A causa il prolungarsi le misure di sicurezza atte alla prevenzione il diffondersi del noto virus e le problematiche individuali che hanno colpito il comitato Santa Pulinara il Pasqualino Perri Memorial Day previsto per il 19 settembre 2020 si ripresenta sotto forma di Festival Mediatico: ecco a voi il Pasqualino Perri Festival. Stessa data di avvio ma questa volta nel web e in diverse giornate tutte per celebrare la figura di Pasqualino Perri l’educatore platiese venuto a mancare il 19 settembre di venti anni fa in Pescara e sepolto nel cimitero di Platì. L’evento è reso possibile grazie all’ espansiva partecipazione di Pino Perri.
"Sono come un ontano del fiume, le mie radici sono fisse e profonde" Mikio Naruse, 1958
martedì 15 settembre 2020
Prova di memoria - Il Festival
Oh, I’m so young, so goddamn young.
And I shall dwell in the house of the Lord forever.
Mel London and Mike Leandersabato 12 settembre 2020
Belle speranze [di Mike Leigh - 1988] (perdute)
Filippo Callipo e Florindo Rubettino
insieme a mons. Bregantini
La società civile per
Platì
Ha accolto i tre ospiti padre Emanuele Maggioni (un
brianzolo che si è fatto le ossa nel Congo, in Zaire e nel Mozambico), che non
ha avuto dubbi e, dopo aver ringraziato esplicitamente Callipo e Rubetino, ha
detto: «E’ apprezzabile l’impegno e la coerenza con cui avete guardato
all'intera vicenda. La gente non è abituata più a vedere uomini pubblici che rispettano
gli impegni. E', in questo senso, da stigmatizzare chiunque promette aiuto alla
gente del posto ma poi non onora l’impegno. Per Platì è importante avere amici che
ci aiutino, che ci vogliano bene e che vogliano lottare assieme a noi per
l’avvenire dei bambini del paese».
I due imprenditori hanno consegnato alla parrocchia di
Platì materiale informatico, un’importante enciclopedia multimediale, due
computer dotati di stampante e numerosi volumi molti dei quali consegnati dal
consiglio regionale).
Entusiastica l'accoglienza della gente, degli
insegnanti e degli amministratori locali.
Il rappresentante
della casa editrice di Soveria Mannelli cha proietta la sua influenza
editoriale al di là della Calabria con titoli importanti, ha quasi adottato la
biblioteca di Platì. «La cultura è un indispensabile mezzo per il decollo
economico e sociale e noi faremo di tutto per assicurare a Platì buoni volumi
ed un continuo monitoraggio sui suoi bisogni culturali» ha detto Rubettino.
Il presidente della Confindustria calabrese, Callipo
si è detto convinto che «la solidarietà non può essere soltanto uno slogan, ma
deve trovare riscontri concreti. Perciò chiunque vinca le elezioni regionali –
ha precisato – mi auguro che sappia programmare interventi socio-culturali che
siano in grado di invertire la tendenza al declino dei centri montani. Lo
sviluppo deve riguardare anche i centri
finora abbandonati come Platì. Il mio impegno, dora in poi sarà anche
quello di richiamare l’attenzione di chi ha l’onere del governo sulle realtà
emarginate della Calabria, le quali hanno il diritto allo sviluppo».
Monsignor Bregantini, a proposito di Platì ha parlato
«di un popolo provato ma non sconfitto». «Si tratta- ha detto - di una realtà
molte volte provata, con segni di grande durezza e sventura che incidono sulle
speranze dei giovani. Però dinanzi a noi non c'è gente sconfitta; vi è, invece
un popolo coraggioso che regge, che resiste, che si oppone. Ovviamente con i
linguaggi, le modalità e l’espressione che permette questa cultura».
Per il vescovo di Locri-Gerace «L’iniziativa del
presidente della Confindustria calabrese evidenzia che la solidarietà può
aiutare un popolo a risollevarsi. Noi dobbiamo agire avendo ben presente che è necessario
sia il sogno sia i segni; il primo per progettare le nostre vite, i secondi per
fare intendere alla gente che si fa sul serio».
A proposito di Platì, Callipo, parlando con i
giornalisti ha chiarito che si tratta di «una realtà abbandonata a se stessa,
di cui ciascuno di noi, individualmente, non può disinteressarsi, e il simbolo
di una Calabria che ha necessità di riscattarsi».
