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domenica 20 dicembre 2020

Un cuore in inverno [di Claude Sautet -1992]


 Tota (nata Maria Antonia) Zappia
di Pasquale e Caterina Lentini
10 maggio 1927 - 20 dicembre 2020
Maestra delle elementari

giovedì 17 dicembre 2020

Baci carezze e pugni [di Gregory Ratoff -1942]



Confraternita di Maria S.S. del Rosario in Platì 
ììììììììììììììììììììììììììììììììììì 

N° di Prot.
Oggetto – Deliberazione

Eccellenza Reverendissima, 

Onoromi umiliare all’approvazione dell’E.V.Rev.ma l’acclusa deliberazione dell’Assemblea della Confraternita, che fa obblicgo alle sorelle ascritte alla medesima d’intervenire solamente agli accompagnamenti funebri dei Congregati.
Bacion con devozione il Sacro Anello e chiedendo la S. benedizione per me e Congregati

Umilissimo 
Marando Domenico Priore 

Platì lì 12/ 5 1929 VII

Non approvata

Il documento, gentilmente concesso, è custodito presso:
Archivio Storico Diocesano “Mons. Vincenzo Nadile”
Diocesi di Locri – Gerace
ASDLG

 

martedì 15 dicembre 2020

I due sergenti [di Enrico Guazzoni -1936]



Gerace Sup. 5 (Caci) - Con ritardo m’accingo a mandare la mia nota sincera di plauso a quei bravi e volenterosi giovani del Seminario che nell’ ultima serata di carnevale si ebbero delle rappresentazioni teatrali assai gradite.
Si rappresentò la prima sera il dramma I due Sergenti e la parte del Valentino -tradotta in dialetto napoletano- fu splendidamente tenuta dal nostro «Scarpetta» Peppino Tedesco.
Anche il Vecchio Battezatore dramma eminentemente religioso – riscosse applausi l’ultima sera, massime la finale che fu proprio commoventissima. Ai drammi vennero dietro due farse «Lo stratagemma per pagare i debiti» e «Lo spauracchio della Poana». Prosit ai bravi e intelligenti giovani.
Di geniale e di bello in Seminario quest’anno va dovuta somma lode all’Ecc. mo Vescovo ed al Rettore Gratteri il quale -a tuttuomo- si occupa, perché questo sacro recinto fiorisca sempre nel campo de la virtù e de l’ingegno.
IL SOLE DEL MEZZOGIORNO Palermo-Anno III-N. 67 Direttore Francesco Parlati  Domenica 8 Marzo 1903

Inutile ricordarvi che sotto lo pseudonimo di Caci, per giunta su un foglio palermitano, si celava il seminarista Ernesto Gliozzi il vecchio e il dramma I due sergenti non derivava dal cinematografo, i fratelli Lumiere l'avevano sperimentato da poco, ma da una piece di Auguste Maillard e Théodore Baudouin d'Aubigny. Scandalosa, se non inconcepibile, la presenza di Scarpetta, al secolo Edoardo Scarpetta, don Giovanni dei palcoscenici napoletani e padre - tra i tanti - dei famosi Edoardo, Peppino e Titina De Filippo. E come dice Ghezzi Enrico: buona visione.

lunedì 14 dicembre 2020

Wedding Party [di Brian De Plama -1969]

28.06.1823  Calabria Domenico di Francesco - Carbone Anna di Giuseppe

Domenico, bracciale, il giorno dello sposalizio di anni ne aveva vent’uno e sua madre era Maria Garreffa; Anna era diciannovenne e sua madre era Caterina Cutrì. Mentre Anna si sposava col consenso dei due genitori, Mimmo aveva solo quello della madre essendo il padre defunto. In municipio i due sposi ebbero testimoni di tutto rispetto: Michele Oliva di Domenico, proprietario di anni quaranta; Don Stefano Oliva, sacerdote di quaranta tre anni; Giuseppe Gliozzi, civile di anni trenta tre e Michele Oliva anch’esso civile di anni vent’otto. In chiesa i testimoni furono due: Pasquale Zappia e Rosario Laria.

