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domenica 7 gennaio 2018

Fatti corsari (reg. Stefano Petti Alberto Testone 2012)


Le notizie che verranno riportate con il titolo in apertura sono tratte dai libri dei battesimi e dei morti conservati fino a qualche tempo addietro nella canonica della chiesa parrocchiale. Anche queste, come gli "alias", sono dovute al paziente e riservato lavoro di ricopiatura dello zio Ernesto il giovane che, ripeto, all'età di ottanta anni e con fine innocenza si era messo dietro un PC con l'intento di salvare l'archivio parrocchiale; lo zio senza volere stava, in parte, delineando la linea guida di questo blog. Quello che si andrà a scoprire è una cronaca difficilmente rintracciabile e pochissimo nota ai più. 

Nel Libro dei Morti vol. IV, dal 2.1.1848 firma sac. Saverio Fera economo; dal 13.11.1851 arciprete Filippo Oliva; dal 21.1.1852 sac. Filippo Gliozzi economo; dal 3.6.1853 Michelangelo Zappia economo; alternativamente col sac. Filippo Gliozzi; dal 1.10.1856 alla fine: arc. Filippo Oliva; dal 1.1.al 30.4.1882: econ. Filippo Gliozzi; il 5-8 e 9.5.1882: econ. Carlo Antonio Zappia; dal 1.1.1882 al 30.5.1882 econ. Filippo Gliozzi.  
Fino all' 11.2.1888 i morti venivano sepolti nella Chiesa matrice; dal 17.2.1888 in poi furono sepolti nel Cimitero o Campo santo (Agro sancto).

     dal Libro dei BATTEZZATI - vol. XV°
-Surace Immacolata(15.12.1921/21-41) di Rocco e di Ciampa Maria da Natile.
-Gelonesi Francesco Antonio(8.7.1923/130-82) di Domenico, da Cirella, e Zappia Maria.
-Murdaca Antonino(4.5.1924/183-50) di Domenico e di Demasi Nunziata Maria da Piminoro.
-Brigannì  Antonio Annunziato (28.3.1924/184-52) di Antonino, da Saponara (ME) e Agresta Caterina.


      dal Libro dei MORTI-  vol.  VI
 -Albanesi  Caterina (Mo.8.2.1888/2) di Giovanni, da Mammola, ux. Di Terminello Domenico.
-Oliva Filippo (Mo.4.3.1888/5)  di  Michele e di Speziali Francesca, da S. Ilario,arciprete, laureato in teologia Dogmatica, esperto in Diritto canonico, resse  questa parrocchia. per 40 anni.
-Cufari  d. Filomena (Mo.3.5.1888/12) di d.  Alfonso e di Medice Agata da S. Agata, ux. del dottor fisico Papalia Vincenzo.
-Flesca d. Rosa (Mo.24.6.1888/21) di d. Carlo e Mottareale Concetta da Reggio Cal., ux. di d. Francesco  Oliva
-Liotta Eleonora (Mo.9.9.1888/33) di Carmelo e di Baldessarre Flavia,da Reggio Cal.
-Piromallo d. Carmela (Mo.15.11.1888/48) di d. Bruno, ux. di d. Gregorio Oliva, dalla citta di Gerace.
-Zappia Federico (Mo.25.7.1889/33) di d. Domenico e mf Riganò Marianna, vir di d. Maria Naymo.
-Oliva d. Maria (Mo.6.8.1889/37) di d. Nicola e mf d. Oliveria Bagalà.
-Zappia d. Luigi (Mo.30.12.1889/58) di d. Domenico e mf Teresa Mttiga.
-Oliva d.Rosario (Mo.5.1.1890/6) di d.Nicola e d.Oliveria Bagalà, sacerdote economo curato.
-Mittiga Rocco (Mo.28.3.1890/13) di Francesco e di Angela Jetto. vir di Rosa Buccafurni da Molochio. 

