Era la
vigilia dell’Assunzione del ‘925
Caro
Ernesto, battendo l’ombrato sentiero, snodantesi tra ciuffi di timo odoroso e
bizzarri cespi di giunchi, verso la casetta patriarcalmente ospitale, soffogata
nel gran verde della campagna solatia. Trovo, per terra, questi versi che se
non suonano e non creano, hanno la virtù di parlare chiaro e di essere intesi
anche dai sordi!!! Sapendoti, mio caro e smarrito amico, smarrito per entro i
cupi antri delle mie preoccupazioni ... gravitantemi sullo spirito, fiacco,
giammai, ma viva Dio, fresco e sempre gagliardo, come coperchi tombali, un
collezionista di versi e versacci ... te li mando, sicuro che se non ti
torneranno graditi pel loro merito letterario, ti riusciranno, per lo meno
accetti come un altro numero da aggiungere alla tua famosa e, a quest’ora
pingue collezione! Nella speranza di ben presto ritrovarci, appena uscito dal
pelago alla riva, ti mando un pensiero affettuoso e ti chiedo venia, come
Ministro di Dio, se .... (?) di mandarti tali versi di ignoto autore il quale
si peritò di divagare sul più grande, il più bello, il più profondo salmo della
chiesa cristiana.
Tuo Giacomo Tassoni Oliva
Inventore
e non Autore!
dei versacci che seguono
Il
caro Michele Oliva ha rinnovato a sue spese!!!!! la Statua della Patrona
e
si accinge a far decorare una cappella (espiatoria???!!!)
nella
Chiesa Matrice ...
Dalla
Cronaca paesana - 12 - Agosto - 1925
Divagazioni
sul Miserere ...
Su
plettro d’oro Paride cantava:
_
Abbi di me pietà, Signore Iddio!
Tu
rinnovami il cuore ... Tu mi lava
d’ogni
mia iniquità lo spirito rio! ...
Non
t’allettan, lo so, d’anima prava
i
pomposi olocausti ... Tu un pio
cuore
contrito chiedi, e il pianto a lava
di
chi oprò il male, al tuo cospetto, o Dio!
.......................................
Al
contrario del Re Grande e Possente
che
s’umiliava nella polve, un verme
che
nel simile suo caninamente
oggi
affonda le sue zanne malferme
il
Tuo sdegno, o Signor, cerca placare ...
col
decorarti ... simulacri ... ed are !!!!
-
Ignoto vate -
Nota: Ecco che in questa missiva ad Ernesto il vecchio don Giacomino ci concede un minimo di autobiografia, poca cosa per ricostruire una vita.