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venerdì 8 marzo 2013

La confessione (reg. Costantin-Costa Gravas - 1970)

Qui in paese quand’ero bambino c’era un Dio che abitava in chiesa negli spazi immensi sopra l’altar maggiore. Era vecchio ma molto in gamba (certo meno vecchio di San Giuseppe) e severissimo; era incredibilmente perspicace e per questo lo chiamavano onnisciente, e infatti sapeva tutto e, peggio, vedeva tutto.
Luigi Meneghello, Libera nos a malo, BUR

Ho scritto e parlato del catechismo e della prima comunione tralasciando l’evento ( così si dice oggi) intermedio che è la confessione, un passaggio obbligato per potersi accostare puri e cibarsi di e con Gesù.
La madre- maestra Armida era la suora che preparava i bambini alla confessione alcuni giorni prima. Era una preparazione inconsapevolmente, per lei, terroristica, tra fobie kafkiane e incubi alla Edgar Allan Poe. Il terrore dei mali compiuti si acuiva nei momenti prima di prendere sonno, dopo che la mamma mi aveva aiutato a dire le preghiere, quando spenta la luce e rimboccatemi le coperte mi abbandonava a me stesso.
Bisognava andare a ricostruire tutta la poca vita accumulata e ricercare qualcosa da riferire all’accipreviti Minniti che era, dietro i suoi baffetti alla Charlot, il braccio giustiziere di Dio.
Ovviamente ne usciva ben poca materia da accusare; solo manchevolezze verso i genitori, bugie infantili come furtarelli infantili (le cinquanta lire per andare al cinema).
Il fatto era che il terrore del peccato ed il conseguente ingresso negato in Paradiso ci veniva inculcato abbondantemente già al momento della nascita, per cui si chiedeva a Gesù la grazia di morire subito dopo aver preso la prima comunione e non aver più nessuna occasione di macchiarsi e finire nelle fiamme infernali, pungolati da perfidi diavoli dalla lunga coda.
Qui finisce il primo accostamento alla confessione che per fortuna avvenne con un ministro di Dio che non era lo zio Ciccillo. Il solo pensiero di dover riferire le mie colpe inginocchiato davanti a lui, mi rendeva indegno di corrergli tra le gambe avvolte dalla tonaca nera, essere preso per mano e portato iaffora ‘e ssalis.
Casualmente, e per mia scelta, l’ultimo accostamento alla confessione è stato con lo zio Ernesto, qualche anno prima di morire, quando ancora celebrava, già infermo, la messa in casa, davanti alla zia Amalia, la signora Rosina Agresta e me. Anche a lui non sapevo come sviscerare i miei torti. Egli invece, benevolmente, in un istante mi sollevò dall’imbarazzo assolvendomi e chiedendomi di recitare assieme il Pater noster in latino.
E’ stato il momento in cui mi sono sentito in comunione con lui, un condividere assieme la vita,aldilà della parentela, serbando un ulteriore e definitivo ricordo.

giovedì 7 marzo 2013

Wonderful remark - Van Morrison


"Scalpita la mula

Dorme il gallo
e continua la luna
oltre i canneti.
Una lanterna
già nel vicolo è accesa
scalpita la mula:
è l’alba calabrese
che ruba al contadino
anche il sonno.
Franco Costabile Sambiase, 27/08/1924-Roma, 14/04/1965    

       

mercoledì 6 marzo 2013

Quando c'è la salute (reg. Pierre Etaix - 1966)

Ciurrame, la produzione dei Pleorotus


Il fattore singolo più importante per creare una buona salute è il tipo giusto di cibo, e il fattore singolo più importante che provoca una cattiva salute è il tipo sbagliato di cibo.
Se la costituzione fisica e la salute di una nazione dipendono in ultima analisi dai prodotti freschi di una terra coltivata nel modo corretto, e se la cattiva agricoltura è uno dei fattori che creano una costituzione mediocre e cattiva salute, allora dobbiamo impegnarci senza indugio a migliorare la nostra agricoltura.
Albert Howard

venerdì 1 marzo 2013

Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno (reg. Luciano Salce - 1974)


