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lunedì 19 dicembre 2011

Pranzo di Natale (reg. Danièle Thompson - 1999)



Per me Natale è ricordare com'era a casa e a casa si facevano i nocatili,
ho imparato a farli:

1 kg di farina
6 uova
1/4 scarso di olio d'oliva
250g di zucchero
anice q.b.
si amalgamano le uova con lo zucchero, si aggiunge l'olio e poi l'anice, infine
a pioggia la farina e si impasta fin quando tutto non diventa una palla omogenea
 e soffice a questo punto si incominciano  a fare le forme desiderate che si fri
ggono nell'olio bollente e si tolgono quando, dopo essere affiorate in superfici
e non diventano dorate, si tolgono e si mettono ad asciugare sullo scottex a que
sto punto si passano nel piatto di portata mettendo sopra queste delizie zucchero a pioggia.
p.s
all'impasto si può aggiungere una bustina di lievito che li renderà più soffici
( ma mia mamma non lo faceva)
all'olio si possono aggiungere delle scorze di limone( da sostituire quando dive
ntano nere) per evitare che l'olio diventi presto nero;
lo zucchero può essere quello semolato o quello a velo.
BUON NATALE MARIA

venerdì 16 dicembre 2011

La Leggenda del Re Pescatore (reg. Terry Gilliam - 1991)


Dio, o se volete suo Figlio, come il Re Pescatore sono apparentemente morti. Sono scesi nella terra, dentro la zolla, a riposarsi, crediamo noi. Ma essi nel riposo stanno elaborando, come in un congegno elettronico, il proprio ritorno, più forti, di quando stanchi, hanno deciso di sospendere le proprie funzioni vitali.
Questo era il mito. 
Invece sappiamo benissimo che la Natura regge Madre Terra con un circolo continuo di vitalità.
L’umanità danneggia ogni giorno questo circolo con le sue azioni e le sue leggi rivolte solo a stabilire chi tra gli uomini è il più forte o il più ricco, ma non esiste un punto di ripristino ad una data, come negli elaboratori elettronici. Il danno è permanente, definitivo, per quelli che verranno dopo.
Da un po’ di tempo assisto a quello che è un atteggiamento universale, ci si crede immortali, pur vivendo in mezzo alle malattie terminali: sarà colpa della scienza, al contrario questa immortalità è indotta dai media.  Rimosso è stato il pensiero di ritorno alla terra, si crede di più nel dissolversi, come fumo, nell’etere.
Abbiamo avuto un corpo e con quello abbiamo sprecato il tempo.

giovedì 15 dicembre 2011

Una moglie (reg. John Cassavetes - 1974)

zia Rosa (Platì 21/12/1914 - Messina 24/08/1988) con zio Placido



La storia è questa. Placido un giovane messinese benestante ed appartenente ad una famiglia di abili e rinomati artigiani desidera sposarsi.
Dopo aver ponderato attentamente quelle che sono le occasioni che provengono dalla normale vita cittadina, è deluso irrevocabilmente. Sarà questione di  educazione familiare o da una non eccessiva prestanza fisica, come da una timidezza ( forse insicurezza ) eccessiva, o da una morale legata alla tradizione, tant’è che decide che se deve prendere moglie questa deve venire da fuori, dai paesi, dove le donne sono educate, ancora, prevalentemente in seno alla famiglia.
Come El Paso in America, Messina è stata sempre una città di confine, e sebbene nella prima è un fiume ( il Rio Grande ) a tracciare i confini, nella seconda sono le correnti dello Stretto che prende il suo nome a dividere le due coste. La cittadina americana era legata per i suoi traffici, talvolta illeciti, al Messico, al pari la città dello Stretto era legata alla Calabria, che le viene prima – tra tutto voglio qui ricordare il contrabbando del sale, libero commercio nell’isola e monopolio varcato il mare, ma anticamente si esportava vino per importare olio o grano. Messina ha da sempre importato ed esportato dalla costa calabra, anche per le unioni familiari. E non crediate che ancora non sia così!
Nei suoi viaggi di lavoro nella provincia di Reggio il futuro sposo conosce a Bovalino alcuni abitanti di Platì ed a loro, vedendoli  molto amichevoli e di buon carattere manifesta  la sua volontà di prendere in moglie una ragazza di paese, purché sia di buona educazione e di famiglia per bene.
I paesani dapprima guardandosi vicendevolmente sorridono della pretesa del forestiero, ma alla fine, dopo aver fatto vari nomi sono d’accordo che a lui sia da consigliare la zia Rosa, sia per il carattere mansueto e la vita ritirata in seno alla famiglia di mastru Rosariu i barva.
Gli amici dopo aver manifestato queste intenzioni a papà e successivamente fatte le presentazioni, avvicinano il pretendente a casa del nonno Rosario che è quello che alla fine deve dare lo sta bene, ma già la zia Rosa, dopo una prima parola, è d’accordo a lasciare il paese e trasferirsi oltre lo Stretto.
E non finisce qui questa specie di transumanza: seguirà, dieci anni dopo, la zia Pina che andrà sposa al fratello del marito della zia Rosa, zio Giovannino e, ancora a distanza di dieci anni, papà e mamma con la nonna Mariuzza, e noi figli destinati ad un avvenire di lontananze.



