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giovedì 15 maggio 2014

Piccoli calabresi sul Lago Maggiore… Nuovi ospiti della Colonia di Suna (reg. Ermanno Olmi - 1953)



Come è accaduto più volte, in contemporanea con Nuovo Cinema Loreto di Platì, voglio proporre questo bel documentario di Ermanno Olmi.
Ho ricordato già l’alluvione del 1951, che colpì come un colpo di frusta il nostro paese, lasciando nello spavento e nella costernazione molti altri centri del reggino.
Chissà se tra i piccoli partecipanti alla colonia promossa dalla Edison e protagonisti dell’opera di Olmi vi furono dei platioti.
L’accostamento che faccio e che mi viene naturale è con alcune fotografie della stessa epoca che ritraggono i bambini frequentanti il ben più povero asilo di Platì, se non altro per via dei vestitini, anche se quelli messi a disposizione dalla Edison e fatti indossare nel documentario erano di più elevato disegno e manifattura.
A questo punto se volete saperne di più cliccate sul Cinema Loreto, Mimmo Addabbo farà girare la pellicola solo per voi.



domenica 11 maggio 2014

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra? Pt. 5


Platì 28 gennaio 1917

       Mio adorato Luigi,
       Rispondo con piacere e mi consolo nel sentire che stai bene di saluti e così ti assicuro di noi tutti.
       Luigi carissimo tu mi dici di non trascurare il necessario della famiglia, io farò cuanto posso e mi pare che stiamo beni, che vuoi caro Luigi che si fa cuella vita che ffacciavamo allora quando cera la tua presenza questo no caro mio non si puo.
       Mio Luigi la tua assenza è uno strazio al mio cuori mi pari che io non posso resisteri lontano di te non so come fare per distrarmi un po il pensiero   il mio pensiero è sempre vicino a te cuando vado alletto piango e dico sto bella accovacciata e il mio caro Luigi dormi petterra e cuesto pensiero non mi lascia chiuderi gli occhi e se le palpebre si chiudeno mal che poco mi sogno che sei venuto e mi pare disgridari i ragazzi di lasciarti riposare un poco   cuando mangio, cuando bevo ed altre cose sempre il pensiero è vicino a te insomma io non penso altro che a te, e piango
       Mio dolci Luigi tichiedo perdono di cuanti mancanzi ti o ffatto di cuanti volti o parlato con disprezzo perché tu non lo meritavi era io cattiva e ti prometto e te lo giuro innanzi a Dio che se io campo di vederti in casa non parlerò più.
       Ernestino non allatta più l’o già stagliato  Ciccillo è contantissimo per la lettera ricevuta da papà Rosina piangi perche non si ai scritto pure adessa
       Ti vorrei dirti tanti cosi ma non mi dilungo più
       Ti saluta Micheli, Iolanda, mia madre e mio padre, ti saluta tua sorella e il suo sposo, ti saluta lo zio do Peppi e la zia Nunziata ti saluta la zia Betta   Cata la zozza  e i suoi figli
        I nostri Bambini ti baciano ti aspettano e se è possibili ti chiedono la S: B: ed io abbracciandoti e baciandoti con tutto il cuori sono per tutta la vita la tua sposa che tanto desidera di vederti per cualche giorno.
                                                                                              Mi dico la tua
                                                                                                               Bettina

Caro Luigi scusa i sbagli perché tu lo sai che io non sono adattata
Non fari conto a tuo fratello di cuesti che io ti o detti perché tu non puoi esporsi il mio bene verso di te


Consentitemi di affermare che questa lettera rappresenta uno dei momenti più ispirati per il lavoro che vorrei svolgere. Le parole della nonna Lisa parlano da sole e vorrei avere accanto tutti quanti i suoi nipoti per esprimerle il ringraziamento che le si deve.

mercoledì 7 maggio 2014

Gli anni delle immagini perdute (reg. Adolfo Conti . 2012)





Nella seconda foto riconosco papa il primo seduto alla vostra destra che guarda in basso e alle sue spalle Ntoni Miceli, nella terza papà è il fotografo .
La quarta foto mi è stata regalata come sempre da Francesco di Raimondo ed appartiene all'archivio della signora Giuseppina Fera, mio fratello Gianni è al centro in primo piano e la nostra casa sullo sfondo.
Platì è lo fondo di tutte.

lunedì 5 maggio 2014

La Lega (reg. Sam Newfield - 1943)



Viva la Lega contro
La bestemmia!