27.07.1823  Pipicella d. Giuseppe di Domenico -  Furore d. Francesca di Fortunato

Don Peppino Pipicella, natilotu del fu don Domenico e di donna Angela Ietto era di anni vent’otto; donna Francesca, di Fortunato e di donna Paola Portolesi, era diciottenne. I loro testimoni nella Casa Comunale furono: il sacerdote don Domenico Trimboli di anni cinquanta sei, lo spezziale don Domenico Zappia di anni quaranta sei, i civilì don Domenico Mittiga di anni trenta sei e don Antonio Oliva di anni trenta. Due i testimoni in chiesa: don Domenico Zappia e don Rosario Zappia.

24.11.1823  Trimboli Giuseppe di Nunziato -  Staltari Domenica di Domenico

Peppineiu Trimboli del fu Nunziato aveva diciassette anni, bovaro di professione, sua madre era Caterina Mavrelli abitanti in vico Chiesiola; Mimma di Mimmo e di Rosa Primerano di anni ne aveva sedici e con i suoi abitava nto vajuni. I loro testimoni furono il calzolaio di anni venti sei Giosofatto Zappia, massaru Filippo Caruso di anni quaranta, il vaticale Pasquale Giuseppe trimboli di quaranta anni e massaru Peppinu Sergi di anni trenta sei. In chiesa firmarono Michele Spagnolo e Rocco Agresta.

La data riportata è quella riportata nei registri della chiesa. In Comune ad officiare fu don Michele Oliva, in chiesa don Stefano … Oliva.

In quell’anno si sposarono anche:
il dieci febbraio Cusenza Rosario e Maria Vittoria Treccasi;
il quindici aprile Trimboli Giuseppe e Cufari Domenica;
il ventiquattro aprile Agresta Giuseppe e Audino Vincenza di Bovalino.
SDG

di seguito l'intro che usavamo con Valerio quando ci divertivamo a fare del cinema a spese dei futuri sposi:

domenica 13 dicembre 2020

I giovani leoni [di Edward Dmytryk -1958]

... una vita da eroi del cinema.
Willa Cather



NOTTE DEL 9 SETTEMBRE 1943: CRUENTA BATTAGLIA SULL’ASPROMONTE
Una piccola croce di pietra bianca a Zillastro
ricorda l’inutile sacrificio di giovani soldati
La guerra era cessata da 24 ore ma la notizia non era ancora giunta 
alle orecchie di quegli italiani e canadesi che 
si svegliarono al grido d’allarme
 
Platì, 11 marzo
Dalla contrada Zillastro, posta su uno dei punti più alti della cresta dell'Aspromonte, si un si aprono al viandante vedute senza confini: da un lato si vede la piana sterminata che si accende a sera delle miriadi di luci dei paesi in essa disseminati; da un altro lato lo sguardo scivola verso la visione vertiginosa del fondovalle solcato dalle strisce d'argento dei numerosi torrenti che si versano nel Ciancio.
Si discerne lontano la foce le di quest’ultimo nell'azzurro Jonio, e istintivamente ci si volta a guardare, stupiti, alle nostre spalle, la striscia azzurro pallida del Tirreno, confondersi con l'orizzonte. Appena velato dalla foschia, lo Stromboli emerge lontano dalle acque.
Quasi come in segno di rispetto alla bellezza ed alla grandiosità del panorama, in questi luoghi regna il silenzio: un silenzio assoluto, che neanche il soffio perenne dei venti incrociantisi sui pascoli verdissimi, riesce a interrompere.
Si vede su un lato della strada (la statale 112) l’edificio dipinto in rosso di una casa cantoniera, ma ci si accorge che solo le mura esterne di essa sono rimaste in piedi: all’interno non c'è che un cumulo di calcinacci sepolti tra le ortiche: Casello Zillastro.

  
Settembre 1943. Arriva a colmare per una sera la desolata solitudine di contrada Zillastro una compagnia di paracadutisti italiani.
Il panorama immenso che si offre da, ogni parte è il balsamo più gradito alle mille fatiche affrontate fino a quel giorno; gli italiani si accampano qui per passarvi la notte. Il sonno fa presto a venire, anche sdraiati sulla terra e senz'altra coperta che il meraviglioso cielo calabrese brulicante di stelle.
All'alba un ufficiale si alza e si allontana dall’accampamento. Cammina un po' trasognato, guardando l'oriente che trascolora a poco a poco... Inciampa in un uomo sdraiato per terra e cade. Si rialza: an-
che l'altro si è rialzato e bestemmia... in lingua canadese.
Si tratta di una compagnia di soldati canadesi attendati a qualche centinaio di metri di distanza dall’accampamento italiano: nessuno se n'era accorto.
L’italiano getta l'allarme: tutti si svegliano: i due eserciti prendono le armi. Per un momento la quiete profonda dell'Aspromonte è lacerata dal crepitio feroce della battaglia.
Infine una cortina di silenzio si posa pietosamente sui corpi di numerosi giovani italiani e stranieri rimasti inerti tra le erbe rosseggianti di sangue di contrada Zillastro.
E' la mattina del 9 settembre del 1943.


