E’ davanti a voi ogni domenica, ma così dolorosamente bella
e scarnificata non l’avete vista mai.
lunedì 21 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Erbe Fluttuanti (reg. Yasujirō Ozu - 1959)
O
Dio creatore del cielo e della terra, che hai dato alle piante e alle erbe di
produrre produrre frutti a nutrimento dell’uomo, benedici questo luogo
destinato alla loro distribuzione e tutti i suoi gestori, perché
nell’osservanza dei tuoi comandamenti abbiano salute, prosperità e pace nel
corpo e nello spirito.
Per C. N. S.
Ernesto
Gliozzi il giovane
giovedì 17 dicembre 2015
Mr. Farmer - The Seeds
Mr. Farmer let me watch your crops
Se
non ci si riferisce all’archeologia dei
paesi assetati, alle difficoltà delle popolazioni nel reperire acqua
potabile, alla centralità dell’acqua per la produzione agricola, alla sacralità
dell’acqua nella storia calabrese dal periodo magno greco all’epoca moderna,
non si comprende la religione dell’acqua
delle popolazioni e la particolare nostalgia delle persone in viaggio.
Vito
Teti, Il colore del cibo, 1999,
Meltemi
mercoledì 16 dicembre 2015
This Must Be The Place - Talking Heads
PLATI’ Comune
(ab. 5.120) della provincia di Reggio di Calabria, composto da Platì (3,692) e
dalla frazione Cirella (1.428), con popolazione suddivisa in Platì (3310), Scuole
(79), e case sparse (303); Cirella (872), Gioppo (81) e case sparse (ab. 475).
Il territorio - kmq. 50.01 - confina con quelli dei Comuni
di Ardore, Benestare, Careri, Ciminà, Oppido Mamertina, Santa Cristina d'Aspromonte,
nel versante nord-occidentale dell'Aspromonte alle falde della ripida fiancata
del Montalto nello spartiacque appenninico. L'abitato, al di sotto dei piani di
Zarvò si stende sulla sponda sinistra della fiumara 'detta di Platì, a 300 metri
sul livello del mare, a 105 chilometri da Reggio di Calabria, cui è collegato
per la strada nazionale 112. .
Si vuole sia stato fondato nel 1557 da Pietrantonio Spinelli
per ragioni agricole. Fu feudo della stessa famiglia Spinelli Principi di Cariati
Nel 1783 fu quasi distrutto dal terremoto.
Per l'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal
generale Charnpionet, Platì venne considerato autonomo ed assegnato nel cantone
di Roccellla. I francesi, per la legge 19 gennaio 1807, lo considerarono
Luogo, ossia Università, nel cosiddetto Governo di Ardore.
Per il riordino disposto per decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei
Circondari, venne compreso tra i primi, sotto il nome di Mottaplatì, gli venne
aggregata la frazione di Cirella, e venne mantenuto nella giurisdizione di Ardore.
Per decreto 13 marzo 1831 gli veniva aggregato l'allora soppresso Comune di Natile
che veniva ricostituito autonomo per decreto 18 luglio 1836.
Platì è paese ad economia agricola con prevalenza zootecnica.
Modesta è la produzione di frumento, frutta, uva, fagioli, patate e castagne.
Nel territorio si trovano giacimenti di pietra calcarea e di granito. L'emigrazione
è volta verso i paesi dell'Europa occidentale, delle Americhe e dell'Australia.
In passato vi si allevava il baco da seta.
La popolazione attiva assomma a 2.005 unità di cui 1620
addette all'agricoltura, ed impiegate in 674 aziende a conduzione diretta e in 71
con salariati od a compartecipazione, 1 con altra forma di conduzione; 110
addette all’industria; 117 alle costruzioni; 58 al commercio; 23 ai trasporti;
3 alle assicurazioni ed al credito; 36 ai servizi; 38 alla pubblica amministrazione.
Scolari e studenti sono 546.