                                                                         Caro Don Abbondio,

Mi figuro che voi dobbiate andare malamente a cavallo; come, del resto, anche la felice memoria del vostro omonimissimo del Manzoni.   Ricordate la scena, quando si preparava  il viaggio verso il castello dell'Innominato? Che se così non fosse, avreste  potuto fare una capatina, ieri, su queste  montagne di Platì, ed assistere ad una  scena di indimenticabile entusiasmo, in  cui si e cantato anche l'inno splendido  di M. Artusio. In occasione della festa del Rosario, celebrata con grande solennità, in cui intervenne, Oratore esimio, il Vicario Furfaro; i Luigini si vollero affermare, dando prova del loro valore,   e cantarono, accompagnati dalla musica di Oppido, canzoncine magnifiche in  onore della Vergine i fra le quali, anche  l’inno,di cui parlate nel passato numero  dell'Amico.
Ed è necessario che io vi dica che la  Santa Lega Eucaristica contro  la bestemmia è da tre anni che fiorisce nella congregazione del Rosario. Congregazione che  incorpora anche la bellissima istituzione  dei Luigini un centinaio di ragazzi ben  disciplinati, che han dato il loro nome  alla Lega. E si ripete la bellissima funzione ogni giovedì, con grande bene per  le anime, tanto la chiesa è sempre stipata di gente che vengono, anche un pochino, a godere lo spettacolo dei loro  figliuoli che cantano con tanto entusiasmo  ed amore. 
Venite dunque a vedere. E se all’imperizia dell'equitare voi aggiungete quella  scarsezza di coraggio del vostro augusto  antenato,vi farò scortare da un platone  di svelti Luigini, magari col loro celeste  stendardino  ed in grande tenuta.
   In questa speranza vi ossequio con perpetua stima. 
                                                                    Platì. 19 - 10 -- 1914
                                                                                              Dev.mo 
                                                                                          Don Ferrante       
AMICO DEI PICCOLI GIORNALINO SETTIMANALE DEI FANCIULLI ANNO II N. 42 ROCCELLA IONICA 25 OTTOBRE 1914
Don Ferrante sta per Sac. Ernesto Gliozzi Sen. 

lunedì 28 aprile 2014

Il vento non sa leggere (reg. Ralph Thomas - 1958)






E poi, ci sono due maniere di leggere, e non sarebbe male dirlo alle persone che si credono istruite assai. Quelli che hanno molto tempo per sé e molti libri, ne ingoiano quanti possono e si mettono ogni 
sorta di cose nella testa, tanto che il buon Dio non vi distingue più niente. Quelli che non hanno tempo e 
libri, sono felici quando cadono sul pezzo buono: lo ricominciano cento volte senza staccarsi e, ogni volta, 
qualche cosa che non avevano ben notato fa venir loro un'idea nuova. In fondo, è sempre la medesima idea, 
ma è così rivoltata, così ben gustata e digerita, che la mente che la conserva è meglio nutrita e in miglior 
salute essa sola, che mille cervelli riempiti di vento e di bagattelle. Ciò che vi dico qui, figliuoli miei, l'ho 
appreso dal signor parroco, che se ne intende. 

Geoge Sand, op. cit

domenica 27 aprile 2014

Acqua alla gola (reg. Michael Anderson - 1957



COMUNE DI PLATI
(Provincia di Reggio Calabria)
Il Podestà
Considerato che nessuno degli esercizi di vendita di vino o caffè e degli altri alberghi esistenti in questo paese è provvisto di fontanina interna di acqua potabile,
Considerato che una tale mancanza pregiudica seriamente quella che è l’igiene pubblica nonché la campagna contro la diffusione delle malattie infettive, e ciò pel fatto che gli oggetti necessari al proprio esercizio non possono venire sufficientemente puliti con acqua a getto continuo come il caso vuole e si richiede sempre per ragioni igienico-sanitarie;