Un episodio come tanti altri, come innumerevoli altri dell’ultima guerra: ma infinitamente più triste: perché mentre a Zillastro si combatteva, lo stato di guerra era cessato dal giorno prima. E a Platì, a pochi chilometri di distanza, sul fondo della valle, la popolazione si abbandonava a un delirio di gioia per la notizia dell’'armistizio arrivata la sera prima per radio.
Se il miracolo della radio si fosse rinnovato per quegli uomini, la mattina del 9 settembre 1943, essi si sarebbero abbracciati nella comune gioia del momento e tante fiorenti giovinezze non si sarebbero dolorosamente arrestate, lontano dalla patria, nella solitudine sconfinata dei piani dell'Aspromonte.
I corpi di quei poveri ragazzi furono gettati alla rinfusa in un crepaccio, presso il greto di un torrente e coperti di terra alla meglio. Le acque del torrente, dopo, scoprirono alcuni dei cadaveri, irriconoscibili e li trasportarono a valle. Vi fu qualche parola di compianto, ma nessuno, dopo, si ricordò della battaglia, inutile e sanguinosa, di contrada Zillastro.
Qualche anno dopo i resti di quei soldati furono ritirati dalle rispettive famiglie. Sul luogo della tragedia, ora coperto dal verde di una giovane pineta, solo una croce di pietra, piccola, fredda, anonima, che abbiamo scorto per caso sperduta tra la neve, sta ad indicare il luogo dove dodici anni fa i nostri umili eroi offrirono alla Patria l’inutile sacrificio della loro giovinezza.

Michele Fera
GAZZETTA DEL SUD, 12 marzo 1955


In apertura (rubati alla rete) soldati della Divisione Folgore e Militari canadesi. 
La foto, recentissima, del Casello dello Zillastro è stata realizzata per queste pagine.
Un più recente scritto di Michele Fera sulla stessa tragedia si trova qui:




 

giovedì 10 dicembre 2020

Fatti corsari - da Molochio ad Agnana


-Cordea Pietro Paolo (Mo.30.8.1854) di m. o Vincenzo e di Vadalà  Maria, da Molochio - età 1 anno - era venuto per la solenne  festività  della B.V.M. di Loreto.
Il piccolo Pietro Paolo venne a mancare in casa dello zio Antonio Demaio, vaticale di anni trentadue.
-Trimboli Antonio di Francesco (Mo.28.9.1857) cadde da un albero di noce in località Ficarazzi.
Nel registro comunale Antonio è riportato come Domenico, figlio di Francesco e Antonia Trimboli, marito di Peppina Grillo.
-Barbaro Francesca (Mo.22.10.1857) cadde da una finestra della sua casa.
Francesca Barbaro era filatrice, quando cadde dalla finestra ne aveva quaranta di anni; i suoi genitori erano Antonio e Caterina Trimboli; era moglie di mastru Peppi Ciampa
-Barbaro Giuseppe (Mo.27.12.1857) di Rocco miroci, morì colpito da un macigno in località  Scapolanova.
Giuseppe Barbaro di anni ne aveva ventiquattro e faceva il bracciale, Rroccu u miroci invece era vaticale e sua moglie era Caterina Sergi.
-Ferraro Rosa Maria (Mo.25.5.1858) di Giovanni e di Nigro Antonia ruris casali novi de Africo.
Rosa Maria era un’infante di due mesi di Casalinovo di Africo; a dichiararne il decesso sono stati due suoi compaesani. Oscuro il perché si trovassero in Platì.  
-Larosa Caterina (Mo.10.8.1858) da Agnana, moglie di Cordì Giovanni, morì in località Lacchi.
-Leonardo Francesco Antonio (Mo.24.7.1858) di N. e Leonardo Maria da Bovalino.
Il piccolo Francesco Antonio era di sei mesi e Maria sua madre era una filatrice.
-Nirta mf Candida (Mo. 6.9.1858) moglie di Fera Michele - morta all'età di anni 90.
La signora Candida era originaria di Natile.
-Morabito d. Marianna (Mo. 11.12.1858) di d. Francesco e d. Rosa Oliva da Palmi. Morì a 36 anni ob partum difficilem.
-Sgrò Giuseppe Antonio (Mo. 27.12.1858) della città di Reggio - marito di Carbone Carmela.
-Lupis m. o Carlo (Mo. 2.1.1859) ruris Canoli, coriarius, venendo da Oppido, mentre attraversava la località  Emolumenti, assalito da un ladrone, fu derubato e ucciso a colpi di scure.
-Micò Francesca (Mo.12.2.1859) da Casignana
-Sansalone Giuseppe (Mo.20.2.1859) da Agnana, dimorava in località Mulino nuovo - morì a Platì.