«Sono del parere – conclude Callipo - che lo Stato
debba fare La sua parte. Non l’ha fatta a sufficienza finora ed è evidente quanto
bisogno di Stato ci sia nelle contrade sperdute di paesi Calabresi come Platì
lasciate in mano ai poteri criminali che sullo sfascio sociale e il sotto
sviluppo fondano parte della loro legittimazione. Noi calabresi sappiamo bene
quanto sia indispensabile, in tempi anche brevi, presentare all’Europa una regione
onesta e laboriosa, nell’interesse di tutti».
il Quotidiano, Lunedi 7 marzo 2005
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Fatti corsari,
I Love Platì
venerdì 4 settembre 2020
Il Vento e il Leone [di John Milius 2012]
Guardati di Platì, l’anticu dissi -
ca mbischi cu la strada comu passi
DIVAGAZIONI DI CASA NOSTRA
Storia e leggenda
sulle origini di Platì
Il paese sarebbe sorto appena 5 secoli fa
Platì, 17 aprile
Controverse sono le notizie tramandateci circa le origini di
Platì; si sa solo, ma con una certa approssimazione, che nacque non molto tempo
fa; appena cinque secoli. Chi lo dice? I famosi e folkloristici «vecchi».
Bisogna credere a quello che dicono i vecchi. Una volta uno di
questi mi disse che per guarire la febbre di malaria bisogna portare il malato
in campagna, e pronunciare una formula: «Frevi
frevi maliditta - ccà ti pigghiu, ccà ti dassu, ccà ti pigghiu quandu passu».
E io ci ho creduto: un mattino di dicembre, feci alzare dal letto il mio amico
Ciccio Donarom*, che aveva la malaria (sebbene
si fosse in dicembre!) e lo portai in campagna a recitargli la formula: la
febbre di malaria gli passò istantaneamente: e gli venne la polmonite.
Ma chiedo scusa della disgressione e torno alle origini di
Platì. Una vecchia composizione poetica, di un poeta molto saggio, ma anonimo,
cosi parlava della fondazione di Platì:
«Carlu Spinelli fundau stu paisi - e sarapozza mu nd' avìa annorbatu
- ammenzu a ddui hiumari e rocchi mpisi - é malu fatu e malu situatu. – Lu
ventu non ti lassa li cammisi - e non ti dassa no' pigghiari hiatu! Guardati di
Platì, l’anticu dissi - ca mbischi cu la strada comu passi».
Chi era Carlo Spinelli? Chi dice che sia stato un cosentino,
chi, dice che sia stato catanzarese.
O cosentino o catanzarese sarà stato di certo, e lo dimostra
la abbondanza di cognomi: «Catanzariti», «Cosenza» che ci sono nel paese. Un pò
toccato sarà stato pure, perché se no, non andava a piazzare il paese in una località così infelice.
Crediamo opportuno menzionare un’ultima teoria sulla
fondazione di Platì quella, un pò fantasiosa, secondo la quale, quando il
Signore andava in giro a seminare i paesi, colpito dalla bellezza del panorama che si godeva nella nostra zona, scelse
accuratamente un grosso seme dalla bisaccia, e lo piantò per terra, ai piedi
dell’Aspromonte.
La leggenda, lo ripetiamo, è abbastanza fantasiosa, ma
spiega pienamente la particolare intelligenza di cui è dotato il popolo
platiese. Ed è preferibile, comunque, a quella secondo la quale Platì sarebbe
sorto da nugoli di fuorilegge che eressero nella zona il loro covo. Questa
teoria è smentita dalla realtà del nostro tempo.
Nei famosi «racconti d'Aspromonte», lo scrittore Francesco
Perri, mentre narra le origini dei vari paesi vicini al nostro, dimentica di parlare anche dell'origine di Platì:
ci fa un grosso torto, ignorandoci. Da noi, infatti venne secondo una leggenda
più recente, il completamento delle avventure di Gesù e dei discepoli nella
Calabria. La leggenda è stata già narrata su un quotidiano romano, da un nostro
caro concittadino: G.* Spadaro.
