Confesso che quando ho trascritto questo discorso
di Ernesto Gliozzi il vecchio sono rimasto alquanto sbigottito per il tono e le
parole, altresì per la cieca adesione al Partito
Nazional Fascista da parte di un sacerdote dimentico dei fatti del 1922 ma
pur esso fornito della necessaria cultura per stare fuori dalla politica. Un
servilismo, se volete, di quei tempi - servilismo che successivamente col
cambio delle facciate, e fino ai nostri giorni, non è mai venuto meno -. Ma poi
è arrivato il discorso seguente a mitigare quella delusione, dove lo zio
Ernesto si svela per quello che era: un uomo di Dio e del popolo, per la
dottrina e il conseguente proselitismo cristiano.
DISCORSO
Dell’Arc.
Sig. GLIOZZI
IN OCCASIONE DELLA BENEDIZIONE DEL
GAGLIARDETTO
DELLA SEZIONE FASCISTA
DI
CASIGNANA
IN PRESENZA DI AUTORITA’ COLA ‘
CONVENUTE.
OTTOBRE
1926
PUBBLICATO
a cura del Podestà del luogo
Sig. SERGIO FRANCESCO
Gerace Marina
Tipi VINCENZO FABIANI
1927
Autorità,
Fratelli tutti, Fascisti.
L'Uomo Provvidenziale (ascoltatemi) S. E. BENITO MUSSOLINI in persona,
nel maggio ultimo, consegnava ad un mio ottimo Amico - il Missionario P. Coltrè una Bandiera.
Quella Bandiera sventola ora sulla nuova chiesetta di tavole e di
foglie, che il giovine soldato della Religione e della Patria ha innalzato là, nelle Isole Salomone – in Australia.
Lo stesso Uomo Provvidenziale, al Napoletano De Pinedo, consegnava pure
una bandiera, che per le vie dell’aria, faceva il giro del mondo.
Ultimamente, una Bandiera d'Italia, scendeva lentamente nell’immensità del
Polo violato; ed il capitano Nobile, in nome del Fascismo, ancora una volta, la
Patria.
E Viva Dio! cosi doveva essere; perché la nostra Bandiera - come la
Croce - deve salire in alto, sempre più in alto, exelsior - per la tutela della libertà e della civiltà,
nell'ordine.
Fascisti, in alto, con la Bandiera, i cuori! Voi –vi stringete attorno
a questo segnacolo – l’abbassaste, per ricevere su di esso la benedizione di Dio, e l’innalzate, superbo, come
una dichiarazione di giubilo, di tranquillità e di Vittoria. Fate bene!
La Bandiera dice lotta ed attività instancabile per il trionfo
dell'Idea.
Non vorrei predire la guerra, ma il descrivervi un avvenire tutto
roseo, sarebbe tradirvi: - Dalla cerchia delle Alpi - dove si sono uniti in abominevole concilio – gli invidiosi di
ieri ed i fuorusciti di oggi, vengono singulti di catastrofiche civette. Crepi l'Astrologo! … Interruzioni
applausi
Se l’Italia perisce, è per sua colpa.
Un popolo che possiede nel suo seno una falange invitta di camicie
nere, una Milizia come la nostra, ed un Duce, come l’abbiamo noi questo popolo ha tutto il dritto di parlare
d’imperialismo nel mondo, ed ha ragione. Quel popolo che arriva a piantare la
sua bandiera nel Polo.... che manda i suoi araldi di patriottismo e di fede tra
i selvaggi..,. quel popolo che si espande con la luce sublime dell’Idea, non ha nulla che fare con la politica
bottegaia di altri mercanti atroci, i cui libri di fondaco non portano altro
che cifre. Applausi. Noi esportiamo
il pensiero di Dante, la filosofia di Tomaso e l’amore ardente del Poverello
d’Assisi.
Ci basta! - Fratelli, dunque, Fascisti alzate ed agitate in segno di
trionfo il gagliardetto: quello che rappresenta è l'Italia ... Essa possiede un
principio di salvezza sicura, una forza invincibile e invulnerabile; sciagura a
chi nol conosce e lo rinnega: è l’Uomo Provvidenziale – come vi ho detto - che
BENITO MUSSOLINI si chiama.
Egli è triplice ed uno; si compone di forza, di ordine e di volontà; è
tutto di un pezzo, come un masso granitico della sua Toscana. Si espande nel
mondo con l’audacia del Capitano Nobile, con la precisione e la volontà di De
Pinedo, con l’amore e la fede del Missionario Coltrè. -
Onore a Lui!
Inchinate, dunque, o fascisti, dinanzi a Dio il gagliardetto, e quando
lo vuole e lo comanda il Duce - sia uno, forte e possente il grido di battaglia:
A Noi!
Arc. GLIOZZI
Signori,
Or fa un anno – presenti voi e le autorità civili e militari di tutta
la provincia – ebbi a pronunziare anche delle parole, dopo la benedizione del
gagliardetto fascista. Ricordate? Non so perché, quelle parole sentite ebbe
l’onore della pubblica stampa ed “orgogliosette”, perché no?, fecero il giro da
un capo all’altro dell’Italia … Si trattava di un simbolo … esponente è vero,
d’una grande nazione qual è la nostra. Ma io in quel simbolo vedevo la
Religione e la Patria, abbracciate così come sorelle, scioglievo le note più
belle dell’anima mia: di Sacerdote di Cristo e Italiano. Facevo bene.
Oggi salgo – non la tribuna in piazza ma questa cattedra di verità per
la benedizione dello stendardo, glorioso dell’Apostolato della Preghiera su cui
rosseggia un Cuore – che è il Cuore di tutti i cuori – voglio dire il Cuore
Sacratissimo di Gesù. Vedetelo!
E prima di procedere alla benedizione di rito, permettetemi nobili
signore, signorine graziose e gentili, permettetemi tutti che i porga tutta
quanta la mia lode alle buone e virtuose zelatrici Rosina e Gioconda Nicita,
che l’hanno ricamato con tale e tanto intelletto d’amore da non lasciar
comprendere se sia maggiore l’arte o la divozione di esse. Il meritato encomio
serva di nobile esempio, di emulazione e di gara per quelle che possono e mi
sentono. E passo avanti … (continua)