cinque per cento gli accusati di associazione mafiosa nel comune di Platì, a dire circa 200 persone, un rione di una grossa città. Visitando il cimitero e osservando le tombe si nota che i morti per faida o resa dei conti sono oltre la decina, e tutti in giovane età, fra i trenta e i cinquant'anni. Qualche dedica sulle lapidi: ... "il destino amaro ha voluto spegnere il tuo sorriso. Resterai sempre nei nostri cuori."- "La tua sete di libertà che purtroppo la vita ti ha negata resterà "-Colto da morte crudele in età non ancora matura lasciò un grande vuoto. "-"Grazie ... per aver creduto non ostante tutto in questa terra che così poco ti ha dato" … E molte altre iscrizioni dello stesso tenore. L'ultimo caduto sotto i colpi di lupara il 13 dicembre 2013 fu il benzinaro Pasquale Crico. AI bar centrale, riuscendo a contattare qualche cliente, mi si disse che Plati è un paese onesto, laborioso e maltrattato. Ma, ironia dell'informazione, il giorno prima, 30 luglio, era stato arrestato Bruno Trimboli per coltivazione abusiva di droga. E la religione, la chiesa locale, che ruolo gioca? Qualche anno fa ebbi una conversazione con l'allora parroco quasi novantenne Ernesto Gliozzi (+2008), ultimo rampollo di una lunga casta di preti locali Gliozzi, il quale affermò candidamente che Platì è un paese molto religioso, tutti frequentano la chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, con una grande processione alla festa patronale della seconda domenica di agosto. Ma si sa, i mafiosi sono essi stessi i primi religiosi, sostengono e finanziano attività sacre, molti hanno anche i loro padri confessori, perché tutto ciò fa presa sulla popolazione e ne raccoglie i consensi. Anche oggi girando per il paese si vedono volantini affissi ovunque, ad esempio „Pellegrinaggio a don Lorenzo per ottenere benedizioni, oppure "Pellegrinaggio a Medjugorje". Fino a qui il dato di fatto. Da alcuni anni la parrocchia è stata affidata a due missionari della Consolata. Visitando la chiesa si nota che all'interno nelle pareti d'ingresso non è esposta nessuna immagine sacra, né programmi religiosi, né pubblicità di riviste come "Famiglia cristiana". Esposti invece in bella vista cartelloni con lista di ragazzi e giovani partecipanti a squadre di calcio per tornei sportivi organizzati dalla parrocchia. Ed è qui che l'opinione pubblica dell'altra Italia cattolica si divide: alcuni possono considerare questa pubblicità una profanazione del luogo sacra, la chiesa è la casa di Dio, Gesù non tarderà a scacciare i mercanti dal tempio. Altri invece all'opposto sostengono che a Platì bisogna cominciare così. Dai bambini, dagli adolescenti, dai giovani, toglierli dalla strada, aggregazione del tempo libero, socializzazione attraverso il gioco, educazione al senso civico, al rispetto reciproco, alla collaborazione e alla solidarietà sul piano umano. Poi sarà possibile anche il resto. Passai pure questa opinione al parroco Ettore Violo, schivo alle interviste: "Fra tanta corruzione e illegalità questa iniziativa per Platì è un seme di speranza".

Autore:
Albino Michelin
20.08.2014

L'originale è qui:
http://michelinalbino.blogspot.it/2015/08/plati-cuore-della-ndrangheta-semi-di.html

mercoledì 10 gennaio 2018

Va e vedi - speranze e ... verità?


Una delle cose positive di Platì, una delle sue speranze siete voi, ragazzi. E per aiutarvi secondo possibilità, ecco pubblicato il vostro appello per un sacerdote. Ci auguriamo che qualcuno voglia presto fare con voi questa grande esperienza di vita e di rinascita.
Ma dobbiamo aggiungere che voleva essere un aiuto a Platì anche quel nostro articolo. Con tutte le sue amarissime verità. Con le cifre che nessuno può smentire. Con le voci d'angoscia raccolte in mezzo alle vostre case e strade. Ragazzi, quelle non erano accuse a Platì: erano l’elenco delle sue ferite, del male che la sua gente continua a ricevere. La vostra innocenza generosa è un conto; la criminalità è un altro conto, e non parlarne sarebbe offesa alla verità, e ripugnante inganno a tutti voi.
Sarebbe tradimento. Perché è proprio fra la vostra gente che abbiamo raccolto quella voce disperata: «Chi ci difende?››. E avevamo il dovere di farla sentire a tutta l'Italia.

