Come potete veder Il Principe è portato in tour urbi et orbi, ora è necessario un Lisa Germano Live in Platì
In quest 'ultimo la canzone parte a 12.56 ed è la versione più emozonante
martedì 26 aprile 2016
giovedì 21 aprile 2016
The Prince of Platì - Lisa Germano, 2009
Oh tell me a story
I want to feel better and you're here
Can I cry on your shoulder
Lisa Germano, The
Prince of Platì
Per non scemare l’interesse sulla comunità platiota fra Mishawaka e Sout Bend nello stato dell’Indiana, eccovi qualcosa di cui nessuno si aspetta. Per i media il sinonimo Platì è qualcosa di … ditevelo da soli. Per una ragazza figlia di emigrati platioti cresciuta nell’area citata in apertura è un lost world. Solo la casualità poteva farmi scoprire questa canzone e così i natali di Lisa Germano. Ora, accanto ai cognomi tanto oltraggiati affianchiamo quello di Germano. Se cercavate un inno un anthem per la gloria del paese eccovi The Prince of Platì e esorto tutti i feisbuchiani platioti a far passa parola e se volete saperne di più su Lisa (ognuno di noi nella propria famiglia ha una Lisa) non avete che far scrollare il cursore del topo digitando le parole Platì Mishawaka Germano.
Ah, ovvio che per Lisa Germano il principe di Platì è suo padre Rocco
(21 maggio 1921 – 29 dicembre 2015) e non quello evocato da Vincenzo Papalia
che assomiglia piuttosto al Gille de Rais di Michel Tournier.
Per finire, invito tutti quanti hanno avuto un padre nato in Platì ad
eleggerlo “Principe di Plati” … avremo così un paese di Principi, io comincio
col mio!
Oh tell me a story
I need to hear
I want to feel better and you're here
Oh can't we be happy
Just, just for today
Can I cry on your shoulder, ok
Hey why so serious, why so blue
Hey let's you and me do what we want to
Oh nobody looking
Oh nobody see
We, we could be laughing
Just you and me
Oh I feel sorry
Oh just sorry for life
Can I cry on your shoulder
You seems so unhappy
I can't take that today
Can I tell you a story, ok
And get away from all this blue, blue, blue
Do the things we did before we thought we knew
Oh nobody looking
Oh nobody see
You could tell me a story
And play with me
Oh can't we be happy
Oh just for today
Oh nobody looking
La canzone è nell'album Magic Neighbor del 2009
May 21, 1921 - Dec. 29, 2015
MISHAWAKA - Rocco, 94 years old, passed away naturally and peacefully at his home early Tuesday morning after a long illness.
He was preceded by his father and mother, Frank and Josephine Germano, his Uncle Tony Germano, and his brother Dominic Germano. He is survived by his wife of sixty five years, Betty (Lemler) Germano, sister Catherine Koscielski, brother Tony Germano (Ann), sisters-in-law, Shirley Muldoon and Jean Jewell, and his six children, Emily Goethals (Kenneth) of Bremen, Dr. Alan Germano (Lesa) of Boise, Idaho, John Germano (Barbara) of Indianapolis, Lisa Germano of Mishawaka, Richard Germano (Nancy) of Indianapolis, and Maria Rhoda (Patrick) of Indianapolis. His grandchildren are Haley Lake (Reuben), Max Germano (Kelsey), Chloe Germano, John Germano, Joe Germano, Brandon Kimes, Danny Rhoda, Gordon Rhoda and many nieces and nephews.
Rocco was born in Plati, Italy and lived there with his mother while his father came to Mishawaka to work at U.S. Rubber Company. He immigrated here with his mother at the age of eight, learned English and was soon found to be a child prodigy on the violin. He graduated from Mishawaka High School, attended Notre Dame and the Chicago Musical College where he earned a Master's Degree in Musical Performance, and met the love of his life, Betty, on the South Shore, during their commute.
