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lunedì 9 novembre 2020

Fatti corsari - La timpa di Raffaele

Nel burrascoso mare della vita ...

-T. A. (Mo 10.9.1852) fu Antonio e P... Elisabetta, in domo Mariae F... propinquae suae, a qua benigne acceptus fuit (aegre ferens molestia infirmitatis filius suus ... quia a domo propria eiecerat eum) ubi Sacramento Poenitentiae refectus, non valens recipere alia Sacramenta propter ignaviam suorum qui Parochum non monuerunt de periculo eiusdem. Nella casa della sua vicina Maria F. dalla quale fu benevolmente ospitato (dato che suo figlio mal sopportava i fastidi della malattia...poiché lo aveva cacciato da casa sua) dove ristorato dal sacramento della confessione, non in grado di accogliere altri sacramenti a causa dell’inettitudine dei suoi (sott. parenti) che non avvisarono il parroco del pericolo di quello stesso.

In realtà T. A. era Domenico Taliano fu Antonio e P(erri) Elisabetta e il giorno della sua scomparsa di anni ne aveva settanta, di professione pecoraio. Il sig. Taliano era vedovo di Domenica Staltari sua prima moglie e successivamente di Anna Romeo.

 

-Z. Rosarius (Mo 16.9.1852) filius Francisci et A. Elisabeth, infirmatus incognito pessimoque morbo, Sacramentu Ponitentiae accepit non valens recipere alia Sacramenta ob duritiem suorum consanguineorum, qui crudeliter et inaudito modo reliquerunt eum perire extra domum in via publica, et post mortem sumptibus extraneorum eius corpus latum et sepultum fuit... Ammalatosi di una malattia sconosciuta e molto grave, ricevette il sacramento della confessione, non in grado di ricevere altri sacramenti per la crudeltà dei suoi parenti che duramente e in modo inaudito lo lasciarono morire fuori casa sulla pubblica via e dopo la morte il suo corpo fu traslato e sepolto a spese di estranei.

Dal registro comunale si ricava che Rosario Z(appia), bracciale, di anni ne aveva ventidue il giorno della sua dipartita, era figlio di Francesco e Giuseppa Caruso.

-Barbaro Domenico (Mo.15.5.1854 lunedì) alias prochilo opilio mei Rdi Archipresbyteri, secundus vir viduae Mariae Treccasi, aetatis suae an. triginta quinque cr., post annum sui regressi in Patriam ab insula Tremiti, ibi relegatus ob furtum, de sero obumbrato tempore quia coelo obruto nubibus affluentibus, praesenti et antecedentibus tribus diebus, congruentem pluviam a nobis maxime desideratam et Deo publice petitam; circa horam 21 ligna faciens in arbore ilece  contradae Montagna di Natile, de eo capite inverso cecidit supra duruìissimum saxum, et deinde precipitatus est per inaccessibilem locum dictum timpa di Rafele, quia ibi alio tempore quidam vocatus Raphael eumdem fatum subiit. Alias Prochilo pastore del mio Reverendo Aciprete, secondo marito della vedova Maria Treccasi, della sua età di circa 35 anni, dopo un anno dal suo rientro in patria dall’isola delle Tremiti, dove relegato per furto, in una tarda e oscura serata poiché il cielo era coperto per le nubi che scorrevano, nel giorno presente e nei tre precedenti, avvicinandosi la pioggia da noi fortemente desiderata e chiesta pubblicamente a Dio, circa alle ore 21 mentre faceva legna su un albero di quercia della contrada Montagna di Natile, cadde (dall’albero) con la testa rovesciata sopra una roccia durissima e quindi precipitò per un luogo inaccessibile chiamato timpa di Raffaele poiché lì in un’altra occasione un tale chiamato Raffaele subì il medesimo destino.

Domenico Barbaro del fu Saverio e di Caterina Strangio era nato il diciotto maggio 1819 ed era pecoraio. Prima di Maria Treccasi fu marito di Domenica Spagnolo che lo rese vedovo con due figli minori nomati Saverio e Francesco.

Ancora una volta devo la traduzione dal latino, molto chiesastico, alla cortesia della professoressa Gina Misdaris di Udine docente di Lettere Classiche al Liceo classico "Stellini".

