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lunedì 30 marzo 2015

Bambini del Sud (reg. Michele Gandin - 1959)

 L'argomento che qui viene alla luce è stato per lungo tempo covato non volendo trattarlo con banalità di rito e ricordi nostalgici. Oggi è la volta dell'Asilo infantile di Platì . L'occasione definitiva arriva dalla scoperta del breve documentario - andando avanti e indietro, randagio, per le vie del web - Bambini del sud di Michele Gandin. Fu girato sul finire degli anni cinquanta in varie zone rurali a Monasterace e buona parte a Platì *. Con l’occasione e in contemporanea fu realizzata una serie di scatti fotografici oggi reperibili sul sito dell’Associazione. Quest’episodio è stato da subito dimenticato dai platioti anche perché nel paese non venne mai ad essere presentato, come oggi accade con opere letterarie a ridosso della festa da madonna du ritu, per intrattenere le famiglie oriunde che per giunta dimorano a Bovalino. Platì ora è in provincia di Bovalino mentre fino alla metà degli anni settanta del secolo passato era tutto il contrario. E accade anche per chi scrive!
Il  soggetto del documentario è  di Umberto Zanotti Bianco a cui va riconosciuto il merito. Egli ha stretto un legame particolare con le zone interne della Calabria Ulteriore Prima, senza trascurare la Basilicata ed il resto della terra calabra. Il suo interesse per quelle terre risale agli anni che seguirono il disastroso terremoto del 1908 ed è andato avanti fino alla sua scomparsa avvenuta poco dopo la presentazione del film.
Generalmente si data l'inaugurazione dell'Asilo Comunale di Platì con l'arrivo in paese delle Figlie della Divina Provvidenza e noi a questo ci conformiamo visto e considerato il magistrale lavoro portato avanti dalle suore. Realmente però l'asilo fu  fondato nel 1956 dall'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia. I governanti in paese si avvicendavano, sia essi democristiani, commissari prefettizi o comunisti. Il lavoro delle suore era per conto di Cristo, della Madonna, dell'arcipreviti Minniti e infine dello zio Ciccillo che lo passò allo zio Ernesto. Esse educavano i bambini sino a prepararli alla prima comunione. Il ragazzo così formato poteva continuare gli studi o prendere il treno alla stazione di Bovalino ed emigrare.
* Nella scheda degli Archivi del Novecento è riportato solo Monasterace.

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