mercoledì 14 dicembre 2011

I fidanzati (reg. Ermanno Olmi - 1963)




 
                                                                                                                                  Messina 29 - 9 - 48

Mia Rosa carissima
Mi auguro che in famiglia godete ottima salute come al momento noi tutti.
La presente per informarti che per la prima volta ho fatto un buon viaggio poiché per tutto il percorso sono stato comodamente seduto, però non nascondo dirti che se non passano due o tre giorni mi sento anormale fisicamente e ciò l’attribuisco alla mattinata o quasi mezza nottata fuori delle abitudine, ma tutto ciò non importa, mi dispiace soltanto che dopo un periodo di sosta la giornata che trascorro vicino a te e famiglia è come un vento, quindi come dice la mamma.
Mi auguro che tuo fratello Peppino si è completamente rimesso, che di questo, più mio padre si è tanto dispiaciuto.
Per come vi informai di presenza ancora ti faccio presente che a casa ci sono i muratori che lavorano e che termineranno in settimana entrante, perciò per tale motivo Maria non può assentarsi, quindi la mia venuta sarà sabato entrante insieme a lei e così al ritorno porteremo Lucia.
Nel salutarmi i tuoi, particolarmente a papà e Ciccillo porgerai da parte nostra gli auguri più sinceri in ricorrenza del loro giorno onomastico, che per tale mi dispiace poterli fare di presenza.
Al momento nient’altro da dirti, da me, papà, e fratelli e sorelle riceverai unito ai tuoi i più affettuosi saluti, tuo Placido (abbracci a Lucia).

martedì 13 dicembre 2011

Harvest




Terminato alla meno peggio il liceo, dove agli esami di maturità, per darmi il trentasei i professori, magnanimi, mi chiesero un argomento a piacere, io per spararmela tutta dibattei con quello di lettere su letteratura e cinema: non avevo mai aperto la bocca per cinque anni se non per chiedere di andare in bagno. Soltanto quell’ultimo giorno mi si sciolse la lingua con somma meraviglia mia e del professore. Mi sembra ieri, dissi, tra l’altro, di Sciascia e dell’impossibilità e mancanza di volontà di cambiare la realtà del sud, che ne usciva dal Giorno della civetta, romanzo e film.
Soltanto trent’anni dopo avrei avuto l’occasione di ripetermi dando lezione di cinema ad una critica d’arte che ne aveva bisogno per il suo lavoro.
Non avendo voglia di studiare ma di lavorare, dopo due anni persi alla facoltà di Medicina e passando attraverso lotte drammatiche con papà che mi voleva laureato e professionista, cominciai il mio apprendistato al Cineforum Don Orione dove per merito di Ubaldo Vinci imparai tutto sulla conduzione di un cineforum e di un cinema ma soprattutto imparai la tecnica del protezionista perché, io, solo quello volevo fare. A me il cinema interessava da li dentro, luogo dove le immagini uscivano e sparate sullo schermo si materializzavano in una trama. Tutto questo lo perfezionai anche con la frequentazione di Gianni Parlagreco, forse la sola persona che più di tutte ha rischiato di tasca sua nella gestione delle sale cinematografiche a Messina. Allora gestiva soltanto l’Orientale a Camaro, l’Iris a Ganzirri e il Cariddi a Torre Faro.
Al Don Orione conobbi tutti gli amici dell’epoca a cominciare da Ciccio Pino e Orazio Nastasi, e li e nella mia vita entrarono Salvatore,Dino e Corrada. Alcuni, come Ciccio Pino non ci sono più: Catalfamo, Fabris, Valentini con i quali lavorai, per volontà di Ubaldo, al cinema Don Orione, come maschera.



lunedì 12 dicembre 2011

Arriva un cavaliere libero e selvaggio (reg. Alan J. Pakula - 1978)

A l’Amico Tornatora
Ne la sua missione a Platì – Il giorno delle Palme

Tra le raffiche algenti e le bufere,
Da le nostre montagne scheletrite,
A la conquista de le sante vite,
Scendeva a noi, benigno un cavaliere.
E con coraggio e splendide maniere
- Senza raggiri e senza infingimenti.
Combatteva le bestie dementi
E le vinceva in molte poche sere.

