Voi comprendete benissimo che colui che vi parla, in questo luogo e in
questo giorno, è talmente pervaso dalla commozione da dover fare uso degli
occhiali per nascondere, in qualche modo le lacrime; e della scritto per tenere
a freno le idee. Sono queste belle impellenze, soavi, che si accalcano, e si
spingono, si affacciano, per trovar sollecite, la via d’uscita. Si, vengano
pure avanti, in disordine, ché voi saprete bene accoglierle ed apprezzarle
come, come avete fatto altre volte.
Già, di per se stesso, l’avvenimento è d’una importanza e d’una
bellezza tale che non ha bisogno di una carta qualunque d’accompagnamento. Esso
cresce di bellezza e d’importanza quando si voglia considerare che il Novello
Unto del Signore è un giovine a noi carissimo, che abbiamo visto nascere, che
abbiamo educato, sorretto, incoraggiato ad ascendere l’Altare di Dio, di quel
Dio, dico, che oggi e sempre, si è impegnato di fare lieta la nostra
giovinezza. Ad Deum qui laetificat iuventutem meam. Ecco perché il Sacerdote
non invecchia mai; ecco perché mi sento giovine anch’io, non ostante le lacrime
abbiano scavato tutti questi aridi solchi ed i miei occhi si siano accerchiati
di nero …Il Sacerdote! Lo stesso che Cristo, perché Unto dal Sacro Crisma com’è
Lui, perché s’immola ed immola continuamente ogni mattina, perché su questo
Calvario incruento dell’Altare, distende le braccia al soave amplesso
dell’Amore. Ed accorrano, a lui, tutti quanti hanno bisogno d’una guida …
Platì il giorno di tutti i Santi
1934
Arcipret. Ernesto Gliozzi
Nota. Il testo riportato è parte di una lunga orazione tenuta da Ernesto Gliozzi il vecchio, il giorno della celebrazione della prima messa officiata dallo zio Ciccillo sull'altare del Duomo di Platì. L'autore del testo ebbe un ruolo decisivo nella formazione del novello sacerdote. La pubblicazione è per ricordare i quarantacinque anni dell'immatura scomparsa dello zio Ciccillo. La prima pagina della Tessera Ecclesiastica era stata redatta da Ernesto Gliozzi il giovane, nel 1957 distaccato in Curia.
To Everything (Turn, Turn, Turn)
There is a season (Turn, Turn, Turn)
And a time to every purpose, under Heaven
LA PRIMAVERA
Calabria Martina
Quarta A/elementari
È arrivata la primavera
Con le sue rondini e
Con gli alberi tutti verdi;
con farfalle gialle e colorate,
fiori di ogni colore.
Il vento trascina via
Tutto quanto,
e il sole brilla come un diamante.
È primavera tutto si sveglia.
LA PRIMAVERA
Giuseppe Virgara
Quarta B/elementari
La primavera,
così dolce, così sincera,
ha molti fiori che crescono sul prato,
primule, rose, viole, papaveri e tulipani con un fiato
respiro già aria di primavera,
questa è una nuova cera,
poi torna l’estate,
senza più pietate.
I testi fanno parte del corpus di lavori presentati alla Prima edizione 2017 del Premio Letterario "Ernesto Gliozzi" istituito dall' Ass. Santa Pulinara.
“Come in una panoramica in technicolor e techniscope alla sua sinistra c'era attaccata la casa di zia
Annina, con a piano terra l'ufficio del dazio, successivamente la casa
Zappia-Galatti e oltrepassando corso Umberto il bar di papà. Di fronte ad esso,
sulla via XXIV maggio, c'era l'ufficio postale e risuperando il corso la
casa della signora Fera, quindi un casalino, luogo di invenzioni ludiche; dopo
la scalinata che portava al municipio c'era la casa di Raimondo con
affiancata quella di don Umberto Romeo e più avanti quella di mastru Cicciu u cruciatu, al secolo Schimizzi; di fronte, oltrepassando la via XXIV
maggio, la casa du bumbiu e tornado verso casa mia la falegnameria di lignuduru, più oltre una discesa con il panificio carrarmatu, il bar di Dante De Maio, quindi la Casa. Questo che vi
ho circoscritto era il perimetro dei giochi che non bisognava oltrepassare e
incorrere nelle sanzioni paterne”.
