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giovedì 18 ottobre 2018

Gloria - U2

"Two-three-four, oh
Gloria, oh, oh
And I try to sing this song"
Paul David Hewson alias Bono
Premessa - Questo che vado a pubblicare è un lungo testo poetico di Ernesto Gliozzi il vecchio. Ero indeciso, perché i naviganti oggi preferiscono la concisione e tutto è considerato lungaggine. Sintetizzarlo alla Rider’s digest era come ferire l’opera e conseguentemente lo zio. A voi dunque la scelta se leggerlo o chiudere la pagina. I frettolosi una piccola biografia di Mons. Francesco Mangeruva, il festeggiato dallo zio, la trovano in fondo in fondo in fondo ...



Francesco Mangeruva
1823- 1905



I.M.I.

Ne l’onomastico
Di Sua Eccellenza Reverendissima
D. Francesco Mangeruva
Vescovo di Gerace

Eccellenza!

Rugge
Fremente, insano,
Lo spirito d’abisso
In questi giorni ne lo spirito umano,
E ne le stelle fisso
Fremente insano
Rugge
Regna
Sul Vaticano
Un Vecchierel canuto …
Egli è potente – pensa – Egli sovrano
Amato e non temuto
Sul Vaticano
Regna

Vede
Venir devote
Le turbe sconfinate
In da lungi, da le plaghe ignote,
Da la fede chiamate
Venir devote
Vede
L’armi
L’armi raduna,
Passa de i suoi seguaci
In rassegna le schiere ad una ad una,
Fieri, tremendi, audaci,
L’armi raduna,
L’armi.
Sfila
Primieramente
Turba darwiniana …
E ci addita follemente
La scimmia, la rana …
Primieramente
Sfila
Passa
D’ebrezza folle
La massa popolare …
I condottieri arringano … ribolle
Il sangue a quel parlare
D’ebbrezza folle
Passa
Dicono:
Ma non vogliamo
Altari e troni. Cadano …
Libertà, libertà noi cerchiamo;
I preti se ne vadano.
Ma non vogliamo,
Dicono
Basta
La Dea Ragione,
E l’uomo stesso è Dio!
Abbasso ciò che a la ragion s’impone …
Il mistero e l’obblio …
La Dea Ragione
Basta!

Sente
Le voci orrende
Il Vecchierel … - la testa
(Si come Quei da la Croce pende)
Piega … de la tempesta
Le voci orrende
Sente.
Prega.
Signore, perdona,
Non sanno quel che fanno …
Tu ne l’infido mar non li abbandona!
Fuga sinistro il danno …
Signor perdona.
Prega
Volge
Ringiovanito
La voce il gran Vegliardo
A i fedeli di Cristo. Egli l’invito
Dona … solenne il guardo
Ringiovanito
Volge

Dice
 La pugna è bella
A l’ombra de la Croce;
A la novella spada la novella
Arma non men feroce …
La pugna è bella
Dice.
Vide
L’agonizzante
D’amore e di dolore
Lassù la turba folle, schiamazzante,
Ebbra di vil furore,
L’agonizzante
Vide
Disse
Voi vincerete!
I secoli futuri
Vi vedranno pugnar felicemente …
Fidate in me sicuri
Voi vincerete
Disse.

Oggi
Ne la battaglia
Noi pure corriamo …
La turba violenta ecco, si scaglia …
Ne la battaglia
Oggi
Duce
Io ti saluto,
O Mangeruva invitto,
Saluto de la battaglia il grido acuto,
La voce del conflitto,
Io ti saluto
Duce
Vedi
Questa falange
Di giovani poetti?
Oggi potenza avversa in lor s’infrange …
Palpitante d’affetti;
Questa falange
Vedi?