Alla fine del settecento contava 1.295 abitanti; 2.128 nel
1815; 1.914 nel 1.825; 2.453 nel 1849; 2.354 nel 1861; 2.368 nel 1871; 2.472
nel 1881; 4.706 nel 1901; 5.173 nel 1911; 5.578 nel 1921; 5.763 nel 1931; 5.791
nel 1936 e 6.200 nel 1951.
La vita politica può essere sunteggiata dai risultati nelle
competizioni elettorali dal 2-VI-1946:
Referendum: Monarchia 1.933 - Repubblica 691 - non val. 108
- Assemblea Costituente: Elettori 3.341 - Votanti 2.732:
Pci, 125 - Psiup, 27 - Pc Int, 23 - P d'Az, 17 - P Lab It, 4 - Pri, 21 - Dc,
2.058 - Udn, 13 - Uq, 40 - Bnl, 74 - Mui, 10 - Crp, 14 - non val. 306. - 18-IV-1948: Camera: Elettori 3.486 - Votanti
2.135: Fdp, 464 - PCS, 5 - Us, 4 - Pri, 15 - DC, 1.514 - PC d’It, 1 - Bn, 23 -
Pnma, 6 - Msi, 21 - Mnds, 13 - Bpu, 3 - Cils, 2 - Gpld, 1 - non val. 63 - Senato:
Elettori 3.011 - Votanti 1.834: Sc, 282 - Bn, 40 - Dc, 885 - lnd, 64 - Mnds, 496
- non val. 67. - 7-VI-1953: Camera: Elettori. 2.951 - Votanti 2.596: Pci, 262 -
Psi, 458 _ Usi, 20 _ Psdi, s - Pri, 17 - Dc, 1.264 - Pli, 103 - Acln, 5 - Pnm,
210 - Msi,_63 - Cpi, 3 - non val. 183 - Senato: Elettori 2.586 - Votanti 2.295:
Psi, 380 - Pci, 236 - Msi, 254 - DC, 1.172 - Psdi, 98 - non val. 155. -
25-V-1958: Camera: Elettori 3.355 - Votanti 2.501: Pci, 518 - Psi, 150 - Psdi,
14 - Pri-Prad, 8 - Dc, 1.462 - Pli, 40 -
Pmp, 63 - Pnm, 20 - Msi, 100 - Fusi, 7 - non val. 119 - Senato: Elettori 2.894
- Votanti 2.219: Pci, 388 - Psi, 158 - Msi, 162 - Pli, 126 - Pmp, 49 _ Pri, 12
_ Pnm, 35 - Dc, 1.114 - non val. 175. -- 28-IV-1963: Camera:
Elettori 2.998 - Votanti 2.207: Pci, 672. - Pdium, 35 - Msi,
69 - Psi, 65 - Dc, 1.228 - Psdi, 16 - Pli, 28_- Pri, 14 - Mci-Fm, 5 - non val.
75 - Senato: Elettori 2.705 - Votanti 2.013: Pci, 411 - Pli, 16 - Msi, 64 -Psi,
144 - Dc, 1.226 - Psdí, 12 - Pdium, 25 - non val. 115. - 19-V-1968: Camera: Elettori
2.729 - Votanti 1.961: Pci, 215 -
Psiup, 22 - Msi, 56 - Socialdemocrazia, 2 - Psu, 230 - Pli,
14 - Pri, 49 - Pdium, 8 - Nuova Repubblica, 9 - Dc, 1.234 – non val. 122 -
Senato: Elettori 2.439 - Votanti 1.804: Pci-Psiup, 198 - Msi, 69 - Pri, 34 -
Dc, 1.074 - Pli, 83 -Psu, 209 – non val. 137.
Sono nati a Platì: Domenico Fera, oratore sacro (1783-1856);
Domenico Zappia, scrittore di medicina (1806-1904); Eberto Vincenzo Zappia,
letterato (1861-1928).
Al Risorgimento hanno partecipato: Pasquale e Rosa Miceli;
Domenicantonio, Ferdinando e Giuseppe Mittica; Domenico Vergara; Tommaso
Zappia.
