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lunedì 14 ottobre 2013

Corpoceleste pt.6


In morte dell’Arc: OLIVA

                      Su quel volto ridente palesava
La bontà del suo cuore, e non invano
L’afflitto i suoi dolori gli mostrava
E il poverello gli  stendea la mano

L’orfanello suo padre l’appellava,
Sua valida difesa l’artigiano,
La virtù con l’esempio praticava
E il vizio di ogni cor tenea lontano.


Non è morto … Egli vive in ogni cuore
        Educato alla scuola del Vangelo;
Vive e predica ancor virtude, amore


Ai suoi cari su cui veglia dal Cielo,
Da quel luogo di pace dove il Signore
Dei giusti premia quel lor santo Zelo.

Can: Felice Galluzzo

Il canonico Felice Galluzzo è anche qui:

martedì 8 ottobre 2013

Il conte nero (reg. Gilles Grangier - 1944)


Costituiti
Il Conte Filippo Oliva fu Cav: Filippo, gentiluomo e proprietario nato in Napoli ed in Platì domiciliato e residente, dall’una parte. E dall’altra
Il Sig. Luigi Gliozzi di Francesco, proprietario, nato e domiciliato in Platì.
Il medesimo costituito Sig Conte Filippo Oliva dichiara vendere, come in effetti col presente atto vende e liberamente aliena a favore dell’altro costituito Sig. Luigi Gliozzi, che vi accetta, a corpo e non a stima e sotto la più estesa garantia sia di dritti che di fatti tutto ed intiero un suo locale edificatorio sito nell’abitato di Platì, sulla via Molino e Capicanali, un tempo casa palaziata, oggi affatto diruta in seguito ai danni del terremoto del 1894, causa per cui, fin d’allora, venne stralciata dal ruolo fabbricati di Platì. Quale locale, o casa, distrutta, viene limitato nel suo tutto dalla detta via Molino e Capicanali, col fabbricato di Rosario Fera, per due lati, col fabbricato dello stesso acquirente Signor Luigi e Serafina Gliozzi, con Giovanna Mittiga e col Dottor fisico Filippo Zappia.
Franco e libero detto locale, un giorno palaziata, da qualsiasi peso, ipoteca, servitù e simili, e per tale esso Sig. Filippo Oliva lo vende al predetto Sig. Luigi Gliozzi pel prezzo bonario fra loro pattuito di Lire quattrocento. Quale somma esso Sig Conte Filippo Oliva si riceve dalle mani del Sig. Luigi Gliozzi e ne rilascia a favore dello stesso la finale quietanza immettendolo e riconfermandolo nel pacifico legale e materiale possesso del descritto venduto locale edificatorio a tutti i diritti annessi al medesimo, non escluso tutto il materiale che ivi si trova, e di ogni specie, che va egualmente venduto; senza alcuna riserva o condizione di sorte da parte di esso Sig Conte Filippo Oliva.


lunedì 7 ottobre 2013

Corpo celeste pt. 5



Dalla “ VITA“ di Caserta

Lutto di un collega

  Universale e sincero fu il compianto del popolo di Platì per la morte del suo amato rettore DON SAVERIO OLIVA avvenuta come quella del giusto la sera del giorno 7 dicembre u. s.
  No può dirsi a parole quanto bene facesse questo degnissimo Parroco nei suoi lunghi anni di esercizio pastorale e di quali specialissime doti e virtù fosse adorno, poiché quanto più lo abbiamo studiato, più amabile ci appar la sua vita, onde non possiamo compendiarla che con brevi parole.
  Come sacerdote fu irreprensibile, anzi lo specchio illibato di una vita santa, tutta spesa a vantaggio spirituale delle anime affidategli.
  Come Parroco fu il modello e l’esempio di tutti per saggezza, prudenza e virtù; e perciò veniva spesso consultato e ricercato da molti confratelli per consigli ed aiuti nelle più critiche circostanze. Ma se in Lui abbiamo riscontrate virtù e doti speciali, una poi ne risplende quale astro fulgidissimo, perché grande e inesauribile “La carità !”.
  Questo fu il palpito del suo cuore e il desiderio de l’anima sua.
  Solennissimo sarebbe riuscito il suo funerale, se non avesse espresso il desiderio di farlo modesto e secondo l’uso del paese; pur tuttavia, per le disposizioni del diletto nipote signor Giacomo Tassoni-Oliva, fu decoroso ed imponente.
  Inviamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia.