FAMIGLIA CRISTIANA, n. 44/1992




Nota . Esattamente, cara FAMIGLIA, chi difende Platì? Visto che ancora oggi, a ventisei anni dalla vostra risposta, nulla è cambiato nelle aspettative dei ragazzi, nelle voci di angoscia da voi raccolte, nelle espressioni dei vostri colleghi. Il parroco c’è e lavora strenuamente, è lo Stato che, come lo è sempre stato, è irreperibile. 
E ancora, cara FAMIGLIA, leggi (è il post successivo) come anche i buon samaritani vanno e vedono ciò che ad essi fa comodo.

lunedì 8 gennaio 2018

Va e vedi (reg. Elem Klimov - 1985)

Platì: i giovanissimi contro il crimine

Ci ha delusi l’articolo di Barbara Carazzolo "La 'ndrangheta non vota” (n. 24). Anche Famiglia Cristiana ha dato un profilo negativo di Platì, trascurandone i molti lati positivi. Siamo circa 80 ragazzi, tra i 9 ei 13 anni, del gruppo Azione cattolica ragazzi di Platì: non abbiamo nulla da invidiare agli altri gruppi, non amiamo la violenza, abbiamo manifestato per la pace. Platì non è un paese morto, come dicono tanti giornali. Facciamo anche formazione e tutto ciò che il programma Acr propone.
Avevamo la fortuna di avere sempre vicino il nostro parroco don Ernesto Gliozzi, che ci ha costantemente incoraggiati. Ora l'età purtroppo gli impedisce di seguirci. Ma la Provvidenza non ci abbandona, perché ci sono le suore della Divina Provvidenza, validissimo punto di riferimento per noi e per tutta la comunità. Vorremmo che Famiglia Cristiana ci aiutasse segnalando la necessità di avere un sacerdote che venga a vivere con noi, che stia con i giovani. Qui in diocesi i sacerdoti scarseggiano. Rischiamo di diventare una comunità senza parroco.
Platì vive. Platì non è l’industria dei sequestri: ci sono tantissime persone oneste che vivono del loro lavoro (quanto al sequestro D'Amico, non è avvenuto a Platì). La lingua di Platì non è silenzio. Abbiamo una voce, spesso soffocata da tante altre.
Vorremmo poi che gli inviati di Famiglia Cristiana (e gli altri) a Platì non fotografassero solo cumuli di immondizia, case diroccate o qualche opera incompiuta ecc. Ma l'altra Platì, chi la fotografa? E l'Aspromonte è ricco di bellezze naturali, ma per le tante recriminazioni è divenuto una delle mete turistiche da evitare.
Vi invitiamo a venire a Platì per raccogliere e trasmettere agli altri le cose positive del nostro paese e della sua gente, che aspetta invano da anni una mano d'aiuto e un po' di solidarietà.
Azione cattolica ragazzi
  Platì (Rc)

Testo e foto FAMIGLIA CRISTIANA, n. 44/1992


domenica 7 gennaio 2018

Fatti corsari (reg. Stefano Petti Alberto Testone 2012)


Le notizie che verranno riportate con il titolo in apertura sono tratte dai libri dei battesimi e dei morti conservati fino a qualche tempo addietro nella canonica della chiesa parrocchiale. Anche queste, come gli "alias", sono dovute al paziente e riservato lavoro di ricopiatura dello zio Ernesto il giovane che, ripeto, all'età di ottanta anni e con fine innocenza si era messo dietro un PC con l'intento di salvare l'archivio parrocchiale; lo zio senza volere stava, in parte, delineando la linea guida di questo blog. Quello che si andrà a scoprire è una cronaca difficilmente rintracciabile e pochissimo nota ai più. 