(https://iloveplati.blogspot.com/2012/02/la-casa-senza-tempo-reg-andrea-forzano.html).
In quel testo avevo dimenticato la casa di Serafina Mittiga che era dirimpetto la
casa di don Umberto. Era in questa scenografia, oggi, nella memoria, un fondale di cartapesta, delle mattine estive dei miei
anni infantili che Tota, la figlia don Umberto, usciva di casa e salendo a
bordo del maggiolino Volkswagen color acqua marina si avviava al mare di
Bovalino. Nel suo silenzio, rotto dai suoni cupi del fraseggiare appreso in
collegio, Tota era una delle più belle signorine di Platì e la sua
educazione da collegio le è rimasta per tutta la sua vita. Quel tempo ormai è
un ricordo e Tota è partita per stare accanto ai genitori. Questo è il solo
piccolo omaggio che le si offre.
Nella foto Tota, nata Maria Antonia il 24 febbraio 1942, è con Paola Violi.
NEL DERBY TRA NUOVA FOLGORE– PLATÌ VINCE IL MALTEMPO
dicembre
10, 2007
NUOVA FOLGORE – PLATI’ NUOVA
FOLGORE- Giglio, Nirta G.II, Romeo, Alvaro, Giampaolo,
Femia, Nirta G I, Strangio, Giorgi, Mammoliti, Luciano. In panchina: Pizzata
R., Costanzo, Strangio, Pizzata F. Allenatore: Scipione Bruno PLATI’- Tropeano,
Marando, Sergi F, Trimboli N, Perre, Barbaro, Trimboli B, Papalia, Trimboli,
Carbone, Amante. In panchina: Giampaolo, Agresta, Sangallo, Sergi. ARBITRO: La
Manna di Catanzaro. SAN
LUCA- Piove, non si gioca. Il tanto atteso derby tra Nuova
Folgore- Platì è stato rinviato a data da destinarsi per impraticabilità di
campo. Il terreno di gioco del comunale di San Luca non ha retto alle
precipitazioni ed ai forti venti che si sono abbattuti pomeriggio di ieri sul
paese aspromontano, e che hanno costretto cosi le due formazioni a restare
negli spogliatoi. L’arbitro designato per il derby dell’Aspromonte, il signor
La Manna, dopo aver effettuato un sopralluogo ed aver visto che, il terreno di
gioco presentava più di una pozzanghera, il pallone per il forte vento volava
troppo ed una volta a terra non rimbalzava bene, ha così deciso insieme alle
due società, per il rinvio dell’incontro. ANNALISA COSTANZO
NUOVA FOLGORE-PLATÌ DI SCENA IL TERZO TEMPO
dicembre 30, 2007
NUOVA FOLGORE- PLATI’
3-3 NUOVA FOLGORE – Giglio 6, Alvaro A 6, Romeo F 6,
Nirta G II 6, Giampaolo G 6, Alvaro G 6, Nirta G 6, Giorgi D 6, Mammoliti 6,
Luciano 6. Allenatore: Scipione 6 PLATI’- Amante 6, Marando 6, Carbone 6, Papalia 6,
Perre 6, Barbaro F 6, Barbaro S 6, Triboli P. 6,Agresta 6, Trimboli B 6, Sergi
6. ARBITRO: Siglari di Reggio Calabria 6.5 MARCATORI: 34’pt Trimboli B(P), 36’pt Luciano(N),
43’ptTrimboli P (P), 44’pt Luciano (N); 24’st Giorgi (N), 28’st Trimboli B.