Nota. Il dottor fisico Papalia Vincenzo e Mittiga Rocco vir di Rosa Buccafurni sono già apparsi in queste pagine, in particolare l'ultimo, in quanto mio diretto antenato.

Giochi proibiti (reg. René Clement - 1952)

Prefettura di Gerace
Ufficio di P. S.

Il Sotto Prefetto
del Circondario di Gerace

Vista la domanda di Gliozzi Francesco fu Domenico tendente ad ottenere la tabella dei giuochi nell’esercizio pubblico di vendita di caffè e vino che conduce nel Comune di Platì
Letti gli art. 56 della Legge di P. S. e 59 del relativo Regolamento
Decreta
Nell’esercizio pubblico di Gliozzi Francesco summenzionato sono vietati i giuochi indicati nella presente tabella
Macao
Zecchinetta
Trentacinque
Morra
Primiera
Passatella
Sette e mezzo
Tocco

S’intenderanno inoltre vietati nell’esercizio stesso i giuochi di azzardo di qualsiasi altra specie.
Gerace 14 Dicembre 1906
Il S. Prefetto

giovedì 4 gennaio 2018

Ricorda il mio nome - in_fine, barva




-Carbone Benito(10.10.937/130-105)-Rocco portigliolota e Timpani Maria Rosaria di Raffaele.
-Sergi Saverio(28.11.937/134-117)-Rosario e Carbone Caterina di Michele scordineju.
-Trimboli Francesca(8.12.937/135-121)-Franc. ferrìa e Taliano Gius.a di Gius.
-Ciampa Saverio(8.12.937/136-122)-Fr.Ant. zoppo e Barbaro Dom.Mar.di Sav.
-Barbaro Domenico(8.12.937/136-123)-Rosario scarpareja e Pangallo Maria di Domenico.
-Romeo Francesco(19.12.937/137-126)-Bruno ingegneri e Demarco Elisabetta di Francesco catojìnu.
-Riganò Domenico Giuseppe(19.12.937/138-128)-Giosofatto 'ncineju e Marando Maria di Domenico testelignu
-Perre Giuseppa(6.1.938/140-3)-Dom. jhumentaru e Scarfò Mar.Ant.di Giorgio
.Stalteri Giuseppa(6.1.938/140-4)-Franc. mammulisi e Carbone Conc.di Gius.
-Catanzariti Elisabetta(6.1.938/143-12)-Franc.e Carbone Marianna di Rocco surduneja.
-Iermanò Giuseppe(17.2.938/148-28)-Gius. pitera e Zappia Maria di Gius.
-Perre Maria(26.2.938/148-29)-Dom .pascalici e Carbone M.Graz.C.di Sav.
-Sergi Anna(13.3.938/150-34)-Giuseppe tirìji e Sergi Maria di Domenico.
-Carbone Paola(6.3.938/150-35)-Lorenzo lasceri e Laria Maria Anna di Sav.
-Sergi Michele(17.3.938/151-36)-Michele 'mbilli e Morabito Elisabetta di Dom.
-Portolesi Giuseppe(3.4.938/153-44)-Pasq. lucìu e Callipari Marianna di Vinc.
-Trimboli Francesco(3.4.938/154-46)-Ant settelampi e Calabria Gius.a di D.
-Morabito Caterina(24.4.938/157-54)-Franc. mastrodatta e Ielasi Mar.di Pasq.
-Violi Rocco G. Raff:(26.5.938/159-62)Rocco Ger. rigineju e Trimb.Anna di Fr.
-Calabria Antonio(26.5.938/160-63)-Franc. tizzuni e Ciampa M.Fr.scadi Gius.
-Agresta Saverio(26.6.938/163-73)-Giuseppe ciaramejotu e Sergi Nicolina di Antonio perciasipali.
-Catanzariti Antonio(20.8.938/165-80)-Giuseppe lìmina e Oliva Saveria di Domenico scebola.
