Powered By Blogger

mercoledì 5 febbraio 2020

Caldaie in festa [di Folco Lulli, 1965]

Platì, il giorno della candelora 2020, in contrada Margherita:



Era la festa del maiale, festa di tutti i ghiottoni rispettabili e di tutta la gente del popolo come della borghesia. Non costa nulla allevare un maialino che in capo a un anno arriva anche a pesare un quintale. Verso febbraio, finché dura la stagione fredda, ingrassano in modo da consolare. Si trovano già in gennaio per gli angoli delle strade, distesi davanti al truogolo colmo di crusca, annusare e grugnire gonfi da non potersi alzare sulle zampe. Poi non mangian più e restan così coricati, con gli occhi socchiusi, come uomini disgustati dei grandi pranzi e delle ghiottonerie. Quello è il momento per farne salsicce. Sicché tutto febbraio è pieno di grugniti e di cani in faccende per le strade a cercar dove si possano gustare dei buoni rimasugli. Le bestie, a meno che non siano magre, si ammazzano in pubblica via, il corpo è issato tra gli sforzi esagerati del padrone su una forca e così si comincia il taglio della pancia donde gli intestini scivolano fuori fumando. 
Le caldaie sono in gran lavoro: le donne col piacere loro proprio dell’abbondanza e di quel che ha un segno di ricchezza, impastano la poltiglia di carne pepata e fragrante di sale, i ragazzi di casa soffian dentro gli intestini dove l'acqua gorgoglia ed esce con gli escrementi, vi picchiano con le vesciche gonfiate; il cuore, il fegato, i polmoni appesi danno al sole note di rosso strazianti, e la bestia è lì, bella, rasata che par di cera, con la pelle tagliata verticalmente di tagli non sanguinosi ma candidi di grasso. Le ragazze girano con le ceste nascoste sotto il grembiule, e recano a parenti e ad amici, una parte dei migliori bocconi in omaggio. La cronaca paesana registra i chili, i quintali; e chi ha l'onore di ammazzare il più grande campione gode il suo quarto d’ora di celebrità apparendo ovunque soddisfatto con l’aria di un signore che esca da un pranzo dove ha dovuto di nascosto slacciarsi il corpetto e la cintura.
Corrado Alvaro, Un paese, 1916

Nessun commento:

Posta un commento