(P). Espulso: Marando (P) SAN LUCA: Al comunale di San Luca ieri è andato di
scena il terzo tempo. Il derby tra Nuova Folgore e Platì si è chiuso senza
vincitori con un “salomonico” 3 a 3. Al di là del risultato, la notizia è che,
dopo l’ultima mezzora con qualche accenno di rissa, al triplice fischio
l’arbitro ha chiamato le due formazioni a centrocampo per il saluto con la
stretta di mano. Match equilibrato fin dalle prime battute, è diventato
avvincente solo dopo il gol del vantaggio del Platì, dopo di che è stato un
susseguirsi di botta e risposta a suon di gol. Le reti: 34’ Trimboli da una
punizione manda in rete, 36’ risponde Luciano su azione, 43’strafalcione del
portiere Giglio e Trimboli insacca ed 44’ ancora Luciano. Di Giorgi e Trimboli
le marcature realizzate nella ripresa. AN.CO.
Nei decreti disposti dal magistrato e consegnati dagli agenti allo zio Ernesto si affermava di ritenere che in tale fondo possa essere seppellito il cadavere di un sequestrato la cui identità allo stesso non può essere rivelata in quanto dalle indagini su quei reperti risulterebbe, il fondato motivo di ritenere che in tale fondo possa essere seppellito il cadavere di un sequestrato la cui identità allo stesso non può essere rivelata, onde non pregiudicare le ulteriori indagini, ne mettere in allarme gli eventuali indagati. Com'è allora che la stampa conosceva già indagini e identità del seppellito?
Platì / Si cercano i resti di Bertolami
rapito nell’83
PLATI’ — Proseguono
scavi e sondaggi nei terreni attorno al cimitero di Platì. Le ricerche,
disposte dalla Procura della Repubblica di Palmi, sarebbero tese al
ritrovamento del cadavere di un imprenditore rapito a Lamezia Terme il 12
ottobre del 1983: Giuseppe Bertolami, che all’epoca aveva 58 anni. Una conferma
indiretta a tale ipotesi verrebbe dalla presenza, nel gruppo di magistrati che
seguono le ricerche a Platì, di uno dei sostituti procuratori del Tribunale di
Lamezia Terme.
Sulle indagini in
corso gli inquirenti rimangono abbottonatissimi e rifiutano ogni dichiarazione
ufficiale. Nessun commento neppure sulle insistenti voci che accreditano la
collaborazione di un pentito che, con le sue dichiarazioni, avrebbe consentito
di riaprire le indagini sul rapimento di Giuseppe Bertolami.
Una vasta campagna alla
periferia nord di Platì, ed esattamente tutto attorno al piccolo cimitero del
paese, è la zona teatro di continui scavi e di sondaggi condotti da agenti del
NAPS (Nucleo Anticrimine della Polizia di Stato). Sul posto si alternano anche
i magistrati della Procura di Palmi e di Locri, ai quali da ieri si sarebbe
aggiunto anche il giudice Domenico D’Agostino, sostituto procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme. Proprio l’ingresso nelle
indagini del giudice D’Agostino sembra confermare l'ipotesi che a Platì si sta
cercando il cadavere di Giuseppe Bertolami.
Paolo
Pollicheni
GAZZETTA DEL SUD Venerdì 17 Aprile 1992
PLATI’. Le operazioni di scavo
in un uliveto alla periferia della cittadina calabrese
Il
“cimitero” dell’Anonima
Un pentito rivela: vi sono
sepolti i rapiti mai liberati
PLATI’. E’ il «cimitero
della mafia dei sequestri» quello che si sta cercando affannosamente in queste
ore a Platì. Da due giorni i magistrati delle Procure di Palmi e Locri sono
attentissimi e scrupolosi nel seguire i lavori di scavo che alcune squadre di
operai stanno effettuando in un uliveto a ridosso del cimitero comunale di
Platì.
La zona é strettamente
sorvegliata da polizia e carabinieri, off-limits per i non addetti, impossibile
avvicinarsi. A mettere sulle tracce il procuratore di Palmi Agostino Cordova, e
di Locri Rocco Lombardo, sarebbe nuovo pentito della ‘ndrangheta, un ex pezzo
da novanta, forse un mamma santissima messo a conoscenza delle cose più segrete
della onorata società calabrese, che ora sta vuotando il sacco, andando
indietro negli anni.