-Violi Pasqualina(20.8.938/166-81)-Giuseppe e Carbone Gius.di Dom. camìju
-Trimboli Saverio(21.8.938/166-83)-Dom. campisotu e Cat.M.Grazia di Sav.
-Carbone Giovanna(3.9.938/169-91)-Francesco prunarisi e Demarco Caterina di Francesco catojinu
-Sergi Caterina(7.9.938/170-95)-Rocco petru e Calabria Fr.sca di Ant. tizzuni.
-Trimboli Antonino(21.9.938/171-97)-Gius. gentilaru e Zappia M.Graz.di Gius.
-Romeo Giuseppe(23.10.938/176-112)-Gius. pirara e Barbaro Gius.a di Gius.
-Catanzariti Antonio(30.10.938/177-114)-Rosario 'ngfrugnafocu e Barbaro Maria di Nicola.
-Schimizzi Graziano(30.10.938/177-115)-Rocco arditu e Miceli Dom.a di Graz
-Portolesi Vittoria(20.11.938/178-119)-Giov.anni Gerardo miricrìju e Trimboli Maria Francesca di Antonio.
-Catanzariti Caterina(8.12.938/179-122)-Antonio carrau e Sergi Francesca di Giuseppe 'mbilli.
-Furore Cristina Agostina(8.12.938/180-124)-Franc.Antonio janaru e Agresta Giuseppa di Giuseppe.
-Romeo Santa Maria(11.12.938/180-125)-Giuseppe Antonio barisi e GiordanoMaria di Giuseppe.
-Trimboli Rosa(23.9.938/181-126)-Bruno Ant. prache e Sergi Caterina di Dom.
-Portolesi Elisabetta(27.12.938/182-129)-Pasq. mangiafica e Sergi M.di Sav.
-Sergi Antonio(4.1.939/183-3)Antonio filomenaru e Lentini Rosa di Giuseppe cavolotto.
-Catanzariti Francesco(5.1.939/184-5)-Anton. gajìna e Garreffa Cat.di Franc.
-Tropeano Giuseppa(6.1.939/185-8)-Gius.Ant. nasuni e Romeo Maria di Fr.
-Perre Giuseppe(8.1.939/187-14)-Adamo Gil. ciucia e Treccasi Gius.a di G.
-Catanzariti Maria(12.1.939/187-15)-Pasq. bongiorno e Catanz.Elis.di Rosar.
-Schimizzi Elisabetta(19.1.939/188-17)-Ant. tusina e Carbone Dom.ca di Ant.
-Cutrì Caterina(20.2.939/190-24)-Antonio biscotto e Sergi Caterina di Mich.
-Virgara Giuseppe(11.3.939/191-28)-Pasq.monaco e Ferraro M.Rosa di Fr.

- Romeo Domenica(11.3.939/192-29)-Rocco perticunaru e Sergi Teresa di Domenico careja.

Nota- Questi alias erano contenuti nel vol. XVII° del Libro dei Battezzati; con essi finisce il lungo capitolo dedicato ad uno degli aspetti più vitali della comunità platiota.  

All'ombra della gloria (reg. Pino Mercanti - 1943)


Vi devo confessare che talvolta sono preso dall'impulso di smetterla con queste pubblicazioni, per vari motivi inconfessabili e non alla portata del lettore, ma stamattina ho letto questa frase nella  Recherche di Proust: "Solo dal piacere da noi stessi provato possiamo trarre conoscenza e dolore"... quindi, eccomi ancora qui ... col mio piacere di farvi trarre conoscenza e dolore.

A Ciccillo Fera
Caduto da forte

Dona a l’eroe la gloria ,
Dona a l’avello i fiori,
Sacrando alla vittoria
O madre, i tuoi dolori:

Ché quando a noi riedono
D’Italia i figli suoi,
D’Italia e risiedono
Ai focolari suoi…

Anche il tuo primo nato
Vedremo in mezzo a loro
Di fiori incoronato
Di palma e con alloro.

