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mercoledì 24 ottobre 2012

Nel nome del Padre (reg. Marco Bellocchio - 1971)





Es Sacerdos!
Su l’onda grigia dei secoli
la voce del Cristo ripete
( si come un giorno sul Golgota )
Sitio! Di anime ho sete.

E tu, rigoglioso germoglio
di gente volata al Signor,
a sete così inestinguibile
per nappo gli dasti il tuo onore.

E tu Gesù -  in contraccambio
di tale purissima offerta –
del Sangue suo preziosissimo
per te la sua vena fu riaperta

Ed ogni dì, e per lungo ordine
d’anni nel calice d’oro,
il Sangue suo che  fortifica
ti appresta di angeli un coro

O Te beato! Da l’aeree
sue azzurre soglie eternali,
discende il Cristo a riprendere
per Te le sue spoglie carnali

Tu lo vedesti! I suoi glauchi
occhi nei tuoi si fissaro!
Tu gli parlasti nel mistico
linguaggio ch’è agli angeli caro

Tu gli dicesti: nel numero
Dei molti chiamati, me eletto
Volesti nel Santo tuo Tempio
E in tempio mutasti il mio petto.

Così tu parlasti. Il Gran Martire
a faccia a faccia con te
li stette, si come un dì Jeova
soleva ristar con Mosè.

Dimani, nel santo colloquio,
ricordati, o fresco Levita,
di dirgli che un dì – quando il voglia –
sia l’anima nostra a Lui unita.

Digli nel muto linguaggio
- che è tutto un poema d’amore –
che sol da Lui, in ansia fervida,
 aspettiamo la quiete del cuore .


Tu vivi a lungo e inistancabile
sia la tua santa fatica
in mezzo la vigna sua mistica
sorretto da l’ombra sua amica.

Con questo candido augurio
Il vate d’appoco v’invita:
a più alto sollevasi il cantico
in segno di festa, al Levita.

Al Neo Sacerdote
Don Rocco Salinitro

 Sac. Ernesto Gliozzi sen.  29 – 7 – 1946  

martedì 23 ottobre 2012

Il debutto (reg. Gleg Panfilov - 1970)



Lo zio Ciccollo è il primo alla vostra destra


Casignana  11/7/1935
Carissimo Ciccillo

Ho avuto la lettera in cui mi parlavi dell’invito che ti fece l’Arcip. di Benestare Accetta. Però cerca di prepararti bene e non fare fiasco, il che sarebbe il tramonto della tua carriera oratoria, perché, come sai, il primo debutto è che conta. Avrei voluto, se non ti fosse venuto l’invito, farti venire qua – ma ero sicuro che la soggezione della mia presenza ti avrebbe messo in imbarazzo. Meglio dunque a Benestare. Non so capire che cosa ci sia di sotto e l’Arcip. Non voglia pronunziarsi. Sarebbe buono che qualcuno l’interpellasse a proposito, e ci sarebbe tuo padre, lo zio o qualche altro estraneo. Non posso venire per fare io questo sondaggio.
Per i libri hai a disposizione la “predicazione contemporanea” di Caterinuzza e qualche altra cosa ti manderò. Per  i miei lavori c’è bisogno di molto lavoro a memoria, perché non comportano sunti. Come la predica di S. Sebastiano.  Basta, ci intenderemo a voce. Papà insiste per l’olio e non  mi dice altro – beato lui! Da Catanzaro ho avuto un ultimo appello di Ernesto. Anche tu, prudentemente, non affidi ai mulattieri  se non le cose che si possono leggere da tutti, e, ti ripeto, fai bene. Così si ingrossa il fiume Buonamico che ci divide – nonostante che tutti i giorni vengono per vino – ed io mi secco di domandare più di voi.. A proposito, celebri la messa alle quattro? L’ex Ec. Assiste gli ammalati o va l’Ar.? Quest’ultimo chiarì il fatto del mancato invito alla tua prima messa? Lep non sa fare più nulla o ha perduto il fiuto?
Così si scrive a lungo. Ma io mi accorgo di essere fastidioso, accidioso, brontolone … e fo punto.
Bacio le sorelle e Peppino e ossequio gli altri. Abbracciandoti
        tuo zio EG

lunedì 22 ottobre 2012

Richiamo d'Ottobre (reg. Joseph H. Lewis - 1948)





Sera d'ottobre

Venne la sera ed abbuiò le strade.
Stridule, qua e là, di più colori,
correan le foglie; non s'udia per gli ampi
filari che il vocio degli aratori.
E tutta la semente era nei campi.
Or le vacche tornavano alle stalle:
e la gente, ciarlando per la via,
saliva coi marrelli sulle spalle.
Sonò, di qua di là, l'Avemaria.
Ora il fuoco accendeva ogni capanna
e i bimbi sazi ricevea la cuna,
col sussurrare della ninna nanna.