Gli atti in latino derivano dal V° Libro dei Morti della parrocchia; quelli riportati in corsivo, dai registri del comune, portano la firma del sindaco di allora don Giacomo Oliva, nonno del più famoso don Giacomino Tassoni Oliva.

L'immagine in apertura si riferisce a persone non di Platì ma di Ardore.

 




 

domenica 8 novembre 2020

La statua errante [di Fritz Lang -1920]


La festa di S. Rocco e … l’illuminazione a Platì

   Platì, 14 ott.
(M. F.) - Un curioso epilogo ha avuto recentemente in questo centro la processione di S. Rocco.
Infatti, mentre il corteo rientrava, la statua, per una disattenzione dei portatori andava a battere violentemente contro una delle lampade sospese al soffitto mandandola in briciole.
Fin qui non ci sarebbe stato niente di male; il guaio fu che una voce tra la folla scandì una frase: “Anche San Rocco è seccato per la mancanza di luce elettrica!!!”. (Per dovere di cronaca, specifichiamo che non fu proprio usato il termine “seccato”, ma un altro molto più efficace e purtroppo irriferibile).
Alla frase seguì un momento di silenzio, ma l’ilarità serpeggiò tra la folla e culminò in una risata omerica a fatica soffocata dall’istinto rispetto della nostra gente per tutto ciò che è sacro.
Per comprendere bene la faccenda bisognerebbe essere platiesi o essere a conoscenza della lunga odissea della luce elettrica nel nostro comune. Basti conoscere un fatto: Platì, centro di settemila anime circa, è tutt’ora, in pieno secolo dei lumi, senza luce elettrica. Noi naturalmente non vogliamo affermare che San Rocco abbia voluto mettere in rilievo il fatto, ma prendiamo lo spunto per ricordare alle autorità superiori le nostre condizioni, affinché intervengano in proposito in modo concreto.
(Michele Fera)
GAZZETTA DEL SUD, 15 ottobre 1954





mercoledì 4 novembre 2020

Okaasan - U cori d’amuri ndu parinchisti

Donna Peppina Violi
di Pasquale e Maria Ciampa
11 aprile 1925 - 8 luglio 1994
eterna sposa di Antonio Loreto Trimboli



8 maggio 2016

Comu forestera ccà rrivai,
famigghjia e lavuru affruntai,
dassai u me paisi comu “pratiota”
e janu janu diventai “carraffota”. 

Dassai ricordi chini d’affettu,
u cchjiù bellu u misi nta lu pettu,
lu tinni strittu no mi nesci via:
è chiju di la cara “mamma” mia.

Mamma:

Ognunu i nui seguimmu a nostra sorti,
rrestasti sula ma tu sempri cchjiù forti …
Fummu da tia, “figghjioli amati”
E nui di tia “mamma nnamurati”.

U cori d’amuri ndu parinchisti
E di cosi belli ndi nutristi,
nui li portamu tutti sigillati
no’ mi sunnu du tempu cancellati.

Ti portasti affanni e patimenti
Non ci fu tempu pe godimenti …
Chjiudisti l’occhji, cchjiù no nsentivi.
Chjiamavumu: mamma, ma tu no’ rispundivi.

Fusti mamma unica ed esemplari,
oji 8 MAGGIO, ti vorzi ricordari,
nta sti verzi attia dedicati
ci sunnu l’intenzioni di me soru e di me frati.

Comu forestera, nto pajisi chi nescia
Tornu mu dicu na preghiera attia:
Mamma mia.


I tuoi figli amati
Silvana Trimboli
Caraffa del Bianco


martedì 3 novembre 2020

Il nostro direttore - ricordo imperituro




Citta S. Angelo 26 – 9 – 00

Distinti Signori,
ieri, rientrando da un viaggio, ho trovato la triste notizia della prematura scomparsa dell’Illustre Direttore. Sono rimasta attonita e sgomenta. Sono una maestra elementare in pensione da qualche anno; durante il mio servizio ho avuto la fortuna di lavorare alle sue dipendenze per periodi brevi ma sufficienti perché potessi apprezzarne la vasta cultura, la grande professionalità e le elette doti umane.
Sento il bisogno di formulare le mie più sentite condoglianze non senza assicurare che imperituro sarà in me il ricordo del grande Direttore
Giovanna Oronzo

Nella foto in apertura Pasqualino Perri è con Giacomo Mancini (1916-2002) al 37° Congresso del Partito Socialista Italiano.



