mercoledì 31 gennaio 2018
Il mio amore brucia - Offret
giovedì 25 gennaio 2018
Tre manifesti a Ebbing, Missouri (reg. Martin McDonagh - 2017)
Quello che andate a leggere - ma anche solo a guardare le foto che, a
quanto pare, è il solo modo di procurarsi visitatori poco vogliosi di
approfondire anche una freddura – è un fatto di cronaca platiota che ho indugiato
a riportare alla luce: l’episodio in se stesso è ancora scottante ed i soli a
darne risalto per motivi istigati sono giornalisti morti di fame e
vampireschi front man mediatori
mediatici. I platioti ancora non hanno detto la loro e chissà ancora quanto
bisognerà aspettare. Io, invece, faccio il guastafeste e questa parte mi è
stata agevolata dalla visione del film il cui titolo apre la pubblicazione
odierna. Sin dalle prime immagini il volto, gli atteggiamenti … il vestito di
Frances McDormand mi hanno portato alla mente le foto di sopra e il conseguente
dramma della signora Angela Casella. E’ terribile! Ma la McDormand va in giro
per buona parte del film con i capelli raccolti sulla nuca e indossa una tuta
da cui traspare la gracilità, proprio come la Casella quando girava per le
strade di Platì sotto i flash di arrapatissimi reporter. Da quella delicatezza le
due donne traggono la forza per la lotta che conducono: giustizia la prima, la liberazione
del figlio la seconda. Ma ancora c’è … il ruolo dei mass media, delle forze
dell’ordine e degli abitanti di Ebbing come degli abitanti di Platì, dapprima
scontrosi quindi partecipi delle due eroine. Io aggiungo che al contrario dei
giornalisti il viaggio a Platì per la Casella è stato come il viaggio di Marlow
in Cuore di tenebra di Joseph Conrad
e sicuramente nelle notti insonni, passato il calvario, la Casella è ritornata
a ripercorrere le strade e rivedere la gente di Platì.
Nota – In quei tempo uno dei bersagli principali dei giornalisti era lo
zio Ernesto, parroco reo di non dire il suo pensiero. Figuriamoci, lo zio il
suo riserbo lo mantenne finché visse con noi nipoti, figuriamoci con quelli i
quali non scrivevano neanche bene il suo cognome, come il tal Pantalone Sergi.
La foto in BN sono di Sky TG24 e Gazzetta del Sud,
quelle a colori di Famiglia Cristiana
mercoledì 24 gennaio 2018
lunedì 22 gennaio 2018
Schiavi della colpa (reg. Allan Dawn - 1930)
II parallelo, tracciato da «Sette»,
tra il paese della 'ndrangheta e quello della peste, Suruf, non è piaciuto al vescovo di Locri. Che qui protesta.
LASCIATE CHE I BAMBINI DI PLATI' CRESCANO
IN PACE
di padre Giancarlo Bregantini
C`e un gelsomino sull`uscio dell`asilo delle suore, a Platì. Un profumo
delicatissimo, nella brezza della sera, si espande attorno. Non fa rumore, non
si impone, ma c`è. Un regalo, che però non tutti colgono. Specie i giornalisti frettolosi
o i fotografi che guardano quel paese, non loro, con occhi «professionali»,
cioè miopi e freddi.
Certo, non e facile parlare o descrivere la Calabria. Ancora meno facile
e cogliere un paese contraddittorio e complesso come Platì. Mi riferisco all`inutile
servizio su Platì apparso sul numero 41 di Sette.
lnutile?
Sì, proprio così, perché di questi servizi, spietatamente veristi, la
gente, sia in Calabria che fuori, non sa più che farsene. Le solite analisi, i
soliti colori ormai sbiaditi. Non di denunce la Calabria ha bisogno, ma di
forza, di animo nuovo, di incoraggiamento. l calabresi, che tanto soffrono,
conoscono benissimo i loro problemi. Il vero rischio che corrono è piuttosto un
altro: chiudersi nel fatalismo e nella rassegnazione. Questo sì è il vero «incubo››,
ben peggiore della stessa `ndrangheta, perché colpisce l`interno del cuore, il
midollo delle coscienze. Ora un servizio come quello recentemente apparso su Sette scoraggia e demolisce. Uccide quei
tentativi mirati che proprio in quella difficile scuola media di paese si stanno
già facendo da parte di insegnanti e presidi coraggiosi, per sensibilizzare e
illuminare gli occhi scrutatori di adolescenti prematuramente provati dalla
vita e ora anche delusi da un servizio giornalistico e fotografico che li ha
inchiodati al negativo.