Rocco served in World War II in the Office of Strategic Services O.S.S., playing the violin entertaining the troops, and was present at the Potsdam Conference along with Mickey Rooney and pianist, Eugene List. He was also a member of the American Legion.
He played in several orchestras including New Orleans Symphony, Boston Pops, Chicago Lyric Theater, Grant Park Symphony, Chicago Symphony and the South Bend Symphony. He went on to become a pioneer and pillar of the South Bend musical scene and is awarded a place at the South Bend Community Hall of Fame in the Century Center.
Rocco founded the South Bend Youth Symphony with Robert Demaree and Kenneth Geoffroy and was the conductor for the first thirty-five years. He also conducted the Twin Cities Concert Band for years of summer concerts at the local parks and was musical director of many musicals at the Country Playhouse and other venues in the community.
He taught choir at St. Mary's College and Riley High School and orchestra at Adams High School. He was also one of the founders of the South Bend Chamber Music Society and a member and delegate of the South Bend Federation of Musicians. Rocco was a lover of nature and the cook of the house. He taught all six kids the art of mushroom hunting and cooking his many delicacies.
Published in South Bend Tribune from Dec. 30, 2015 to Jan. 2, 2016
http://www.legacy.com/obituaries/southbendtribune/obituary.aspx?pid=177074641
Per la verità Rocco di cognome andava Iermanò, era figlio di Francesco e Barbaro Giuseppa.
Per la verità Rocco di cognome andava Iermanò, era figlio di Francesco e Barbaro Giuseppa.
Ecco alcuni nomi con cui Lisa Germano ha lavorato: gli Eels,
John Mellencamp, i Simple Minds, David Bowie, Sheryl Crow, Iggy Pop e i Crowded
House, la possiamo perdonare se è poco.
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I Love Platì,
Once upon a time in Platì,
Video
mercoledì 20 aprile 2016
Al di là delle tenebre (reg. John Stahl - 1935)
“In quanto rappresentata, la
morte non obbedisce più alle leggi della natura ma ai desideri degli uomini”.
Franco Fornari, Coinema* e icona, 1970; citato da Francesco Faeta in Le figure inquiete tre saggi sull’immaginario folklorico, Franco
Angeli, 1989
Nell’ ultimo passaggio per Platì era mia intenzione,
entrando nel cimitero, come guida, novello Virgilio, il buon Michele, cercare
la dimora ultima di Pasqualino Perri. Nel percorrere il labirinto, perché
questo ora è il camposanto, passammo dinnanzi al marmo che vedete nell'immagine d'apertura. Subito il pensiero è andato al citato testo del professor
Faeta. Il supporto marmoreo, per dirla con l'illustre docente, ora perviene a lavagna con
cui dialogare con chi dietro è ospitato e ogni oggetto, fiore o ritaglio
cartaceo è il ben assunto. Sembra apprezzarli anche Giuseppe Trimboli, accomodato
su un ceppo in montagna.
Oggi, il mio intento è riuscire a commuovere anche voi con
le parole di un’altra Trimboli
25/02/2014
Oggi due anni
Ti dedico questa preghiera di Sant’Agostino
Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
…………………………………………………………………
Ci siamo conosciuti, e voluti bene, ma tutto è stato limitato ... tutto
è stato breve...
Non ho potuto ascoltare la tua
voce, eppure parlavamo tutti i giorni...
Non ho potuto passeggiare con te, eppure ho camminato al tuo fianco...
Non ho potuto conoscere ogni cosa, eppure tu avevi già capito tutto…
Tu da quel letto mi hai insegnato la vita!
Tu da quel letto mi hai insegnato ad essere giusta sempre!
Tu con ogni singolo sguardo mi hai insegnato il bene!
Caro zio,
oggi due anni fa il nostro PRIMO INCONTRO...
oggi due anni fa LA TUA debole mano stringeva, con orgoglio e stima,
per la prima volta LA MIA…
oggi due anni fa la mia vita prendeva il giusto senso... GRAZIE ATE!
