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giovedì 10 gennaio 2013

Attenti a quei due (reg. Basil Dearden - 1972)


Questa foto regalatami da Francesco Violi mi piace commentarla così:
C'è il fido (degli americani) Alcide, don Peppino Zappia, ex sindaco, e lo zio Ciccillo, sul balcone della scuola per l'avviamento che dava sulla via XXIV maggio.
Lo zio Ciccillo guarda incredulo De Gasperi e don Peppino che sgomenti stanno osservando papà che da sotto li deride con il braccio sinistro alzato e la mano chiusa a pugno, fischiando bandiera rossa.
Ecco, la mia infanzia è stata contrassegnata con gioia e gratitudine dalla presenza dello zio Ciccillo, mio padrino di battesimo e da papà Ciccillo.
 Vi dico che darei tutto l'oro del mondo per averli ancora un secondo al mio fianco!

mercoledì 9 gennaio 2013

Oddio ci siamo persi il papa (Reg. Robert M. Young - 1985)

zio Ciccillo 1908 - 1977




ALLA SIGNORA
BETTINA AGLIOZZI nata MITTIGA
(PLATI’)
PROVI. DI REGGIO CALABRIA
ITALY.

Belmont  N. Y. 22 Dicembre 1934
Mia amatissima Commari  vi scrivo dopo tanto tempo
Vi scrivo queste due righe perdarvi notizia dilaniostra buona salute cosipero chi la prisente trovera avoi tutte inperfetta salute Dunque mia
Cara commari scusate perche non vi aio scritto prima  causa che mi trovo con grande famiglia e non tengo tempo ma io sempri vi nominava nella littera di mia madre adesso mia madre mi ave scritto che compari Do Ciccillo ave preso la mesa noi ci avemo consolato tanto e Dio che vi lu dota di buona fortuna che si fa viscovo e cardinali e di poi Papa como voli il vostro cori e quello di lucompari per quanto ave fatto con viaggi pregamo i Dio chi vi lu teni sano e contento a mia mi sembra ca questora li tenite a tutte grandi le figlie fatimi sapere se compari arciprete si trova accasignana ancora mi lu salutate assai non altro vi saluta la mia famiglia salutamo compari Don Ciccio salutamo a tutte le altre figlie uno per uno salutamo  a ccommari Dona Serafina salutamo a vostra sorella e famiglia salutamo a mia madre e sorelli e fratello e famiglia ora salutamo a voi Cara commari insiemi con lu cumpari e vi damo una stretta di mano e mi firmo vostra Rosa Barbiro
Scusate la mia misira caligrafia e li mie orrori a Dio a Dio buoni notizie

martedì 8 gennaio 2013

Caro soldato (reg. Grigori Chukhrai - 1950)



U suRrosariu


Platì 17 gennaio 917
Stimatissimo D. Luigi
Oggi appunto ricevo la vostra cartollina e tanto mi sono consolato che state bene
I vostri stanno tutte bene como ancora gliomine fate coraggio e non pensate nulla  pensate solo stare bene voi e del resto tutto seve finire Se volete cosa disponete che sono sempre pronto non altro
Ricevete i salute di tutte gliomine o mi resto salutandove e dandove uno affettuoso abbraccio vostro Amico
Zappia Rosario
La dirizione di mio Nipote
e questa
Al Soldato Micele Giuseppe
94 centuria Parco genio
N. 6 – 2° Compagnia M. C.
  Intendenza 3° Armata
  Zona di Guerra

Platì  5 febbraio 917    

Stimatissimo D. Luigi viò scritto prima di Partire per Napoli  mi soro ritirato iere e non trovato vostra Lettera     
Misoo impressionato che vianno  cambiato domandando vostro Fratello miadetto di no così vioscritto la Presente persapere lostato di vostra  Salute Io qui sto così mediocre non tanto bene ma facendo una cura
Spero ritornare al primero stato del resto tutto bene  I parente e gliomine como pure la vostra Famiglia tutte stanno Bene  se volete cosa disponete non altro Ricevetive le più distinte Salute di tutti gliomine da vostro fratello e famiglia vi saluto e dandovi uno affettuoso abbraccio midico
Vostro Amico
Zappia Rosario                                                                                                                                                             