Dice, in sostanza, che al tempo in cui Gesù girava coi
discepoli per la Calabria, dopo essersi fermato a Bovalino (sempre secondo la
leggenda narrata dal Perri), e avere condannato il paese a stare per sempre
senza acqua potabile, dopo essersi fermato a Benestare e avervi benedetto tutti
gli alberi di fico, e dopo essersi fermato a Careri e averlo condannato alla miseria,
dopo questi giri passò pure da Platì. Arrivato che era notte (qui comincia la
leggenda narrata dallo Spadaro), in un vicolo buio, San Pietro cadde e si ruppe
la testa. A tastoni, e imprecando sotto voce, San Pietro trovò l’uscio di una
casupola e bussò dicendo: «Per favore, fateci lume!». Dal di dentro una voce
rispose: «Nemmeno da parlarne; ho solo una lucerna a olio: se esco fuori il
vento la spegne, e resto al buio del tutto. Imparate a camminare di notte!!»
A quest’uscita, pare che Pietro abbia perso la pazienza e
abbia risposto «vento e buio non mancheranno mai da questo paese!!» E fu
profeta perché in effetti, un po' di vento a Platì, non manca mai e in pieno
anno 1956 la luce elettrica non funziona ancora.
A questa leggenda dunque bisogna credere ciecamente. Essa ha
solo il torto, in fondo in fondo, di contraddire alla storia che vuole Platì
vecchio di appena cinque secoli.
Ma in queste cose si sa che è difficile raggiungere un
accordo: chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, chi la vuole salata, e chi
senza sale. Così, allo scrivente, piacerebbe che fosse attendibile la leggenda
secondo la quale fondatore di fu un certo Leone Fera, in un'epoca molto
lontana: circa duemila anni addietro.
Questo Leone Fera era, a quanto dice la leggenda, un uomo
astutissimo; riuscì a espropriare un grosso tesoro al diavolo, e con esso fondo
il paese. Sarà vero? I soliti Vecchi lo affermano ciecamente. Ma il tesoro,
dove sarà andato a finire?
MICHELE FERA
Testo e foto: GAZZETTA DEL SUD, 18 aprile 1956
* Donarom … sa tanto di
Marando.
* Gianni.
Il titolo di oggi, sebbene di un regista di mezza tacca, centra bene il tema svolto da Michele avvocato Fera
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HISTORICAL PLATI',
MICHELE FERA
venerdì 28 agosto 2020
La fine è nota [di Cristina Comencini - 1993]
O that a man
might know
The end of this dayes businesse, ere it come: But it sufficeth, that the day will end, And then the end is knowne.
William Shakespeare (1564-1616)
|
Platì 22 Giugno 1897
Stimatissimo Sig. Domenico
Scordo – Reggio Calabria
La presente vi sarà data dall’amico D. Peppe Zappia fu Filippo, il
quale verrà da voi per riceversi la somma vi ho regato darmi a mutuo e vi si
darà la cambiale firmata da questo mio nepote D. Filippo Oliva fu ( …?) Filippo
ed avallata da Amico Don Peppe Zappia e questa vi servirà di garenzia per la
sudetta somma di sedicimila.
Sono a servirvi e vi ossequio
Vostro aff.mo Amico
Francesco Oliva fu Arcangelo
Documento conservato nell’archivio di Luigi Gliozzi fu Francesco
NOTA - La missiva sopra riportata è la testimonianza della decadenza della più
importante famiglia platiese. Al contempo è anche la certificazione degli ultimi
atti dell’uomo il cui potere alle volte superò quello del padre Arcangelo,
anche in crudeltà. Quello che seguirà è la scellerata lotta fra i contendenti,
interni ed esterni la dinastia Oliva, alcuni già citati nella lettera. Misera
sarà la fine di uno stemma il cui potere rimpiazzò la famiglia Spinelli (e qui ricorro oltre che a Shakespeare a Samuel Barber). La
storia del Casato Oliva è ancora da redigere e i documenti non mancano, quello
che manca ancora è chi li svelerà, sebbene queste pagine abbiano cercato di compensare
a tale mancanza.
giovedì 27 agosto 2020
lunedì 24 agosto 2020
Prova di memoria [di Marcello Aliprandi - 1994]
Pasqualino Perri
1934 - 2000
Un fremito di orgoglio sta scuotendo i promotori di quello che sarà un
evento che non prevede sequel: il Pasqualino
Perri Memorial Day. Gli organizzatori lavorano senza concedersi soste malgrado
l’estate non conceda rinfreschi di sorta. Soltanto un momento dell’evento si è
riusciti ad estorcere, la sfida all'ultima rima fra i giovani poeti platiesi. Data e luogo saranno comunicati non appena i promotori scioglieranno i dubbi fra chi dovrà sedere al
tavolo dei non pochi invitati.
venerdì 21 agosto 2020
The Entertainer [di Tony Richardson - 1960]
Days of speed and slow-time Mondays
A hot summer’s day and sticky black tarmac.