Due anni fa, ieri, oggi, domani e per sempre Stringi la mia mano,
Tendimi una mano TU Tienimi per mano!
Ti voglio bene.... Mi manchi...
…………………………………………………….
La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
Henry Scott Holland
……………………………..
A Giuseppe Trimboli
Che mi ha insegnato
Come essere umili alla fine verrà ripagato in affetto,
come anche nel dolore ci sia vita e allegria,
come una malattia non deve intaccare ciò che sei e che sei stato,
come si vince anche contro una patologia che non ti lascia speranza,
come la morte non è niente, poiché si vivrà in eterno nei pensieri, nei
ricordi, nel cuore e nell’animo delle persone che si amano!!!
Ti voglio bene
Grazie
Con tutto il mio affetto ti dedico questo traguardo,
so che eri con me quel giorno e so che mi guarderai sempre di lassù…
La tua infermiera, figlia, nipote, gioia (ed adesso anche caposala).
Eleonora Trimboli
23/02/2015
* Il termine coinema è stato introdotto da Fornari per indicare “le unità minime del significato affettivo, intese come competenza affettiva innata comune ad ogni uomo” (1979).La parola, ricavata dal greco koinos, che significa “comune”, e da cui deriva anche la parola “comunicazione”, è l’omologo sul piano affettivo del fonema sul piano linguistico.
La nota di sopra è rubata qui: https://ilpensierononlineare.wordpress.com/2021/11/08/coinema/
lunedì 18 aprile 2016
Italoamericani (reg. Martin Scorsese - 1974)
Per non lasciare senza un'immagine l'autore della lettera di ieri,
https://iloveplati.blogspot.com/2016/04/per-una-manciata-di-soldi-reg-stuart.html
oggi lo porto alla luce con queste due immagini in mio possesso.
Per la precisione,
Paolino Sergio era figlio di Antonio e Vilardi Anna. Era nato in Platì il 29 marzo 1900, toh, 55 anni prima di me. Era sposato con Zappia Domenica, classe 1922, di Giuseppe e Zappia Giuseppa. Si sposarono il primo maggio del 1924. Il loro primo figlio, Antonio, nacque in paese l'1 agosto 1928. Subito dopo, l'emigrazione in America, destinazione South Bend, IND.
Paolino, come potete leggere nella dedica in calce alla foto, era compare con il nonno Rosario.
Per la precisione,
Paolino Sergio era figlio di Antonio e Vilardi Anna. Era nato in Platì il 29 marzo 1900, toh, 55 anni prima di me. Era sposato con Zappia Domenica, classe 1922, di Giuseppe e Zappia Giuseppa. Si sposarono il primo maggio del 1924. Il loro primo figlio, Antonio, nacque in paese l'1 agosto 1928. Subito dopo, l'emigrazione in America, destinazione South Bend, IND.
Paolino, come potete leggere nella dedica in calce alla foto, era compare con il nonno Rosario.
Nella prima foto, porta la data del 16/6/1921, Paolino e Micuccia erano ancora italiani. Nella seconda, insieme al padre Antonio (Platì 1874 - Mishawaka IN 1945) e ai cinque figli, americans.
A voler essere pedante, il padre del compare Paolino, Antonio, di cognome, inutile dirlo, andava Sergi.