È in Diocesi di Gerace - Locri. La Parrocchia è intitolata
Santa Maria di Loreto. La Patrona, Madonna di Loreto, viene festeggiata nella
terza domenica di agosto. Le Suore Figlie della Divina Provvidenza
vi tengono Asilo e Scuola di lavoro. Fiera dal venerdì alla
domenica della terza settimana di agosto.
Carabinieri. Pretura ed Ufficio del Registro ad Ardore;
ufficio Imposte a Bianco; Tribunale a Locri; Stazione ferroviaria a Bovalino,
km. 82.
Scuola media.
Gli abitanti son detti platiesi.
BIBL.: G. M.
Alfanomo, ed. 1798, p. 108;_BSCF, A. 1809, VIII, 162; U. Caldora, Calabria napoleonica, 428; G. CINGARI, Giacobini ecc., 318; L. Izzo, 331; N.
Leoni, I, 105; J. MAzzoleni, Fonti ecc.,
431; A. OPPEDISANO, Cronistoria ecc.,
277 a 279, 390 a 393, 595; F. SACCO, III, 102.
Home is where I want to be, Talking
Heads
NB
Le fotocopie in alto col relativo testo le ho trovate tra i
documenti in possesso allo zio Ernesto, il giovane e sono tratte da: Gustavo Valente, DIZIONARIO DEI LUOGHI DELLA CALABRIA, Ed. Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, 1973
lunedì 14 dicembre 2015
Addio alle armi (reg. Frank Borzage 1932)
Ill.mi Signori Componenti la Commissione
di Esoneri Militari
Catanzaro
Oliva Saverio fu
rimasto solo con una sorella anch’essa di età avanzata, tardo negli anni
e con una proprietà rustica rilevante da coltivare e da amministrare ha bisogno
dell’opera assidua e diligente di un direttore tecnico ed amministrativo della
sua azienda agricola a conduzione familiare ai sensi della circolare N. 400
dell’Ill.mo Sig. Prefetto e 552 dell’Eccellentissimo Ministero della Guerra.
Per tanto si onora chiedere alle
S. V. Ill. me la esone razione
temporanea del militare Gliozzi Luigi di Francesco classe 1880. 3° fanteria 2° Compagnia Messina, che da molto
tempo, anche prima della guerra era occupato in tale qualità presso l’azienda
del richiedente
Platì 14 Luglio 1918
Il
Richiedente
Descrizione della proprietà
1° Fondo denominato Carcarella di natura uliveto, gelsi, cotogneto
ceduo con altri fruttiferi, con terreno aratorio ed irriguo, sito in agro di
Platì, catastato all’art: dell’estensione
di ettari 21 confinante con i beni del cav. Michelino Oliva, erede Francesco
Oliva, erede Luigi Oliva, ed altri, con case coloniche.
2° Fondo denominato Filese, in agro di Platì con ulivi, gelsi serici,
agrumi con terreno aratorio ed irriguo dell’estensione di ett: 10, catastato
all’art: confinante con i beni del
cav. Michelino Oliva, eredi Luigi Oliva, eredi Mittiga Antonio e strada
vicinale con due case coloniche.
3° Altro Fondo Filese in quel di Platì con olivi, gelsi, agrumi
dell’estensione di ett. 5 confinante con Furori Giosofattino, Morabito Rosario
e Riganò Giuseppe, con casa colonica art. cat.
4° Fondo Crocifisso o Sfales, territorio di Platì, olivi ed altri
fruttiferi esteso ett. 5 confina con Oliva cav Michelinio, Furore Giosofatto,
Cimitero di Platì e strada nazionale Platì S. Cristina.
5° Fondo Tagliola in quel di Platì catast. Art: terreno aratorio ett. 24 confinante
Catanzariti Pasquale e Comune di Platì con ovile e case coloniche.
6° Fondo Giambutto, territorio di Platì aratorio esteso ett 4
confinante con Grillo Rocco e beni di Platì.
7° Fondo Barroza territorio di platì con olivi ed altri fruttiferi ed
aratorio esteso ett. 6 confinante con Oliva cav Michelinio, Furori
Giosofattino, Oliva Giovanni Andrea e strada in cat. Art.