Che diranno ora quei ragazzi, quasi colpevoli di essere nati e di
vivere a Platì? Gioverà alla loro maturazione? Si sentiranno incoraggiati, vedendosi
confrontati con la peste di Surat?
Perché non si e confrontato Surat con qualche periferia di grandi città
del Nord, tra siringhe abbandonate e
panchine sfasciate...? E non diteci che non ci sono. Perché non fotografare
invece il centinaio di ragazzi dell`Acr, nel giardino delle Suore, che giocano
sull`altalena o costruiscono coloratissimi cartelloni sulla pace? Già, ma
questo non fa «cassetta», non fa cronaca, non ripaga. Eppure è proprio di
questa cronaca che la Calabria ha bisogno, per cogliere positivamente i luoghi
in cui, pur con tanta fatica, sta crescendo la coscienza civica della gente
d`Aspromonte.
E allora l`obiettivo del fotografo si fermerà sulla cinquantina di
ragazze che, insieme a suor Gerarda, imparano a ricamare, unendo l`antico e il
nuovo nella trama di meravigliosi colori, riflesso delle bellissime pinete che si
aprono a pochi passi da Platì.
Non si tratta solo di artigianato ma di coscienza. E allora, perché non
regalare loro una macchina da cucito o
non lanciare una sottoscrizione per l’acquisto di un arazzo tessuto a
mano frutto della fatica notturna delle
mamme di questo nobile paese?
Certo Platì non e solo questa immagine quasi idilliaca. Ma e anche questo!
Certo, anche le istituzioni dovranno aiutare la crescita di questa nuova
coscienza. Anche i giornali. Allora, anche il sindaco sarà finalmente in grado
di terminare i lavori della nuova scuola media (dopo ben 17 anni) e il campo
sportivo verrà finalmente finito. E un prete giovane proprio per i giovani ci
impegniamo, come chiesa, a inviarlo a Platì per piantare tante nuove piantine
dalle radici profonde.
Eco di tutto, la poesia di un ragazzo di terza media:
A volte ho l`impressione di avere
sulle spalle il peso
di colpe non commesse.
Perché, mi chiedo! Perché ?
Perché sono nato qui.
A Platì.
A volte ho l`impressione di essere
diverso dagli altri ragazzi del mondo
e allora penso di odiarti, paese mio,
ma è solo un attimo
perché mi rendo conto di amarti
all`infinito
e mi dico che è ingiusto
tu non puoi essere colpevolizzato
la tua realtà non è poi così diversa
da altri paesi del mondo,
anche se costringi i figli tuoi ad
emigrare
e forse un giorno anche me.
Ma una parte di te rimarrà sempre
nel mio animo.
domenica 21 gennaio 2018
Il mio amore brucia (reg. Kenji Mizoguchi - 1949)
Sono ormai quattrocento anni che la devozione per la Signora di Loreto infiamma i cuori dei platioti e forse questo amore arde più in quelli che vivono in terre lontane; prova ne è questa prima parte del videovista di G. (tranquilli non sono io!) Mittiga che in quell'estate del 1986 fece ritorno a Platì dall'Australia. Oggi chi lo vede è costretto a fare un balzo indietro come trasportati da quelle macchine del tempo che si vedono nei film. Molti i volti strappati alla vita, carissimi quelli che ancora resistono.
Questo documento, dal qualetrapela e riconosciamo anche l'intatta acustica odierna, è prezioso perché era una delle prime volte che veniva utilizzato il dolly progettato dallo zio Ernesto (nel film Arnesto) e messo in opera con il prezioso aiuto di Micuzzu. Evento, quest'ultimo, non ancora riconosciuto pubblicamente per come merita.
La foto appartiene agli eredi di Mimì, Colonnello, Fera.
giovedì 18 gennaio 2018
The sailor's girlfriend (reg. André De Toth - 1932)
MR. AND Mrs. Anthony
Trimboli (Platì 24 oct. 1896), 802 East Battell street, have announced the engagement of their
daughter, Rose Pauline, to Aviation Ordnance Mate 2/c D(ominick). S.
Catanzarite, son of Mr. and Mrs. D. S. Catanzarite of Massena N. Y. Seaman
Catanzarite is back in this country after serving for two years in the South
Pacific.
mercoledì 17 gennaio 2018
Fatti corsari
-Lenzi d.Beatrice (Mo.27.4.1890/17) di Luigi e Ascrizzi
Domenica da Varapodio, ux. di d. Filippo Zappia.