Sac Ernesto Ghiozzi
 Platì Febbraio 1917

Questa poesia era già apparsa su queste pagine e Francesco Maria Fera (Ciccillo) primogenito di Michele e Hyeraci (Yeraci) Concetta, nato a Platì il 4 marzo 1896, Soldato del 4° Reggimento Artiglieria, morto il 29 Ottobre 1916 sul Carso, causa ferite riportate in combattimento aveva recentemente avuto una dedica natalizia.
Nella foto, per gentile concessione degli eredi, il fratello del martire platiota: Mimì Fera.


mercoledì 3 gennaio 2018

Urla del silenzio - pt. 2



L'anno riportato sul secondo quadro (73) coincide anche con la fine dei lavori di rimodernamento di casa Gliozzi che sta tra via Fratelli Sergi ed il corso San Nicola. Fino al 27 dicembre scorso i due lavori dello zio Peppino erano in mostra su quelle pareti. Meglio di una qualsiasi foto,il secondo dipinto è uno spaccato di vita paesana, per molti rimosso dalla memoria.

Buon Natale ... buon anno (reg. Luigi Comencini - ed. 1997)



REVERENDISSIMO PADRE DON ERNESTO ALLIOZZI
CANONICO DELLA PARROCCHIA MADONNA DI LORETO
89039 PLATI’

ARDISCO PORGERLE RICORRENZA FESTIVITA’ NATALIZIE ET NUOVO
ANNO FORMULANDO MIEI MIGLIORI AUGURI CON DISTINTI SALUTI
NONCHE’ CARO RICORDO AT LEI ET SUOI CARI FAMIGLIARI ET
AT TUTTI CONCITTADINI ET FREQUENTATORI PARROCCHIA
ET NONCHE’ PROPRIO MIEI NUCLEO FAMIGLIARI STOP
CON AFFETTUOSITA’ ET STIMA SUO CORDIALISSIMAMENTE
FRANCESCO BARBARO FU PASQUALE

MITTENTE:
BARBARO FRANCESCO
PIAZZA ALDO MORO 27
70010 TURI

Platì, 15 gennaio 1997
Egregio Signor Barbaro Francesco,
vi ringrazio
sentitamente per gli auguri che mi avete espresso e che ho tanto gradito.
Ve li ricambio di cuore, augurandovi ottime cose per l'anno da poco iniziato.
Ho fatto leggero il vostro telegramma anche ai vostri familiari che ho potuto incontrare e che ho visto tutti in ottima salute.
Tanti cordiali saluti.
(Sac. Ernesto Gliozzi)

BUON NATALE E BUON ANNO REPOST


giovedì 21 dicembre 2017

Le sorprese della neve (reg. Carlo A. Zambonelli - 1920)



Eccezionali nevicate
sull'Aspromonte
Platì, 10 gennaio
Da due giorni sull'Aspromonte continua a nevicare. La neve ha già raggiunto quote inferiori ai cinquecento metri. L'avventurarsi da soli sulla montagna è diventata una impresa rischiosissima, giacché interi branchi di lupi si sentono ululare da ogni luogo.
In contrada «Alati» la neve ha raggiunto gli ottanta centimetri di altezza; il traffico sulla statale 112 è però,
ancora ottimo.
Non si ricordava mai una nevicata cosi abbondante: evidentemente Giove Pluvio ha deciso di mandare quest'anno la neve che non ha man dato l’anno scorso, e quella che spettava regolarmente all'anno in corso.
Alcuni cacciatori di questo centro sono stati assaliti il giorno dell'Epifania da tre lupi. Sì sono dati coraggiosamente alla fuga, abbandonando i carnieri pieni di tordi assiderati, e sparando di tanto in tanto qualche fucilata contro le belve.
Anche l’apparizione dei lupi sull'Aspromonte è abbastanza strana; infatti da moltissimi anni sembrava che
queste belve fossero scomparse dalle nostre zone.
I tordi, (effetto della neve?) sono comparsi numerosissimi nelle zone venatorie dell'Aspromonte. I cacciatori
locali e forestieri, fanno ogni giorno strage dei saporiti volatili.
GAZZETTA DEL SUD, Mercoledì 11 gennaio 1953