O R D I N A

Tutti gli alberghi, gli esercizi con vendita di vino e liquori e i caffè siti in questo centro abitato debbono essere forniti di apposita fontanina interna con relativa vaschetta di raccolta e di rifiuto dell’acqua.
A tutto ciò bisogna sia provveduto entro trenta giorni dalla notifica della presente ordinanza, con diffida che, non ottemperandovi, l’esercizio verrà chiuso sino a che non sarà provveduto a quanto disposto con la presente ordinanza.
Platì, li 17 luglio 1937 XV°
Il Podestà F. Perone

Copia della presente ordinanza è stata da me notificata a Gliozzi Luigi fu Francesco esercente un esercizio di bettola
Perché ne avesse legale conoscenza, rilasciandone copia in mano di lui medesimo
Platì, li 17 luglio 1937 XV°
La Guardia Municipale
D Grillo

_________________________


C O M U N E   D I   P L A T I’
Provincia di Reggio Calabria
li, 25 maggio  1944

Al Sig. Gliozzi Luigi fu Francesco    P l a t ì

Ricordo a S.V. quanto segue:
Regolamento per il servizio di connessione dell’acqua potabile nel Comune di Platì deliberato dal Podestà Sig. Zappia Ferdinando il 9 luglio 1941 – approvato dalla G. P.A. con ordinanza 15/9/1941
ART.  22

Qualora entro cinque giorni dalle scadenze quadrimestrali sopra cennate, il concessionario non abbia versato alla cassa comunale le rate del canone il Podestà è in diritto di ordinare senza alcun preavviso, la sospensione della connessione dell’acqua. Perdurando la morosità per altri 15 giorni, la concessione sarà revocata ordinandosi il taglio della conduttura, con la chiusura del foro di presa sul tubo stradale, o su quello di proprietà privata. Le operazioni suddette dovranno praticarsi dagli utenti, a loro spese entro 24 ore dall’ordinanza Podestarile, in caso di inadempienza si provvederà d’ufficio salvo il rimborso delle spese da parte del concessionario inadempiente.

Si avverte V. V. che tale disposizione sarà, occorrendo rigorosamente applicata.

Il Sindaco
(Avv.  R.  Fera)
Fera


mercoledì 23 aprile 2014

martedì 22 aprile 2014

Il rettore (reg. Don Sharp - 1972)



Dott. GIUSEPPE MITTIGA
           Medico Chirurgo
                   PLATI'
               (Reggio Cal.)


29/9/31           
Carissimo D. Ernesto
ieri sera, appena ricevuta la vostra lettera, Ciccillo è venuto da me e vi assicuro che faceva pena a vederlo, dava in ismanie e faceva come un pazzo, protestando che era vittima della persecuzione ingiustificata del Rettore.
L'ho calmato e l'ho interrogato minutamente sulla sua condotta e sulle sue intenzioni: mi ha assicurato che le sue intenzioni non le ha affatto cambiate e che nulla ha da rimproverarsi riguardo alla sua condotta. Mi son voluto informare anche da Ernesto, da solo a solo,; egli mi ha assicurato che Ciccillo ha serbato sempre buona condotta e che nello studio si porta meglio di tanti altri, tanto che tutti i professori, salvo il Rettore, sono contenti di lui. A quanto pare il Rettore è affetto da una particolare antipatia verso Ciccillo; ed infatti, se così non fosse, come si può, così a cuor leggiero, assumere la tremenda responsabilità di troncare la carriera di un giovane, con la meschina scusa che il giovane è “ indolente ”. Se anche fosse indolente, non sarebbe questa una causa che giustifichi il severo provvedimento adottato.
    Interrogate anche voi Ciccillo ed Ernesto e se Ciccillo non ha torto, occorre che il Vescovo sappia tutto e provveda.
    La miglior cosa sarebbe che Ciccillo entrasse in un altro seminario, onde non possa sottostare all'innata antipatia che gli dimostra il Rettore.
    A casa non abbiamo detto niente di quanto sopra.
Vi saluto caramente insieme
                                                            con Rosina
aff.mo vostro
Giuseppino

giovedì 17 aprile 2014

La memoria dell'altro (reg. Alberto Degli Abbati - 1913)




Appunti storici
Dal “ Memoria sui luoghi
antichi e moderni del Circondario ”
dell'Ar. Tedesco
da Caraffa
riportati dall'arcipr. Ernesto Gliozzi sen.