Le cose che il pentito conosce
risaliberro (così nell'originale) ai primi anni Ottanta, i tempi d’oro dei sequestri miliardari,
della
«pax
mafiosa» che consentiva le cosche di pilotare il voto per le politiche, e di
lanciarsi a mani libere nel business, della droga in collegamento con i
fratelli del Canada e dell’Australia. A Platì, il pentito avrebbe detto di
sapere dove sarebbe la tomba di un ostaggio dell’Anonima, seppellito dopo la
sua morte causata dalle sofferenze patite in prigionia.
Circola un nome, quello dell’industriale
floro-vivaista Giuseppe Bertolami, rapito all’età di 58 anni il pomeriggio del
12 ottobre 1983
Filippo
Praticò
Avvenire
Venerdì 17 aprile 1992
Platì / Le ricerche ordinate dai magistrati di
Palmi e Locri
Se
si trovasse il “cimitero” …
Sarebbe confermata la credibilità
d’un misterioso informatore
PLATI’ - Sotto una pioggia
battente ed un cielo cupo che non aiuta a presagire nulla di buono, agenti dei
nuclei anticrimine della polizia di Stato continuano a setacciare la vasta
campagna che circonda il cimitero di Platì. Cercano il «cimitero
dell’anonima sequestri», forse cercano anche dell’altro, visto che da ieri sono
comparsi sul posto anche sofisticati «metaldetector» e tecnici specializzati nel
loro uso.
Anche ieri sono stati a Platì i
magistrati delle Procure della Repubblica di Palmi e Locri, che hanno disposto
le ricerche. In particolare i sostituti Franco Neri e Nicola Gratteri sono
rimasti a Platì per l’intera giornata di ieri ed hanno impartito disposizioni
sui nuovi accertamenti da condurre. La zona continua ad essere fortemente
presidiata dalla polizia che impedisce a chiunque di avvicinarsi.
Paolo Pollicheni
GAZZETTA DEL SUD Sabato 15 Aprile 1992
Sulla ricostruzione del sequestro del Signor Giuseppe
Bertolami e le successive indagini, per chi lo volesse, sono disponibili ampi
testi nel web, recentissimi come dell’epoca in cui il delitto accadde. Il suo
corpo cercato iaffora ‘e ssalis,
quando tutto sembrò un macabro scherzo è stato lasciato nell’oblio, ma non dai
familiari. Il vasto terreno, Sfales, dopo lo sconvolgimento, rimase incolto per molto
tempo e poté ritornare al suo antico stato solo grazie alla tenacia dei coloni.
Stampa, Magistrati e Forze dell’ordine “maestri
nel rigettare sugli altri la propria responsabilità, la propria assenza, il
proprio non fare o il proprio fare eccessivo” (Corrado Stajano) una volta
partiti, e sebbene ritornati in paese per altri motivi, le scuse le stanno
ancora ragionando. Lo zio avendo ampio diritto di chiedere il risarcimento dei
danni provocati, come suo costume mai agì in tal senso. Anzi, la sua abitazione
nelle successive indagini condotte sui
bunker fu sempre la prima ad essere visitata, questa volta senza decreti e con ben differente galateo.
FINE
Tutti
I documenti pubblicati sotto il titolo Cimitero
Senza Croci is based on true historical events. Dialogue and certain events and characters
contained in the text were created for the purpose of dramatization.
"When the last light warms the rocks And the rattlesnakes unfold Mountain cats will come to drag away your bones" Far From Any Road - The Handsome Family
Giovedì Santo, pioggia fitta, buona per chi coltiva, a terra cresceva una speranza: piselli e fave. Erano appena trascorse ventiquattro ore che il citofono squillò di nuovo energicamente, e nuovi agenti in divisa si
rivelarono ai piedi della scala con nuovi obblighi. Il magistrato non
ritenendosi soddisfatto dal precedente atto volle essere sicuro di sé. Se il
primo era un decreto di ispezione di cose
e luoghi ora era un decreto di
sequestro onde acquisire la prova dell’avvenuto seppellimento del cadavere
del sequestrato. Mentre la zia Amalia era in totale stato di confusione, lo zio Ernesto appariva calmo, i suoi pensieri erano rivolti all'imminente rito dei Sepolcri e alla processione del Venerdì Santo al Calvario del giorno dopo.