venerdì 4 ottobre 2013

Nightfall - Javi Garcia






Una narrazione vera, come il tempo e la marea, deve avere il proprio corso e non rispettare nessuno.
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla

I semi di questo fiore provengono da Sant'Agata del Bianco.



giovedì 3 ottobre 2013

La recluta (reg. Clint Eastwood - 1990)




Reggio Cal. 14/gen/941 XIX

Caro papà

Sono stato assegnato in una compagnia distrettuale e stasera alle 22.30 partirò per Bari passando da Locri – Ormai è tardi e non faccio nemmeno in tempo  a telegrafare a Locri per farmi attendere da Ernesto,
Ora che sono stato assegnato  distrettuale è inutile che la mamma si preoccupi, perché non trovo un posto sicuro ed anche se nei prossimi mesi dovrei essere mandato in Albania non correrei nessun pericolo.
Ad ogni modo prima che ciò possa succedere dovranno passare parecchi mesi; ed in parecchi mesi, se Dio vuole, saremo in pace.
Raccomando quindi alla mamma di stare tranquilla e di non preoccuparsi di niente.
 Vi abbraccio tutti con affetto e a voi e alla mamma chiedo la S. B.
                                                                         Vostro aff.mo figlio
                                                                             Peppe

Reggio Cal. 14 Gennaio 1941 = XIX =
   
     Carissimo compare,

Credo che abbiate di già ricevuto il telegramma di Peppino fattovi questa sera non appena passata la visita.
Per suo incarico, e data l’occasione del porgitore che viene direttamente a Platì, mi pregio comunicarvi l’esito del suo invio alle armi.
Egli è stato assegnato al Reparto Distrettuale di Argirocasrto ed avviato al deposito 48 Regg/to fanteria in Bari, per il periodo delle istruzioni.
Qui potranno passare alcuni mesi, dove senza dubbio, date le sue qualità e dato che a questo Deposito fu quasi il solo che eccelle un poco, perché gli altri sono di pochissima cultura, non gli mancherà con certezza un buon posto dove imboscarsi.
Da qui domani gli rimetterò per espresso un certificato rilasciatogli dal direttore della Banca, che farò vistare dal nostro comandante onde poter avere maggior valore e pregio.
Non vi è nulla da impressionarvi poi nel leggere che fu inviato ad Argirocastro, perché sebbene l’assegnazione è per quel Distretto terminate le istruzioni, se non è terminata la guerra, li manderanno al Distretto di Bari fino a che terminerà. Perciò come vedete, pur essendo venuto in un momento un poco critico perché era l’ultimo giorno e si dovevano coprire i posti vuoti, pur nondimeno per lui s’è trovato.
Certamente non credo che eravate più contento se doveva partire per l’VIII Settore di Copertura Guardia alla Frontiera di Fanteria della Piazzaforte di Tobruk dove era stato assegnato.
Dai miei Superiori poi, con i quali è stato tutto il tempo che fu al Distretto, lontano dalla massa, tanto che ebbe, soltanto lui il permesso di uscire,, fu consigliato molto bene come deve fare e come deve comportarsi.
Perciò mi auguro che adesso starà sempre bene, e potrete stare sicuri che non avrà nulla a pentirsene.
Invio i più cordiali saluti estensibili a tutti i vostri nonché a vostro cognato D. Michele, che ringrazio tanto di quanto si è di me interessato, credetemi vostro compare
                                                                                                       ( Virgara Giovanni)

mercoledì 2 ottobre 2013

Giorno di festa (reg. Jacques Tati - 1949)

La zia Amalia in costume Calabrese

in contemporanea con



Voglio immaginare un giorno di tanti anni fa a Platì con le immagini riportate sotto.
E’ un giorno di fiera che, come ancora si usa oggi nelle province dell’ex Regno delle Due Sicilie, precedono il dì della festa patronale. Si offre e si compra mercanzia di tutti i generi: animali d’allevamento come da cortile, utensili per il lavoro dei campi come della casa, e ancora prodotti della campagna e dolciumi accanto ad orchestrine, saltimbanco e cantastorie.
Non vado lontano confrontandole con le foto che pubblico.