-Murabito d. Luisa (Mo.3.9.1890/28) di d. Francesco e d. Rosa
Oliva, ux. di d. Giuseppe Empoli.
-Stancati Giovanni (Mo.12.10.1890/40) di Gius. e Trimboli Saveria,da
S. Cristina.
-Puntoriere Giuseppe (17.1.1891/4) di Gius. e Furfaro
Cater.da Cittanova, mentre andava ad Ardore fu sopraffatto dall' ingente
abbondanza di neve.
-Puntoriere Domenico (17.1.1891/5) di Gius. e Furfaro Cater,
da Cittanova, mentre andava ad Ardore fu sopraffatto dall' ingente abbondanza
di neve.
-Tassoni Francesco (26.8.1891/39) di Giuseppe e di Luisa...,
da Piminoro.
-Brancato Domenico (10.9.1891/41) di Francesco e Larosa
Fr.sca, da Ciminà.
-Gliozzi Maria(24.9.1891/42) di Michele e Michela Demaio, di
anni 4:
-Gliozzi Domenico(29.9.1891/43) di Michele e Michela Demaio,
di anni 4.
-Demaio Michela (13.12.1891/53)di Antonino e Vadalà Carmela,
ux. Gliozzi Michele.
-Curatula Vincenza (3.12.1891/61) di Pasq. e Maisano Carmela,
ux. Di Zoccali Giuseppe.
-Gliozzi Domenico (17.12.1891/63) di Michele e Michelina Demaio, di 1 mese. -Deagostino Angela(18.12.1891/67) di Giuseppe e Panetta Anna Rosa, da Mammola.
-Oliva d. Giacomo(25.12.1891/69) di d. Saverio e di d. Serafina Macrì, da Ardore, vir di d. Paola Oliva, figlia d d. Nicola e d. Oliveria Bagalà da Palmi. Fu sepolto nel Campo Santo, vicino alla Località Crocifisso, di sua proprietà.
lunedì 15 gennaio 2018
Non siamo angeli (reg. Neil Jordan - 1989)
Il paese come lo vedono quelli di Getty e ...
quelli di raitre
il filmato risale alla metà degli anni ottanta del secolo della bomba atomica.
domenica 14 gennaio 2018
Rapsodia in agosto (reg. Akira Kurosawa -1991)
“O FACCI DI NA PALAMA LAVURATA”
O facci di na palma lavurata e
Diu ti fici a ttia tanta pulita
Nescisti chija notti risijata ti
Vojjiu beni chiù di la me vita
E ora bella ti vitti maritata
E lu nostru Signuri mu vi
iuta pe mmu faciti vui na
Lunga vita di paci e di
Saluti accompagnati e nu
Bellu futuru mu ndaviti
Mu vi voliti beni e mu v’amati.
Trimboli Rocco cl. 1943
“RICORDI”
Dui occhi e mi
veni ravanti
Nu paisi nu pocu curiusu
Na finestra chi
guarda a levanti
Na vineja chi vaji
pagghjusu
A cummari ssettata
javanti
Ca cunocchjia cu
fusu e u tilaru
eu mi giru, mi
votu fra tanti, mi ricordu quandu era cotraru
teni u mugnu la
gnura Cuncetta
sciacqua i panni
cu l’acqua e sapuni
cu ricama e cu
faci a carzetta è ssettata supa o barcuni
sunnu cosi du tempu
passatu
lapru l’occhji e
non viju cchiù nenti
ca ora i cosi su
tutti cangiati, rresta sulu nu bruttu prisenti”
Barbaro Giuseppe cl. 1947
“U CARCIRI”
Pari
ca catti u cielu e mi mpittau
Chistu
chi staju passandu u sapi sulu Diu
Ma
puru Diu ora mi bbandunau
Cu
sti penseri sugnu ancora eu
Senti
u cori mei chi staci mali
Pacchì
i sti porti si sperdiru i chjiavi
I
porti du mpernu si lapriru
Jettaru
i chjavi e cca intra mi rassaru
Quandu arbisci a matina
U
cori meu si risbigghja e si lluntana
Sentu
puru u trenu quandu passa
Si
leva i soi penseri e i mei mi rassa
Penseri
chi mi stannu cunsumandu
Pari
ca finiu pa mia chistu mundu
Mundu
salatu, dimmi, chi ti fici?
Notti
e jornu non mu pigghju paci.
