"Sono come un ontano del fiume, le mie radici sono fisse e profonde" Mikio Naruse, 1958
martedì 8 dicembre 2020
Lo sguardo di Ulisse - Argomenti
lunedì 7 dicembre 2020
Lo sguardo di Ulisse [di Theo Angelopoulos -1995]
Come se non bastasse, a corredo un altro grande assente e sue melodie poco conosciute:
domenica 6 dicembre 2020
Welcome Stranger - pt. 3 - Farewell Mrs & Mr Grassby
Memories for when morning comes
Now that I must leave with a heavy heart
Oh, Wonderland I love.
On. Grassby,
Lei ha visitato un paese, l'Italia, terra di profonda e secolare civiltà umana, ricca di grandi tesori letterari ed artistici, di luoghi naturali incantevoli: essa ha conosciuto una fase dl grande avanzata sul piano economico che la colloca tra le prime dieci Nazioni del mondo sul piano industriale e tecnologico.
Oggi l'Italia come altri Paesi occidentali, è investita da una crisi energetica in riferimento alla crisi del petrolio ma anche per gli errati modelli di sviluppo fin'oggi perseguiti.
La crescita del nostro Paese, come Lei sa, è avvenuta in maniera disordinata, con l'accentuazione di squilibri a livello territoriale e settoriale, le cui conseguenze negative ed a volte amare sono state pagate dalle Regioni meridionali, e tra queste, in maniera più acuta, dalla nostra Calabria.
Noi auspichiamo uno sviluppo che porti al superamento degli squilibri, che punti sulla utilizzazione in loco delle risorse esistenti, in primo luogo quelle umane, fonti insostituibili e prioritarie d'ogni ricchezza.
Il flusso migratorio, l'esodo delle campagne, a parte i sacrifici umani, hanno impoverito il nostro sistema economico di tante energie, di intelligenze, di potenzialità lavorative per la cui formazione la nostra società ha dovuto sostenere pesanti oneri in termini di formazione, alimentazione, preparazione.
Sappiamo che, spesso, questi uomini hanno trovato ospitalità in grandi Paesi come il Vostro, ed hanno lì trovato un proprio ruolo un inserimento attivo nella politica di sviluppo, nella agricoltura, nell'industria, nell'edilizia, nel commercio, nelle attività economiche e sociali del Vostro Paese, trovando una collocazione che ha loro consentito il raggiungimento di un adeguato tenore di vita. Nel contempo, gli emigranti, con le loro importanti rimesse, hanno anche dato un contributo poderoso al Nostro Paese, all'Italia.
Credo comunque che il Governo Italiano, in collaborazione anche con altri Paesi, debba, ora, farsi carico dei modi con cui ricompensare la nostra Regione, la Calabria, degli enormi sacrifici umani ed economici subiti con le continue emorragie migratorie predisponendo, nelle zone di tradizionale emigrazione, opportuni interventi «riparatori» con nuove scelte di carattere economico e politico.
On. Grassby, parliamo a Lei senza formalismi, con schiettezza conoscendo la Sua sensibilità verso i lavoratori tutti e quelli Italiani in particolare. Non abbiamo, né vogliamo avanzare proposte concrete perché non rientrano nella nostra competenza ma ci sia consentito di avanzare idee che possono essere colte da intelligenze aperte, dal nostro Governo, dalla C.E.E., da altri Paesi ai quali ci sentiamo vicini, non solo per legami storici e culturali, ma anche e soprattutto per l'emigrazione del nostro popolo; idee che possono essere recepite sul piano della politica commerciale, della collaborazione scientifica, tecnologica, economica, che si identificano con l'esigenza di contribuire, ovunque, all'azione per uno sviluppo, armonico ed equilibraio, di tutte le zone del mondo e dell'umanità.
On. Grassby,
nel rinnovarLe il benvenuto, La prego di voler portare i nostri fraterni, commossi abbracci e saluti ai fratelli emigrati a Sydney, Melbourne, Adelaide, nella Riverina, a Griffith. Al nostro omaggio si unisce tutto il popolo calabrese da San Luca a Careri, da Benestare a Bovalino, Siderno, S. Cristina, da Oppido ad Antonimina, a Bianco i cui sindaci oggi sono qui presenti a testimoniarLe i sentimenti di amicizia, di simpatia e di stima, a rendere omaggio alla Sua simpatica, intelligente e dinamica compagna di lavoro, signora Elehonora Grassby. Dalla nostra piccola Platì vanno ai compaesani di Riverina, di Griffith, di tutta l'Australia i saluti più affettuosi delle madri, dei padri, dei cugini, degli zii, degli amici dei compagni d'infanzia, di giuochi, di studio, di lavoro.