 Notizie contenute nel V° Volume dei morti della parrocchia redatte da Ernesto Gliozzi il giovane. In grassetto quanto ricavato dai registri della Casa Comunale platiese. In apertura una lapide resistita alle alluvioni.

 

martedì 8 dicembre 2020

Lo sguardo di Ulisse - Argomenti







E' primavera, è domenica ... Ecco, ora con le foto dello zio Giuseppino ognuno di voi può inventarsi una storia a piacere, se conviene, cambiando anche la sequenza fotografica proposta. Fondale è il serro che volge verso Cirella, e come sottofondo sonoro va benissimo Astrud Gilberto assieme all'ormai mi(t)tico:

lunedì 7 dicembre 2020

Lo sguardo di Ulisse [di Theo Angelopoulos -1995]

Non luce, una visibile tenebra.
John Milton citato da Willa Cather



Oggi inauguro una nuova etichetta: Giuseppe Mittiga Medico Chirurgo (Platì 03/01/1897 - Palmi 18/01/1982) figlio di Rocco e Caterina Fera. Oggetto sono le sue lastre fotografiche, abbiatene cura! Per la verità alcune hanno già visto la luce tra queste pagine. Oggi rinascono con una nuova scansione migliorata anche se la colliquazione che stanno subendo è inesorabile. Senza ombra di dubbio egli è stato il primo in paese a girare con la sua fotocamera, lasciandoci una memoria visiva come nessuno dei platiesi. Per tutto questo ricorro ad un Titolo ed ad un Autore di tutto rispetto: Lo sguardo di Ulisse di Theodōros Angelopoulos, basterebbe anche la presenza di Harvey Keitel ed Erland Josephson ma è l'assenza di Gian Maria Volontè, al suo ultimo rimosso sguardo che conta e poi, ancora, il girovago per elezione in un perenne ritorno. Che volete farci: il cinema è il cinema.
Come se non bastasse, a corredo un altro grande assente e sue melodie poco conosciute:

domenica 6 dicembre 2020

Welcome Stranger - pt. 3 - Farewell Mrs & Mr Grassby

If this was a dream, then at least I've got
Memories for when morning comes
Now that I must leave with a heavy heart 