Baldi
Nel fior di vita,
Siam forti nel Signore.
Noi la croce sorridente addita
E fremeran d’amore
Nel fior di vita
Baldi
Forti
Per l’ideale
Combattirem da eroi …
A te levando il grido trionfale
Procureremo noi
Per l’ideale,
Forti
Soli
Ne la battaglia
Contro le schiere avverse
Il cielo mostreremo a la canaglia
Che nel fango s’immerse
Ne la battaglia
Soli

Oggi
La strofa alata
Prorompente dal core
Ti giunga sorridente, profumata,
Palpitante d’amore
La strofa alata
Oggi
Duce
Io ti saluto
O Mangeruva invitto
Sento de la battaglia il grido acuto
La voce del conflitto
Io ti saluto
Duce
Salve
Tre volte salve,
O presule d’eroi
Vedi, per festeggiarti eccoci apparve,
La gioia in noi …
Tre volte salve
Salve.

                                                   EGliozzi

NOTA - Mons. Francesco Mangeruva era nato a Sinopoli il 9 gennaio 1823. Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1845 e salì sulla cattedra di Gerace il 9 maggio 1872 che conservò fino alla sua morte avvenuta l’11 maggio 1905. In quella sede mons. Mangeruva non ebbe vita facile, subendo le ostilità di molti, dentro e fuori le mura della Cattedrale. Tant’è che alla sua morte non fu sepolto in quella luogo di culto, come i suoi predecessori, bensì nel cimitero di Locri. Le sue spoglie in Cattedrale fecero ritorno grazie alla bontà di mons. Bregantini. Se il popolo e parte del clero osteggiasse il prelato sinopolese, lo stesso era benvoluto dai giovani seminaristi, come dimostra il testo oggi riportato
La strofa alata
Prorompente dal core
Ti giunga sorridente, profumata
dove si passa dal darwinismo alla dea ragione, alle pugne per sostenere la fede in chi è assiso in Vaticano. Il tutto in modo classicheggiante come si conviene ad uno studente che ama Carducci e non rifugge Victor Hugo.



mercoledì 17 ottobre 2018

Olio e fatica [di Elvira Notari, 1914 ]



Nonno Rocco

Io, ho tre nonni e vado d’accordo con tutti. Il mio nonno paterno è Rocco, quello che vedo di più, anche perché abita proprio accanto a me. Lui quando era piccolo, frequentò la scuola fino alla quinta elementare. La sua infanzia l’ha vissuta in campagna lavorando la terra, è stato un agricoltore, infatti seminavano: mais, grano e coltivavano ortaggi. Mio nonno aveva gli operai perché voleva costruire un frantoio e hanno zappato con la pala e con il pico, non c’erano i mezzi che ci sono oggi, si lavorava a mano. Hanno trovato il posto giusto sono andati a prendere il cemento e le pietre e hanno iniziato a fare il muro e il tetto con le tegole di terracotta, l’hanno pitturato e hanno messo la grande pietra per molare le olive.
L’hanno chiamato frantoio Fabiano, molava le olive con la pietra, era un lavoro faticoso, ora non si usa più perché hanno costruito questo elettronico, più rapido e più pulito, ma quel frantoio odorava di olio e di fatica. Oggi mio nonno Rocco continua a fare l’agricoltore fino a che ha le forze e non ha tanti problemi di salute.
I suoi racconti mi piacciono e mi affascinano molto, perché era una vita diversa dalla nostra più faticosa, ma più ricca di relazioni umane.
Antonella Fabiano
Classe IV, Cirella
Cirella 16 Aprile 2018

Testo presentato alla seconda edizione del Premio Letterario "E. Gliozzi".



lunedì 15 ottobre 2018

Fatti corsari - L'inondazione del Bollorino


-Zappia mf Deodata (2.4.1900/18) di Domenico e mf Teresa Mittica.
-Ficarra Pietro (13.4.1900/22) di Antonio e Rachele Pajano, vir Oliva Concetta
-Oliva d. Domenico (24.6.1900/37) di d. Michele e mf d. Francesca Speziale.
-Furfaro Vincenzo (18.8.1900/46) di Francesco e Saveria Misiti da Cittanova.
-Rianò Marianna (Mo.12.8.1873/46) di Pasquale, da Ardore.
-Fasano Giovanna (Mo.5.8.1873/45) della città di Oppido, moglie di Zappia Domenico.
-Pristia Domenico (Mo.30.9.1873/63) dalla città di Gioiosa-mar. di Favone Paola.
-Perre Pasquale (Mo.29.10.1873/82) morì travolto dall' inondazione delle acque del fiume Bollorino.
-Carbone Saverio (Mo.29.10.1873/89) mentre attraversava le acque del fiume Bollorino, morì travolto dall' inondazione delle acque.
-Agostino Francesca (Mo.1.1.1874/1) da Cirella - vedova di Romeo Antonia.