N.__________ R.G. notizie di reato
N.__________ R.
PROCURA DELLA
REPUBBLICA
presso il TRIBUNALE
di Lamezia Terme
DECRETO
ISPEZIONE DI LUOGHI E
COSE
- artt. 53 e segg.
c.p.p. -
IL Pubblico Ministero Dr
Luciano D’Agostino
Visti gli atti del procedimento n. ___
Nei confronti di Ignoti
e persone in corso di identificazione
per i reati di sequestro
di persona a scopo d’estorsione ed altro
ritenuta la necessità di acquisire al procedimento la prova dell’avvenuto seppellimento del
cadavere del sequestrato che per ragioni di cautela processuale allo stato non
s’intende nominare, per non pregiudicare il sieguo delle indagini che sono in
corso
In quanto occorre
svolgere ulteriori approfondimenti istruttori, assicurando che il fondo e i
luoghi non vengano in alcun modo alterati; ritenuto che occorrerà piantonare lo
stesso a cura dei NAPS di Bovalino fino a nuovo e diverso ordine.
Visto l’art. 253 c.p.p.
DISPONE
il sequestro di quanto sopra indicato delegando per
l’esecuzione Ufficiali di Polizia di NAPS di Bovalino che cureranno la consegna
di copia del presente provvedimento all’interessato
Don Ernesto Gliozzi Parroco di Platì
Platì, lì 16/04/92 ore 10,30
IL PUBBLICO MINISTERO
PROCURATORE DELLA REPUBLICA
Dott.
Luciano D’Agostino
QUESTURA
DI REGGIO CALABRIA
Nucleo
Anticrimine della Polizia di Stato
SQUADRA
P. G.
B
O V A L I N O
OGGETTO: Relata di notifica.
L'anno 1992 addì 16 del mesa di Aprile alle ore 17,15 in
Platì in ctd. Salsi
Innanzi a noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di P.G.: V.S.
Angelo PELLEGRINI, V.S. Claudio GREGORI, coadiuvati dagli
Ag.
Maurizio COLELLA E Agostino MIGNOGNA è qui presente
GLIOZZI ERNESTO NATO A PLATÌ IL
12/04/1915 E RESIDENTE
IN VIA F.LLI SERGI N.6
IDENTIFICATO TRAMITE C. I. N.° 16971241
RILASCIATA IL 25/11/1991 DAL
COMUNE DI PLATÌ
al quale, mediante consegna di una copia nelle proprie mani
gli viene notificato, il retroscritto atto
Di quanto sopra è state redatto il presente verbale che previa letture
e conferma viene sottoscritto dai verbalizzanti e dall'interessato.
“Fatti
della vita dimenticati, messi a giacere nelle pieghe della memoria e della
coscienza”
Corrado Stajano, Patrie Smarrite, 2001
La giornata era cominciata come una qualsiasi giornata
primaverile. Il tempo minacciava pioggia, conl’addensarsi ed il raggrupparsi, come truppe militari, di enormi
nuvoloni. Era mercoledì santo. Lo zio Ernesto in chiesa aveva officiato la
funzione di quel giorno con il lungo ed avvolgente “Passio Secundum Lucam”: lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che si
battevano il petto e facevano lamenti su di Lui” (Lc 23, 27). Insieme a Micuzzu ora stava
pianificando la funzione dell’indomani, molto più solenne e partecipata, quella
dei Sepolcri. La zia Amalia tornata a
casa si affaccendava come suo solito: letti, biancheria, pulizia, cucina; anch’essa
era presa dai preparativi della settimana santa avendo altresì l’incombenza di
provvedere al Predicatore che in quei giorni officiava i riti caratterizzati
da maestosi sermoni. Dall’esterno provenivano i suoni e le voci dei banditori
di pollame, vettovaglie, fruttivendoli, con le loro riconosciute cadenze della
Piana. A queste si aggiunse un ronzio di camionetta, lo sbattere delle portiere,
lo squillo del citofono. “Chi è?” – “Polizia di Sato!”. Cronometrati tutti
questi atti accadevano con la precisione loro dovuta, irrevocabile, risoluta. “Un puntino della storia e della geografia.
