Appunti storici
Dal “ Memoria sui
luoghi
antichi e moderni del
Circondario ”
dell'Ar. Tedesco
da Caraffa
riportati
dall'arcipr. Ernesto Gliozzi sen.
Il nostro Circodario formato dalle tre repubbliche greche di
Naricia, Butrodo e Samo: Naricia sul Capo Zefiro-oggi Bruzzano e S. M. di
Leocade; Samo, oggi Precacore, S. Agata Caraffa; Butrodo o Potamia, oggi S.
Luca – Bianco – Casignana.
Calabria: Terra antiqua, potens armis atque ubere glebae.
Euclide III vers.164
Esperia = terra occidentale
Enotria = ricca di vino
Ausonia = ubertosa
Conia = dai Coni ( o Chon o Chan) voci ebraiche ( Cananei?
)dispersi da Giosué
Italia da Italo , o Vitulo = vitulia = giovenchi
Naricia
Hic et Naryci; posuerunt moenia Locri (Locri Epizefiria)
Urbs antea erat prope Zephirium promontorium, postea autem
traslatu fuit ad montem Esopio sed cum destucta fuit ex eius ruinis crevit
Heracium. (Brudrant, Lexicon geog.)
Butroto
Butramo o Potamia, sul Buonamico, contrada Palazzi fondato
l'anno del mondo 3951 dalla distruzione della quale anche Panduri.
La valle di Platì si formò dal disastro tellurico 1638
Il Butroto-Novito di Tito Livio è proprio il Buonamico.
Samo
Samii Samum urbem condiderunt (Barrio) de situ Cal contava
sino a 80 mila abitanti ed aveva anche il suo naviglio. Diede i natali a Duri
samio, storico. Ippone pitagorico, Melisso discepolo di Parmenide e chi sa se
non pure di Pitagora.
Nella religione ebbe la nostra Samo il noto San Floro il
quale si ritiròin un bosco contrada Faccioli in una grotta che ancora esiste,
passando i giorni in vita contemplatva. Di lui parla l'Abb. Nicolai nell'inno a
S. Veneranda
Cominciò la distruzione per opera dei cartaginesi e seguì
per le incursioni dei saraceni. Fu allora che abbandonarono le pianure per
salire e fondare Polecastro, vecchio castello, oggi Crepacore, munita di tre
forti: Pizzo, Papaleo e Castello. Terza fondazione in S. Agata, in seguito al
terremoto del 1349. Si ricorda la sprofondamento del monte in cui perirono il
Duca e sette suoi figli. La dichessa scampataalla rovina sospirando diceva: Ah
crepa-cuore!
S. Agata
Così volle il Duca che si chiamasse la colonia dei samii
scampati dalla catastrofe e condotti ad occupare il suo giardino di Campolaco e
sotto la tutela della santa la pose. Nacque il Barone Errico Franco.
Caraffa
Dal principe di Roccella Fabrizio Caraffa, il quale aveva
dato il nome a Fabrizia. D. Fabio e D. Ottavio Sotira inimicatisi col Barone,
passarono nei possedimenti delprincipe Carafa, indi Caraffa.
La chiesa delle Grazie dipende dalla famiglia Ceratti. La
torre attuale si chiamava di Aragona dal re Ferdinando.
Bianco
Sopra il ciglione di un monte cretaceo, circondata da forti
mura, aveva tre porte che comunicavano coi tre sobboghi di Catanotte, Zopardo e
Pardesca, cioè a oriente, occidente e mezzogiorno. Nel 1622 fu fondato il
convento dl crocifisso, opera questa di D. Giovanni Evangelista da Reggio, fu
detto della vittoria per la vittoria riportata da Bianco sui turchi.
Si ricorda: il poeta, canonista Nicolò di Bianco della fam.
Muscolo 1722 e D. Giuseppe Muscolo letterato.
S. Luca
Sorse tra la fine del IX al principio del X secolo dalla
distruzione di Potamia ( la fluviale ) il 18 ottobre 1349 per allagamento del
Bonamico e si disse San Luca dalla festa del giorno. Ebbe tre monasteri
basiliani: S. Nicola di Butrano, del SS. Salvatore e di S. M(aria) di Polsi.
Esiste una contrada detta Pirria – chi sa se prende il nome da Pirro.
L'attuale S. Luca è a 3 miglia in basso dalla distrutta
Potamia. Nella vendita degli stati del conte Marulli, venne insieme a Bovalino,
al duca di Bovalino Sigismondo Loffredo, indi passò al duca di Ardore e da
questo a Clemente col titolo di Marchese sino al 1806. D. Alessandro
Clementevende l'ex feudo a D. Francesco Stranges. Il monastero del Salvatore
era nei giardini che ora sono dei Sigr. Stranges i quali l'avevano ereditato
dalla famiglia Oliva di Monasterace e corrispondono il censo alla cappella
Sistina. Celebre il medico rinomatissimo D. Francesco Stranges, morto il 18
aprile 1835.
Casignana
Dal disastro del 18 ottobre 1349 venne pure Casignana. Il
nome Caseghiano (segmento della sua patria) indi Casignano, poi Casignana.
Ha tre chiese: S. Giovanni Battista, l'Annunziata e S.
Rocco, quest'ultima destinata a Matrice sin dal 1852, quando in occasione della
visita dell'Intendente, e a tal uopo, si sono raccolti in sottoscrizione 618
ducati. Altre chiesette rurali: S. Nicola. Santa Marina, S. Elia, S. Placido a
Marino, S. Pietro, S. Antonio Abate, S. Lucia.
A qualche miglio distante, in contrada Favate, la sorgente
di acque minerali, le quali, esaminate dai farmacisti D. Biagio e D. Giuseppe
Ielasi, risulta contengono:
- acqua pura 20 once
- gas, aciso carbonico, tre volte il volume
- gas idrogeno solforato un quarto
- silice, argilla, muriato di calce
Utile in varie malattie
Onorano Casignana D. Pietro, zio e nipote Arciprete, il
Padre Bonaventura e il nipote Dott. Giuseppe Nicita, il Teol. Papandrea,
Vicario Capitolare della diocesi
ed io