La famiglia Sergi è anche qui:
domenica 17 aprile 2016
Per una manciata di soldi (reg. Stuart Rosemberg, 1972)
South Bend, Indiana 16 Ottobre 1969
Egregio Reverendo
Non
rispose prima alla vostra gradita lettera perché assieme al cugino Antonio
Marando cercammo incaricarci e raccogliere qualche cosa per il restauro della
Chiesa del SS. Rosario. Certo voi qui avete vostra sorella e cognato e loro
potranno benissimo spiegarvi il comportamento della nostra colonia Platiese,
dopo il contributo che noi mandammo per l’erezione della Chiesa Madre, i nostri
paesani astengono contribuire magari di una lira, e perciò usando in parte la
nostra modesta influenza siamo riusciti raccogliere quanto segue. Il cugino
Marando fece appello alla Società quale vostro cognato ed io rafforzammo la sua
richiesta e si decise lasciar volontà libera ai soci di contribuire, onde
poiché risposero, così accumolando quel poco che io personalmente raccolse fra
i miei amici e che vi accludo i nomi, quello che raccolse vostro cognato e
quello che offrirono i pochi socii, cioè l’ufficiale della società pensarono
aggiungere un poco dal fondo di cassa e spedirvi la somma di dollari $ 235.
Questo certamente non era il nostro posto fra le file dei contributori, noi
speravamo in molto di più, ma secondo il modo di pensare dei nostri paesani vi
assicuro che non possiamo lagnarci. Il nostro beneamato Mons. Minniti ha
rovinato la nostra piazza di oboli caritatevoli ed umani. Perciò carissimo
Reverendo accettate semplicemente non la somma ma il nostro sacrificio e
l’umiliazioni ricevute nel chiedere donazioni giacché i protagonisti delle
passate siamo stati proprio noi e perciò oggi ci rimproverano e forse hanno
pienamente ragione.
Sperando
che la Vergine SS. del Rosario accetterà il nostro umilissimo contributo, ed a
voi ringraziandovi per averci accorato del vostro appello e della vostra
considerazione vi ossequiamo assieme le nostre famiglie
Devotissimi Amici
Paolino Sergio ed Antonio Marando
La lettera era indirizzata allo zio Ciccillo, allora reggente la chiesa del Rosario. La foto in apertura risale alla metà degli anni novanta del secolo passato, quando si intervenne per sistemare il tetto della stessa chiesa, per interesse dello zio Ernesto il giovane, il quale mi chiese di documentare fotograficamente lo stato dei lavori.
giovedì 14 aprile 2016
Ricorda il mio nome
Cutrì Domenico (22.5.1865) di Sav.-vir Catanz. Maria Antonia
saccujaru
Sergi Caterina (19.1.1865) di Saverio, ved. di Ielasi
Domenico dormi
Carbone Francesco (16.9.1866) smeraglia- di Rocco
Carbone Maria (1.8.1866) di Francesco gorgia
Catanzariti Saverio (7.12.1866) di Andrea longo
Fera mfGiuseppe (2.12.1866) di Francesco ficara e Lentini
Anna
Trimboli Saverio (7.8.1866) nacìa - di Rosario parlino
Chirico Anna (21.4.1867) di Gius, uxor Marando Antonio
pistola
Musolino Elisabetta (27.7.1867) corsia
Trimboli Domenico (1.12.-1867) di Antonio- cucchiara
Trimboli Francesco (26.7.1867) di Gius. polveraro
Garreffa Anna (30.6.1868) di Giuseppe-piantuna
Lucà Vincenzo (9.7.1868) cirino
Oliva Francesco (15.2.1868) di Domenico sepio
Sergi Domenico (28.8.1868) di Giuseppe prodeo
Zappia Antonio (6.12.1868) di Francesco pittineja
Iermanò Paolo(3.9.1869/
) di Rosario, rizzola.
Mantegna Francesco (15.7.!869/ ) di Antonio, introibo.
Georgi Rosa(14.7.1870/
) carlotta.
Schimizzi Caterina (22.11.1870) vedova di Treccasi Pasquale
gancio.
Catanzariti Domenico (27.9.1871) di Giuseppe guerra.
Catanzariti Rosario (12.8.1871) di Francesco paja.
Garreffa Giuseppe (30.10.1871) di Domenico bottaro.
Sergi Saverio (12.9.1871) di Carlo careja.