mercoledì 20 dicembre 2017

Do They Know It's Christmas? - Band Aid

Così come nel 1984 i grandi del pop inglese si riunirono sotto la sigla Band Aid a scopo di beneficenza, anche a Platì nel 1915 alcuni maggiorenti crearono un Comitato di Assistenza Civile con lo scopo di aiutare le famiglie bisognose, specie quelle che avevano parenti impegnati sui fronti della Grande Guerra.
Come qualche post addietro, anche questo è dedicato ad un martire di quell'atroce conflitto, e precisamente  è per Caruso Francesco classe 1899 - peraltro la sua morte era già stata paventata nel documento sotto riportato - Soldato della 522 Compagnia Mitraglieri Fiat, morto a Modena il 29 novembre 1918.





Comitato di Assistenza Civile
Platì
Oggetto: Sussidi – Dono e balia
Deliberazione N. 3

Sussidio – Dono natalizio e Balia

L’anno millenovecento quindici, il giorno sei Dicembre, in Platì, nella solita sala delle adunanze.
Presenti i membri del Comitato di Assistenza Civile, nelle persone del Maresciallo Attilio Cioni, Dottor Zappia Filippo, Prof. Nicola Spadaro; sotto la Presidenza del Commissario Rag. Aricò e con l’assistenza del Segretario Sac. Gliozzi – si è aperta la seduta per disporre quanto appresso.
Il Presidente rende ostensive le domande pervenutegli di Calabria Vincenzo, Loreta Catanzariti in Barbaro, Violi Maria, Romeo Giuseppe fu Michele, Maria lentini, Nicoluso Grazia e Sergi Francesca fu Michele; con le quali si domandano sussidi.
Ed il Comitato: a Romeo Giuseppe fu Michele, vecchio, con quattro figli militari, assegna il sussidio mensile di £ 10 (dieci)
A Sergi Francesca fu Michele si accordano £ 6 (sei) al mese ed a Nicoluso Grazia £ 1(dieci) come viaggio di rimpatrio.
A tutti i sussidiati poi, compresi: Calabria Vincenzo, Loreta Catanzariti, Violi Maria e Lentini Grazia, si è pensato di dare in dono natalizio una certa misura di pasta, pescestocco e vino, secondo le famiglie.
Il Dottor Filippo Zappia informa il Comitato sulle condizioni piuttosto allarmanti di una puerpera moglie del Bersagliere Francesco Caruso ed il comitato elargisce un primo sussidio di £ trenta. Si pensa pure per la neonata – domani forse orfana – e si provvede ad una balia nella persona di Immacolato Sergi alla quale si assegnano £ 20 (venti) mensili.
Il Sac. Gliozzi propone di distribuire ai reduci del fronte le calze rimaste, dopo la spedizione fatta alla Legione dei Carabinieri a Bari – ed il Comitato accetta la proposta.
Lo stesso Gliozzi informa che a nome del Comitato furono spediti per i soldati combattenti N. 122 paia di calze, N. 27 polsini e N. 4 di guante, come da ricevuta della Legione dei Carabinieri Reali di Bari, in data 16 Novembre 1915 N. 690/166 Div. 3°.
Presa nota di tutto questo, il Comitato scioglie la seduta.
Platì 6 Dicembre 1915
Il Presidente: Aricò
Il Segretario: Gliozzi
Il Comitato: Zappia, Spadaro, Cioni



lunedì 18 dicembre 2017

Urla del silenzio (reg. Roland Joffé - 1984)