lunedì 7 gennaio 2013

Lacrime d'amore pt. 3


Sacrifizi Differenti

  Quasi tutti i sacerdoti del paese quelli accorsi dei paesi circonvicini, da Gerace, Ardore, San Luca, Natile, Cirella e Polsi, si fecero un dovere di applicare il S. Sacrifizio per l’anima benedetta della defunta.
  Quale compunzione non era quella di quei buoni ministri del Santuario – preganti requiem – e sotto gli occhi di quella madre che vegliava e piangeva sul cadavere della figlia!
  La donna forte era li, impietrita, accarezzante il volume dei capelli sparsi della morta e baciando la cerea fronte su cui una pace arcana si rifletteva.
  Il sacrificio di quella donna non era meno sublime! …
Ed il popolo buono e riconoscente, affollatesi nelle scale e nelle stanze attigue, piangeva e pregava come si piange e si prega nelle più gravi sventure.
  Un’altra figura mestissima, che aggiungeva alla mistica cerimonia la nota più tenera, era quella del fratello Ettore, il quale seguiva e ripeteva le parole arcane della messa con quella fede ardente che si trova nei momenti più terribili o che sa dettare il dolore!
  Di tanto in tanto grida che straziavano l’anima e scendevano nel cuore come punte acuminate, rompevano la terribile solennità. Erano la sorella Carolina, il marito inconsolabile o la cognata affettuosa che chiamavano ad altissima voce colei che più non ritornava.
 Ne lo sfondo della camera ardente, fra i ceri pallidi e le nere cortine, si leggevano a carattere d’oro, le seguenti parole:
LA SUA VITA
TUTTA AFFETTO PEI SUOI CARI
S’ESTINZE
TRAMUTANDO IN PIANTO
L’ANSIA
CHE CIASCUNO AVEA DI VEDERLA MADRE
DIA IL CIELO
PACE A LEI! CONFORTO AI SUOI!
                                                                              Giacinto


Tra i mestissimi

  Era una fiumana di gente! Quanta gente che stazionava fuori, aspettando di salire e confortare la famiglia! …
  Ne ho visti di tutte le classi: dalle popolane scarmigliate e scalze alle signore altolocate, dalle seriche gramaglie, dai contadini piangenti con bambini, ai signori che soffocavano il pianto nei fazzoletti: tutti compresi dal più profondo cordoglio da un’amarezza infinita …
  Che sciagura immensa non doveva essere quella!
  Ho notato tra i presenti il pio Arciprete Oliva, cugino della morta, il quale piangeva come una vite; Giacomino Tassoni che non si dava pace e, più di tutti, il marito sventurato che faceva pietà e la sorella desolata che si dibatteva amaramente.
  Altri parenti di Gerace, fra i quali il dottor Riccio, Enrico e Mimì Scaglione, Marulli, il Ca. Tesoriere Felice Spanò cugini dell’Estinta, Mons. Furfaro Vicario Generale venuto a rappresentare Monsignor Vescovo, oltreché come amico di famiglia ed altri di cui mi sfugge il nome, completavano il quadro doloroso mentre i rintocchi funebri delle campane si facevano sentire  e inondavano l’anime di una soave voluttà di pianto.
                                                                                                                                                                            Cipresso

venerdì 4 gennaio 2013

L'apostolo (reg. Robert Duvall - 1997)


Al giorno d'oggi noto con amarezza, e sulle mie carni, che è mutata anche la compassione verso i parenti prossimi. E' un mondo nuovo a cui mai mi adatterò.

giovedì 3 gennaio 2013

Il passato e il presente (reg. Manoel de Oliveira - 1971)



Laudamus veteres, sed nostris utimur annis:            
     mos tamen est aeque dignus uterque coli.

Lodiamo il passato, tuttavia viviamo di buon grado nel presente;
     ma sono ugualmente degni di rispetto entrambe le usanze.
Ovidio, Fasti, traduzione Luca Canali, Bur

mercoledì 2 gennaio 2013

Arrivederci e grazie (reg. Giorgio Capitani - 1988)

Da Melano a Missina GRAZIE PER IL TUO E-MAIL DEL 19/11/2012: GRAZIE PER GLI AUGURI CHE MI FAI! ….LE FORZE LE STO RECUPERANDO MA … CHE GLI ALTRI ABBIANO BISOGNO DI ME ….. NE DUBITO, …. FORSE, IO, DI LORO…..TE COMPRESO. UN FORTE ABBRACCIO DAL (SIG.) LA ROCCA.

