S. Agata d.(del) Bianco 10 . 7 . 73
Sono andato a vedere la
annunciata apparizione della Madonna
Io come altri 15 mila quel pomeriggio afoso arrivati con migliaia di
macchine e a piedi
La cicala ha smesso il suo frinire spaventata dal vocio di tanta gente
affollata sullo spiazzo, sulla via, o che si riparava dal sole sotto la nera
ombra di qualche olivo, pigiandosi come quando ci si si vuol riparare sotto uno
stretto ombrello da un improvviso acquazzone.
Lo spettacolo era piacevole: molti attorno all’edicola pregavano, gli
altri chiacchieravano scambiandosi opinioni sull’evento preannunciato o parole
di saluto in un incontro inaspettato dopo tanto tempo, mesi e forse anche anni,
che non ci si vedeva.
Io ho rivissuto i giorni del mio lavoro parrocchiale a Casignana, a
Samo, ad Ardore M., a Careri, a Locri, rivedendo migliaia di persone di cui
ricordavo perfettamente le sembianze, anche se forse non ricordavo più il nome,
ed ho rivissuto in un momento i giorni più belli della mia vita.
Come è naturale i sentimenti di tutti noi erano diversi.
Vi era chi dall’apparizione voleva trovare solo un premio della sua
fede.
Vi era chi tentennava e voleva una prova dimostrativa
Vi era pure chi scettico o miscredente ( ma erano i pochi ) volevano
trovare un occasione per deridere chi credeva.
Vi era la devota che era talmente assorta nella preghiera, che non
udiva tutto quel mormorio
Vi era il cristiano che magari in chiesa non va mai, ma è sempre il
primo dinanzi a questi fenomeni, come è il primo a gridare “ Viva Maria “ sotto
la bara della processione.
Vi erano suore a dozzine, preti a decine quali arrancati sotto lo
svolazzare della lunga zimarra, quali anonimati dell’abito più borghese.
Vi era, purtroppo, anche il prete che mancando della più elementare
prudenza, scandalizzava le donnette più devote col mostrare scetticismo e
derisione per le pretese apparizioni.
Io sono andato per conoscere di persona le cose, lieto se non avessi
potuto osservare un fatto straordinario, soprannaturale, non mortificato se tutto
si sarebbe concluso con un nulla di fatto.
E un nulla di fatto veramente è stato
Ma lo spettacolo più commovente è stato questo: il vedere quella
immensa folla che si commoveva, si elettrizzava al pensiero di Maria, della
Madre celeste.
Diciamolo chiaro: lo Sculli non aveva ancora dato una prova autentica
della realtà delle sue visioni; anzi lui personalmente ha deluso eclissandosi
fin dal giorno innanzi. Nessuno osava aggiungere un tantino di audacia, di
speranza alla probabilità di vedere un miracolo, ma il fatto è questo: Maria è
stata sentita più vicina ad ognuno di noi, abbiamo sentita ravvivarsi la nostra
devozione a Lei, ed anche se non l’abbiamo vista, le abbiamo creduto beati qui
non viderunt et non crediderunt.
La suggestione dello spettacolo ha avuto il culmine alla sera, quando,
calate le tenebre, dalle alture di Caraffa si vedeva nastro tinteggiato di
rosso e di bianco, tortuoso come una collana, bellissima, buttata a caso su un
tavolo, che si partiva da noi e raggiungeva le evanescenze della costa marina:
erano i 10 chilometri di strada da Caraffa a Bianco occupati da una catena di
macchine, di quelle macchine arrivate alla spicciolata fin dal mattino e
posteggiate qua e là …
Ernesto Gliozzi,
il giovane
Nessun commento:
Posta un commento