Come si apprende dal Libro dei Morti Vol. V, anche l'ottobre del 1873 fu funestato dalle funeste inondazioni delle fiumare.

domenica 14 ottobre 2018

Le grandi famiglie [di Denys de La Patellière, 1958 ]


Nota ancora una cortesia di Rosalba Perri cui appartiene la foto. Caruso, Gliozzi,  Miceli, Strangio ... il rivederli apre il cuore del tempo che fu.

mercoledì 10 ottobre 2018

Debito di sangue [di Clint Eastwood, 2002 ]


Giuseppeantonio (Peppantoni) Perri
1904 - 1972


Pasqualino Perri
1934 - 2000


Domenico e Giuseppe Perri


Nota - Le foto di Peppantoni e Pasqualino sono una freschissima concessione di Rosalba Perri, oggi in tour tra queste pagine. Micu e Peppinu invece sono stati shootati al passucatandu edizione 2018.  Tutti insieme sono legati dal sangue santellinu.
Di Rosalba ai pulinaroti giro anche questo odierno commento che appare su Tutti gli uomini del presidente del 15 febbraio scorso: "C'è un'assenza, un vuoto, in questo consesso: dove sono le donne di questo paese? Fino a che le ragazze saranno confinate in ruoli atavici, con bassa scolarizzazione, senza coinvolgimenti sociali, questo paese non avrà futuro. La civilizzazione di un popolo si vede soprattutto dal livello di istruzione femminile": Monito che sembra venire dalla bocca di Pasqualino Perri, ritratto, se  fate attenzione, jaffora a Galatti.



lunedì 8 ottobre 2018

Independence Day - Bruce Springsteen

"Well Papa go to bed now it’s getting late
nothing we can say is gonna change anything now" Bruce Sprigsteen





Mishawaka - 11 - 19 - 76
Carissimi Ciccillo, Ernesto e Amalia
auguro che state tutti bene con il resto della famiglia cioè Rosina, Cata Peppe e MGemma. Ho ricevuto la lettera di Peppe e sono dispiaciuta che ancora soffre con il braccio, lui mi dice che si deve ricoverare nell’ospedale perché gli debbono levare le viti, io non so cosa sono, è più di un anno e ancora soffre, sin dal principio lui doveva andare da medici specializzati per l’ossa, qui un medico mi disse che a Bologna ci sono i migliori medici per l’ossa in tutto il mondo, perché non va lì e si fa visitare.
La settimana scorsa è morto lo zio di Cata il fratello di sua suocera, ho scritto a Cata e glil’ho fatto sapere.
Avete seguito le elezione per il presidente che furono fatte il 2 - 11 - c. m. Ford ha perduto la confidenza del popolo americano da quando ha dato il perdono a Nixon, speriamo che Carter fa qualche cosa di buono e riabilita la nazione.
Il martedì prossimo verranno a casa le ragazze perché il giovedì prossimo è il giorno della gallina e anno la vacanza fino al prossimo lunedì, non so ancora se Maria e José possono venire, perché ha molto da studiare, non so ancora pe Jò perché lei si è presa la licenza di parrucchiera e forse deve lavorare, quel giorno ci riuniamo a casa di Wordinger ( la famiglia di Jim) per il pranzo.
Termino e vi mando tanti baci per tutti
                           Aff.ma Iola
Non mi avete fatto sapere se volete che mando la medicina per quel ragazzo.