Grazie di tutto Signor La Rocca

La Rocca a Platì




giovedì 27 dicembre 2012

La festa perduta (reg. Pierluigi Murgia - 1981)



Mio caro Peppino
Col figlio del compare ti mando questo piccolo pensiero unito a un po di olio e una pezza di formaggio, ti faccio sapere che le feste Natalizie le abbiamo passati bene solo col tuo pensiero che sei lontano da noi, il giorno dell’Epifania sono venuti tutti i tuoi sorelle e famiglie tranne Rosa e Placido, stanno tutti bene e hanno voluto sapere perché non sei venuto tu per le feste, immagina quando eravamo tutti  a tavola come ci sembrava oscuro il posto che occupavi tu.
Scrivimi e fammi sapere come stai perché è da tanto che non riceviamo tue notizie, spero che la presene ti trova  bene, come ti assicuro da noi tutti, mi saluti la famiglia Morabito.
Ti ricevi tanti saluti da noi tutti e cari baci, da me la S. Benedizione
                                                                                                 tua mamma

Platì  21  XII   66

  Mio caro Fratello
La tua lettera che ci giunse gradita la rispondo subito n modo che non resti senza notizie in questi Feste. Caro Fratello pure che non ci ai mai scritto che venivi per Natale noi avevamo la speranza che ti abbracciavamo. Tu che conosce il nostro affetto per te, e tu per noi, avevamo la speranza di abbracciarti, ma pur troppo la vita e così fatta di rassegnazione
Noi stiamo in grazia di Dio tutti bene. Lo stesso mi voglio augurare di te. Caro Fratello tu immagina quanto e duro per i nostri genitori e per i miei figli, (non ti dico di me che sono uomo) la tua lontananza. Ma  non ci resta altro che pregare sempre il Signore che ti mantenga sano e fuori dei pericoli.
Caro Fratello. Per quanto riguarda ai nostri genitori non devi preoccuparti tu che mi conosci non solo a me - mai i miei figli - e mia moglie stai sicuro che facciamo del nostro meglio per adempire ai nostri doveri di fronte agli uomini, di fronte a Dio di fronte a te, ed alle nostri sorelle
Per quanto riguarda la mia venuta a Milano – vengo quando me lo dici tu, tu intanto cerca di vedere per le macchine,
Caro Fratello – ci deve perdonare se non ti abbiamo fatto il pacco per Natale – come ti dicevo noi avevamo la speranza di abbracciarti – ma ora che andata così se viene qualche paesano – te lo mandiamo, poi quando altro non ce . te lo spediamo per posta
Chiudo con i saluti che ti mandono i nostri genitori unita alla S. Benedizione. Ti salutano caramente i miei figli – Io e mia moglie con grande affetto – nell’augurarti buone feste
ti abbracciamo
    tuo Fratello
                                                                                          Francesco

Nota
La prima lettera porta la grafia della mamma che firma per la nonna, la seconda, inconfondibile, sebbene assomigliante a quella di nonno Rosario, quella di papà.
Nel rivedere quelle scritture ogni volta vedo i loro volti, in questo caso compassionevoli.
Lo zio Peppino ieri, Santo Stefano, avrebbe compiuto 95 anni.
Questo post è dedicato a Pino Fedele, mio cugino di Santa Eufemia d'Aspromonte.

giovedì 20 dicembre 2012

Bruce Springsteen - Santa Claus Is Comin' To Town









I. M. I.    Catanzaro, 22 Dic. 1936

Papà carissimo,
con questo biglietto rompo
il lungo silenzio che ho mantenuto fin’ora senza mia colpa, perché sono stato molto occupato, e Vi mando i più affettuosi Auguri per le prossime feste Natalizie: Vi auguro di tutto cuore ogni bene per voi e per tutta la Famiglia.
Ormai è l’ultimo Natale che spero di passare lontano da Voi: l’anno venturo, se piacerà al Signore, celebrerò anch’io la Messa di Mezzanotte.
Io sto molto bene, come mi auguro di Voi tutti.
Da tanto tempo non ricevo vostre notizie.
Vi mando tanti saluti ed abbracci per tutti.
A Voi e alla Mamma chiedo la S. Benedizione.
Aff.mo
Ernesto