 

lunedì 2 novembre 2020

Un dolore improvviso [di Ubaldo Maria Del Colle -1925]




 


Air mail
Signor
Luigi Gliozzi fu Francesco
Platì, prov. di Reggio Cal-
Italy

From Mrs. G. Romeo
261 Center St.
Massena, N. Y.
U.S.A.

Nov. 8 – 1948

Caro cugino, 
la ferale notizia 
della morte del nostro caro congiunto, mi è arrivata quasi come un fulmine. Diverse volte avevo sentito dire che si trovava in precarie condizioni di salute, e pure questa volta stavo con la speranza, che avesse tutto superato. Invece non fu così. Dio l’ha voluto con Sé sia fatta la Sua volontà. A noi non ci rimane che pregare per Lui, e nello stesso tempo invocare la sua guida su di noi.
Quanto mi dispiace che non ho risposto la sua lettera.
Le sue belle parole, mi rimarranno impresse nella memoria.
Questa settimana faremo celebrare una Messa Solenne per il riposo della sua Benedetta Anima. Subito che sono ritornata dalla città di New York ed ho saputo la triste notizia, sono andata ad avvisare il Parroco della nostra Parrocchia. 
Caro cugino, per darvi conforto, nessuna espressione potrà rimarginare il vostro dolore. Bisogna rassegnarsi!
Tutta la mia famiglia si associa al vostro dolore, inviandovi i più cordiali saluti estensibili alla vostra famiglia!
Vostra cugina
Bettina G(liozzi). Romeo

Bettina Gliozzi in realtà si chiamava Maria ed era nata a Platì il 22 giugno 1886 da Michelangelo di anni trentatre, vaticale, e dalla sua unione con donna non maritata non parente né affine con lui nei gradi che ostano al riconoscimento. Studiò e divenne maestra di scuola. A Platì il 2 febbraio 1907 sposò Pasquale Romeo di Antonio e Francesca Papalia di anni 29 e con lui un anno più tardi emigrò in America e precisamente a Massena NY dove vissero. Bettina morì il 9 marzo 1968. Il cugino della lettera era Luigi Gliozzi figlio di Francesco e Rosa Fera. Michelangelo e Francesco erano figli di Domenico ed Elisabetta Gliozzi. Il cugino di cui lamenta l'improvvisa perdita Bettina era il sacerdote e poeta Ernesto Gliozzi il vecchio (1883-1948), fratello di Luigi e Serafina.

In apertura Old Massena NY. Meglio conosciuta come Messina Nuova York.

 

domenica 1 novembre 2020

Un delitto italiano [di Marco Tullio Giordana -1995]

Io muoio e pure questo mi nuoce.


 Ostia, 2 novembre 1975

Quando penso al dolore della mamma di Pier Paolo Pasolini , penso al dolore di tutte le mamme di Platì che si sono trovate di fronte alla stessa sciagura.

giovedì 29 ottobre 2020

On the Road [di Walter Salles - 2012]

Country roads, take me home
To the place I belong



 Inizio e fine dell'ultima visita nelle Calabrie patrie.

mercoledì 28 ottobre 2020

Il nostro direttore [di Jean Georgescu -1955]

I said nothing can take away these blues
'Cause nothing compares
Nothing compares to you



Caro direttore, sei stato come un papà, buono, gentile e caro
Mi manchi tanto, vorrei che tu ritornassi ma non puoi.
Io ti ho voluto bene da quando ti ho conosciuto. Ti prego non lasciarmi mai.
Dormi bene, caro direttore.

Claudia Zagaroli  ADDIO !!!
Riposa in pace




SEI STATO PER ME
IL NONNO
CHE NON HO MAI
POTUTO CONOSCERE
Grazie per tutto quello che hai fatto e per tutta la Scuola via del Milite Ignoto

Caro direttore,
abbi cura di te li in paradiso e mi raccomando di alle maestre che sono con te di far studiare i bambini che sono stati sfortunati e non hanno potuto continuare la loro vita qui sulla terra. Salutami tanto il mio mio nonno Antonio. Digli che gli voglio tanto bene e dagli un abbraccio grandissimo da parte mia.
Grazie di tutto.
Elena Toletti
4° c
Via del Milite ignoto

lunedì 26 ottobre 2020

A Man to Remember - Mission to Gerace

Maria di Polsi Tassoni Oliva in Fimognari
1913 - 1996

dott. Filippo Fimognari
1898 - 1976

Giuseppina Maria Tassoni Oliva ved. Zizanovic
1916 - 1986

sen. Giuseppe Beniamino Fimognari
Gerace, 1º novembre 1932 – Locri, 5 gennaio 2024

