Filippo Callipo e Florindo Rubettino
insieme a mons. Bregantini
La società civile per
Platì
Ha accolto i tre ospiti padre Emanuele Maggioni (un
brianzolo che si è fatto le ossa nel Congo, in Zaire e nel Mozambico), che non
ha avuto dubbi e, dopo aver ringraziato esplicitamente Callipo e Rubetino, ha
detto: «E’ apprezzabile l’impegno e la coerenza con cui avete guardato
all'intera vicenda. La gente non è abituata più a vedere uomini pubblici che rispettano
gli impegni. E', in questo senso, da stigmatizzare chiunque promette aiuto alla
gente del posto ma poi non onora l’impegno. Per Platì è importante avere amici che
ci aiutino, che ci vogliano bene e che vogliano lottare assieme a noi per
l’avvenire dei bambini del paese».
I due imprenditori hanno consegnato alla parrocchia di
Platì materiale informatico, un’importante enciclopedia multimediale, due
computer dotati di stampante e numerosi volumi molti dei quali consegnati dal
consiglio regionale).
Entusiastica l'accoglienza della gente, degli
insegnanti e degli amministratori locali.
Il rappresentante
della casa editrice di Soveria Mannelli cha proietta la sua influenza
editoriale al di là della Calabria con titoli importanti, ha quasi adottato la
biblioteca di Platì. «La cultura è un indispensabile mezzo per il decollo
economico e sociale e noi faremo di tutto per assicurare a Platì buoni volumi
ed un continuo monitoraggio sui suoi bisogni culturali» ha detto Rubettino.
Il presidente della Confindustria calabrese, Callipo
si è detto convinto che «la solidarietà non può essere soltanto uno slogan, ma
deve trovare riscontri concreti. Perciò chiunque vinca le elezioni regionali –
ha precisato – mi auguro che sappia programmare interventi socio-culturali che
siano in grado di invertire la tendenza al declino dei centri montani. Lo
sviluppo deve riguardare anche i centri
finora abbandonati come Platì. Il mio impegno, dora in poi sarà anche
quello di richiamare l’attenzione di chi ha l’onere del governo sulle realtà
emarginate della Calabria, le quali hanno il diritto allo sviluppo».
Monsignor Bregantini, a proposito di Platì ha parlato
«di un popolo provato ma non sconfitto». «Si tratta- ha detto - di una realtà
molte volte provata, con segni di grande durezza e sventura che incidono sulle
speranze dei giovani. Però dinanzi a noi non c'è gente sconfitta; vi è, invece
un popolo coraggioso che regge, che resiste, che si oppone. Ovviamente con i
linguaggi, le modalità e l’espressione che permette questa cultura».
Per il vescovo di Locri-Gerace «L’iniziativa del
presidente della Confindustria calabrese evidenzia che la solidarietà può
aiutare un popolo a risollevarsi. Noi dobbiamo agire avendo ben presente che è necessario
sia il sogno sia i segni; il primo per progettare le nostre vite, i secondi per
fare intendere alla gente che si fa sul serio».
A proposito di Platì, Callipo, parlando con i
giornalisti ha chiarito che si tratta di «una realtà abbandonata a se stessa,
di cui ciascuno di noi, individualmente, non può disinteressarsi, e il simbolo
di una Calabria che ha necessità di riscattarsi».
«Sono del parere – conclude Callipo - che lo Stato
debba fare La sua parte. Non l’ha fatta a sufficienza finora ed è evidente quanto
bisogno di Stato ci sia nelle contrade sperdute di paesi Calabresi come Platì
lasciate in mano ai poteri criminali che sullo sfascio sociale e il sotto
sviluppo fondano parte della loro legittimazione. Noi calabresi sappiamo bene
quanto sia indispensabile, in tempi anche brevi, presentare all’Europa una regione
onesta e laboriosa, nell’interesse di tutti».
il Quotidiano, Lunedi 7 marzo 2005
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