Giovanni Pascoli

Questa poesia del Pascoli mi è stata segnalata da Rosalba, rammaricata che i suoi alunni non sappiano cosa siano i marrelli.

venerdì 12 ottobre 2012

e poi lo chiamarono il Magnifico (reg. E. B. - Enzo Barboni - Cloucher, 1972)



Magnifico Duce,
Prima di essere la madre di tre valorosi soldati ( uno Guardia di Finanza, un Marinaio ed uno in un reparto mobilitato della Sanità) sono stata la sorella di tre caduti nella Grande Guerra.
Quindi sono bene temprata al dolore, ma senza rimpianti.
Quello che Vi domando ora, o Duce e Padre nostro è l’avvicinamento del terzo figlio che sbarcato in Africa il 31-5-1940, non ha mai usufruito di alcuna licenza. Egli si chiama Ielasi Domenico di Pasquale, della classe del 1920 e presta servizio nel 528 Ospedale da Campo n. 58. Da 27 mesi che non lo vedo. Sbalzato dal Seminario Filosofico di Reggio Cal. dove si trovava, in Colonia, dice di aver fatto sempre il suo dovere. E lo attestano bene i suoi superiori.
Vorrei vederlo! …  ed in ciò, credo, non vi sia nulla di straordinario.
Se il Vostro cuore paterno, O Duce, vorrà venire incontro a questo santo desiderio di una madre, non deve fare altro che dare le necessarie disposizioni: Di cui ne ho piena certezza.
Vinceremo!
Con ogni osservanza e ringraziando profondamente.
A redigere il testo è Ernesto Gliozzi il vecchio

giovedì 11 ottobre 2012

L'attimo fuggente (Dead Poets Society - reg. Peter Weir 1989)



O Cummari chi disgrazia
Veninu certi avvenimenti …
Faci u nomu  cca Sor Grazia
Ed eu mancu u sacciu nenti …

Ca non jiti pe ddu jhuri.
Mu facimu ddu mazzetti?
Vu, curriti prima u chiuri
Llocu a fora a Pauletti.

Nci ordinati ddu gelati,
Nu biscottu .. caramelli …
Anzi, mejju, lu pregati
Mu prepara ddu ciambelli.

Quanti cosi nta sta testa:
Vorria u fazzu milli cosi,
Pammu facimu na bella festa
Tutta luci e tutta rosi.

Ca sor Grazia, in confidenza,
Tanti cosi a nu nd’insegna:
Canti, soni: a tuttu pensa,
E pe tutti illa s’impegna.

Ma non veninu ssi jhuri?
Ssi gelati squagghiaru?
Tuttu a nenti si cunchiuri?
Facimu armenu n’auguriu caru.

Dunca, sor Grazia, sentiti cca:
Tanti auguri e felicità.
Gioiti, goditi, siti sempri cuntenta,
Comu cumanda la santa ‘bedenta.

E quando a cent’anni la vita si chiuri
In celu v’accogghi lu caru Signuri.
E lla m’Paradisu sonamu e cantamu:
Chilli su canti, e non chistu scramu!