Paci
trova sulu sta vita mia
Quandu
tornu ammata ca famigghja mia
Perre Francesco cl. 1959
“LI TURMENTI”
“Stasira
mi ritrovu a passijari
Nta
chista ruga bella e profumata
Nu
pocu i ventu e nu cielu stijatu
E
na umbra esti chi balla nta la notti
E
bonasira a vuistija lucenti
Di
chistu cori nesciunu sti canti
Fustivu
a causa di tanti turmenti
Chi
scumpariru tutti ora cca vanti”
Perre Giuseppe cl. 1981
“U LINSITU”
“A
castagna nta carrigna
U
perzicu nta prugna
U
cerasu ca cumpagna
A
nucara chi si vagna
Pruna
e mendili cu cui voi
Fica
e nescula cu li soi
Ogni
cosa linzitata
Sempri
a luna va guardata”
Papalia
Francesco
(cl. 1990)
“PENI E DULURI”
Eu chi ti guardava a lu passari
Nta ju scaluni mi facisti nnamurari
Mi facisti pigghjari di tantu amuri
Ma ora mi rassasti cu peni e duluri
Trimboli Giuseppe cl. 2000
La selezione delle poesie presentate durante l’ultimo
convegno tenutosi a Platì il 13 agosto 2017 – e qui mi viene in aiuto il titolo
del Maestro giapponese - per come viene
oggi riproposta la si può svolgere ad libitum, cosi come anche pensarla un continuum loop musicale: amore apre,
amore chiude così come fanno eco i due cognomi posti in apertura e chiusura.
Dentro possiamo ritrovare tutti li turmenti di un paese che ancora non ha
trovato la sua pace come la sua strada. Le generazioni dei poeti non sono
distanti tra di loro per cui riportano in vita il passato di una comunità
vitale come qualsiasi altro place in world.
Ovvio che qualsiasi traduzione sovrapposta porti alla
scarnificazione del testo poetico, qui riproposto anche per i platioti nel
mondo.
giovedì 11 gennaio 2018
Il buon samaritano (reg. Leo McCarey - 1947)
Questo onorevole, indulgente
SIGNORE ci tiene a farci sapere di risiedere in Svizzera da dove estivamente si
sdecolla per approdare nelle nostre terre assolate. Per lui NOI continuiamo ad essere i LAZZARONI descritti da Saverio Strati.
Mi domando se egli sappia chi era quel muratore di Santagatadelbianco perché
non conosce certamente quello che disse Orson Welles a proposito della sua
beata Svizzera: “Quattrocento anni di
violenze portarono l’Italia al Rinascimento, quattrocento anni di benessere per
gli svizzeri servirono a creare l’orologio a cucù”. E Platì, malgrado
questo signore, avrà il suo Rinascimento.
sabato 15 agosto 2015
Conoscere un paese ed una
popolazione dalla stampa e dai media non è la stessa cosa che conoscerlo
attraverso contatti personali e di convivenza. Per questo motivo il
sottoscritto dal 1978, per un periodo estivo di 20 giorni, visita i paesi del
Sud ltalia, dalla Sicilia attraverso la Calabria, la Basilicata, la Puglia, la
Campania, il Molise, fino all'Abruzzo incluso. Paesi di provenienza di tanti
nostri emigrati in Svizzera dove risiedo e nel mondo. Tralasciando centri
turistici e balneari dove i vacanzieri sono di tutt'altra esperienza dei
residenti. Ogni anno con tematica diversa per uno studio d'ambiente e del suo
vissuto. Nel 2014 quella scelta era: "Fra tanta corruzione e illegalità
esistono semi di speranza?" Dunque un tentativo di ricerca sul positivo e
non un dilungarsi solo sul negativo già fin troppo noto. Una trentina di
visitati, mi limito al paese di Plati, situato sull'Aspromonte orientale, in
provincia di Reggio Calabria. Dallo Jonio dovrebbe partire una superstrada e
collegare con un lungo tunnel sotto l'Aspromonte il Tirreno a Bagnara. Ma
iniziata per qualche chilometro la si vede già abbandonata e in deperimento,
uno scheletro. Partire dal dato di fatto è indispensabile per riuscire ad
intravedere spiragli di luce. Purtroppo il dato di fatto è desolante. Sui 3.800
gli abitanti, buona parte emigrati verso l'Australia. Limitati i cognomi di
famiglia, quindi ramificati in numerosa parentela: Catanzariti, Zappia, Perre,
Marando, Pangallo, Sergi, Trimboli ... Un paese a due piani: quello sotterraneo
con bunker di lusso e cunicoli di qualche centinaio di metri, centro operativo
e residenza dei capi della 'ndrangheta. Sopra il piano urbano, invaso tutto il
giorno da ragazzini e adolescenti che scorazzano con il motorino senza patente
e senza casco. I pochi occupati si dedicano all'agricoltura, all'allevamento