8° Fondo Cardone in territorio di Platì, gelsi serici, quercie, agrumi
terreno aratorio irriguo esteso ettari 6 confina con Gliozzi Ernesto, Zappia
Rosario Oliva cav Michelinio, strada Platì S. Cristina, con casa colonica e
bovile, in catast. Art: comprende anche
oleificio.
Alle suddette proprietà vi è la
… di animali bovini 4 ed ovini 100
Il Proprietario
Visto per conferma
Platì 1918
Il Comm.Prefettizio
Nota: vi ricordo che Oliva Saverio (nella foto) a quel tempo era il parroco di Platì
domenica 13 dicembre 2015
Fiore selvaggio (reg. Allan Dwan - 1947)
La Ginestra Perre Letizia e Trimboli Giuseppina Classe I B
Le
belle macchie gialle che caratterizzano il nostro paesaggio, indicano la
diffusione della ginestra nel territorio. La ginestra è una pianta delle
Leguminose Papilionacee, appartenenti a generi diversi. La più nota è la
ginestra comune o ginestra odorosa con rami verdi giunchiformi, contenenti
fibre che possono essere separate in fiocchi e usate come materia tessile,
foglie semplici e scarse, fiori profumati in racemi con corolla grande giallo-dorata.
La lavorazione di questa pianta, un tempo, qui a Platì impegnava le donne nella
realizzazione di manufatti tessili. La ginestra veniva raccolta specialmente
lungo i fiumi e i sentieri, quindi immersa nell’acqua per un lungo periodo,
circa due settimane. Tolta dall’acqua era messa sulla sabbia per rendere più
facile la pulitura e, quindi, pestata con una mazzetta di legno su di una
grande pietra, dopodiché veniva rimessa nell’acqua per una ulteriore pulitur.
Seguivano, poi, l’asciugatura, la battitura, la carninatura e la cardatura. Il
filato ottenuto lavorando con il fuso e la conocchia veniva tessuto al telaio.
Il filato più fine detto “ colami “ era utilizzato per la biancheria migliore
mentre quello più grezzo per coperte tappeti ed altro.
Tratto da Il Giornalino
numero unico degli alunni della SC MD ST “ D.PERRI “ Platì Cirella a. s. 1997/98
giovedì 10 dicembre 2015
Il caro estinto (reg. Tony Richardson - 1965)
avevo già pubblicato questo appello ai platioti in America
Per
la Confraternita del SS. mo Rosario
Mittiga
Antonio, -- Priore
Virgara
Rosario
Caruso Francesco
Stancato
Gaetano -- Cassiere
Oggi è la volta dell'estremo saluto al Priore Antonio Mittiga.
Aggiungo che questi elogi funebri, al di là del valore letterario, servono dopo tanti anni a far luce su fatti e persone del tempo andato di cui si è persa ogni traccia e la relativa memoria, così scopriamo che Antonio Mittiga fu anch'egli nelle lotte per l'indipendenza italiana, come il padre dello zio Ernesto e del nonno Luigi.
Platì,
settembre 1902
Al
PLATIESI EMIGRATI IN AMERICA
Merce L’iniziativa ed i
sacrifizi di questa Confraternita, è sorta sulle rovine della chiesa di S.
Pasquale una nuova cappella dedicata alla Vergine del SS. mo Rosario, la quale
e stata già aperta al culto, con grande soddisfazione della popolazione, che accorre
numerosa alle funzioni che quotidianamente vi si celebrano.
Ma, dati gli scarsi mezzi di cui si potuto disporre, il nuovo edifizio
non è ancora giunto a compimento, anzi manca di talune cose assolutamente
indispensabili, come le campane.
Per provvedere pertanto a siffatte necessità, questa
Confraternita, conoscendo i sentimenti
pietà e di devozione onde sono animati i compaesani che si trovano al di
là dell'oceano, fa appello alla loro generosità, mai venuta meno, perche col
loro obolo concorrano ad un’opera destinata a maggiore gloria di Maria
Santissima. Accogliendo benevolmente questo invito, i detti emigrati attireranno
sul loro capo le benedizioni del cielo, e la gratitudine di tutto il Paese.