Quando si è giovani i conti col tempo sono lontani dall’essere passati al vaglio dei fatti.
Il passare degli anni, o meglio, la fortuna, può essere sfortuna, di accumularne porta di conseguenza a considerare il proprio passato e, con arbitrio, quello degli altri.
Ora, io, da giovane, e forse da vecchio senza la complicità del web, non ho mai pensato che avrei avuto l’opportunità di festeggiare i cento anni della mamma, con lei presente, o com’è, col solo ricordo di lei.
Per uno come me che per deformazione, la colpa è esclusivamente del man with no name, ha impostato la sua vita sull’indipendenza, abbondantemente rinfacciatami, e che Michelangelo Antonioni ha sancito opening the doors of the old age, il ricordo della mamma è un lavoro giornaliero e costante, che mai viene meno, da sveglio come nel sonno, specie se si ha una tradizione che proviene da un’educazione cattolica che si vorrebbe rimuovere.
Dalla mamma non ho avuto solo il latte, forse di più mi ha nutrito di Gesù, o meglio “u Signuri”, di Madonna e svariati santi. In questo è stata supportata virtualmente in modo speciale dai suoi familiari, voglio dire dalla nonna Lisa come dallo zio Ciccillo fino alla zia Amalia, -  la famiglia di papà in questo non ha contato per niente – e da un paese senza uguali, Platì.
Ovviamente, per la mamma, non è stato tutto rose e fiori o confessioni e comunioni. Mentre essa entrava nella casa di nonno Rosario, in via XXIV maggio, con papà, c’erano lo zio Peppino, a cui per tutta la vita ha dato amorevole sostegno, e non poteva essere altrimenti, dati i numerosi esempi accolti in cuor suo da fanciulla, e le donne che uscivano e andavano spose lontano dal paese, lasciandola al governo, si fa per dire, essendo presente nonna Mariuzza, dapprima di una parte di casa poi di tutta; infine l’arrivo di Saro, Lisa, pochi istanti, Maria, Gino e Gianni.
Ma io devo frenare queste onde di ricordi che si accavallano in me in un assurdo disordine, come se tutta l’esistenza si fosse svolta in un solo istante.* Mi fermo anche per evitare il panegirico, prima dell’abbandono costante ed inesorabile del paese verso le marine e la conseguente frattura col passato, in alcuni casi col suo rifiuto, della famiglia Mittiga - Gliozzi – Mittiga.
Non avrei potuto chiedere niente di meglio a tutto questo, per cui la mia gratitudine alla mamma e al paese è infinitamente immensa.

*Salvatore Satta, Il giorno del giudizio, Adelphi


Gliozzi Caterina Mittiga
 Platì 01/03/1913 -  Messina 11/01/1991

giovedì 28 febbraio 2013

Mamma compie cento anni pt. 2

La tua cara M Gemma con grande affetto. A Cata 1 – 2 – 47


Ad majorem Dei gloriam.
Alla mia cara sorella e al cognato
La vostra unione santificata dalla purezza del Sacramento attiri sempre le più elette benedizioni dal Cielo, e sia sempre oggetto delle divine compiacenze.
  Aff.ma M Gemma
Roma 1 – 2 - 47


I.M.I.
Roma 23 – 4 – 47
Mia carissima Cata
La tua lettera del 30, u. s., mi portò tanta gioia che avrei voluto rispondere nello stesso giorno per esprimere  a tutti i tuoi la mia riconoscenza per l’affetto di cui ti circondano. Non mi avresti potito dare notizia più consolante, perché l’amore e la concordia sono la gioia della famiglia, da cui dipende ogni benessere. Il pensiero di vederti arrivare da un giorno all’altro col cognato, mi trattenne dallo scrivere, fino ad oggi, ma ora non vedendovi arrivare dopo tanti giorni, sono invasa da una grande preoccupazione, resa più pesante da certi segni che da diverse notti turbano il mio riposo. Non giudicarmi superstiziosa. No, non credo ai sogni ma in certe circostanze si, tanto più che i sogni sono accompagnati da un insieme di tristezza che sento ogni volta che in famiglia c’è qualche dispiacere. Ogni volta, per dirne una, che lo zioè stato male, io l’ho saputo anche se non me l’avete scritto. Sono le misteriose comunicazioni che il cuore trasmette sena servirsi di mezzi umani. Scrivimi, mia cara sorella, e dimmi se tutti quanti stiate bene, questo mi basta per farmi stare tranquilla. Se invece della lettera potrò avere la gioia di vedere te, sia mille e mille volte ringraziata la Divina maestà di Dio, nella gioia come nelle tribolazioni.
Porgi molte affettuosità da parte mia a ciascuno dei tuoi parenti, che considero ormai come persone della nostra famiglia stessa. Baciami i nostri e chiedi la S: B: per me ai nostri genitori, e riceviti da me un fraterno abbraccio. Aff.ma M Gemma.
Auguri infiniti per il tuo onomastico. MG




mercoledì 27 febbraio 2013

Mamma compie cento anni pt. 1 (reg. Carlos Saura - 1979)






Alla Gentile
Signorina Gliozzi Caterinuzza
di Luigi
Platì
Italia Prov. Regg Calabria


