Per Te nonna,se in Italia ci fosse stata la discendenza femminile il mio cognome sarebbe stato sempre Mittiga, e per me questa é una certezza su
chi sono io.
Il fuoco amico dei ricordi: Quando sogno e me ne ricordo, il luogo del sogno è sempre LA CASA! Quella di Platì, nonostante ne abbia abitate tante e in quella attuale ci stia da quasi 20 anni, quella di via 24 maggio a Platì è la mia casa, nel conscio e nel subconcio; e sempre mi è piaciuto pensare che essendo stata la casa di mia madre prima e di mio padre dopo sarebbe stata per necessità la mia. Li ci sono bambina e adolescente, lì è la paura d'inverno di attraversare le stanze buie e fredde e li sono le mie estati sulla terrazzina sempre con le stesse piante con i fiori di erba cipollina che mia madre mi metteva in un bicchiere come augurio per il mio onomastico.Ora la sua immagine vera è quella che ho visto da lontano da casa di zia Amalia perché quando ci sono passata davanti non l'ho riconosciuta. Fra poco forse anche la casa di Messina sarà un ricordo da metabolizzare, ma questa è un'altra storia.
Lo so che quello era il vestito di quel matrimonio perché io mi ricordo i vestiti delle occasioni, ricordo quello che avevo quando a Paola si è sposata la zia Pina con lo zio Giovannino: color carta di zucchero a balze col fiocco dietro e le maniche a palloncino chiuse dall'elastico che mi faceva da laccio emostatico, ad un certo punto le mie braccia viola hanno mosso a pietà la mamma che ha allentato la morsa facendomi respirare; e il vestito del matrimonio di Mariolina Mittiga?, l'ultima dello zio Giuseppino, era rosa forse il primo vestito che non mi aveva cucito la mamma, l'avevamo comprato a Messina, nei capelli corti con frangetta laterale avevo un fermaglio con una margherita, nessuna era più felice di me!
Il fuoco amico dei ricordi:
RispondiEliminaQuando sogno e me ne ricordo, il luogo del sogno è sempre LA CASA! Quella di Platì, nonostante ne abbia abitate tante e in quella attuale ci stia da quasi 20 anni, quella di via 24 maggio a Platì è la mia casa, nel conscio e nel subconcio; e sempre mi è piaciuto pensare che essendo stata la casa di mia madre prima e di mio padre dopo sarebbe stata per necessità la mia. Li ci sono bambina e adolescente, lì è la paura d'inverno di attraversare le stanze buie e fredde e li sono le mie estati sulla terrazzina sempre con le stesse piante con i fiori di erba cipollina che mia madre mi metteva in un bicchiere come augurio per il mio onomastico.Ora la sua immagine vera è quella che ho visto da lontano da casa di zia Amalia perché quando ci sono passata davanti non l'ho riconosciuta.
Fra poco forse anche la casa di Messina sarà un ricordo da metabolizzare, ma questa è un'altra storia.
Se rivedi bene il secondo filmino del matrimonio dello zio Pepé a 01.45 ti si vede con il vestito delle foto di qualche giorno fa.
RispondiEliminaLo so che quello era il vestito di quel matrimonio perché io mi ricordo i vestiti delle occasioni, ricordo quello che avevo quando a Paola si è sposata la zia Pina con lo zio Giovannino: color carta di zucchero a balze col fiocco dietro e le maniche a palloncino chiuse dall'elastico che mi faceva da laccio emostatico, ad un certo punto le mie braccia viola hanno mosso a pietà la mamma che ha allentato la morsa facendomi respirare; e il vestito del matrimonio di Mariolina Mittiga?, l'ultima dello zio Giuseppino, era rosa forse il primo vestito che non mi aveva cucito la mamma, l'avevamo comprato a Messina, nei capelli corti con frangetta laterale avevo un fermaglio con una margherita, nessuna era più felice di me!
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