Fimognari - R. Perri - M. Papalia

Dovendo portare a termine la biografia di don Giacomino Tassoni Oliva si è reso necessario un sopralluogo a Gerace città dove egli si sposò ed ebbe la cittadinanza la sua famiglia. Migliore guida non poteva essere altri che il senatore Giuseppe Beniamino Fimognari figlio di Maria di Polsi. Con Rosalba e Michele dopo una prima tappa nel cimitero geracese, dove riposano le spoglie della famiglia Tassoni Oliva, ci si è trasferiti in quella che fu la più importante cittadina della locride. A spasso con il senatore ci si è potuti rendere conto della benevolenza e riconoscenza con cui ancora oggi accolgono quello che fu il primo cittadino per oltre vent’anni, valorizzandone il suo territorio e uno dei promotori dell’istituzione dell’Università di Reggio Calabria, oggi “Università Mediterranea”. Meta obbligata casa Fimognari, dove visse la famiglia, medici e scienziati, fin dai primi dell'ottocento, prima di trasferirsi a Locri. Oggi quella residenza, adiacente a quella che fu la prigione dei cinque martiri del governo borbonico, è diventato un luogo che il tempo non ha scalfito dove vi traspare l’amore verso di essa per come è conservata e per come si conserva tutto quello che una famiglia può produrre attorno ad essa.

 Le foto di Mari di Polsi e Filippo Fimognari  sono sulle pareti di casa Fimognari dove sull'ingresso è ritratto il senatore. Quella di Giuseppina Maria è sulla lapide presso il cimitero.









 

mercoledì 21 ottobre 2020

A Man to Remember [di Gaston Kanin - 1938]


“Carletto! ma vui vu ricordati a don Giacomino Tassoni?”
“Si!”
“Ma sapiti a undi moriu?”
“A Platì! Ju iornu ndi vestiru i balilla e ndi levaru nta cresia.”