L'Amministrazione Comunale di Platì, On. Grassby, è stata lieta di conferirLe la cittadinanza onoraria per i meriti acquisiti presso di noi, derivanti dalle sue doti di sensibilità e di amicizia verso il nostro popolo: lo facciamo sicuri di interpretare la volontà unanime di quanti sono qui presenti, di quanti hanno lasciato le antiche contrade dell'Arijeia, S. Pasquale, Pietra d'Angela, Cresiola, Fora 'u ponti, Cireia, Senoli, tutte le contrade, i rioni, i quartieri del Comune di Platì; lo facciamo nella certezza che essa contribuirà a renderLa ancora più vicino ai nostri compaesani che si trovano a Riverina, certi di interpretare il desiderio di tutti gli emigrati della nostra Platì, della Provincia di Reggio, di Catanzaro e di Cosenza, di tutta questa amata, dolorosa e tormentata terra che vuole giustamente un avvenire di progresso e di sviluppo nella pace e nell'amicizia con tutti i popoli del mondo.
Testo e foto contenuti nella
pubblicazione edita dal Comune di Platì in occasione della visita del ministro
Mr Grassby avvenuta il 1° febbraio 1974.
La pubblicazione è conservata presso la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” di
Reggio Calabria
giovedì 3 dicembre 2020
Welcome Stranger - pt. 2 - Colombo, Magellano, Cook e Tesman adottati da Platì
There's a tea party along down the road
Make an appearance and maybe they'll sing us a song
Anson Seabra
On. Ministro,
Lei è venuto in Italia ospite dell'On. Granelli, sottosegretario per gli affari esteri, per lavorare nell' interesse reciproco dei nostri due Paesi: vogliamo augurare che i suoi numerosi incontri con personalità ed autorità italiane, con il Presidente del Consiglio On. Rumor, con il Ministro degli Esteri On. Moro, con il Ministro delle Partecipazioni Statali On. Gullotti, possano essere forieri di benefici effetti sul piano commerciale, della cooperazione nei settori tecnologici, scientifici e culturali, in direzione dei problemi della sicurezza sociale dell'emigrazione.
A questi problemi siamo particolarmente sensibili, anche perché direttamente interessati a tutto ciò che riguarda i nostri emigranti, i nostri fratelli in Australia ai quali pensiamo che il Governo Italiano debba dedicare sempre maggiore attenzione per la difesa dei loro interessi, per mantenere vivo tra essi il grande patrimonio della cultura italiana, per la tutela delle condizioni dei nostri emigranti: e questo un modo concreto per dimostrare che il nostro Paese è vicino a loro, non vuole e non deve dimenticare i suoi figli lontani.
Sappiamo che questa problematica è stata al centro degli incontri di lavoro tra Lei, On. Grassby, e gli uomini del nostro Governo; la tutela degli emigranti, il rispetto della dignità umana, l'integrità dei nuclei familiari, i diritti assistenziali, previdenziali e di prevenzione infortuni, l'assegnazione degli alloggi di stato, le modalità di impiego, la partecipazione alla vita sindacale e democratica la tutela giudiziaria, la qualificazione della mano d'opera, sono problemi che, se risolti positivamente, non solo corrispondono a giuste esigenze dei nostri emigrati, ma anche all'interesse generale del Nostro e del Vostro Paese, ricco tra l'altro, di nobili tradizioni storiche e di ospitalità.
Con questi intendimenti pensiamo sia possibile rafforzare, in tutti i campi, i nostri rapporti con l'Australia, oggi avviata con impegno verso un gigantesco sviluppo.
Nel vostro Paese vivono circa un milione di lavoratori di origine italiana, nella stragrande maggioranza provenienti dalle regioni meridionali, che hanno raggiunto l'Australia a cominciare dai primi decenni di questo secolo. Molti di essi hanno ottenuto la cittadinanza australiana dimostrando, con tale scelta, profonda lealtà ed amore verso il nuovo Paese.
Siamo un popolo di navigatori e di ardimentosi, mi si consenta questa espressione di fierezza, che ha saputo scrivere pagine di gloria, resistendo a tutte le avversità, valide per tutti i popoli del mondo: Colombo e Magellano sono tra quelli che assieme a Cook e Tesman costituiscono esempi luminosi.