Oggi è la volta dell'estremo saluto al Priore Antonio Mittiga.
Aggiungo che questi elogi funebri, al di là del valore letterario, servono dopo tanti anni a far luce su fatti e persone del tempo andato di cui si è persa ogni traccia e la relativa memoria, così scopriamo che Antonio Mittiga fu anch'egli nelle lotte per l'indipendenza italiana, come il padre dello zio Ernesto e del nonno Luigi.
Fratelli
Ieri
- esuberante di vita ancora - il nostro amato Priore era con noi nella Chiesa
sorridente e buono - al suo posto!
Oggi
questa mite e dolce figura di religioso è scomparsa!
Noi
lo vedemmo chinar la fronte d’un tratto, noi lo vedemmo, rassegnato, seguire il
funebre corteo della morte e scomparire, travolto nel torrente precipitoso del
tempo. Egli fu!
Mentre
d’intorno palpita la vita; mentre maggio odoroso si annunzia con la pompa dei
suoi profumi e dei fiori ... Egli stecchito ormai, giace nella bara, immobile
... più pallido dei ceri che gli fumano d’intorno - bianco come il camice che
gli copriva l’anima sua bella. E’ morto dunque!
Stringiamoci
a lui d’intorno in religioso silenzio, presentiamo le armi al nostro compagno
caduto e Pace! diciamo tutti Pace! Pace! nel Signore.
Ma
io sento che questo saluto estremo ci penetra il cuore come una punta d’acciaio
... ci strazia l’anima. Perché? io penso che le figure, come quella di Antonio
Mittiga, si vanno più restringendo, perché io so che la società ha perduto un
uomo giusto, e voi, o fratelli, avete perduto il capo della vostra corporazione
religiosa ... quell’uomo integerrimo, solamente adatto per reggere i destini
della fratellanza. E se vi aggiungo che ho perduto un amico ... date ragione
alle lacrime che io soffoco dentro di me ... memore che anche il Maestro pianse
sulla tomba del suo morto amico, pianse.
E’
il pianto sincero che sale dal profondo dell’anima, pianto non materiato
d’interesse o di bugiardo fariseismo per piacere ai vivi ... ma il sangue
dell’anima che si dibatte sotto il torchio del dolore, è la voce della
coscienza che sale, sale come un lamento e si sprigiona dagli occhi. -
Piangete.
Non
ho bisogno, per spremere le vostre lacrime, di andare cercando con lenti
d’ingrandimento le qualità dell’estinto. Non ho bisogno neppure di minacciare i
servi ad accompagnare il cadavere ... Egli servi non aveva, amici, molti.
La
manifestazione vostra mi fa pensare come il popolo di Platì non è un popolo di
vassalli o di schiavi ... mi fa pensare che non tutto è perduto ancora ... e
che soprattutto e da per tutto si rispetta ancora la virtù. Antonio Mittiga era
un virtuoso. virtù significa fortezza. Egli fu forte di carattere e nei suoi
principi si mantenne costantemente fermo, nel gran naufragio delle coscienze.
Fu forte nell’amore e consacrò tutto il suo affetto alle sorelle, senza
quell’egoismo individuale che rende gelida ed affievolisce ogni cosa.
Fu
forte anche per la patria e mise il petto alle palle - come pure il mio povero
genitore - nelle gloriose campagne per l’indipendenza. Ma la sua fortezza
risplende meglio in un affetto che non è terreno ... Egli disinteressato e
generoso sempre con la Chiesa, consacrò a Lei le maggiori attenzioni in vita ed
anche in morte. E se la chiesa del Rosario oggi non ha da invidiare nulla alle
altre chiese più ricche, ciò si deve non solo alla munificenza del Priore, ma
anche al suo zelo operoso, al suo nobile apostolato, alla sua calma, assidua ed
amorosa assistenza. Fu uno di quegli uomini ispirati o suscitati dalla
Provvidenza per essere sostegno della fede ... nella baraonda ributtante e
rincresciosa dei tempi che corrono. Non ho bisogno, quindi, d’occhiali per
leggere le virtù dell’estinto. E se vi aggiungessi, che io stesso rimasi
meravigliato per una morte così serena ... se vi dicessi le parole che egli
stesso rispondeva alle mie lusinghiere espressioni d’incoraggiamento ... voi
dovete conchiudere così muoiono i giusti.