Come quando i presagi disvelano i loro incerti contorni e appaiono nella loro
nettezza” Corrado Stajano.
N.__________ R.G. notizie di reato
N.__________ R.
PROCURA DELLA
REPUBBLICA
presso il TRIBUNALE
di Lamezia Terme
DECRETO
ISPEZIONE DI LUOGHI E
COSE
- artt. 244, 246
c.p.p. -
Il Pubblico Ministero Dr
Luciano D’Agostino
Visti gli atti del procedimento n. ___
Nei confronti di Ignoti
per i reati di sequestro
di persona ed altro
Rilevato che, dovendosi
accertare le tracce e gli altri effetti materiali del reato,
occorre procedere a ispezione di un fondo rustico in agro di Platì, nella
parte adiacente ai manufatti rurali ivi esistenti di proprietà del parroco di
Platì Don Ernesto Gliozzi … dalla Polizia di Stato
in quanto dalle
indagini su quei reperti risulterebbe, il fondato motivo di ritenere che in
tale fondo possa essere seppellito il cadavere di un sequestrato la cui
identità allo stesso non può essere rivelata, onde non pregiudicare le ulteriori
indagini, ne mettere in allarme gli eventuali indagati, allo … ignoti … da
identificare.
Visto l’art. 246 c.p.p.
P.Q. M.
dispone che si proceda ad ispezione del fondo sopra indicato mediante ausilio del consulente già nominato e
personale ausiliario munito di particolare attrezzatura idonea alla ricerca nel
sottosuolo del corpo del reato di sequestro di persona e omicidio.
con consegna all'imputato/persona sottoposta alle indagini e
in ogni caso a chi abbia l'attuale disponibilità del luogo in cui è eseguita
l'ispezione, nell'atto di iniziare le operazioni e sempre che essi siano
presenti, di copia del presente decreto.
Si da atto che vengano effettuati rilievi fotografici e
tecnici a cura del personale su indicato. Si fa atto oltresì che l’Ufficio è
coauduvato da personale della Squadra Mobile di Gioia Tauro e dei NAPS di
Bovalino. ' In Platì, lì 15/04/92 ore 10,30
IL PUBBLICO MINISTERO
PROCURATORE DELLA REPUBLICA
Dott.
Luciano D’Agostino
V. Si notifichi
A mezzo di personale
Squadra Mobile di Gioia
Tauro
Platì lì 15/04/92 ore 10,30
L’anno 1992 addì 15 del mese di
aprile
alle ore 17,30 nella via S.
Nicola n.° 15 di
Platì (RC) innanzi noi
sottoscritti agenti
di P. G. appartenenti alla
Squadra Mobile di
Gioia T. è presente Gliozzi
Ernesto
nato a Platì il 12/04/1915 ivi
res. In via S. Nicola
Atto di notificazione per finito contratto di conduzione di fondo
rustico in compartecipazione a grano.
L’anno 1947 (milenovecentoquarantasette), il giornodiNovembre in Platì.
Ad istanza dei signori Oliva Giuseppe e Pasquale fu Filippo, quest’ultimo
in nome proprio e nella sua qualità di tutore del proprio fratello Francesco –
interdetto – residenti e domiciliati tutti in Platì
Io sottoscritto De Marco Francesco di Domenico – Usciere addetto
all’ufficio di Conciliazione di Platì.