Non apparteniamo, quindi, ad un popolo che si chiude nei propri confini, ma tenta di avere un ruolo e di trovare una propria collocazione oltre confine.
Vogliamo, però, ed in tale direzione ci battiamo con tutte le nostre energie, che l'emigrazione costituisca una libera scelta dell'uomo, nel pieno rispetto della dignità e nella salvaguardia dell'integrità dei nuclei familiari; non vogliamo che la via dell'emigrazione sia lo sbocco dall'incapacità del nostro sistema di garantire in Italia condizioni adeguate di vita sul piano economico e sociale. L'esperienza ci insegna che non è questa la via che può garantire la creazione di migliori condizioni di carattere economico e sociale neanche per coloro che sono costretti ad emigrare. (continua)
Testo e foto contenuti nella pubblicazione edita dal Comune di Platì in occasione della visita del ministro Mr Grassby avvenuta il 1° febbraio 1974.
La pubblicazione è conservata presso la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” di Reggio Calabria
martedì 1 dicembre 2020
E se oggi ... Fosse già domani? [di Kevin Billington -1973]
… Raccontare la storia di una terra — al di là dei luoghi
comuni e di quei “pregiudizi" che rischiano di distogliere l’attenzione da
una realtà fatta di tradizioni e suggestioni, fra colori, sapori e suoni — non
è cosa semplice; ci vogliono passione e tanto coraggio …
… E sembra esserci riuscito attraverso un’attenta e rispettosa
analisi, grazie alla quale riscopre luoghi e leggende, muovendosi abilmente tra
i palazzi e le vie del paese, i passi e le rocche fra i boschi dello Zillastro …
…. è il riscatto “in termini” di un paese simbolo della frugalità dell’epoca, con le classi sociali racchiuse nell’immagine dei signori “dal ventre grasso", dai loro vizi privati e dalle virtù pubbliche, alla quale si antepone un popolo che sopravvive tra gli stenti. Eppure quell’ “onore”, declinato in tutte le forme, onnipresente, faceva apparire ogni cosa straordinariamente normale.
RACHELE GERACE
GAZZETTA DEL SUD, Martedì 1 Dicembre 2020
lunedì 30 novembre 2020
Welcome Stranger [di Elliott Nugent -1947] A Song in Three Parts
Welcome to Wonderland, I'll be your guide
Holding your hand under sapphire skies
Let's go exploring or we could just go for a walk
On. GRASSBY
Sig. Ministro per l'Immigrazione del Governo Australiano!
A nome dell'Amministrazione Comunale e della popolazione di Platì, certo di interpretare i sentimenti del popolo calabrese qui rappresentato da autorevoli personalità ed autorità dall' On. Sottosegretario Nello Vincelli, dall'Assessore Regionale Dott. Ludovico Ligato, dal sig. Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, dal Questore, dal Consigliere Prov. Dott. Antonio Delfino, e da numerosi sindaci sono lieto di dare a Lei, alla Sua gentile consorte, Sig.ra Eleonora Grassby, al Segretario generale del Suo Ministero, Sig. Armstrong, il benvenuto nel nostro piccolo comune della generosa Calabria.
E' un benvenuto, tutt' altro che formale, di cuore, che esprime i nostri sentimenti di sincera amicizia e stima verso il Suo grande ed importante paese, l'Australia.
Guardiamo al Vostro Paese, al quale siamo profondamente legati, con tanta affettuosa attenzione ed ammirazione, perché sappiamo della sua potenza economica e politica, del ruolo importante che esso svolge nel consesso internazionale, della sua avanzata sul piano della economia, della scienza, della cultura e della civiltà.
Conosciamo i vostri legami con il mondo occidentale al quale avete saputo apportare con freschezza e vitalità un prezioso e peculiare contributo.
Il suo, On. Grassby, è un viaggio di lavoro in Italia per interessi ed obiettivi comuni ma è soprattutto un viaggio di pace, di amicizia, di fratellanza in un momento in cui l’umanità, nonostante la persistenza di nubi e preoccupazioni, si adopera, come noi auspichiamo con tutte le nostre forze, per realizzare un clima di pace vera e duratura distensione attraverso la collaborazione e la comprensione fra i popoli, abbattendo le barriere dell'isolamento, dell'odio e delle anacronistiche chiusure territoriali.