Carbone Antonia (19.5.1872/16) di Francesco sorica.
Romeo Saverio (9.3.1872)di Giuseppe pappanice.
Sergi Francesco (9.3.1872/15) di Carlo e di Romeo Caterina,
careja
Staltari Domenico (31.7.1872/34) di Francesco cancejanti (o
caccianti?)
Carbone Rosario (28.12.1873/100) cucinata . di Domen. e
Greco Francesca..
Staltari Domenica (29.5.1873/32) di Domenico carijìa.
Zappia Rosario (10.5.1873/30) di Domen.- marito di Riganò
Saveria sorvara.
Carbone Maria (20.11.1874/40) di Dom. e Greco
Fr.sca-ved.Carb.Fr.cirindola
Catanzariti Francesco(15.1.1874/3) di Domenico bomba.
Catanzariti Francesco(21.3.1874/6) di Pasq. Giomo -mar. di
Catanz.Maria.
Catanzariti Giuseppe(29.7.1874/19) di Rosario e Catanz. Maria
celestino
Papalia Giuseppe(27.12.1874/44) di Rosario e Morabito Rosa
pipi.
Perre Domenica(24.10.1874/35)diAnt. e Zappia Anna, ved. Cusenza
G.arena.
Velardi Teresa(4.5.1874/10) catalano-vedova di (Velardi?)
Giuseppe.
Sergi Rosario(18.11.1876/76) di Gius. e Cusenza Domenica
prodeo.
Trimboli Giuseppe(16.3.1878/16)di Nunziato, marito di
Staltari Rosa malocco
Bartone Rosario(29.5.1878/31) di Antonio, sacrista,
brigante..
Sergi Francesco(25.10.1878/50) di Saverio, vir Mittiga
Marianna lirò.
Sergi Pasquale(20.11.1878/52)di Domenico-vir Morabito
Domenica,babbeo
Carbone Pasquale(13.5.1880/29)di Dom..mar.Romeo
Francesca,camillo
Perre Francesco(12.4.1880/18) di Domenico e Musolino
Caterina,malavita
Romeo Francesco (20.6.1880/40)di Giuseppant. e Cufari
Bernard.,mburcanu
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Alias,
Ernesto Gliozzi Jun
mercoledì 13 aprile 2016
Delitto imperfetto (reg. John Landis - 1999)
Da
Platì
Tentato avvelenamento
Platì 29
(Iris). - Un certo V. F. di A., manovale, doveva sposare la ragazza M.
F. di D.; ma, per motivi che ignoriamo, il matrimonio è andato a monte, ed il
V., qualche mese fa, ha impalmato una certa I. M. Se non che pare che fra i due
coniugi non regnasse il più perfetto accordo, e che il marito non disdegnasse
di frequentare la baracca della prima fidanzata, che in cuor suo sperava di
potersi un giorno, unire al suo F.! Fatto sta, intanto, che giorni dietro R. C.,
madre della M., ha pensato di preparare tre focacce e di affidarle ad un
ragazzo, certo Pignataro, con l’incarico di andare a deporle sul tavolo della
I., che sapeva essere uscita dalla baracca, e nel caso questa fosse chiusa,
d’introdurvele attraverso una fessura sottostante all’uscio, non senza mancare
di avvertirlo di guardarsi bene dal saggiarle, altrimenti sarebbe morto.
Sperava ella che la vittima designata, ritirandosi e trovando in casa
quel ben di Dio, si sarebbe affrettata a cibarsene, visto e considerato che il
grano costa caro, e che tre focacce ben arrosolate non capitano mica tutti i
giorni! Il ragazzo ha eseguito l’incarico, ma è corso subito a riferire ogni
cosa alla guardia forestale Panuccio che, entrato in sospetto, si è avviato col
Pignataro alla baracca della I., facendo asportare le focacce, che ancora si
trovavano dove erano state messe, e consegnandole al maresciallo dei
carabinieri. Questi, saputo di che si trattava, ha proceduto subito all’arresto
della R. la quale, messa alle strette dall’intelligente funzionario, ha finito
col confessare che alle focacce aveva mescolato delle capocchie di fiammiferi,
allo scopo di mandare all’altro mondo la I., e così permettere a sua figlia di
sposare il V. Il quale, avendo fornita la farina occorsa per confezionare il
cibo borgiano, è stato anch’egli messo in gattabuia come complice.