Ambridge 25/4  932

Rispettabile Caterinuzza
                                                                                                 Mi permetto per la seconda volta a scrivervi unaltra
 lettera, la quale desidero sapere il vostro rancore verso mé, giacché io appena che sono giunta costà dopo pochi ciorni scrisse a tutti a mici e parenti e tutti mi anno risposto all’infori di voi di mia sorella e delle signorine.  Devito forse sarà malattia di casato. Per dirvi il vero Caterinuzza mi sono disturbata e il pensiero mi preoccupa che non so quale sarà la mia mancanza verso voi., ondi non mi avete risposto alla mia lettera, perciò scrivo unaltra e se ciòdi scriveri un rigo delle vostre mani desidero sapere il significato motivo, poiché sieti cosi contagnosi con mi.
Io rammento a tutti e non dimentico a nessuno e non mi trascorse giorno di non fare il vostro nome, e voi cosi presto vi aveti dimenticato. Io auguro che non successo nulla di malo che tutti voi bene e ilvostro silenzio non è stato per dimenticanza ma benzi di negligenza, Non altro vi riceveti i saluti di mio marito io saluto la famiglia di vostra nonna particolosi il Dottore e vostra zia Iolanda che si ho scritto un biglietto nella vostra lettera e neanchi ricevetti un saluto saluto e bacio le vostri sorelli saluto a mia cognato Serafina compresi tutti i vicini Saluto a vostro papà e mammà e gli bacio la mano  In fini mia cara Caterinuzza vi saluto a voi col più caro e affettuoso affetto baciandovi per sempre vostra aff.ma
                                                                     Cogina
Angelina Stancati

Saluti e bacio a mia sorella


Cara donna Bettina
Vi raccomando che nmi raccomandati a mezo la vostra preghiera e che sarà saudita dal Signore che presto finisce questo tempo della mia lontananza ondi possiamo esseri sempre vicini poiché ogni ora mi sembra mille anni di ritornare nella mia propria casa e di stare al voleri di Dio
                                                                    Fatemi sapere qualche cosa
Vi saluto e vi bacio aff.ma
                                                                           Cocina Angelina


martedì 26 febbraio 2013

Il santo (reg. Phillip Noyce - 1997)




Platì  15.  3.  66

         Rosario e Famiglia carissimi

Da tanto tempo siamo senza notizie di mio Fratello, ed assendo tu l’unico Santo dove possiamo rivolgerci vengo a te con la presente, augurandoci che la presente ti trova con tutta la Famiglia in buona salute, e che tuo figlio Saverino si sia ristabilito.
Caro Rosario il pensiero di mio Fratello non ci da pace, specialmente i miei poveri genitori.
Quando è venuto il Figlio (du scarpanova) io avevo preparato una lettera per mio Fratello – con un biglietto per te – ma poi non è passato a pigliarla, ed io detta lettera l’ho spedita per posta, e risposte non abbiamo ricevuto.
Rosario ora come sempre conoscendo la tua stima che  ai per noi ti prego di darci sue notizie, per sapere come va con la salute, se lavora, e se continua a venire. Tu ci deve scusare ma come , ti ripeto, noi quando pensiamo a mio fratello, pensiamo a te con la speranza di poterci disobbligare.
Unita alla presente, ce una lettera per mio Fratello, ed in attesa della tua risposta anche per poter in qualche modo tranquillizzare i miei genitori
Con ogni stima ti saluto ti saluto con tutta la tua famiglia
                                                                                                              Francesco Mittiga

Caro Rosario
Posso darti notizie dei tuoi familiari che stanno tutti bene.
A tuo padre lo vedo tutti i giorni e sta bene e ti saluta.

lunedì 25 febbraio 2013

Il giorno del giudizio (reg. Vittorio De Sica - 1961)






Può darsi che la vita di un paese si svolga in una unità di tempo e di luogo, come le antiche tragedie, e la successione degli eventi abbia la misteriosa fissità del cimitero. Vista da Dio, nel giorno del giudizio, credo che la vita appaia veramente così.
Salvatore Satta, Il giorno del giudizio, Adelphi

mercoledì 20 febbraio 2013

Un dollaro d'onore (reg. Howard Hawks - 1959)

Mishawaka 8 - 6 – 1963

Carissimo Giovannino
Ti scrivo queste poche righe per dirti che noi stiamo molto bene e che qui attualmente fa molto caldo, ci auguriamo che anche voi state tutti bene, se Saro e Maria anno finito la scuola e se sono stati promossi, Maria, Elisa, José e Richy hanno finito la scuola e sono stati promossi, Maria nella sesta, Elisa nella quinta, José nella quarta e Richy nella prima classe, tu sei stato promosse? Scrivimi e dimmi tutto, dimmi come sta la mamma e papà, come stanno i tuoi nonni e zii, la nonna e zii.
Termino e ti accludo un dollaro per il tuo compleanno ti comperai un gelato e lo mangi assieme a Gino, in seguito manderò anche a lui un regalino.
Ti mando tanti baci assieme a Maria, Elisa, José, Richy e Rosanna anche per Saro, Maria e Gino, baci per la mamma e saluti al papà.
Tua affma
                           zia Jola