Nel Libro dei Morti vol. IV, dal 2.1.1848 firma sac. Saverio Fera economo; dal 13.11.1851 arciprete Filippo Oliva; dal 21.1.1852 sac. Filippo Gliozzi economo; dal 3.6.1853 Michelangelo Zappia economo; alternativamente col sac. Filippo Gliozzi; dal 1.10.1856 alla fine: arc. Filippo Oliva; dal 1.1.al 30.4.1882: econ. Filippo Gliozzi; il 5-8 e 9.5.1882: econ. Carlo Antonio Zappia; dal 1.1.1882 al 30.5.1882 econ. Filippo Gliozzi.  
Fino all' 11.2.1888 i morti venivano sepolti nella Chiesa matrice; dal 17.2.1888 in poi furono sepolti nel Cimitero o Campo santo (Agro sancto).

     dal Libro dei BATTEZZATI - vol. XV°
-Surace Immacolata(15.12.1921/21-41) di Rocco e di Ciampa Maria da Natile.
-Gelonesi Francesco Antonio(8.7.1923/130-82) di Domenico, da Cirella, e Zappia Maria.
-Murdaca Antonino(4.5.1924/183-50) di Domenico e di Demasi Nunziata Maria da Piminoro.
-Brigannì  Antonio Annunziato (28.3.1924/184-52) di Antonino, da Saponara (ME) e Agresta Caterina.


      dal Libro dei MORTI-  vol.  VI
 -Albanesi  Caterina (Mo.8.2.1888/2) di Giovanni, da Mammola, ux. Di Terminello Domenico.
-Oliva Filippo (Mo.4.3.1888/5)  di  Michele e di Speziali Francesca, da S. Ilario,arciprete, laureato in teologia Dogmatica, esperto in Diritto canonico, resse  questa parrocchia. per 40 anni.
-Cufari  d. Filomena (Mo.3.5.1888/12) di d.  Alfonso e di Medice Agata da S. Agata, ux. del dottor fisico Papalia Vincenzo.
-Flesca d. Rosa (Mo.24.6.1888/21) di d. Carlo e Mottareale Concetta da Reggio Cal., ux. di d. Francesco  Oliva
-Liotta Eleonora (Mo.9.9.1888/33) di Carmelo e di Baldessarre Flavia,da Reggio Cal.
-Piromallo d. Carmela (Mo.15.11.1888/48) di d. Bruno, ux. di d. Gregorio Oliva, dalla citta di Gerace.
-Zappia Federico (Mo.25.7.1889/33) di d. Domenico e mf Riganò Marianna, vir di d. Maria Naymo.
-Oliva d. Maria (Mo.6.8.1889/37) di d. Nicola e mf d. Oliveria Bagalà.
-Zappia d. Luigi (Mo.30.12.1889/58) di d. Domenico e mf Teresa Mttiga.
-Oliva d.Rosario (Mo.5.1.1890/6) di d.Nicola e d.Oliveria Bagalà, sacerdote economo curato.
-Mittiga Rocco (Mo.28.3.1890/13) di Francesco e di Angela Jetto. vir di Rosa Buccafurni da Molochio. 

Nota. Il dottor fisico Papalia Vincenzo e Mittiga Rocco vir di Rosa Buccafurni sono già apparsi in queste pagine, in particolare l'ultimo, in quanto mio diretto antenato.

Giochi proibiti (reg. René Clement - 1952)

Prefettura di Gerace
Ufficio di P. S.