Merita una parola di sincera lode il bravo maresciallo Cioni, per il
brillante servizio compiuto.
Sigmund, il mio analista, tempo indietro, mi aveva prescritto tutta la
filmografia di Alfred Hitchcock per sfuggire ai complessi di colpa e a tutti i
disturbi mentali connaturati a chi ha l’esistenza sgretolata come me. Ora che
me li sono sparati tutti vi posso dire che il buon, grande, Alfredo, mai
raggiunse in semplicità e concisione questo fatto di cronaca inviato alla
Gazzetta di Messina e delle Calabrie, ed ivi pubblicato il 2 aprile 1915, da parte di
Don Giacomino Tassoni Oliva. Ho oscurato nomi e cognomi per rispetto a quanti
ancora hanno parentela con i protagonisti della vicenda. Per quanto riguarda Cioni Attilio, Maresciallo dei R. R. Carabinieri vi ricordo
che era apparso di già in una pubblicazione dell’8 gennaio 2016.
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G. T. O.,
Once upon a time in Platì
lunedì 11 aprile 2016
Uomini e filo spinato (reg. Lamont Johnson - 1970)
Nel tentativo di fare capire che se è vero che la storia di Platì si
fonda su diversi eccessi, attraverso
questo lavoro e queste pubblicazioni si vuole ricordare che la comunità di
Platì non può essere legata, per nessuna ragione al mondo, solo ai fenomeni
negativi, ma bisogna andare oltre, e facendo prevalere ed eccellere la bellezza
e la forza soprattutto della cultura, guardare al vecchio paese di Platì come a
un paese e una comunità dove il bello e il bene superano di gran lunga il
brutto e il male, e per questo meritano le prime pagine. E non viceversa.
Perdono, in verità si tratta i un plagio, non sono parole mie. Sostituite Platì con San Luca ed avrete uno stralcio dell’articolo di Antonio Strangio, Ricostruire le pagine di storia,
apparso su in Aspromonte marzo 2016.
Spesso è nelle parole degli altri che si trova un senso mal esplicato con
parole proprie.
domenica 10 aprile 2016
La corrispondenza
Infine, il primo atto di vendita dei terreni dove andranno a sorgere l'asilo e la scuola media. Risale al 17 maggio 1954, giusto sessantadue anni.
Comune di PLATI’
Rep. N. 3
- REPUBBLICA ITALIANA –
IN NOME DEL POPOLO ITLIANO
CONTRATTO DI ACQUISTO DA PARTE DEL COMUNE DI PLATI’, DALLA DITTA MITTIGA
ROSARIO FU FRANCESCO, DI MQ. 600 DI TERRENO EDIFICATORIO, PER COSTRUZIONE
CASERMA FORESTALE
L’anno milllenovecentocinquantaquattro il giorno diciassette del mese
maggio
In Platì e nella residenza Municipale.
Davanti a me Murdaca Domenico, Segretario del Comune, si sono
personalmente costituiti i signori:
1° - Zappia Giuseppe fu Filippo, Sindaco del Comune di Platì il quale
dichiara di agire in nome, per conto e nell’interesse del Comune che
rappresenta;
2° - Mittiga Rosario fu Francesco, proprietario, nato e residente in
Platì.
Le parti come sopra costituite, sapendo leggere e scrivere dichiarano,
anche con mio consenso, di rinunziare all’assistenza di testimoni.