“
Preziosa al cospetto dell’Altissimo, la morte dei suoi giusti “
Dissi
morto e mi correggo. E’ morto colui che giace nel peccato. Si sveglia,
di là della tomba, il giusto.
Oltre
la morte, vive qualche cosa che non è certo la sordida materia, vive alcunché
d’incorruttibile, di spirituale, immortale ... vive l’Anima.
Se
è così ( e chi di voi osa dubitare, o fratelli? ) se così è, io credo che
l’anima di Antonio Mittiga è presente ci aleggia d’intorno, come la farfalla
intorno ai fiori del prato.
Io
dico che egli è qui, sceso forse dalle interminabili regioni dell’aria, venuto
da lontani orizzonti, d’ove s’era spinto in cerca del suo Amore, per sentirsi
ripetere le dolci parole di Pace! Pace! nel Signore. Dico che è venuto per
dirci che ha ricevuto il premio delle sue virtù, del suo dovere compiuto, del
suo sacrifizio. Ci aleggia d’intorno e ci sussurra che non tutto è morto, che
gran parte di lui è rimasta in messo a noi, e che egli vive nei ricordi e nella
vasta eredità di affetti che ci ha lasciati, d’una vita affatto incorruttibile,
spirituale, immortale.
Santa
è la preghiera, o fratelli, santa è la tomba e la religione dei sepolcri è
santa.
Noi
oggi stretti alla tomba del defunto Priore, dopo aver giurato di essere
continuatori della sua opera, col pensiero, con l’anima, col sentimento ci
spaziamo per le vaste interminabili regioni dell’Infinito. E mentre preghiamo
che sia lieve la terra che lo ricopre, ci eleviamo sulle ali della fede, come
festanti allodole dinanzi al trono di Dio, gli domandiamo la pace, la luce per
l’estinto con queste parole dicendo “ Per il suo dovere compiuto, per il suo
nobile cuore, per le sue grandi virtù, Signore, pietoso, Perdona “.
Addio,
dunque, o amico, ti seguiremo tutti nella tomba, pochi sulla via della virtù!
Saremo domani, quello che tu sei oggi, intanto prega, prega per la fratellanza
a cui consacrasti la vita. Essa ti segue piangente, dolorante, Addio.
Sac. Ernesto Gliozzi sen.
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Ernesto Gliozzi Sen,
Once upon a time in Platì
mercoledì 9 dicembre 2015
Monsignore (reg. Frank Perry - 1982)
Ai Molto R.di Parroci e Procuratori
del Santuario di Polsi
Il giorno 5 del prossimo venturo febbraio m'imbarcherò per
un viaggio in America col beneplacito di Sua Santità e del Governo d'Italia
per visitare tutti i nostri connazionali residenti in quelle regioni.
La mia visita ha lo scopo di portare conforto religioso e
morale a tutti i nostri correligionari, ed anche quella di raccogliere le
spontanee offerte per costruire la Strada e per fondare un Sanatorio per tutti
i figli degli emigrati che avessero bisogno di cure.
Vi prego perciò di avvisare tutte le famiglie che hanno
parenti negli Stati Uniti d'America che io sarò colà verso la metà di febbraio e
possono venire a trovarmi o scrivermi al seguente indirizzo:
Abbate GIOSAFATTO MITTIGA
Banca Nazionale del Reduce
327 Broadway
New-YorK
Con sommo compiacimento, poi, pregovi voler
partecipare a tutti i vostri dipendenti ed amici che oltre della benedizione
apostolica, il Santo Padre mi ha autorizzato d’impartire il sacramento della
Cresima a tutti i fanciulli Calabro Siculi colà residenti.