I say that’s entertainment
That’s entertainment
Paul Weller
Ettore Castagna è senza ombra di dubbio un One Man Show: legge, suona, canta, affabula. L’incontro con i
platiesi è stato per lui proficuo dal punto di vista del calore umano come da
quello delle vendite della sua ultima opera, la cui presentazione l’ha portato
ancora una volta in Platì. Il suo reading è anche stato supportato da rumori,
suoni e musiche che contribuiscono al coinvolgimento dello spettatore, da
quello avvezzo alla lettura come dall’occasionale passante. Chitarra, zampogna,
marranzano, flauto i suoi compagni di viaggio senza tralasciare la ridotta
illuminazione, la sminuita amplificazione unplugged e lo striminzito supporto
digitale. Compagni occasionali per la
riuscita della giornata sono stati, oltre il solito ronzio catalitico, una
fresca venticata discesa dall’aria du ventu e un’estemporanea
performance di Cicciu Musitano, alias fascista
in origine, bonificato in u ccinciu.
Last but no least il teatro dove l’evento si è realizzato: l’Asilo creato nei
primi anni 50 del secolo della bomba atomica per interesse dell’A.N.I.M.I.
nella sua figura principale, Umberto Zanotti Bianco. Entrare in
quell’incubatrice infantile dove monache vestite di nero luttuoso allevavano
bambini di tutto il ceto sociale platiese è stato un mancamento dell’anima e
della memoria: il refettorio/dormitorio, la fila di rubinetti del bagno per i
piccoli, le aule, il corridoio percorso dalla zia Annina per andare sposa allo zio
Pepè, la cappella dove avevano officiato lo zio Ciccillo e lo zio Ernesto. Per
tutto questo: GRAZIE ETTORE!
A causa della ciurramica sosta forzata ho dovuto optare per un'immagine d'altri tempi. Le foto della serata verranno in seguito, confidando nella vostra pazienza.
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I Love Platì
lunedì 17 agosto 2020
Immagini del Vecchio Mondo [di Dusan Hanák - 1972]
L' Associazione Entoculturale "Santa Pulinara" di Platì
presenta
Della Grecìa perduta
il nuovo libro
di Ettore Castagna
edito da Rubettino
presso
la Scuola Materna
voluta da Umberto Zanotti Bianco
in via San Pasquale
ore 21,30
--------------
“Del Sangue e
del Vino” e “Della Grecìa perduta” di Ettore Castagna, ed. Rubettino.
* -
in corsivo le parole dello stesso autore.
- confesso di aver dovuto cercare ucronia sul vocabolario Treccani:
ucronìa
s. f. [dal fr. uchronie (voce coniata dal filosofo
Charles Renouvier nel 1876), der., con u- di utopie «utopia», dal gr. χρόνος «tempo, periodo di tempo»], raro. –
Sostituzione di avvenimenti immaginari a quelli reali di un determinato periodo
o fatto storico (per es., la situazione europea se Napoleone avesse vinto a
Waterloo).
Testo e foto: Rosalba Perri
Immagini del Vecchio Mondo (in slovacco Obrazy starého sveta) è un più che originale documentario di un regista poco conosciuto: Dusan Hanák, semplici storie con al centro contadine e contadini
anziani usciti da un mondo già arcaico all'epoca della sua realizzazione. Vedendolo la mente è andata subito ad Ettore Castagna.
Si ringrazia la Diocesi di Locri-Gerace per la gentile collaborazione.
sabato 8 agosto 2020
The Master [di Paul Thomas Anderson - 2012]
Rosario Barbaro
1910 - 1955
Hi Rosalba, I have read the post about Italian tailors in Adelaide https://iloveplati.blogspot.com/2019/05/il-filo-nascosto-phantom-thread-di-paul.html
Rosario Barbaro is also worthy
of a mention. He immigrated to Australia before the war (1939). He was a tailor
in Griffith NSW. He left behind in Platì his wife Maria and four children. He
was interned as a Prisoner of War and during his time in the camps made suits
for the Australian officers*. He later
moved to Adelaide, brought his family out to Australia in and opened a shop in
Melbourne Street, North Adelaide. He was much respected as a tailor and made
suits for dignitaries, judges, lawyers, and parliamentarians as well as members
of Italian community. I also believe he may have trained Joe Ielasi in the
craft. Joe respected him and often told us what a remarkable tailor Rosario
was. Many people who had suits made by him would say he was like an artist because
his suits were so perfectly made and fitted that they seemed painted on the
client.