Si premette:
che il Comune di Platì, con deliberazione Consiliare N. 7 del 3 aprile
1953 approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa il 20 aprile 1954 al N.
14859-Div.2 ha deciso di mettere a disposizione gratuitamente l’area
edificatoria per la costruzione della Caserma Forestale in questo Centro
abitato, area della estensione di metri quadrati seicento pagabile mediante
erogazione da parte del Ripartimento Forestale di Reggio Calabria sul fondo
accantonato per migliorie forestali;
Che il citato ripartimento del Corpo Forestale di Reggio Calabria ha
già versato alla Tesoreria Comunale di Platì, in data 15 aprile 1954 la somma
di Lire duecentoventottomila (L. 228.000) giusta bolletta N. 43;
Che la ditta Mittiga Rosario fu Francesco, residente in questo Comune è
proprietaria di un suolo edificatorio sito in contrada Calvario di questo
territorio, riportato alla partita N. 1230 del vigente Catasto terreni del
Comune di Platì – foglio4 – seminativo, libero da iscrizioni e trascrizioni
ipotecarie come risulta dall’allegato certificato rilasciato dalla
Conservatoria delle Ipoteche di Reggio Calabria 1l 29 aprile 1954;
Ciò premesso, le parti come sopra costituite, mi hanno richiesto di
stipulare il seguente contratto:
1° - La premessa forma parte integrale del presente contratto;
2° - La Ditta Mittiga Rosario fu Francesco vende al Sig. Zappia
Giuseppe fu Filippo che accetta, nella sua qualità di Sindaco del Comune di
Platì, metri quadrati seicento di terreno edificatorio sito in agro di Platì,
alla contrada Calvario, al prezzo di comune accordo pattuito ed accettato di
lire trecentottanta al metro quadrato, per un ammontare complessivo di lire
duecentoventottomila (228.000);
3° - Tale appezzamento di terreno edificatorio, destinato alla
costruzione della Caserma Forestale, è così delimitato: per tre lati dalla
proprietà dello stesso Mittiga Rosario e per l’altro lato nord-ovest dal
Vallone denominato Pirare;
4° - Il venditore si impegna di cedere, senza pretesa alcuna, il
terreno necessario alla strada di accesso alla costruenda caserma Forestale;
5° - Il venditore stesso, Sig. Mittiga Rosario fu Francesco
espressamente dichiara, sotto la propria personale responsabilità, la piena
libertà del terreno venduto da qualsiasi vincolo e cede il possesso immediato
all’acquirente.
6° - Il prezzo concordato e accettato a saldo di ogni e qualsiasi avere
da parte del venditore Sig. Mittiga Rosario, viene pagato contestualmente alla
firma del presente contratto mediante emissione di regolare mandato di
pagamento per lire duecentoventottomila, tratto sul Tit. 3° del bilancio per
l’esercizio 1954.
Richiesto io Segretario Comunale, ho stipulato il presente contratto
scritto in numero tre facciate e righe quattro della presente quarta facciata,
che letto alle parti come sopra costituite le quali,lo trovano conforme alle
loro volontà, come me lo sottoscrivono.
Il Venditore
Il Sindaco Acquirente
Il Segretario Comunale
Prefettura di Reggio Calabria N.° 20772 – Div. 2° - Visto si rende
esecutorio - Reggio Cal. Lì 8 giugno 1954
p. Il Prefetto – f.to Samo
Registrato in Arore addì 22 giugno – n. 439 – vol. 73 -
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Ernesto Gliozzi Jun,
Ernesto Gliozzi Sen
giovedì 7 aprile 2016
La corrispondenza
Ieri, nel post ho spinto qualche riserva sul convegno Alvaro, Perri e l'Aspromonte, da subito mi sono sentito tormentato per riguardo agli amici pulinarisi che erano fautori, assieme alla scuola media, del convegno. Purtroppo constatavo l'occasione persa di far conoscere - ad un pubblico di infanti, adolescenti, giovani, adulti, paesani, forestieri, professori, scrittori e infine giornalisti, ma soprattutto alla dirigente scolastica ed al commissario prefettizio - un humus che si sta sgretolando, il passato fertile di un paese fertile. Ora, a seguito dell'espansione del popolo webbiano, l'approssimazione è il prodotto costante e i pulinarisi se ne devono allontanare facendo rinascere il vigore dell'humus platiota.