Peppinu "i barva", Mittiga
Platì 26/12/1917 – Messina 24/08/1989



















I cento anni dello zio Peppino li festeggio con le riproduzioni dei suoi dipinti (vere e proprie urla silenziose) in cui alla ricerca creativa - propria di un soggetto disabile - è unita la nostalgia per il paese abbandonato e l'isolamento - seppur addolcito dalla presenza costante della famiglia di Rosi i Masi - nella metropoli lombarda dei primi anni sessanta del secolo scorso, ridimensionato a sua volta, nella città dello Stretto dove era entrato a far parte ENS.
Ps. L'ultimo quadro è a casa dello zio Pepé.


domenica 17 dicembre 2017

The night before Christmas (reg. Walt Disney - 1933)

Questa pubblicazione è dedicata a Francesco Maria Fera di Michele e Hyeraci (Yeraci) Concetta, nato a Platì il 4 marzo 1896, Soldato del 4° Reggimento Artiglieria, morto il 29 Ottobre 1916 sul Carso, causa ferite riportate in combattimento.







NATALE
Novella di E. Gliozzi

In casa di massaro Giovanni, quella sera, il gatto era accovacciato sulla cenere del focolare.
Ogni tanto, col vento scricchiolavano le imposte e, l’animale, sollevava i suoi grandi occhi verdognoli, che lucevano come il fosforo nella notte. Niente altro dava segno di vita e il silenzio, pauroso, rendeva più lugubre quella casa dove, negli anni passati, in quella stessa serata, un allegro chiacchierio di bambini, un vociare contento di uomini e le allegre risate delle donne facevano tutta una festa intima e ricordevole.
Massaro Giovanni era il padre di tre robusti giovinotti Pasquale, Antonio e Vincenzo; due dei quali servono la patria come richiamati ed il terzo era volontario negli Alpini.
Pasquale, era stato ferito sul Monte Nero: fu allora che Vincenzo giurò di voler vendicare il sangue del fratello e partì come volontario. Antonio era bersagliere a …  (non lo sapeva neppure massaro Giovanni, perché interrotto dalla censura.)
Da Roma, dalla sala del Trono del Quirinale, dove si trovava degente, Pasquale aveva scritto mirabilia. Verrebbe quasi la voglia, d’essere ferito ed entrare in quel paradiso! ...ma la moglie dell’Eroe, al suocero che le faceva animo, aveva risposto:
-O paradiso o no, mio marito avrebbe voluto essere qui la vigilia di Natale e mangiare la pignolata coni suoi figliuoli.
Il vecchio tacque e i due marmocchi a grandi occhi sgranati, guardarono come per interrogare il nonno e la madre.
Pignolata niente quest’anno avevano sentenziato in famiglia.
Ed ecco perché il gatto era addormentato sulla cenere del fuocolare.
*
**
Un lamentio di zampogne, poi un suono allegro di campane annunziavano la Messa della mezzanotte.
Qualche lanterna rompeva allora le tenebre nella strada donde un fischiare di ragazzi, un rumore di passi facevano intendere che l’Uffcio Divino stava per cominciare - quando massaro Gianni si scosse, accese il lume, si vestì in silenzio e scese.
Entrò in Chiesa quando il prete diceva: "Deus in auditorium meum intende".
Si segnò devotamente anche lui, si mise in ginocchio e per un pezzo non intese se non quel salmodiare lento e solenne.
Se nonché, la troppa luce delle candele accese, la monotonia, di quel canto ed anche il brusio di quella folla prosternata, finirono col distoglierlo un poco dal suo raccoglimento, e volò col pensiero ai suoi figli lontani,travolti nel vortice di quella guerra di liberazione, come dicevano, ma che egli avrebbe voluto non ci fosse.