Oh, Wonderland I love.
Anson Seabra

On. Grassby,
Lei ha visitato un paese, l'Italia, terra di profonda e secolare civiltà umana, ricca di grandi tesori letterari ed artistici, di luoghi naturali incantevoli: essa ha conosciuto una fase dl grande avanzata sul piano economico che la colloca tra le prime dieci Nazioni del mondo sul piano industriale e tecnologico.
Oggi l'Italia come altri Paesi occidentali, è investita da una crisi energetica in riferimento alla crisi del petrolio ma anche per gli errati modelli di sviluppo fin'oggi perseguiti.
La crescita del nostro Paese, come Lei sa, è avvenuta in maniera disordinata, con l'accentuazione di squilibri a livello territoriale e settoriale, le cui conseguenze negative ed a volte amare sono state pagate dalle Regioni meridionali, e tra queste, in maniera più acuta, dalla nostra Calabria.
Noi auspichiamo uno sviluppo che porti al superamento degli squilibri, che punti sulla utilizzazione in loco delle risorse esistenti, in primo luogo quelle umane, fonti insostituibili e prioritarie d'ogni ricchezza.
Il flusso migratorio, l'esodo delle campagne, a parte i sacrifici umani, hanno impoverito il nostro sistema economico di tante energie, di intelligenze, di potenzialità lavorative per la cui formazione la nostra società ha dovuto sostenere pesanti oneri in termini di formazione, alimentazione, preparazione.
Sappiamo che, spesso, questi uomini hanno trovato ospitalità in grandi Paesi come il Vostro, ed hanno lì trovato un proprio ruolo un inserimento attivo nella politica di sviluppo, nella agricoltura, nell'industria, nell'edilizia, nel commercio, nelle attività economiche e sociali del Vostro Paese, trovando una collocazione che ha loro consentito il raggiungimento di un adeguato tenore di vita. Nel contempo, gli emigranti, con le loro importanti rimesse, hanno anche dato un contributo poderoso al Nostro Paese, all'Italia.
Credo comunque che il Governo Italiano, in collaborazione anche con altri Paesi, debba, ora, farsi carico dei modi con cui ricompensare la nostra Regione, la Calabria, degli enormi sacrifici umani ed economici subiti con le continue emorragie migratorie predisponendo, nelle zone di tradizionale emigrazione, opportuni interventi «riparatori» con nuove scelte di carattere economico e politico.
On. Grassby, parliamo a Lei senza formalismi, con schiettezza conoscendo la Sua sensibilità verso i  lavoratori tutti e quelli Italiani in particolare. Non abbiamo, né vogliamo avanzare proposte concrete perché non rientrano nella nostra competenza ma ci sia consentito di avanzare idee che possono essere colte da intelligenze aperte, dal nostro Governo, dalla C.E.E., da altri Paesi ai quali ci sentiamo vicini, non solo per legami storici e culturali, ma anche e soprattutto per l'emigrazione del nostro popolo; idee che possono essere recepite sul piano della politica commerciale, della collaborazione scientifica, tecnologica, economica, che si identificano con l'esigenza di contribuire, ovunque, all'azione per uno sviluppo, armonico ed equilibraio, di tutte le zone del mondo e dell'umanità.

On. Grassby,
nel rinnovarLe il benvenuto, La prego di voler portare i nostri fraterni, commossi abbracci e saluti ai fratelli emigrati a Sydney, Melbourne, Adelaide, nella Riverina, a Griffith. Al nostro omaggio si unisce tutto il popolo calabrese da San Luca a Careri, da Benestare a Bovalino, Siderno, S. Cristina, da Oppido ad Antonimina, a Bianco i cui sindaci oggi sono qui presenti a testimoniarLe i sentimenti di amicizia, di simpatia e di stima, a rendere omaggio alla Sua simpatica, intelligente e dinamica compagna di lavoro, signora Elehonora Grassby. Dalla nostra piccola Platì vanno ai compaesani di Riverina, di Griffith, di tutta l'Australia i saluti più affettuosi delle madri, dei padri, dei cugini, degli zii, degli amici dei compagni d'infanzia, di giuochi, di studio, di lavoro.
L'Amministrazione Comunale di Platì, On. Grassby, è stata lieta di conferirLe la cittadinanza onoraria per i meriti acquisiti presso di noi, derivanti dalle sue doti di sensibilità e di amicizia verso il nostro popolo: lo facciamo sicuri di interpretare la volontà unanime di quanti sono qui presenti, di quanti hanno lasciato le antiche contrade dell'Arijeia, S. Pasquale, Pietra d'Angela, Cresiola, Fora 'u ponti, Cireia, Senoli, tutte le contrade, i rioni, i quartieri del Comune di Platì; lo facciamo nella certezza che essa contribuirà a renderLa ancora più vicino ai nostri compaesani che si trovano a Riverina, certi di interpretare il desiderio di tutti gli emigrati della nostra Platì, della Provincia di Reggio, di Catanzaro e di Cosenza, di tutta questa amata, dolorosa e tormentata terra che vuole giustamente un avvenire di progresso e di sviluppo nella pace e nell'amicizia con tutti i popoli del mondo.
On Francesco Catanzariti
FINE