Il Sotto Prefetto
del Circondario di Gerace

Vista la domanda di Gliozzi Francesco fu Domenico tendente ad ottenere la tabella dei giuochi nell’esercizio pubblico di vendita di caffè e vino che conduce nel Comune di Platì
Letti gli art. 56 della Legge di P. S. e 59 del relativo Regolamento
Decreta
Nell’esercizio pubblico di Gliozzi Francesco summenzionato sono vietati i giuochi indicati nella presente tabella
Macao
Zecchinetta
Trentacinque
Morra
Primiera
Passatella
Sette e mezzo
Tocco

S’intenderanno inoltre vietati nell’esercizio stesso i giuochi di azzardo di qualsiasi altra specie.
Gerace 14 Dicembre 1906
Il S. Prefetto

giovedì 4 gennaio 2018

Ricorda il mio nome - in_fine, barva




-Carbone Benito(10.10.937/130-105)-Rocco portigliolota e Timpani Maria Rosaria di Raffaele.
-Sergi Saverio(28.11.937/134-117)-Rosario e Carbone Caterina di Michele scordineju.
-Trimboli Francesca(8.12.937/135-121)-Franc. ferrìa e Taliano Gius.a di Gius.
-Ciampa Saverio(8.12.937/136-122)-Fr.Ant. zoppo e Barbaro Dom.Mar.di Sav.
-Barbaro Domenico(8.12.937/136-123)-Rosario scarpareja e Pangallo Maria di Domenico.
-Romeo Francesco(19.12.937/137-126)-Bruno ingegneri e Demarco Elisabetta di Francesco catojìnu.
-Riganò Domenico Giuseppe(19.12.937/138-128)-Giosofatto 'ncineju e Marando Maria di Domenico testelignu
-Perre Giuseppa(6.1.938/140-3)-Dom. jhumentaru e Scarfò Mar.Ant.di Giorgio
.Stalteri Giuseppa(6.1.938/140-4)-Franc. mammulisi e Carbone Conc.di Gius.
-Catanzariti Elisabetta(6.1.938/143-12)-Franc.e Carbone Marianna di Rocco surduneja.
-Iermanò Giuseppe(17.2.938/148-28)-Gius. pitera e Zappia Maria di Gius.
-Perre Maria(26.2.938/148-29)-Dom .pascalici e Carbone M.Graz.C.di Sav.
-Sergi Anna(13.3.938/150-34)-Giuseppe tirìji e Sergi Maria di Domenico.
-Carbone Paola(6.3.938/150-35)-Lorenzo lasceri e Laria Maria Anna di Sav.
-Sergi Michele(17.3.938/151-36)-Michele 'mbilli e Morabito Elisabetta di Dom.
-Portolesi Giuseppe(3.4.938/153-44)-Pasq. lucìu e Callipari Marianna di Vinc.
-Trimboli Francesco(3.4.938/154-46)-Ant settelampi e Calabria Gius.a di D.
-Morabito Caterina(24.4.938/157-54)-Franc. mastrodatta e Ielasi Mar.di Pasq.
-Violi Rocco G. Raff:(26.5.938/159-62)Rocco Ger. rigineju e Trimb.Anna di Fr.
-Calabria Antonio(26.5.938/160-63)-Franc. tizzuni e Ciampa M.Fr.scadi Gius.
-Agresta Saverio(26.6.938/163-73)-Giuseppe ciaramejotu e Sergi Nicolina di Antonio perciasipali.
-Catanzariti Antonio(20.8.938/165-80)-Giuseppe lìmina e Oliva Saveria di Domenico scebola.
-Violi Pasqualina(20.8.938/166-81)-Giuseppe e Carbone Gius.di Dom. camìju
-Trimboli Saverio(21.8.938/166-83)-Dom. campisotu e Cat.M.Grazia di Sav.
-Carbone Giovanna(3.9.938/169-91)-Francesco prunarisi e Demarco Caterina di Francesco catojinu
-Sergi Caterina(7.9.938/170-95)-Rocco petru e Calabria Fr.sca di Ant. tizzuni.
-Trimboli Antonino(21.9.938/171-97)-Gius. gentilaru e Zappia M.Graz.di Gius.
-Romeo Giuseppe(23.10.938/176-112)-Gius. pirara e Barbaro Gius.a di Gius.
-Catanzariti Antonio(30.10.938/177-114)-Rosario 'ngfrugnafocu e Barbaro Maria di Nicola.
-Schimizzi Graziano(30.10.938/177-115)-Rocco arditu e Miceli Dom.a di Graz
-Portolesi Vittoria(20.11.938/178-119)-Giov.anni Gerardo miricrìju e Trimboli Maria Francesca di Antonio.
-Catanzariti Caterina(8.12.938/179-122)-Antonio carrau e Sergi Francesca di Giuseppe 'mbilli.
-Furore Cristina Agostina(8.12.938/180-124)-Franc.Antonio janaru e Agresta Giuseppa di Giuseppe.
-Romeo Santa Maria(11.12.938/180-125)-Giuseppe Antonio barisi e GiordanoMaria di Giuseppe.
-Trimboli Rosa(23.9.938/181-126)-Bruno Ant. prache e Sergi Caterina di Dom.
-Portolesi Elisabetta(27.12.938/182-129)-Pasq. mangiafica e Sergi M.di Sav.
-Sergi Antonio(4.1.939/183-3)Antonio filomenaru e Lentini Rosa di Giuseppe cavolotto.
-Catanzariti Francesco(5.1.939/184-5)-Anton. gajìna e Garreffa Cat.di Franc.
-Tropeano Giuseppa(6.1.939/185-8)-Gius.Ant. nasuni e Romeo Maria di Fr.
-Perre Giuseppe(8.1.939/187-14)-Adamo Gil. ciucia e Treccasi Gius.a di G.
-Catanzariti Maria(12.1.939/187-15)-Pasq. bongiorno e Catanz.Elis.di Rosar.
-Schimizzi Elisabetta(19.1.939/188-17)-Ant. tusina e Carbone Dom.ca di Ant.
-Cutrì Caterina(20.2.939/190-24)-Antonio biscotto e Sergi Caterina di Mich.
-Virgara Giuseppe(11.3.939/191-28)-Pasq.monaco e Ferraro M.Rosa di Fr.