Il nostro Circodario formato dalle tre repubbliche greche di Naricia, Butrodo e Samo: Naricia sul Capo Zefiro-oggi Bruzzano e S. M. di Leocade; Samo, oggi Precacore, S. Agata Caraffa; Butrodo o Potamia, oggi S. Luca – Bianco – Casignana.
Calabria: Terra antiqua, potens armis atque ubere glebae. Euclide III vers.164
Esperia = terra occidentale
Enotria = ricca di vino
Ausonia = ubertosa
Conia = dai Coni ( o Chon o Chan) voci ebraiche ( Cananei? )dispersi da Giosué
Italia da Italo , o Vitulo = vitulia = giovenchi

 Naricia
Hic et Naryci; posuerunt moenia Locri (Locri Epizefiria)
Urbs antea erat prope Zephirium promontorium, postea autem traslatu fuit ad montem Esopio sed cum destucta fuit ex eius ruinis crevit Heracium. (Brudrant, Lexicon geog.)

Butroto
Butramo o Potamia, sul Buonamico, contrada Palazzi fondato l'anno del mondo 3951 dalla distruzione della quale anche Panduri.
La valle di Platì si formò dal disastro tellurico 1638
Il Butroto-Novito di Tito Livio è proprio il Buonamico.

Samo
Samii Samum urbem condiderunt (Barrio) de situ Cal contava sino a 80 mila abitanti ed aveva anche il suo naviglio. Diede i natali a Duri samio, storico. Ippone pitagorico, Melisso discepolo di Parmenide e chi sa se non pure di Pitagora.
Nella religione ebbe la nostra Samo il noto San Floro il quale si ritiròin un bosco contrada Faccioli in una grotta che ancora esiste, passando i giorni in vita contemplatva. Di lui parla l'Abb. Nicolai nell'inno a S. Veneranda
Cominciò la distruzione per opera dei cartaginesi e seguì per le incursioni dei saraceni. Fu allora che abbandonarono le pianure per salire e fondare Polecastro, vecchio castello, oggi Crepacore, munita di tre forti: Pizzo, Papaleo e Castello. Terza fondazione in S. Agata, in seguito al terremoto del 1349. Si ricorda la sprofondamento del monte in cui perirono il Duca e sette suoi figli. La dichessa scampataalla rovina sospirando diceva: Ah crepa-cuore!

S. Agata
Così volle il Duca che si chiamasse la colonia dei samii scampati dalla catastrofe e condotti ad occupare il suo giardino di Campolaco e sotto la tutela della santa la pose. Nacque il Barone Errico Franco.

Caraffa
Dal principe di Roccella Fabrizio Caraffa, il quale aveva dato il nome a Fabrizia. D. Fabio e D. Ottavio Sotira inimicatisi col Barone, passarono nei possedimenti delprincipe Carafa, indi Caraffa.
La chiesa delle Grazie dipende dalla famiglia Ceratti. La torre attuale si chiamava di Aragona dal re Ferdinando.

Bianco
Sopra il ciglione di un monte cretaceo, circondata da forti mura, aveva tre porte che comunicavano coi tre sobboghi di Catanotte, Zopardo e Pardesca, cioè a oriente, occidente e mezzogiorno. Nel 1622 fu fondato il convento dl crocifisso, opera questa di D. Giovanni Evangelista da Reggio, fu detto della vittoria per la vittoria riportata da Bianco sui turchi.
Si ricorda: il poeta, canonista Nicolò di Bianco della fam. Muscolo 1722 e D. Giuseppe Muscolo letterato.

S. Luca
Sorse tra la fine del IX al principio del X secolo dalla distruzione di Potamia ( la fluviale ) il 18 ottobre 1349 per allagamento del Bonamico e si disse San Luca dalla festa del giorno. Ebbe tre monasteri basiliani: S. Nicola di Butrano, del SS. Salvatore e di S. M(aria) di Polsi. Esiste una contrada detta Pirria – chi sa se prende il nome da Pirro.
L'attuale S. Luca è a 3 miglia in basso dalla distrutta Potamia. Nella vendita degli stati del conte Marulli, venne insieme a Bovalino, al duca di Bovalino Sigismondo Loffredo, indi passò al duca di Ardore e da questo a Clemente col titolo di Marchese sino al 1806. D. Alessandro Clementevende l'ex feudo a D. Francesco Stranges. Il monastero del Salvatore era nei giardini che ora sono dei Sigr. Stranges i quali l'avevano ereditato dalla famiglia Oliva di Monasterace e corrispondono il censo alla cappella Sistina. Celebre il medico rinomatissimo D. Francesco Stranges, morto il 18 aprile 1835.