Nella foto Antonio (Anthony) Trimboli, Platì1896 - Mishawaka IN 1976, nella sua calzoleria in Mishawaka.



domenica 7 ottobre 2018

Ultime della notte [di Phil Karlson, 1952 ]





Ultime corrispondenze
Pubblicazione
PLATI’– “Le sacre vette” è il titolo di una breve raccolta del Rev. Sac. Ernesto Gliozzi. L’A: presenta con molta abilità in eleganti sonetti, alcuni fatti biblici e del nuovo Testamento che resero celebri i monti sui quali si verificarono e, dopo avere trasvolato l’Ararat, il Nebo, il Tabor e il Golgota, si ferma un istante sul Grappa e sosta sull’Aspromonte dove la gigantesca statua del Redentore
A sollevar c’invita
Gli affranti cuor e, al secolo fellace
Segna – incontrasto – la sua via ch’è vita.

L’elegante volumetto si chiude con un’alcaica in cui viene evocata la leggenda di Polsi e con la promessa di oltre pubblicazioni dello stesso A. col quale, e per il già fatto e per quello che sta per fare, vivamente ci congratuliamo.
RISVEGLIO CORRIERE CALABRESE SETTIMANALE POLITICO AMMINISTRATIVO INDPENDENTE
IL PIU’ DIFFUSO GIORNALE DELLE CALABRIE  - MATTEO BORGIA Proprietario e Amministratore – VITTORIO LA ROSA Direttore e Responsabile
Anno VII, N. 12
Reggio Calabria 28 – 29 marzo 1925



giovedì 4 ottobre 2018

Sogni e Bisogni [di Sergio Citti, 1985 ]





Distinti saluti aguro che
Vi trovo bene, io stò bene
Grazie a Dio.
Accettati questa piccola
offerta, per i bisogni della
Chiesa, e specialmente
per i banchi, perché non si
po’ stare inginocchiati per il
tempo necessario durante la
celebrazione della S. Messa
Vi saluto del profondo
del cuore avvoi e a quanto
volesti bene e che Iddio
voglia darvi una lunga vita
col premio di Santità
Ciao
non rispondete
grazie

Sac. Gliozzi Ernesto
Via fratelli Sergi n. 6
89039 Platì Provincia di
Reggio Calabria
Italia

Mitt 146 Verobeach BL.
Weston Ont.
Canadà
1   X   1998







Nota - L'anonimo donatore non era altri se non Michele Velardi (1923 - 2017) già apparso in queste pagine.

mercoledì 3 ottobre 2018

Doppia Vita [di George Cukor, 1947 ]



Cirella 16 Aprile 2018

La vita di nonna Vita


Mia nonna a scuola aveva un’unica maestra che insegnava: matematica, italiano, geografia, storia, religione.
Alle 10:30 uscivano a giocare.
Mia nonna, dopo la scuola, andava a pascolare le capre, oppure a mietere, raccogliere le olive e zappava.
E’ andata a scuola fino alla quinta elementare, perché non c’era il pulmino e nemmeno la strada per andare alla Scuola Media.
E’ una donna forte e determinata nella sua fanciullezza ha aiutato il padre a fare il pozzo, scavava e toglieva la terra dal pozzo, era profondo 6 metri.
Aiutava il padre ad impastare a mano il cemento.
Mia nonna è molto religiosa, da sempre è andata a messa a piedi.
Da ragazza con i genitori e con le sorelle avevano un mulino che funzionava ad acqua, lo faceva girare una grande ruota di legno con delle pale di ferro, era costruito vicino a un torrente.
Nel mulino si schiacciava il grano e si faceva la farina.
Aiutava nel mulino svegliandosi presto, ancora oggi nonna Vita non si risparmia per tutti noi.
Vita Pisto
Classe IV Cirella

Testo presentato alla seconda edizione del Premio Letterario "E. Gliozzi".


lunedì 1 ottobre 2018

L' ombra del passato [di Alberto Giaccone, 1905]






Non è campo dell’uom la solitudine,
Chi non pugnò, non visse
Rapisardi

Il tempo – minaccioso titano – passa … e con le sue fredd’ali vi spazza fin le rovine!” Foscolo