lunedì 30 settembre 2013

Canto per te (reg Fritz Peter Buch - 1935)


Questo breve filmato, un pugno di secondi, mi è stato recapitato per mail da Francesco di Raimondo.
Per gentile concessione della signora Giulia Molluso, artefice della registrazione, ho il piacere di pubblicarlo in questo blog attraverso il “ Nostro Tubo “.
A catturare la mia attenzione non è stato solo il motivo  e la sua esecutrice, un’anziana signora refrattaria ad ogni tipo di fotografia, ma il tipo di ripresa eseguita, la particolare angolazione, per altro involontaria, che mi da motivo di una interpretazione, del filmato, del tutto diversa da quella voluta dalla signora dietro il mirino
Sarò breve. Oggetto del canto è il Cristo; invece a me piace assimilare il Salvatore con il paese, Platì,  visto dal Calvario, il verde su cui si adagia, con quella fiumara grigia, che vi scorre in fondo, nella vallata, sotto la Rocca.
In sostanza per dirla con Kenneth Clark, storico dell’arte, ma è solo, ripeto, una mia immagine, è la Mamma che canta il Paese, il Figlio.

venerdì 27 settembre 2013

Cugino cugina ( reg. Jean Charles Tacchella - 1975)






  Si certifica da me sottoscritto  Arciprete di questa Chiesa curata di Platì, sotto il Titolo di S. M. Lauretana, qualmente mi costa, che i futuri sposi Giuseppe Mittiga fu Giacomino e Maria Morabito, di anni 40, e Filomena Violi del fu Rocco e Maria Marando, di anni 30, ambedue nati e residenti in questo suddetto comune di Platì, sono tra loro consanguinei di 3°in 4° grado in linea trasversale, ed affini di 2° in 3° grado in linea collaterale, come da’ rispettivi alberi di loro parentela qui sotto descritti.
  Certifico inoltre che ambedui gli sposi futuri sono veri paesani privi affatto di beni di fortuna, incapaci sodisfare qualunque tassa e vivono col travaglio giornaliero delle loro braccia.
   Dippiù lo sposo vedovo è padre di 3 orfanelli di tenera età che anno preciso bisogno di educazione, che non può essere data loro dal Padre il quale è sempre fuori di casa perché addetto al lavoro da cui ritrae il sostentamento a se e a la sua famigliola, ne può ritrovarsi altra persona estranea ad eccezione della sposa in parola che possa impegnarsi alla loro educazione e ciò a L’affezione che nutre verso di loro a che figli della sua cugina consanguinea.
   Per tali motivi e pel preciso bisogno che ha lo sposo dell’opera della sposa, non a fine cattivo perché entrambi di buona morale, lo sposo coabita in casa della, e tratta familiarmente colla stessa, comunque senza fine cattivo, però questa coabitazione unita all’indigenza della, alla sua condizione di essere orfana di Padre, non conchiudendosi il matrimonio in parola, resterà certamente innulla non solo, ma esposta al gravissimo pericolo di corrompersi in questi tempi di generale demoralizzazione anche perché stretta in parentela colla maggior parte del paese di questo abbitato.
   Finalmente certifico, che la madre è non solo avanzata negli anni, ma malsana e desidera vedere situata questa sua figlia pria di morire.
   In fede che si rilascia il presente certificato da me sotto scritto e munito dal Suggello Parrocchiale

affinità
Domenico Ciampa
1° Giuseppe Ciampa      1° Caterina Ciampa
2° Caterina Ciampa       2° Maria Marando
defunta moglie            3° Filomena Violi
                                                                 dello sposo                         sposa

consanguineità
Michele Mittiga
1° Domenico Mittiga       1° Caterina Mittiga
2° Giacomo Mittiga         2° Rosario Marando
3° Giuseppe Mittiga        3° Maria Marando
sposo                           4° Filomena Violi
                                     sposa
 
Platì  20 7bre 1880
Filippo Arciprete Oliva