Ritornò alla realtà quando il prete si voltò per fare la spiega dell’Evangelo. Disse tante cose belle, che era un piacere sentirlo; parlò pure della guerra e disse che  "una stridente circostanza vuole che il Re Pacifico quest’anno, debba nascere tra i rigori d’una guerra mondiale". 
Queste cose massaro Gianni non li capì, ma comprese benissimo la preghiera, quando l’oratore si voltò al Bambino supplicandolo che facesse ritornare i soldati che combattono per una causa santa.
Fu allora che il povero padre si mise a piangere.  Né avrebbe avuto il coraggio di sollevare la testa, assorto, com’era nella preghiera, se una mano non l’avesse scosso, ond’egli trasalì. Ritto, dietro di lui, c’era un giovine, aitante nella persona, reso più simpatico dalla divisa grigio e verde.
Pasquale! Fu un grido di gioia ed un abbraccio interminabile: pareva che entrambi volessero nascondere le lacrime.
Il prete intanto licenziava: il popolo con le parole: << Ite missa est >> e molti dissero di aver veduto sul petto  di Pasquale, brillare una cosa, come una medaglia.
*
**
Un memento dopo, Pasquale portava, in trionfo per la casa due amorini di fanciulli ignudi, coperti con la sua mantellina di lana, dalla quale mettevano fuori, le testoline bionde e ricciute.
Ogni tanto, due paia di manine si muovevano, come per accarezzarlo, ed il ferito di Monte Nero sorrideva così beatamente.
La moglie, il padre ed una turba di parenti ed amici facevano corona in quella scena troppo familiare e quando Pasquale si decise di parlare, anche i bambini spalancarono tanto di orecchi.         
Premetto - disse – che il Bambino Gesù volle ascoltare la preghiera di questi angioletti. E vi assicuro che combattevo per loro; proprio, per i miei figliuoli …
Quando vedeva dei bambini abbandonati o dei fanciulli senza tetto; quando sentivo dire come nel Belgio, i ragazzi furono mutilati da quei cani ... Oh allora, veniva la rabbia di distruggerli tutti quei birbanti. E dire che domani, potevano essere i miei figliuoli in quelle circostanze!
Se si ha la porta di casa aperta bisogna chiuderla, massime se si sa che fuori c’e gente senza scrupoli,  baciò) ancora una volta i suoi marmocchi e riprese la narrazione; tutta una storia di ardimenti e di valore.
Si saliva con le corde,  di notte, su quelle rocce nude ed ammassate sulle rocce. Di giorno, li avremmo guardati con paura, ma, allora non c’era tempo di tremare e, come con le ali, salimmo.
Quei traditori non ci aspettavano ma quando ci videro a pochi metri di distanza, c’investirono con una raffica di mitraglia.
Il mio tenente urlò << Savoia » con quella sua voce di comando. E che vedeste!
Alcuni superstiti fuggivano come se avessero inteso il terremoto. Quando il sole si levava, dalla parte di Gorizia, i nostri cannoni erano già piazzati sulla posizione conquistata.
Benissimo! Bravo! - dissero tutti.
E quella medaglia - osservò massaro Giovanni non mi avevi scritto mai che ti avevano dato una medaglia …
A proposito, questa me l’hanno data quando mi trovavo all’ospedale o meglio, in quel paradiso... nella sala del Trono... capite?
E me l’ha appuntata sul petto il generale.
D’argento?!
Che festa! Avrei voluto scrivervi per farvi venire... non ho voluto abusare.
Ma, come, perché, spiegaci, perbacco.
Ecco, cosi; ho salvata la vita al mio tenente, per cui mi buscai questa ferita.
E mostrò sul petto, una cicatrice ancora rossa, tumida, larga, come di una lama.

Platì Dicembre 1915
Sac. Ernesto Gliiozzi

L’Amico dei Piccoli  Anno IV N. 1  Roccella Ionica 6 – 1 – 1916 e
L’Amico dei Piccoli  Anno IV N. 2  Roccella Ionica 15 – 1 - 1916

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