Pertanto alla vostra volta rendetelo di pubblica
ragione e con ciò farete cosa grata non solo a me facilitando la mia delicata
missione; ma quanto vi renderete benemerito dinnanzi al mondo ed alla storia
perché la voce della Patria è la più nobile espressione del vivere religioso e civile.
Compiacetevi riferire alle famiglie degli emigrati che
io mi metto a loro disposizione e qualora avessero bisogno di cosa alcuna io mi
reputerò lieto di essere il latore di ogni messaggio pronto ad ogni sacrificio
pel bene spirituale dei figli della Calabria e Sicilia.
In attesa di vostra gentile assicurazione vi prego di
gradire le espressioni della mia considerazione.
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Once upon a time in Platì
giovedì 3 dicembre 2015
Ricorda il mio nome
-Romeo Maria(21.11.1936/91-125)di Rocco jelaseju e Sergi
Teresa di Domenico careja.
-Perre Ada Maria(21.11.1936/91-126)di Giuseppe Antonio
santallinu e Miceli Rosa di Francesco.
-Mittiga Rosario Maria(21.11.1936/91-127)di Giuseppe Prestìa
e Perre Elisabetta di Pasquale santallinu.
-TrimboliDomenico(22.11.1936/92-128)di Giuseppe vajaneja e
Perre Elisabetta di Antonio ciucia
-Musitano Bruno(22.11.1936/92-129) di Francesco fascista e
Mezzatesta Caterina di Giuseppe.
-Musolino Domenico(23.11.1936/92-130)di Gius.parlaparla e
Romeo Maria di Domenico ielasello (ielaseju)
-Ielasi Maria(3.12.1936/93-131)di Antonio picciriju e Cutrì
Caterina di Dom.
-Barbaro Antonio(6.12.1936/93-132)di Dom zumpanu e Ielasi
Cater.di Pasq.
-Morabito Giuseppa(26.11.1936/94-135)di Giuseppe mastrodatta
e Calabria Maria di Antonio piscilongu.
-Miceli Giuseppa(13.12.1936/95-137)di Giuseppe sordateju e
Trimboli Francesca di Francesco.
-Zappia Francesca(20.11.1936/95-138)di Sav. cicòra e Carbone
Anna di Fr.
-Musolino Francesca(6.1.1937/97-6)di Ant. parlaparla e
Barbaro Anna di Giu
-Trimboli Domenico(6.1.1937/97-7)di Domenico vajana e Ielasi
Dom. di Gius-
-Barbaro Anna(6.1.1937/99-11)di Antonio micciunarda e
Barbaro Cat.di Sav.
-Catanzariti Maria Fr.Luc.(6.1.1937/99-13)di N e
Catanz.Rach.di Dom.lìmina.
-Carbone Caterina(6.1.937/100-14)-Dom.lasceri e Portolesi
Francesca Teresa nicchiaricu.
-Perre Francesco(4.1.937/100-15)-Gaet.Gius.ràsula e
Portol.Marian.di Fr.
-Marando Gius.Ant.(10.1.937/100-16)-Natale pistola e Carbone
Cat.di Rocco.
-Romeo Giuseppe(16.1.937/101-17)-Gius.Ant. barisi-Giordano
Mar.di Gius.
-Catanzariti Caterina(16.1.937/101-19)-Pasq.mussubeju e
Trimb.Dom.di D.
-Garreffa Francesca(17.1.937/102-20)di Gius. e Catanz. Fr.di
Sav.mussubeju
-Pangallo Domenico(24.1.1937/102-21)-Vinc.jemiju e Taliano
Elis.di Pasq.
-Romeo Maria(1.2.937/102-22)-Br.Arc.mburcanu-Barb.Seraf.di
Giuseppe zumpanu
-Trimboli Maria(20.2.937/104-27)-Dom.Ant.foca e Barbaro
Filomena di Pasq.