Passò tanto tempo quanto basta a ridurre dissolvere un cadavere e se voi scavaste la terra che copre il pio che compiangete, altro non troverete che polvere e putridume.
La, vi dicono i materialisti, ogni grandezza umana si serra, la s’infrangono dolori e speranze, affetti e virtù …
SE così fosse oggi le vostre lagrime sarebbero una vanità; le vostre preci follie.
Il credereste? – No. - Oggi vi sentite aleggiare intorno, angelica farfalla, lo spirito del vegliardo che accompagnaste alla tomba, che qui forse venne lasciando il soglio dorato degli angioli, per sentirsi ricordare il suo passato, le sue lotte, i suoi trionfi. L’anima dell’Arciprete Nicola Ferrò chiede alle vostre preghiere l’eterna parola di Pace – Pace nel Signore.

Qual sia stata la sua giovinezza nessuno mal potrebbe dire. Forse i suoi compagni d’infanzia lo precedettero al gran passo …ed egli rimase ad aspettare l’ora fidente in Dio, fermo, impassibile, tranquillo. Guardò il passato, le lotte sanguinose, e si vide nella pugna non ultimo soldato; guardò l’avvenire, la fulgida meta, la palma della vittoria e sorrise … E voi me l’additate accasciato dagli anni, dai capelli bianchi, curvo sul bastone, aggirarsi per le stanze guardando forse dietro i vetri, la vecchia torre che lo aveva visto bambino. Anche quella torre minacciosa lo vide nascere, lanciarsi nel mondo e ritornare vittorioso, e forsegli sorrideva in quel punto. E riviveva di quei giorni, quando i suoi occhi volgeva al sole, al cuore la Fede, alla mente l’ideale!

Nato nel 1810, starei per dire che intese la baraonda francese minacciante tiare e corone. Forse il motto “Dalli ai preti” gli era giunto, quando quattordicenne indossava l’abito talare per farsi campione di Cristo, in quei tempi dalle galliche labbra “Bestemmiato e deriso un’altra volta”. Unto le mani del Sacro Crisma dal vescovo Armentano di Mileto, eccolo, novello sacerdote, uscire nel mondo a predicare la divina Parola. – Oh Salve novello apostolo di fede, t’avanza, campione di Cristo, combatti al sole della gloria! Corazza è la tua fede, la parola di Cristo la tua spada, “campo di battaglia è la terra intiera e la vittoria è la civiltà umana”.
Egli comprese l’altezza della sua missione e si lanciò nel mondo con ardore apostolico. Chiamato a Casignana, per quattordici anni spezzò il pane di pace e di amore a quel popolo, e per ben ventinove in Ardore predicò la fede, dispensando conforti e balsami, di cui abbonda il Vangelo. Oh se parlassero tanti traviati rimessi sulla dritta via, tanti infelici spiranti col sorriso sulle labbra, tanti forsennati disarmati colla bella parola “Perdona!”

Disse Victor Hugo “Il vecchio è una rovina che pensa”. Non so quali pensieri potevano passare per la testa a l’A. N. Ferrò … So che novanta aprili vide, che combatté delle battaglie nella vita, e vincitore si assise ad aspettar la morte, foriera della vittoria. Un sol pensiero era in lui; un solo ideale gli splendeva nella mente: Dio! Quest’ideale ora l’abbagliava, l’assorbiva, l’attirava a sé come la calamita il ferro. Quale colomba dal desio chiamata, spiccò il volo per riposarsi in Lui, sitibondo e fremente d’amore.
Godi dunque oh spirito beato. Io ti addito alla gente: “Beneditelo”. Ai sacerdoti: “Imitatelo”.
                                                                               Gliozzi Ernesto

Nota- Dell'abate Nicola Ferrò non si ricorda nessuno, in Casignana come in Ardore, in Curia; eppure visse quasi cento anni, passando dai Francesi ai Borboni, ai Piemontesi, agli Italiani. Ci pensiamo noi, anzi, Ernesto il vecchio che lo consegna all'eternità con questo epitaffio letto davanti a quel che di lui restava. Il volto del Vescovo Vincenzo Maria Armentano si trova a Vibo e in rete.