Otto settembre
La memoria storica
comune dell’8 settembre di certo non coincide con la mia storia di
bambina.
La notte precedente la passavo in uno stato di dormiveglia misto di
tensione e sicurezza. Non dormivo profondamente perché mi piaceva ascoltare,
nella via non illuminata, il passaggio e il vociare sommesso e le cantilene
votive dei pellegrini che andavano a Polsi.
Quei pellegrini che camminavano nella notte mi facevano un po’ paura e
quindi mi dava sicurezza il dormire nella camera dei nonni.
A volte dormivo abbracciata a mia nonna.
Mia nonna che quel giorno festeggiava il suo compleanno.
Tutti festeggiavamo il suo
compleanno.
Venivano le zie da Messina e da S Eufemia con i cugini, si cominciava a
cucinare la mattina presto, a friggere melanzane e arrotolare involtini. Era
l’ultima festa dell’estate nella nostra famiglia.
Nel solaio già si diffondeva il
profumo delle sorbe e dei fichi d'india che avremmo consumato in inverno, le
giornate non erano avvampate, l’aria era di solito più fresca e in chiesa dove
andavamo per la messa mia nonna non usava più il ventaglio e non odorava la
boccettina della “Violetta di Parma”
Questo è un contributo di mia sorella Maria, nella foto con lo zio Pepè, che ha alle spalle, il portone, ancora non lo sapeva, da dove sarebbe uscita Annina la sua sposa. Poche righe per un mondo di immagini che permangono nonostante una realtà evaporata. Come il paese che non è più!


Se nel post precedente ho "rivisto" Alvaro, anche qui la memoria della famiglia Gliozzi regale alte vette di grande scrittura..buon sangue non mente
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