Testo e foto contenuti nella pubblicazione edita dal Comune di Platì in occasione della visita del ministro Mr Grassby avvenuta il 1° febbraio 1974.
La pubblicazione è conservata presso la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” di Reggio Calabria 

giovedì 3 dicembre 2020

Welcome Stranger - pt. 2 - Colombo, Magellano, Cook e Tesman adottati da Platì

Welcome to Wonderland, where should we go
There's a tea party along down the road
Make an appearance and maybe they'll sing us a song

Anson Seabra



On. Ministro,
Lei è venuto in Italia ospite dell'On. Granelli, sottosegretario per gli affari esteri, per lavorare nell' interesse reciproco dei nostri due Paesi: vogliamo augurare che i suoi numerosi incontri con personalità ed autorità italiane, con il Presidente del Consiglio On. Rumor, con il Ministro degli Esteri On. Moro, con il Ministro delle Partecipazioni Statali On. Gullotti, possano essere forieri di benefici effetti sul piano commerciale, della cooperazione nei settori tecnologici, scientifici e culturali, in direzione dei problemi della sicurezza sociale dell'emigrazione.
A questi problemi siamo particolarmente sensibili, anche perché direttamente interessati a tutto ciò che riguarda i nostri emigranti, i nostri fratelli in Australia ai quali pensiamo che il Governo Italiano debba dedicare sempre maggiore attenzione per la difesa dei loro interessi, per mantenere vivo tra essi il grande patrimonio della cultura italiana, per la tutela delle condizioni dei nostri emigranti: e questo un modo concreto per dimostrare che il nostro Paese è vicino a loro, non vuole e non deve dimenticare i suoi figli lontani.
Sappiamo che questa problematica è stata al centro degli incontri di lavoro tra Lei, On. Grassby, e gli uomini del nostro Governo; la tutela degli emigranti, il rispetto della dignità umana, l'integrità dei nuclei familiari, i diritti assistenziali, previdenziali e di prevenzione infortuni, l'assegnazione degli alloggi di stato, le modalità di impiego, la partecipazione alla vita sindacale e democratica la tutela giudiziaria, la qualificazione della mano d'opera, sono problemi che, se risolti positivamente, non solo corrispondono a giuste esigenze dei nostri emigrati, ma anche all'interesse generale del Nostro e del Vostro Paese, ricco tra l'altro, di nobili tradizioni storiche e di ospitalità.
Con questi intendimenti pensiamo sia possibile rafforzare, in tutti i campi, i nostri rapporti con l'Australia, oggi avviata con impegno verso un gigantesco sviluppo.
Nel vostro Paese vivono circa un milione di lavoratori di origine italiana, nella stragrande maggioranza provenienti dalle regioni meridionali, che hanno raggiunto l'Australia a cominciare dai primi decenni di questo secolo. Molti di essi hanno ottenuto la cittadinanza australiana dimostrando, con tale scelta, profonda lealtà ed amore verso il nuovo Paese.
Siamo un popolo di navigatori e di ardimentosi, mi si consenta questa espressione di fierezza, che ha saputo scrivere pagine di gloria, resistendo a tutte le avversità, valide per tutti i popoli del mondo: Colombo e Magellano sono tra quelli che assieme a Cook e Tesman costituiscono esempi luminosi.
Non apparteniamo, quindi, ad un popolo che si chiude nei propri confini, ma tenta di avere un ruolo e di trovare una propria collocazione oltre confine.
Vogliamo, però, ed in tale direzione ci battiamo con tutte le nostre energie, che l'emigrazione costituisca una libera scelta dell'uomo, nel pieno rispetto della dignità e nella salvaguardia dell'integrità dei nuclei familiari; non vogliamo che la via dell'emigrazione sia lo sbocco dall'incapacità del nostro sistema di garantire in Italia condizioni adeguate di vita sul piano economico e sociale. L'esperienza ci insegna che non è questa la via che può garantire la creazione di migliori condizioni di carattere economico e sociale neanche per coloro che sono costretti ad emigrare. (continua)
On. Francesco Catanzariti

In apertura l'on. Catanzariti, i coniugi Gassby e Ciccillo Prestia.

Testo e foto contenuti nella pubblicazione edita dal Comune di Platì in occasione della visita del ministro Mr Grassby avvenuta il 1° febbraio 1974.
La pubblicazione è conservata presso la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” di Reggio Calabria