- Romeo Domenica(11.3.939/192-29)-Rocco perticunaru e Sergi Teresa di Domenico careja.

Nota- Questi alias erano contenuti nel vol. XVII° del Libro dei Battezzati; con essi finisce il lungo capitolo dedicato ad uno degli aspetti più vitali della comunità platiota.  

All'ombra della gloria (reg. Pino Mercanti - 1943)


Vi devo confessare che talvolta sono preso dall'impulso di smetterla con queste pubblicazioni, per vari motivi inconfessabili e non alla portata del lettore, ma stamattina ho letto questa frase nella  Recherche di Proust: "Solo dal piacere da noi stessi provato possiamo trarre conoscenza e dolore"... quindi, eccomi ancora qui ... col mio piacere di farvi trarre conoscenza e dolore.

A Ciccillo Fera
Caduto da forte

Dona a l’eroe la gloria ,
Dona a l’avello i fiori,
Sacrando alla vittoria
O madre, i tuoi dolori:

Ché quando a noi riedono
D’Italia i figli suoi,
D’Italia e risiedono
Ai focolari suoi…

Anche il tuo primo nato
Vedremo in mezzo a loro
Di fiori incoronato
Di palma e con alloro.

Sac Ernesto Ghiozzi
 Platì Febbraio 1917

Questa poesia era già apparsa su queste pagine e Francesco Maria Fera (Ciccillo) primogenito di Michele e Hyeraci (Yeraci) Concetta, nato a Platì il 4 marzo 1896, Soldato del 4° Reggimento Artiglieria, morto il 29 Ottobre 1916 sul Carso, causa ferite riportate in combattimento aveva recentemente avuto una dedica natalizia.
Nella foto, per gentile concessione degli eredi, il fratello del martire platiota: Mimì Fera.


mercoledì 3 gennaio 2018

Urla del silenzio - pt. 2



L'anno riportato sul secondo quadro (73) coincide anche con la fine dei lavori di rimodernamento di casa Gliozzi che sta tra via Fratelli Sergi ed il corso San Nicola. Fino al 27 dicembre scorso i due lavori dello zio Peppino erano in mostra su quelle pareti. Meglio di una qualsiasi foto,il secondo dipinto è uno spaccato di vita paesana, per molti rimosso dalla memoria.