E. G.  Ernesto Gliozzi jr 

Agosto ai primi giorni protende con vigore i suoi artigli infuocati, giorno e notte, silenzioso prepara l’artiglieria pesante per la seconda quindicina e soffocare cellule animali e vegetali. Reprime sul nascere ogni alito di boriella e a fatica si può trovare ristoro nella sera sugli alti pianori. Le marine affollate di marmitte e pelli esibite come slogan a nulla servono se non a chi ha impiantato un lauto guadagno su quelle e quelli, o a quanti cercano di dimenticare precarie esistenze.
C’è invece chi lavorando nell’ombra ha preparato qualcosa che va aldilà delle aspettative e che passerà inavvertita e isolata. E’ una serata insolita per una cornice insolita: Platì, le mie origini.
Un “ evento “, qui la si può esprimere questa parola, e non strombazzarla dove c’è tanto pubblico.
E’ un incontro scontro tra poeti che non hanno nessuna voce su wikipedia, la Treccani dei poveri. Il loro è un poetare antico quanto le origini della parola, con questa sola hanno a che fare, per giunta la parola dialettale, a volte esibendo mani incallite dal lavoro faticoso.
Per trovare loro una correlazione bisogna risalire ai cantori ambulanti e più indietro, qui vado direttamente al centro di quanto vi voglio dire con questi giri e rigiri: Omero, l’unico che perdurerà fino all’ultima fiammella del padrone di questo mese: il sole.
Quello di cui parlano è vita di tutti i giorni, sono ricordi dolci o dolorosi,in  un tutt’uno tra lo spostarsi dal tavolo congressuale al tavolo dove si sfoggeranno pane e formaggio che escono da quella terra ospitale.
Vincenzo Cordì, Mario Fabriano, Gianni Favasuli, Pasquale Favasuli, Agata Mazzitelli, Francesco Perre, Antonio Zurzolo:  applauditi per la veemenza della loro recitazione.
C’è però un particolare, quello che rende la serata per me indimenticabile: il pubblico. I residenti giovani e meno giovani che con cortesia e calore stringono la mano  quanti vengono dai paesi della locride, ma soprattutto  ai paesani che risiedono fuori e non dimenticano,  con la loro presenza concorrono a ricostruire la memoria del paese per la sua rinascita culturale.

lunedì 8 ottobre 2012

giovedì 4 ottobre 2012

Francesco ( Reg. Liliana Cavani - 1988)


Benvenuta, Francesco e Raimondo
Oggi è il suo onomastico e contemporaneamente  gli festeggiamo  in anticipo il suo matrimonio con Elena, rimane fermo il proposito della stiratina d'orecchi quando saremo a quattr'occhi

Il regalo è questa  poesia dello zio Ernesto jr, molto hardcore nella impareggiabile traduzione di Novella

Quod flores – amice – temporis
Hominum quod dona furor insanus abstulerit
Hoc nullam equidem tibi affert curam
Fausto nuptiarum die cum formosae puelae
Ingenious decorem fur amoremque tu rapias.
Mihi gaudeo tibi maxime granulo.
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Plateae in Calabris, V kal. Jan. MCMXLV
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Sac. Ernestus Gliozzi
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Poiché sei nel fiore degli anni, amico, non preoccuparti se la passione amorosa sottrarrà i regali.. nel giorno fausto delle nozze, allorché tu, ingegnoso ladro, ruberai alla giovane sposa la purezza e l'amore.
Mi felicito con te.

Platì - Calabria 5 gennaio 1945

Sac. Ernesto Gliozzi



mercoledì 3 ottobre 2012

lunedì 1 ottobre 2012

Il Candidato ( reg. Michael Ritchie - 1972)



Cittanova  16 – 3 – 48

               Ill.mo Signor Don Luigi

Anzitutto Vi auguro ottima salute a Voi e tutti i Vostri. Noi ringraziamo il Signore stiamo pure bene.
L’anno scorso sono stato a Samo ed ho avuto il piacere di incontrare lì Vostro figlio Arciprete e la gentile signorina.
Io vi ricordo sempre; ricordo tutte le cortesie da Voi e della Vostra distinta famiglia ricevute. Tempi belli, questa guerra ha sconvolto tutto e tutti – ma sia fatta la Volontà del Signore. E l’altro Vostro figliolo arciprete si trova sempre a Capo di quella chiesa a Platì?
Don Luigi con la presente vengo a comunicarvi che un mio parente Avv. Terranova attuale sindaco di Cittanova, e incluso nella lista dei deputati della Democrazia Cristiana. Chiedo pertanto il vostro appoggio. Vi assicuro l’avvocato Terranova e un uomo che vale molto, e che andando al potere si sa imporre e si ricorderà degli amici che lo aiuteranno in queste elezioni.
Io la Vostra lettera di risposta la passerò al mio parente. Sono sicuro del Vostro interessamento sia amici e parenti, facendo dare il voto di preferenza all’avvocato Terranova. Se avrete altri impegni potete benissimo accontentare uno e l’altro – si possono mettere fino a tre voti di preferenza. Nella risposta sarete cortese di dirmi su quanti voti di preferenza posso tener conto per il mio parente Terranova da parte Vostra.
Abbiatevi i miei migliori saluti e ringraziamenti anticipati
Ossequi distinti per tutti i Vostri, e se valgo in cosa comandatemi.
Aff.mo Amico
              Sorrenti Amedeo