Gli uomini, sia in Italia che in Europa, sia in America che in Asia, sia in Africa che in Australia vogliono vivere in pace in amicizia, in fratellanza, senza razzismi e senza odi. Sono con questi sentimenti di pace giusta e duratura che qui nel nostro incontro simbolicamente testimoniano la forza travolgente di una amicizia che travalica le lontananze geografiche - che noi auspichiamo per tutti i popoli del mondo e, soprattutto per quelli ancora tormentati da eventi e propositi bellicosi, un'era di pace duratura.
In questa lieta occasione, On. Grassby, mi consenta di confessare con sincerità i sentimenti di ammirazione e di stima per Lei, per l'uomo di governo impegnato, intelligente e dinamico che non risparmia nulla nell'opera di costruzione e di sviluppo economico e sociale della Sua amata Australia; verso l'uomo politico che, sia pure per diverse, o per meglio dire originali e peculiari vie, persegue il raggiungimento dei grandi ideali di progresso, di democrazia e di giustizia sociale; ideali che, con diverse intuizioni e collocazioni, stanno alla base del lungo e tormentato cammino dell'intera umanità, di tutti i grandi della storia, di tutti i genii, degli artisti, degli spiriti nobili ed irrequieti, di Magellano e di Tesman, di Cook e di Colombo, di Campanella e di Marconi, di Saint Simon e di Spartaco, di Papa Giovanni XXIII e di Neruda, di Francesco d'Assisi e dei Kennedy.
Noi abbiamo avuto il piacere di conoscerla, On. Grassby, quando, molti anni or sono, è stato in Italia quale incognito turista, desideroso di studiare e conoscere il nostro Paese, il nostro piccolo centro, già allora, attraverso le espressioni di affetto e di stima di quanti ebbero modo di apprezzarLa, trovammo in Lei, l'amico, l'uomo sensibile dal pronto aiuto e dalla calda solidarietà.
Oggi, On. Grassby, nel darle con cordialità e riconoscenza, il benvenuto, ci sentiamo particolarmente onorati di estendere il nostro saluto a tutto il popolo australiano.
Un saluto che sa di affetto e di commozione, che rivolgiamo, ce lo consenta On. Grassby, idealmente a tutti gli italiani, ai calabresi, ai nostri cari concittadini e compaesani che vivono geograficamente lontani da noi in America, in Canadà, in Argentina, in Europa, nel Nord Italia, nel grande e stimato paese dell'Australia a Camberra, Adelaide, Sidney, Melbourne e, soprattutto, a Griffith ed in tutta la Riverina. Questi nostri connazionali, pur lontani per distanze geografiche, sono sempre tanto vicini al nostro cuore, al nostro affetto e sempre presenti nel nostro pensiero.
Siamo fieri ed orgogliosi di questi nostri connazionali, corregionali, compaesani uomini forti e coraggiosi, sparsi nel Mondo ma sempre spiritualmente legati alla loro madre Patria, che hanno contribuito in modo così significativo al progresso di un grande Paese amico, l'Australia.
Il legame spirituale, che negli emigranti vive perenne nei confronti della loro Italia, il vincolo di profondo affetto verso la patria di origine, si armonizzano pienamente con la carica di fedeltà e di lealtà che questi uomini esprimono nella patria di adozione consegnandoci una lezione di elevato e nuovo patriottismo, sintesi ed incontro di civiltà diverse ed uguali nello stesso tempo, che annullano visioni e concezioni anacronistiche di razzismo, di delirante nazionalismo, di vecchi municipalismi che ancora albergano in ambienti culturalmente e moralmente arretrati e conservatori, condannati dalla storia e dalla civiltà. (continua)
domenica 29 novembre 2020
Monica e il desiderio [di Ingmar Bergman -1952]
Johnny Trimboli per chi non lo conosce all'anagrafe si chiama Giuseppe e abbreviato in Pino aveva già inciso un 45 giri per la PhonoVox Australiana*. Nel 1980 di ritorno in patria ebbe la sorte di incontrare nella capitale un celebre paroliere, nonché compositore e cantante, che si chiama Toto Cutugno. Con questi pubblica un singolo con due tracce: Piccola Monica e Come Zingari. Di quel lavoro, in uno dei suoi rari ritorni a Platì, pensò che fosse giusto consegnarne una copia allo zio Ernesto perché lo benedicesse. Oggi quell'incisione la potete ascoltare grazie alla nuova masterizzazione fatta espressamente per queste pagine da Valerio.
giovedì 26 novembre 2020
Il ponte dei sospiri [di Mario Bonnard -1940]
Scendiamo con miracoli di equilibrismo per una stradetta selciata costruita per il transito dei natilesi, dopo l'alluvione del 1953.