Badalato 25 - 12 – 41
Mio Carissimo.
Rispondo alla vostra e mi fa piaceri sapervi beni, io beni puri, Vi auro uno avvenire che lo passati felici e contento come Vuoi stesso lo desiderate
Vi abbraccio
Miceli Mimi




Caro compare e comare.
Benché non ho avuto la fortuna conoscervi personalmente, vi conosco tramite i miei genitori che sempre parlano di voi. Io sento per voi una grande stima e spero che il Bambino Gesù vi mantiene ancora in buona salute per molti anni ancora.
Accettate un umile e sincero pensiero da chi sempre vi sogna e vi vuole bene. Buon Natale e felice Anno!
Aff.mo Compare  Antonio Sergio di Paolo


Cara mamma in questo
Giorno conzagrato al Bambinel
lo Gesù, io ti porgo i più
 felici auguri di Buon Natale
 e un felice anno nuovo.
                 Il tuo
        Affettuoso viglio Gino
                        Natale 1963

mercoledì 19 dicembre 2012

Lacrime d'amore pt. 2


                               NUMERO UNICO

Per cura degli amici
 Di Giacomo Tassoni Oliva
 cognato dell’estinta

LACRIME
SU LA TOMBA DI MATTIA MIGLIACCIO IN FURORE
Platì XXIII febbraio 1910              

VERSO LA CATASTOFE!..


  Innanzi all’inevitabile la Scienza avea gia piegato la fronte! La moritura lesse sul volto dei medici la sua sentenza e si apparecchiò al passo supremo –
  E distaccatasi dai terreni affetti, si rivolse a Quel che tutto muove.
  Al D. Riccio suo cugino e che amorosamente le apprestava le estreme risorse del’’arte confidò il bisogno dell’animo suo, che per quanto innocente, volle ancora sottoposto al perdono del ministro di Dio. – Il prete giunse appena in tempo a raccogliere negli ultimi gemiti l’ultima voce dell’anima cristiana, che attraverso la Grande Ombra entrava radiosa nell’Immensa Luce! …

Ne la camera ardente


   Nella penombra lugubre della camera ardente; in mezzo alle innumerevoli corone funebri dalle dediche dorate sfolgoranti sinistramente sui nastri serici, in mezzo alle fiamme tremolanti delle gialle torce; la nobile donna dormiva immobile il sonno della morte. Così l’ho vista e un nodo di pianto mi stringe la gola!
  Era bella ancora! Pur avendo scolpito sul pallido volto le traccie delle sofferenze sofferte con rassegnazione più che rara unica!
  Aveva l’abito nuziale, quell’abito che le ho visto addosso la sera dalle fauste nozze e i capelli morbidi e neri cadevano leggiadramente sulla fredda e cerea fronte!
  Il corpo esanime era ricoperto da un magnifico lenzuolo su cui si leggeva il motto. Toujours Unis – strana inesplicabile antitesi con l’inesorabile verdetto del fato!
  La derelitta mamma impietrita dal dolore, parlava al cadavere della figlia, con la calma con cui le parlava poche ore avanti quando ancora, la buona e virtuosa Mattia, dal letto ove giaceva da non molti giorni  conversava lieta inconscia della immane catastrofe che Ohimé! Dopo poche ore avrebbe dovuto riversarsi su di Lei e sulla estesa ed illustre prosapia!
  Scena supremamente triste!
  Grida di estremo dolore risuonavano nella notte alta e tranquilla, grida che rompevano il cuore, che straziavano l’anima, ma che non riuscivano a svegliare dall’eterno rorpore quell’immagine cadaverica che dormiva sul letto di morte, vicino all’infelice neonata ricoperta dalle fascie e dalle cuffiette che la povera madre avea lavorato con cento speranze nel cuore, con cento sogni nell’anima
  Rompevano il tetro silenzio dell’infausto momento i singhiozzi degli astanti che devotamente, e religiosamente vegliavano la cara salma.
  Anch’io ho pianto ed a lungo!
  Poi non ne potetti più!
  E mi allontanai con l’ambascia nel cuore con lo strazio nell’anima, e lontano da quel luogo di dolore pensavo in me come gli sventurati congiunti della giovane morta, potean darsi conforto!
                                 

continua...