-Sergi
Giuseppe(21.2.937/104-28)-Gius,Pasq.tirìji-Trimb.Nic.na di Fr.furnaru
-Carbone
Francesco(25.2.937/105-29)-Ant.prunarisi-Trimb.Dom.ca di Gius.
-Zappia Caterina(28.2.937/106-32)Dom.cirejotu e Virgara
Dom.ca di Gius.
mercoledì 2 dicembre 2015
La città dolente
Se, come sembra, queste baracche improvvisate dovranno essere abitate sine die, potremo aspettarci un interessante fenomeno, e cioè il ritorno al tipo d'uomo
corrispondente. La mancanza dei più comuni strumenti della civiltà, come la biancheria, i mastelli per lavare e
gli utensili da cucina, lo ridurrà alla condizione del selvaggio, che considera
queste cose con indifferenza o semplice curiosità, e dimenticherà di averle mai usate. E la vita in queste baracche, dove esseri umani sono
ammassati come bestie (si potrebbe quasi dire «costretti» come pezzi di un mosaico) non può che risultare
nociva allo sviluppo dei bambini. Sembra che i calabresi si siano distinti per la loro inumana ferocia:
Reggio cadde in mano a una legione di demoni, calati a valle durante la settimana di caos. «Strappavano
anelli e spille dai cadaveri» mi disse un giovane funzionario. «Strangolavano i
feriti e i moribondi per spogliarli più comodamente. Qui e a Messina, i corpi
mutilati furono innumerevoli, ma i calabresi costituirono il flagello peggiore.
››
Vampiri, figli della Notte e del
Caos.
Anche Dolomieu, parlando della dépravation incroyable des mceurs che
seguì al terremoto del 1783 riferisce il caso di un uomo di Polistena che rimase sotto le macerie
della sua casa, con le gambe che sporgevano dalle rovine. Il suo servo accorse,
gli tolse le fibbie d'argento dalle scarpe e fuggi, senza tentare di liberarlo.
Del resto, abbiamo visto cose del genere più recentemente, a San Francisco.
«Dopo avere spogliato i cadaveri, saccheggiarono le case. Cinquemila
letti, signore, cinquemila letti furono portati da Reggio sulle montagne ! ›› «Cinquemila letti! Per Dio!
Sembra un numero considerevole. ›› Un giovanetto, uno dei sopravvissuti, mi si appiccicò col pretesto di
farmi da guida fra le rovine di Reggio. Aveva lo sguardo caratteristico degli scampati, una espressione
intontita e confusa, e parlava con singolare calma e ponderazione.Conoscendo il paese, mi trovai ben presto a
volgere i passi verso il cimitero per godere la meravigliosa vista da quell'altura battuta dal vento ed anche per
respirare più liberamente dopo la polvere e la desolazione della città bassa. Il cimitero stesso si trova
nell’identico stato di quello di Messina, un tempo orgoglio dei suoi cittadini: il folle scherzo della natura non ha
rispettato il sonno dei morti e ha con-
torto i solenni monumenti delle tombe in forme ripulsive e irriverenti.
Capricci della pietra e del ferro - come narrare tutti i casi dei
miracolosamente scampati? Valga per tutti quello della mia giovane guida.
Svegliato nella notte dalla prima scossa, vide alla fioca luce della lampada che
arde in tutte le camere che, nel muro accanto al letto, si era aperta una grossa
spaccatura. Vi si precipitò per fuggire, ma il muro si richiuse, attanagliandogli
il braccio. Gli parve che passassero ore; il dolore era intollerabile. Poi la
gentile spaccatura si aprì di nuovo in un lento sbadiglio, permettendogli di
saltare nel giardino sottostante. Aveva appena messo piede a terra che le stanze
interne della casa crollarono: allora si rifugiò sulle colline umide e tetre e
vi rimase per quattro giorni insieme a migliaia di altri scampati.
Gli chiesi che cosa avesse trovato da mangiare.
«Erba, signore. Tutti non mangiavamo che erba. Non potevamo toccare nulla:
una sola arancia e ci avrebbero linciati.››
Norman Douglas, Old Calabria
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