del bestiame, alla forestale. Stipendio sotto i 10 mila euro annui. Di
riscontro sulle strade sono parcheggiate e circolano auto di grossa cilindrata,
la mafia come metastasi è infiltrata in ogni settore. Il consiglio comunale
perciò è stato più volte sciolto e anche dopo le elezioni del maggio scorso,
annullate per mancanza di quorum, è stato imposto il commissario prefettizio
Luca Rotondi. Dal sequestro di persona di qualche decennio fa si è passati al
traffico internazionale di droga e di cocaina, Plati arriva fino alla Colombia
. È del 26 agosto 2014 la notizia che anche nella nostra Svizzera è stato
scoperto un commercio Frauenfeld Gioiosa Jonica. E così i giornali elvetici si
sbizzarriscono nel pubblicare notizie che ci feriscono tutti: la 'ndrangheta
conterebbe nel mondo 7 mila affiliati e 90 clan. Cinque per cento gli accusati
di associazione mafiosa nel comune di Platì, a dire circa 200 persone, un rione
di una grossa città. Visitando il cimitero e osservando le tombe si nota che i
morti per faida o resa dei conti sono oltre la decina, e tutti in giovane età,
fra i trenta e i cinquant'anni. Qualche dedica sulle lapidi: ... "il
destino amaro ha voluto spegnere il tuo sorriso. Resterai sempre nei nostri
cuori."- "La tua sete di libertà che purtroppo la vita ti ha negata
resterà "-Colto da morte crudele in età non ancora matura lasciò un grande
vuoto. "-"Grazie ... per aver creduto non ostante tutto in questa
terra che così poco ti ha dato" … E molte altre iscrizioni dello stesso
tenore. L'ultimo caduto sotto i colpi di lupara il 13 dicembre 2013 fu il
benzinaro Pasquale Crico. AI bar centrale, riuscendo a contattare qualche
cliente, mi si disse che Plati è un paese onesto, laborioso e maltrattato. Ma,
ironia dell'informazione, il giorno prima, 30 luglio, era stato arrestato Bruno
Trimboli per coltivazione abusiva di droga. E la religione, la chiesa locale,
che ruolo gioca? Qualche anno fa ebbi una conversazione con l'allora parroco
quasi novantenne Ernesto Gliozzi (+2008), ultimo rampollo di una lunga casta di
preti locali Gliozzi, il quale affermò candidamente che Platì è un paese molto
religioso, tutti frequentano la chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, con una
grande processione alla festa patronale della seconda domenica di agosto. Ma si
sa, i mafiosi sono essi stessi i primi religiosi, sostengono e finanziano
attività sacre, molti hanno anche i loro padri confessori, perché tutto ciò fa
presa sulla popolazione e ne raccoglie i consensi. Anche oggi girando per il
paese si vedono volantini affissi ovunque, ad esempio „Pellegrinaggio a don
Lorenzo per ottenere benedizioni, oppure "Pellegrinaggio a
Medjugorje". Fino a qui il dato di fatto. Da alcuni anni la parrocchia è
stata affidata a due missionari della Consolata. Visitando la chiesa si nota
che all'interno nelle pareti d'ingresso non è esposta nessuna immagine sacra,
né programmi religiosi, né pubblicità di riviste come "Famiglia cristiana".
Esposti invece in bella vista cartelloni con lista di ragazzi e giovani
partecipanti a squadre di calcio per tornei sportivi organizzati dalla
parrocchia. Ed è qui che l'opinione pubblica dell'altra Italia cattolica si
divide: alcuni possono considerare questa pubblicità una profanazione del luogo
sacra, la chiesa è la casa di Dio, Gesù non tarderà a scacciare i mercanti dal
tempio. Altri invece all'opposto sostengono che a Platì bisogna cominciare
così. Dai bambini, dagli adolescenti, dai giovani, toglierli dalla strada,
aggregazione del tempo libero, socializzazione attraverso il gioco, educazione
al senso civico, al rispetto reciproco, alla collaborazione e alla solidarietà
sul piano umano. Poi sarà possibile anche il resto. Passai pure questa opinione
al parroco Ettore Violo, schivo alle interviste: "Fra tanta corruzione e
illegalità questa iniziativa per Platì è un seme di speranza".
Autore:
Albino Michelin
20.08.2014
L'originale è qui:
http://michelinalbino.blogspot.it/2015/08/plati-cuore-della-ndrangheta-semi-di.html
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