I grossi ciottoli sono resi viscidi dalla fanghiglia appiccicosa depositata dai piedi dei passanti sulle loro ruvide superfici.
Solo le donne di Natile possono camminare agevolmente sulla massicciata: esse non portano scarpe, e la pianta del loro piede può appoggiare dovunque con grande stabilità.
Ci accompagna il sindaco di Natile, signor Giugno, che ci fa sostare un momento sulla sommità di una immensa duna di fango per indicarci dallo alto la lunghissima passarella di legno costruita a varie riprese sul torrente Careri dopo l'alluvione del 1951 e a varie riprese distrutta dal torrente stesso.
Già vedendola da lontano, la passarella ci si prospetta in tutta la sua inutilità pratica e in tutta la sua incongruenza: si snoda come una mostruosa anguilla attraversando il Careri nel suo tratto più ampio. L'acqua torbida del torrente, anziché essere raccolta sotto l'unica luce, scorre placidamente in cinque o sei letti, senza nessuna forza di erosione. E il materiale ghiaioso e sassoso che essa trascina dai fianchi dell'Aspromonte, si ammucchia a poco a poco in un enorme strato lungo tutto il letto del torrente.
Immancabilmente ogni piena del Careri capovolge in uno o più punti quella specie di preistorico ponte, interrompendo il traffico per mesi e mesi.
Procediamo con sforzo verso il Careri, liberandoci con sforzo dall'argilla che ad ogni passo attanaglia i nostri piedi.
Il sindaco Giugno ci espone tutta la storia della passarella: costruita per la prima volta dopo l'alluvione del '51 fu distrutta e ricostruita più volte, impiegando in tale lavoro una spesa che avrebbe potuto coprire le spese per la costruzione del ponte di Brooklin. Ma di un ponte vero, non se n'è ancora mai parlato. Si continuano a buttare via i soldi nella costruzione di questo sgorbio di legno e filo di ferro, che a mala pena regge in piedi.
- «Occorre il ponte» - dicono tutti. Ma per ora il ponte è solo un immenso fantasma a forma di punto interrogativo, che nessun medium è riuscito a concretizzare.
Subito l’alluvione del 1951 fu presentato al Genio Civile di Reggio Calabria un progetto, a cura della popolazione interessata di Natile: non si sa che fine esso abbia fatto.
Comunque, recentemente la questione è stata di nuovo agitata e presa finalmente in esame dalle autorità competenti. Un tecnico è stato inviato ad assumere accertamenti in merito alla redazione di un progetto ex novo per un ponte di cemento.
Ma il bello potrebbe venire adesso, se la cosa avrà un seguito; perché se non si terrà un rigoroso conto della natura dei luoghi, la montagna che s'è finalmente decisa a partorire, partorirà un topolino. La domanda a cui bisogna per ora rispondere con la massima precisione possibile, è questa: — «Dove dovrà sorgere il ponte, per poter salvare il più possibile di agricoltura, e poter garantire la più lunga durata dell'opera?» Procedendo ex contrario dalla valutatone del maggiore inconveniente della attuale passarella, affermiamo anzitutto, senza timore di sbagliare, che il ponte deve essere costruito non più nel punto dove il fiume si allarga a dismisura e la corrente si smorza del tutto; bensì duecento metri più o monte, in località «Patara», vale a dire nel punto più stretto del Careri.
Questo per due ragioni: anzitutto così facendo si raccoglierebbero sotto il medesimo ponte anche le acque del torrente Acone, per il quale, se si agisse diversamente dovrebbe costruirsi un apposto ponte più a valle. Inoltre la corrente delle acque che verrebbero ad essere raccolte nel minimo spazio possibile, provvederebbe automaticamente a liberare le luci del ponte da qualsiasi ingombra di natura alluvionale.
Noi non siamo dei tecnici; ma abbiamo con noi il parere di illustri tecnici locali e inoltre cinque secoli di esperienza tramandataci dai nostri padri. Ecco perché sentiamo il dovere di segnalare ai tecnici che si occuperanno del progetto la opportunità di far sorgere il ponte in località «Patara» anziché in altri luoghi.
Se la secolare aspirazione dei cittadini natilesi, vale a dire dei «paria» della Nazione, riuscirà ad avere attuazione, sia almeno attuata nel migliore possibile dei modi.