Ho notificato ai signori Trimboli Rocco di Francesco, Trimboli Bruno di
Francesco, Trimboli Antonio di Francesco, Trimboli Francesco fu Domenico,
Spagnolo Domenico fu Giuseppe (alias crezzolo), Agresta Michele fu Pasquale,
Agresta Rocco fu Pasquale, Agresta Saverio fu Pasquale, Staltari Antonio fu
Carmelo (alias fortocchio), Trimboli Pasquale fu Domenico, Campiti Giuseppe fu
Giuseppe, Strangio Gaetano di Francesco, Grillo Rocco di Michele (alias
griocino), e Romeo Gruno fu Saverio, e Sergi Anna di Domenico.
Residenti tutti e domiciliati in detto Comune di Platì. Che nell’annata
agraria 1946-1947 hanno condotto in compartecipazione circa tomolate cinquanta
di terra (pari ad ettari diciannove circa) di proprietà di essi istanti, siti
nella contrada S. Barbara dell’agro di Platì.
Che per il decreto legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 1°
aprile 1947 N° 273 (Art. 1) la compartecipazione sarebbe prorogata all’annata
agraria 1947-1948. Ma– presente – che
in detto periodo di tempo, per la legge della rotazione agraria, il fondo deve
rimanere incolto e quindi lasciato a pascolo, per detto motivo la succitata
proroga non si rende applicabile al caso di cui trattasi. E, pertanto, ad
impedire che il silenzio degli istanti possa essere interpretato a loro danno,
io sottoscritto Usciere della conciliazione di Platì, sulla medesima istanza
del signor Oliva
Ho notificato
Ai signori Trimboli Rocco, Trimboli Antonio, Trimboli Bruno, Trimboli
Francesco, Spagnolo Domenico, Agresta Michele, Agresta Rocco, Agresta Saverio,
Staltari Antonio, Trimboli Pasquale, Campiti Giuseppe, Sergi Anna, Strangio
Gaetano, Grillo Rocco e Bruno Romeo, che – respinta fin da ora ogni contraria
eccezione – il menzionato contratto di compartecipazione deve intendersi
risolto fin dal raccolto granario 1947; e conseguentemente, essi signori cu
citati restano licenziati del fondo S. Barbara. E propriamente licenziati dalle
terre avute in coltivazione granaria – per la su esposta ragione e giusto le
consuetudini locali, con diffida di non ingerirsi più nella conduzione delle
ridette terre sotto comminatoria delle sanzioni di legge.
Copia di questo atto, da me Usciere della Conciliazione debitamente
collezionata e firmata, sono state notificate alle persone di cui appresso,
consegnandola come per ciascuno di essi è indicato.
Trimboli Rocco di Francesco
Trimboli Bruno di Francesco
Trimboli Antonio di Francesco
Trimboli Francesco fu Domenico
Spagnolo Domenico fu Giuseppe (alias crezzolo)
Agresta Michele fu Pasquale
Agresta Rocco fu Pasquale
Agresta Saverio fu Pasquale
Staltari Antonio fu Carmelo (alias fortocchio)
Trimboli Pasquale fu Domenico
Campiti Giuseppe fu Giuseppe
Strangio Gaetano di Francesco
Grillo Rocco di Michele (alias griocino)
Romeo Bruno fu Saverio
Sergi Anna di Domenico.
L’Usciere della Conciliazione
Francesco Demarco
Platì 30 – 11 - 1947
Nota. Questo documento oltre gli inediti alias, è significativo per gli usi e il buoncostume di considerare la terra come bene comune, sia del fittavolo come dei conduttori. Ci documenta oltremodo sui vasti possedimenti di quella che fu la famiglia Oliva, il potere che deteneva ancora alla fine del secondo conflitto mondiale.
Innanzi di noi qui sottoscritti la Signora Rachele Lentini fu Pasquale
dichiara vendere, come vende, al Sig. Romeo Pasquale di Antonio un pezzo di
terra per uso casa dell’estensione di palmi ventitré ed un muro a secco di
metri cubi ventidue per il prezzo stimato di lire cento sessanta £ 160.00
limitato da due lati da una stradella da un terzo lo stesso Romeo e da un
quarto la venditrice Sig. Lentini.