Casignana
Dal disastro del 18 ottobre 1349 venne pure Casignana. Il nome Caseghiano (segmento della sua patria) indi Casignano, poi Casignana.
Ha tre chiese: S. Giovanni Battista, l'Annunziata e S. Rocco, quest'ultima destinata a Matrice sin dal 1852, quando in occasione della visita dell'Intendente, e a tal uopo, si sono raccolti in sottoscrizione 618 ducati. Altre chiesette rurali: S. Nicola. Santa Marina, S. Elia, S. Placido a Marino, S. Pietro, S. Antonio Abate, S. Lucia.
A qualche miglio distante, in contrada Favate, la sorgente di acque minerali, le quali, esaminate dai farmacisti D. Biagio e D. Giuseppe Ielasi, risulta contengono:
- acqua pura 20 once
- gas, aciso carbonico, tre volte il volume
- gas idrogeno solforato un quarto
- silice, argilla, muriato di calce
Utile in varie malattie
Onorano Casignana D. Pietro, zio e nipote Arciprete, il Padre Bonaventura e il nipote Dott. Giuseppe Nicita, il Teol. Papandrea, Vicario Capitolare della diocesi
 ed          io


mercoledì 16 aprile 2014

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra Pt.4


Platì 23 – 1 – 1917
Caro Luigi,
 Stasera ho ricevuto la tua lettera in due foglietti in cui mi dicevi tutto. Bravo! Così desidero e mi auguro che avrai tempo per scrivermi sempre in questa maniera. Ho ricevuto pure una lettera di Peppino che ti accludo e sono addolorato perché no ha potuto fare ciò che aveva promesso. Del resto, speriamo in Dio e Lui solo ci può dare aiuto e conforto in questi  tristissimi tempi. Cerca di essere buono e religioso, ché Dio converterà in gaudio la nostra tristezza. Quando tu stai bene, noi stiamo anche bene, ed il resto è nulla, perché con la salute e l’aiuto di Dio, tutto si aggiusterà. Rispondo ora alla tua lettera per assicurarti che farò quanto possibile per la licenza agricola, se siamo ancora a tempo. Per gli ulivi, il vivaio, il garzone, i maiali, ecc, penseremo noi e non ti impensierire per tanto. Parlerò pure con mastro Rosario per le porte e per le tavole, ma ti ricordo che quella casa serve per la notricata e c’è tempo. Per i colletti Bettina li aveva già consegnati a Peppino, il quale la sconsigliò a mandarli dicendo che ne avete migliori, di lana. Ella desidera inviarti un pacco con biscotti e così te li spediremo anche i colletti. Domenica abbiamo mandato il garzone a Benestare e col tuo amico Rosario Caminiti ti spedimmo un pacco di oggetti e una bottiglia di olio. Rispondimi quando li avrai ricevuto. Per la scortesia degli amici che non ti risposero, io non so nulla; non scrivere più. Dei richiamati del 74 e 75 alcuni furono dispensati perché padri di 4 figli – tali Demarco, Virgara Giuseppe, Timpani, Cianciana e gli altri furono mandati in attesa di richiamo. E sono il massaro dell’Arc: D Filippo Francesco du Marte ed altri che non conosco. All’Arcip. Nulla è capitato di nuovo e ti ossequia. Il grano dal Commissario l’abbiamo avuto, cioè otto tomoli già ed il resto con la prossima tornata. Ciccillo ti scrisse il suo biglietto. E la chiave della valigia?
Finisco perché è tardi, piove e Antonicello aspetta per imbucare la presente. Dimani ti dirò altro. Pensa a stare allegro e benedici i bambini. I quali con me, con Bettina, Serafina ed Antonio ti abbracciamo.
Ossequi da tutti.
Tuo aff.
    Ernesto