MICHELE FERA
mercoledì 25 novembre 2020
Assalto al treno [di Edwin S. Porter -1903]
Una vecchia macchina a carbone, un carro postale, qualche vettura di prima classe e tre di seconda formano il trenino che ogni mattina raccoglie, nelle varie e linde stazioncine disseminate lungo il tratto della costa Ionica che da Bova conduce a Locri, una pleiade di studenti rumorosi ed irrequieti, spensierati.
Lo chiamano, appunto, il trenino degli studenti e sbuffa peggio di Ercole al tempo delle sette fatiche: va molto piano e, in ogni traballante ponticello di questa povera e dimenticata Calabria che attende le alluvioni per ottenere qualche aiuto ed il ricordo delle autorità centrali, rallenta e sembra stenti a riprendere la corsa, fa tanta pena.
Gli vogliamo tutti bene, però, malgrado affumichi tutto e sporchi le mani, il volto ed il vestito nuovo; e quindi con un fischio assordante rallenta e si ferma, dai marciapiedi delle stazioni viene letteralmente preso d'assalto da una marea di studenti e studentesse carichi di libri, che sembra un vero abbordaggio degno della migliore descrizione Salgariana.
I più svelti occupano il posto per gli amici o per la ragazza che dovrà salire alla prossima fermata, ed il passeggero ignoto, che viaggia per affari, dovrà accontentarsi di trovare un posticino in piedi nella morsa crudele degli affollati corridoi e muovere la testa quando uno studente irrequieto gli sale sulle scarpe.
Improvvisamente i freddi scompartimenti di seconda classe, popolati all'inverosimile, si trasformano in salottini borghesi dove tutto è permesso ed alle disquisizioni filosofiche, tenute con mille arie dai maturandi, seguono i motti di spirito e le battute umoristiche nei confronti del solito incompreso che si isola a guardare i bianchi paeselli appollaiati dove più alti sono i monti e il tormento del mare quando con violenza si scaglia sulle bianche scogliere ed i faraglioni di Capo Bruzzano.
Gli angoli delle vetture sono il posto preferito dagli eterni sgobboni che danno l'ultima ripassatina alle lezioni prima di giungere alla meta.
Naturalmente non mancano i matti, che quelli sono giunti per primi sul mondo e sono la delizia e la croce dell'intera comunanza; individui capaci di qualunque battuta e di qualunque geniale trovata, poiché giornalmente parecchie sono le colazioni che mancano all'appello, e s'ingrandisce sempre più la schiera di coloro che occupano tutto il tempo del viaggio a lamentarsi della cattiveria e dell'ingordigia umana.
Gli occhi fissi alla dorata marina, l'innamorato di turno, bruciato da una cotta tremenda che gli ha reso gli occhi simili a quelle delle triglie quando sono in amore, sogna ad occhi aperti il volto dell'amata che al ritorno gli sorriderà da una galeotta persiana.
Signorine di ogni età e di ogni ceto sociale, semplici o eleganti, belle o brutte, sono tutte uguali sul vecchio trenino: studentesse spensierate che cercano alla loro giovinezza un palpito d'amore e di vita, un bagaglio di sogni ed illusioni che tenga loro compagnia nelle monotone ore delle lezioni di Storia d'Arte, che allieti le terribili giornate in cui il professore di lettere si è svegliato con la luna e sgrana sul registro ti suo lento, inesorabile rosario di punti cattivi.
Ed il tempo passa e si dilegua in un lento ed assonnato ciclo di vita, in eterno sciogliersi di ore tulle cose del mondo.
Un capello bianco ha ormai steso una grigia patina di tramonto sulla nostra giovinezza. Annamaria, Aurora, Pasquale, Gianni, Marcellina … Nomi scomparsi per sempre, già da tempo ingialliti ed intristiti dalle aride musiche delle vie dell'esistenza. Il trenino degli studenti, quello sul quale vivemmo i giorni più belli della nostra prima giovinezza, è sempre lo stesso come allora, vecchio e sbuffante, pronto ad accoglierci e riscaldarci come in una casa nostra e confortare con il suo ciuf-ciuf le nostre pene.
In quel trenino, quando viaggeremo, saremo il passeggero ignoto che i motti e gli scherzi degli spensierati studenti costringeranno a muovere lentamente la stesa e mugugnare strane parole.
BILL MODAFFERI
GAZZETTA DEL SUD, 24 GENNAIO 1957
Per l'immagine d'apertura sono andato sul sicuro ed al cantore dei treni per eccellenza. Mentre di Bill Modafferi le tracce si sono perse con lo sbuffo dell'ultimo treno a vapore sulla tratta Reggio - Catanzaro Lido.