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mercoledì 11 novembre 2015

Viva Maria (reg. Louis Malle - 1965)


S. Agata d.(del) Bianco 10 . 7 . 73
 Sono andato a vedere la annunciata apparizione della Madonna
Io come altri 15 mila quel pomeriggio afoso arrivati con migliaia di macchine e a piedi
La cicala ha smesso il suo frinire spaventata dal vocio di tanta gente affollata sullo spiazzo, sulla via, o che si riparava dal sole sotto la nera ombra di qualche olivo, pigiandosi come quando ci si si vuol riparare sotto uno stretto ombrello da un improvviso acquazzone.
Lo spettacolo era piacevole: molti attorno all’edicola pregavano, gli altri chiacchieravano scambiandosi opinioni sull’evento preannunciato o parole di saluto in un incontro inaspettato dopo tanto tempo, mesi e forse anche anni, che non ci si vedeva.
Io ho rivissuto i giorni del mio lavoro parrocchiale a Casignana, a Samo, ad Ardore M., a Careri, a Locri, rivedendo migliaia di persone di cui ricordavo perfettamente le sembianze, anche se forse non ricordavo più il nome, ed ho rivissuto in un momento i giorni più belli della mia vita.
Come è naturale i sentimenti di tutti noi erano diversi.
Vi era chi dall’apparizione voleva trovare solo un premio della sua fede.
Vi era chi tentennava e voleva una prova dimostrativa
Vi era pure chi scettico o miscredente ( ma erano i pochi ) volevano trovare un occasione per deridere chi credeva.
Vi era la devota che era talmente assorta nella preghiera, che non udiva tutto quel mormorio
Vi era il cristiano che magari in chiesa non va mai, ma è sempre il primo dinanzi a questi fenomeni, come è il primo a gridare “ Viva Maria “ sotto la bara della processione.
Vi erano suore a dozzine, preti a decine quali arrancati sotto lo svolazzare della lunga zimarra, quali anonimati dell’abito più borghese.
Vi era, purtroppo, anche il prete che mancando della più elementare prudenza, scandalizzava le donnette più devote col mostrare scetticismo e derisione per le pretese apparizioni.
Io sono andato per conoscere di persona le cose, lieto se non avessi potuto osservare un fatto straordinario, soprannaturale, non mortificato se tutto si sarebbe concluso con un nulla di fatto.
E un nulla di fatto veramente è stato
Ma lo spettacolo più commovente è stato questo: il vedere quella immensa folla che si commoveva, si elettrizzava al pensiero di Maria, della Madre celeste.
Diciamolo chiaro: lo Sculli non aveva ancora dato una prova autentica della realtà delle sue visioni; anzi lui personalmente ha deluso eclissandosi fin dal giorno innanzi. Nessuno osava aggiungere un tantino di audacia, di speranza alla probabilità di vedere un miracolo, ma il fatto è questo: Maria è stata sentita più vicina ad ognuno di noi, abbiamo sentita ravvivarsi la nostra devozione a Lei, ed anche se non l’abbiamo vista, le abbiamo creduto beati qui non viderunt et non crediderunt.
La suggestione dello spettacolo ha avuto il culmine alla sera, quando, calate le tenebre, dalle alture di Caraffa si vedeva nastro tinteggiato di rosso e di bianco, tortuoso come una collana, bellissima, buttata a caso su un tavolo, che si partiva da noi e raggiungeva le evanescenze della costa marina: erano i 10 chilometri di strada da Caraffa a Bianco occupati da una catena di macchine, di quelle macchine arrivate alla spicciolata fin dal mattino e posteggiate qua e là …

Ernesto Gliozzi, il giovane




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