Quella mattina del 3 febbraio 2020, san Biagio, era stata spesa nella ricerca di un documento che attestasse la morte e una possibile sepoltura di don Giacomo Tassoni, tra un curiale canonico che, come la tonaca, il canone l’ha messo da parte, una addetta all’anagrafe sidernese poco socievole e la scoperta che se andate al Comune di Locri sono tutti a vostra disposizione, anche ad ascoltarvi, dall’addetto alla manutenzione floreale come al dirigente dell’Anagrafe.
Una prima succinta biografia sul poeta platiese più nominato, in queste pagine era già apparsa. Col tempo e per altre esigenze, essa appariva lacunosa. I ricordi di Carletto hanno indirizzato le ricerche a partire dall' Anagrafe del Comune di Platì.
Ora quella stessa, redatta allora con Francesco Violi (1), è riveduta e a voi consegnata.
Don Giacomino Tassoni nacque a Siderno l’1 gennaio del 1887 a ore pomeridiane dieci e minuti quindici da don Giuseppe di Domenico farmacista, vedovo,  e Oliva Giuseppina casalinga. Don Giuseppe proveniva da Fabrizia, donna Giuseppina era pratiota e a Platì i due celebrarono il matrimonio il 22 agosto del 1874, un mese esatto da che furono affisse e registrate le pubblicazioni presso la casa comunale e quella spirituale di Platì. Alla nascita di don Giacomino, il farmacista di Fabrizia di anni ne aveva quarantanove, donna Giuseppina trentotto. La loro primogenita era Maria Angelina Giuseppina nata a Siderno il 3 ottobre 1882.
Don Giacomo trascorse la sua esistenza per buona parte a Platì dove venne adottato dagli zii don Saverio Oliva (2), arciprete, e dalla di lui sorella, per cui al cognome del padre aggiunse quello di Oliva. Alla morte degli zii divenne erede dei beni degli stessi, che non erano pochi, motivo questo della sua assidua permanenza in paese. Studioso colto e preparato allacciò amicizia con gli intellettuali dell’epoca, da Vincenzo Papalia a Ernesto Gliozzi sen.
Don Giacomino sposò l’8 luglio 1908 Carolina Migliaccio nata il 24 dicembre 1885 da Domenico e Rosina Scaglione, geracesi. Da quella unione nacquero due figliole: Maria di Polsi e Giuseppina. In Platì fu legato alla famiglia Furore per via della signora Mattia Migliaccio (3) moglie di Giosafattino, sorella di Carolina e del canonico Ettore Migliaccio, morta prematuramente di parto.
Poeta fecondissimo ed autore di una tragicommedia, non riuscì a raccogliere i manoscritti in una pubblicazione nemmeno a proprie spese come era consuetudine a quei tempi. Delle sue composizioni si occupò Michele Fera e venne ricordato da Pasqualino Perri (4), Antonio Delfino (5)  e Gianni Carteri.
Don Giacomino Tassoni Oliva, a Platì dal 30 ottobre 1934, abitò dapprima in via Fratelli Sergi e successivamente al numero 14 di via Cesare Battisti, dove la morte lo colse il 19 ottobre del 1941, anno XX° dell’era fascista, podestà don Ferdinando Zappia. Nei ricordi di Carletto don Giacomino fu tumulato a Platì e qualche anno dopo la salma fu trasportata dai familiari nel cimitero di Gerace dove a tutt’oggi riposa accanto alla moglie.
Delle due figlie, la prima, Maria, nacque a Gerace il 15 giugno del 1913. Sposò il dottor Filippo Fimognari e da loro nacque Giuseppe Beniamino che è stato amato e ancora celebrato sindaco di Gerace e senatore della Repubblica. Di Maria, a pochi giorni dalla nascita, si ricorda un curioso episodio legato all’olio della giara della cucina del Santuario di Polsi che si riempì per intercessione della Madonna, in epoca di carestia: “Nel 1913 si svegliò istantaneamente a Gerace una bambina per più giorni, dalla nascita, in coma, dopo essere stata toccata con l'olio benedetto: si chiamò Maria di Polsi (Tassone in Fimognari) e l’avvenimento fu tanto strepitoso che nel 1919 il Card. Giustini, da Polsi, spedì un telegramma alla miracolata e, venendo a Gerace, la volle conoscere; il contenuto del telegramma: «A Maria di Polsi - Gerace. Polsi 3 settembre. Ti assista sempre la protezione della Vergine e la mia benedizione. Filippo Cardinale Giustini (6)La piccola, ancora, è citata dal can. Oppedisano a pag. 29 della sua Cronistoria per aver deposto una pergamena sottoscritta dal Vescovo Chiappe e dal clero nelle mani del Cuore di Gesù, era l’Anno di Grazia 1926. Si spense il 2 aprile del 1996. 
Giuseppina Maria nacque a Gerace l’8 settembre del 1916 ed in prime nozze sposò Antonio (Ante) Zizanovic di origini croate, il loro matrimonio fu celebrato a Pompei. Il 27 agosto del 1939 a Platì nacque Pasquale il loro unico genito. Antonio ritornato in patria fu assassinato dai nazisti nel 1943 all’età di 29 anni. In seguito Giuseppina Maria contrasse nuove nozze. Si spense l’1 agosto 1986.
Fuori dal matrimonio, don Giacomino ebbe un’altra figlia (era destino che non avesse eredi maschi), Giulia, nata a Platì il 28 aprile 1928. Riconosciuta all’anagrafe dalla madre e dal di lei sposo, alla morte di don Giacomino fu mantenuta agli studi dai coniugi Fimognari già citati.
 



Debitore di quanto sopra riportato sono a Carletto Zappia (classe 1928), al senatore Giuseppe Beniamino Fimognari e a Pasquale Zizanovic, nonchè agli addetti all'anagrafe del comune di Platì.
Il testo è stato riveduto con Rosalba.

    https://iloveplati.blogspot.com/2013/09/corpo-celeste-pt-4_19.html

(3)  https://iloveplati.blogspot.com/2012/12/lacrime-damore-reg-pino-mercanti-1954.html

(4) https://iloveplati.blogspot.com/2016/04/lettera-aperta-ad-un-giornale-della.html

(5) https://iloveplati.blogspot.com/2016/10/another-time-another-place-reg-michael.html

(6)  Salvatore Gemelli, Storia tradizioni e leggende a Polsi d'Aspromonte, Gangemi ed. 1992