Tale appezzamento si vende al riportato Romeo franco e libero da ogni
censo o servizi eccetto la fondiaria quando gli verrà imposta.
E’ facoltà del Romeo di poter aprire luce ed aperture da tutti è
quattro i lati ma però dal lato di oriente dove limita da detta venditrice Sig.
Lentini può aprire luce a otto palmi dal suolo attuale ritirandosi la Lentini a
debita distanza. Platì 24 febbraio 1907
Rachele Lentini
Timpani Raffaele fu Bruno testimone
P. S.Per maggior schiarimenti
il Romeo si obbliga che tra il suo locale ed il fabbricato di Trimboli Rosario
deve restare palmi quattro a favore del Sig. Francesco Lentini ed altri ed il
Romeo è facultato aprire aperture a otto palmi d’altezza dal suolo attuale.
C’è anche chi ha subito un’aggressione tanto al chiuso che all'aperto.
E il caso capitato nel 1912 a una fanciulla di Cirella, frazione del comune di
Platì. Era andata ad attingere acqua a una fontana cha distava circa duecento
metri dall’abitato quando vanne aggredita da un suo compaesano, un negoziante
di 25 anni. Riuscì a resistere e ad evitare le estreme conseguenze di
quell’assalto.
Ma l'uomo non si diede per vinto. Due giorni dopo, forzata la porta
d’ingresso, penetrò nella casa dove la giovane dormiva con una zia.
Anche questa volta non raggiunse il suo scopo. Frustrato, con un colpo
di rasoio sfregiò il volto dalla donna. Non riuscendo a violare la verginità ne
violò il volto. Perché tanta audacia da parte cli quell'uomo? Perché tanta
insistenza? Lei era “figlia dalla colpa”.
Cosi scrivevano i giudici con una definizione che, normale per quei
tempi, è agghiacciante e orrenda perché era un marchio d'infamia che avrebbe
accompagnato lei e i sui figli per un tempo infinito.
Essere figlia della colpa significa essere già debole sin dalla nascita.
Lui “credevasi forte dell‘impunità fidando sull‘autorità di uno zio che
funzionava da sindaco in quella frazione del comune”.
Sentendosi forte lui e conoscendo la debolezza della fanciulla non è il
caso di parlare di audacia da parte di quel giovane. Quando si arrivò al
processo si cercò di diffamare la ragazza insinuando che avesse avuto degli
interessi a fare quella denuncia. Ma i giudici della Corte di appello scrissero
a questo proposito: “non odio, non risentimento, non scopo di matrimonio, non
speculazione essendoci in atti la pruova della di lui assoluta nullatenenza».
Si insinuò anche che non era credibile perché aveva fatto dichiarazioni
contrastanti. “Ma di chi è la colpa delle aggiunzioni e di qualche leggiera
difformità nelle dichiarazioni della giovane? La colpa certo non è sua, ma del
Pretore cha in modo veramente deplorevole menò innanzi le indagini. Non curò
egli, che pur con molto ritardo si curò di sentire la parte lesa di raccogliere
le minute dichiarazioni”, ma si limitò solo a farsi confermare quelle già rese
al brigadiere dei carabinieri “che certo si limitò ad inserirle sommariamente”
Non è la prima volta che ci imbattiamo in critiche dei tribunali o
della Corte di appello rivolte al modo come erano state condotte le indagini. E
sono sempre casi che rappresentavano un danno per le donne. L'uomo aveva fatto
affidamento su quello zio importante in quella piccola comunità, ma quando il
giorno dopo lo sfregio si disse «pubblicamente» chi ne era fautore, lo zio non
coprì il nipote, anzi, «raccolte le opportune informazioni», lo denunziò ai
carabinieri”
Un sindaco che si comportò bene. Ma non tutti i sindaci
sono uguali, come si sa.
Enzo Ciconte, Storia dello stupro e di donne ribelli, Rubettino 2014