 Oggi seduto a cordial convito
 Riposa su le palme conquistate
 Ne mai più calmo cavalier fu visto.
 Ormai levate il calice e brindate
 Inneggianti al trionfo, ecco, v’invito
 Del valoroso cavalier di Cristo.

Sac Ernesto Ghiozzi
 Platì Febbraio 1908

mercoledì 7 dicembre 2011

Caro Michele (reg. Mario Monicelli - 1976)

zia Iolanda Mittiga 1902 - 1959

Caro Michele
Venuto Rocco Perri il quale ha detto che non hai ricevuto mie notizie io ho scritto giorno 31 Dicembre con la posta in cui ti dicevo quanto tu mi domandavi la cura che mi ha ordinato mio cognato non lo fatta perché non abbiamo trovato le medicine io però sto bene e forse vado a Napoli verso la fine di questo mese per me puoi stare tranquillo non voglio che stai in continua preoccupazione a Natale avevamo preparato i broccola per mandarli a tutti ma non abbiamo trovato occasione con nessuno ho ricevuto un capretto cucito nel tovagliolo ma non mi anno spiegato chi lo mandava solo ho conosciuto il tovagliolo che era di Giuseppino. Saluti di noi per tutti
                                                            Iolanda



Cara Iola

Con Elena ho ricevuto le cicori e il pane come li avete mandato non so come  se venuto in testa a quello che viene per le uova a venire a nome mio per chiedere le cicori io si li avevo ordinato a sua sorella per pagarle e lui invece e venuto da tua madre io queste non le potevo chedere perché lo sapevo che mia sorella non poteva andare in campagna a procurarli perciò dovete scusare e quando vengono a dire qualche cosa se non portano un mio rigo non credete niente. Io sto bene non pensate niente vi ringrazio per il pane e i cicori i tovaglioli li mando appena troverò occasione per mandare i brocccoli voglio che mi scrivete quanto avete speso per la lana saluti e baci per tutti
                                                                               tua zia Iolanda

martedì 6 dicembre 2011

Cuore di tenebra (reg. Orson Welles - mai realizzato)

Joseph Conrad, nato Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski,
Berdicev, 3 dicembre 1857 – Bishopsbourne, 3 agosto 1924

Che sarebbe stata la mia vita senza Lord Jim, Nostromo, La linea d'ombra, Conradina e Apocalypse Now

lunedì 5 dicembre 2011

Harvest

3


Lasciando Platì, ed entrando nell’adolescenza, a Messina l’amore per il cinema si accrebbe. Ho frequentato tutti i cinema della città, che poi via via avrebbero chiuso i battenti per riaprirli come garage o supermercato. Dapprima con lo zio Peppino, non essendo in grado di andarvi da solo, ma avviandomi nella giovinezza cominciai ad andare con Gianni e dopo da solo.
In occasione di una gita scolastica, chiesi a papà il permesso ed i soldi per parteciparvi. Invece vidi in una sola giornata sei film, record mai superato neanche in tempi di Rassegna  Messina/Taormina. Due all’Orfeo dove c’era il doppio programma, uno al Garden, uno all’Aurora, uno al Lux ed uno al Trinacria, dalle dieci e trenta del mattino alle dieci e trenta della sera.
Dentro il cinema Loreto di Platì non riuscii mai a vedere un western all’italiana, questi cominciarono ad essere sgonfiati in sedici quando avevo già lasciato il paese. Mi appassionai come in un gioco,e ne ho visto di tutti i tipi senza far distinzione tra belli e brutti, anzi devo dire che quando cominciai a fare una selezione, salvavo solo quelli dei tre Sergio – cinque erano prodotti dalla PEA di Alberto Grimaldi - quelli di Giulio Petroni, di Alberto De Martino e Tonino Valerii. Ora rivedendone qualcuno, per nostalgia, sul Vostro Tubo li ho quasi rivalutati tutti. Erano film girati da registi con un grande apprendistato appresso a registi di calibro aiutandoli dapprima nella serie Maciste/Ercole e dopo nei primi western: i lavori di Gianfranco Parolini , quando si firmava Frank Kramer o di Giuliano Carmineo, quando si firmava Anthony Scott sono girati con gli occhi ai loro maestri. La maggior parte li vidi all’Orfeo, all’Excelsior o al Garibaldi, i due cinema di via Palermo. Molti di questi avevano il commento musicale di Bruno Nicolai per renderli più appetibili.