Oggi, la replica a Francesco Perri dello zio Ernesto il giovane il quale si rammarica di non aver ereditato l'intelligenza ed il talento poetico e letterario dello zio, il vecchio. Ma io so che non è così. Il rammarico dello zio e anche verso lo scrittore, a cui ricorda una non felice polemica avuta con lui nella decade precedente.
Careri,
30 maggio 1968
Chiarissimo Professore,
godo dell'onore che mi fa di indirizzarmi un Suo scritto
e spero vorrà concedermelo anche in seguito.
Sono proprio il nipote del Suo ex compagno di scuola, il
defunto Arc. Ernesto Gliozzi, sono di Platì e porto il suo stesso nome, benché
non ne abbia ereditato l'intelligenza ed il talento poetico e letterario. La
famiglia Gliozzi di Ardore è un ramo della mia stessa famiglia.
Ebbi la sorte di entrare in polemica con Lei in occasione
del trasferimento della sede Vescovile da Gerace a Locri, verso il 1952, con un articolo pubblicato su un
giornale di Reggio, che voleva rispondere ai Suoi ben apprezzati argomenti in
pro di Gerace; Lei scriveva per nostalgia del luogo in cui aveva trascorso
buona parte della Sua giovinezza io rispondevo guardando alla realtà dei fatti
che imponevano la soluzione di quel problema per cui si batterono Mons. Giuseppe
Piccolo da Mammola ed altri, fin dal primi lustri del nostro secolo. Lei
credette allora di polemizzare con il Suo ex compagno di scuola e non con il
nipote, per cui chiuse la replica con un generoso atto di comprensione.
Ora, in seguito al trasferimento del caro Arciprete
Pollifroni da Careri a Cirella, sono
stato incaricato provvisoriamente dal nostro Vescovo del governo della
Parrocchia di Careri e vi lavoro dal 1° luglio dello scorso anno.
Con le generose offerte dei fedeli ho fatto nella
Chiesa diverse innovazioni ed altre mi riprometto di fare, se gli aiuti non
verranno meno.
Fra l'altro, ho pensato di rifare le due corone del quadro
della Madonna delle Grazie, a cui i Careresi hanno tanta devozione. Allo scopo,
ho costituito un comitato largamente rappresentativo a cui è stato Preposto il
Sig. Rosario Ceravolo, fratello dell'ex Sindaco Prof. Giuseppe.
La lettera circolare è stata inviate a tutti i Careresi
lontani e già arrivano, generose, le offerte.
In quanto all'atto sacrilego per cui la Madonna e il Bambino
furono derubati della loro corona, certamente di molto valore, non si è
riusciti ad individuare i ladri che, penetrati in Chiesa attraverso il
campanile, avevano tentato addirittura di portar via il quadro (come Lei sa, attualmente
son presi di mire tele e quadri delle Chiese), ma poiché era pesante e in
legno, non poterono attuare tutto il piano e si contentarono delle corone. Attorno a questo fatto ci furono altre vicende che sarebbe
lungo descrivere qui per lettera. Se in questa estate vorrà fare una visita
alla casa natia, La informerò di tutto e avrò l'onore di conoscerLa di persona.
Intanto La ringrazio dell'offerta che vorrà mandare per
ridare lustro alla nostra cara e venerato Icone; e Le porgo i migliori auguri e
i più distinti ossequi.
(Arc. Can.
Frnesto Gliozzi)
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