Rosario had a beautiful
singing voice and sang in the choir at St Laurence Church at North Adelaide. He
also belonged to the Brotherhood of St Laurence a group that did a lot of
charity work in the community.
Maria, Rosario’s wife, often
told what a generous person he was. One day he saw a man walk pass the shop
that looked poor and destitute. It could well be he had noticed this man before,
but this day Rosario invited him in the shop, and he dressed him from top to
toe in new clothes and a suit. He called his wife Maria in the shop and she said
“Well done, but there is a problem: what about his shoes? He has no shoes!”
That was no problem to Rosario got a pair of his own shoes and gave them to the
man. In another occasion he gave food to a distressed neighbour, Mr Marcano, who
had recently migrated and did not know that at the time shops were closed on
weekends. They became very good friends.
He died at the age of 45 in 1955 due to health issues and left behind his
wife with four young children which were born here in South Australia, the
youngest being a year old, and the four older siblings who were born in Italy and
had married
Kind Regards
Lisa Barca**
* – in fact he spent only 4 months in the
camp as he was released on parole probably thanks to his ability in tailoring.
** - Lisa is the niece of Rosario’s wife
Maria and is married to a grandchild of Rosario.
Ciao
Rosalba, ho letto il post sui sarti italiani ad Adelaide.
Sarebbe
degno di menzione anche Rosario Barbaro. Emigrò in Australia prima della guerra
(1939). Si stabilì a Griffith nel NSW dove esercitò il mestiere di sarto. Aveva
lasciato a Platì la moglie Maria e quattro figli. Fu internato come prigioniero
di guerra ed in quel periodo cucì abiti per gli ufficiali australiani*. Si
stabilì poi ad Adelaide dove richiamò la famiglia e aprì un negozio in
Melbourne Street a North Adelaide. Era molto rispettato come sarto e confezionò
abiti per dignitari, giudici, avvocati e parlamentari come pure per i membri
della comunità italiana. Credo sia stato il maestro di Joe Ielasi nell’arte
della sartoria. Joe ne parlava sempre con rispetto dicendo che era stato un
sarto eccezionale. Molti di coloro che si erano rivolti a lui per un abito
dicevano che era un come un artista perché i suoi completi erano fatti così
bene da sembrare dipinti addosso al cliente.
Rosario
aveva una bella voce intonata e cantava nel coro della Chiesa di San Lorenzo in
North Adelaide. Faceva anche parte della Confraternita di San Lorenzo che si
occupava di beneficenza.
Sua
moglie Maria raccontava spesso di quanto fosse generoso. Un giorno vide un uomo
dall’aspetto miserevole passare davanti al suo negozio. È probabile che lo
avesse notato in precedenza, ma quel giorno lo invitò ad entrare in negozio e
lo rivestì da capo a piedi. Chiamò la moglie che gli disse: “Ben fatto, ma c’è
un problema: e le scarpe? Non ha scarpe!” E Rosario ne prese un paio delle
proprie per darle all’uomo. In un’altra occasione rifornì di cibo un vicino, il
Sig. Marcano, che era arrivato da poco e non sapeva che i negozi a quel tempo
erano chiusi nei fine settimana. Diventarono ottimi amici.
Morì
all’età di 45 anni nel 1955 a causa di problemi di salute lasciando la moglie,
quattro bambini piccoli, l’ultimo di appena un anno, ed i quattro maggiori nati
in Italia e già sposati.
Tanti saluti
Lisa Barca**
* – in
effetti Rosario rimase nel campo di internamento solo quattro mesi, fu
rilasciato sulla parola forse proprio grazie alla sua arte di sarto.
** - La
moglie di Rosario è zia di Lisa, mentre Rosario è il nonno di suo marito.
giovedì 6 agosto 2020
SULL'ONORE NOSTRO
IL PRIMO ROMANZO DI MICHELE PAPALIA
Progetto grafico a cura di Maurizio de Marco, Città del Sole edizioni
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