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sabato 17 settembre 2016

Giglio infranto - pt.2

 


Salutando la Salma del Rev.mo D. Ernesto Gliozzi

Confratelli, Compaesani,

D. Ernesto Gliozzi non è più!!
… a me non riesce, in quest’ora, intessere, un necrologio degno di Lui.
E’ troppa la commozione del mio animo, vive e dolorose sono le impressioni che erompono, tumultuando, dal mio trepido cuore!
Il mondo seguendo la sua abitudine di tutto corrompere non ha risparmiato l’idea della grandezza umana.
… è un raggio di … gloria tutta cristiana ch’io veggo riflettersi sulla fronte intemerata dell’uomo a cui rivolgiamo l’estremo VALE.
Don Ernesto Giozzi oggi Arciprete di Casignana e prima P. Spirituale del locale Oratorio del SS. Rosario.

Sessantacinque anni or sono D. Ernesto Gliozzi apriva gli occhi alla luce sotto l’incanto di questo cielo, in mezzo al verde pallido di questi ulivi e fin da fanciullo aveva impara rato ad abbandonarsi con perfetta confidenza a quelle che gli sembrassero manifestazioni della volontà divina.
E al mondo, che offrivagli un serto di rose, fiammeggianti di tutte le lusinghe che possono allettare un’anima giovanile, rispose col gesto della suprema dedizione a Dio.
Una mano pontificale si posò sulla sua testa di adolescente e – qualche fiocco di capelli recisi annunziò alla famiglia e agli amici che Ernesto era morto ormai al mondo e aveva scelto Iddio per sua eredità!
Sublime istituzione questa, per la quale il sacerdote cattolico rinunzia al diritto di vivere per sé; e i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue preoccupazioni, le sue gioie e i suoi dolori cominciano ad appartenere a Dio e al popolo cristiano.
Con questi sentimenti Don Ernesto Gliozzi ascendeva l’altare di quel Dio che allietava la sua giovinezza e a questi sentimenti si mantenne fedele per tutta la sua vita.

Il ministero pastorale è la sintesi più completa della vita sacerdotale; trovarsi a contatto diretto con le anime, studiarne i bisogni, alleviarne i dolori, dissipare i dubbi, sollevarle nel momento dello sconforto, illuminarle, sorreggerle, dirigerle nel difficile cammino della vita …
Tale è stato il nostro buono e Grande Arciprete Don Ernesto Gliozzi.

Chi di noi non lo ricorda in mezzo ai suoi diletti Luigini?
Sono i virgulti della Confraternita, diceva, e passava perciò in mezzo a loro le intere giornate giocando con loro.
Chi non ricorda le quotidiane funzioni che soleva officiare all’Oratorio sempre gremito di fedeli ed in mezzo sempre ai suoi beneamati Luigini?

Vivo è in noi il ricordo del giorno in cui, per volontà del Presule, ha dovuto abbandonare la sua Chiesetta e i suoi piccoli virgulti della confraternita per andare quale Arciprete di Casignana.
Ricordo molto bene il giorno in cui si è allontanato, e ricordo di averlo visto piangere accoratamente perché abbandonava i suoi giovani i quali avevano bisogno di aiuto e di consiglio, e un forte dubbio gli rodeva la mente che per mancanza di P. Spirituale sarebbe perita la Confraternita, unica istituzione a Platì che aveva saputo resistere a tutte le tempeste.
E da lontano vigilava; si teneva informato di tutto e quando ha visto ascendere alla dignità sacerdotale il nipote Francesco figlio del fratello Luigi ha respirato a pieni polmoni e maggiormente ne gioì quando questi fu chiamato a continuare l’opera da lui iniziata.
E Don Francesco Gliozzi conoscendo ed intuendo i pensieri dell’amato zio Ernesto ha saputo meritarsi le parole di elogio in quanto ha proseguito sul cammino tracciato restaurando l’oratorio e incrementando la falange dei Luigini.
Confratelli, Compaesani,
Don Ernesto Gliozzi ci ha amati, non come sa amare il mondo ma come sa amare il sacerdote cristiano. Egli ci ha amati, e forse il suo ultimo pensiero fu per noi, per i suoi filiali.
Orbene: “ Amor che nulla amato amar perdona “  stringiamoci a questa bara in un plebiscito di affetto e di filiale pietà e la voce possente di tutto un popolo echeggi.
La luce eterna fra gli splendori dei Santi, brilli o Signore, a questa anima Pia – in eterno – in eterno!
Platì 25/9/948

                                                                    Domenico Marando
                                                                  Priore confraternita SS. Rosario

Nella foto lo stesso Priore, all'ingresso del cimitero, che legge il testo riportato.






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