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lunedì 12 novembre 2018

I Origins - Platì e oltre



Caro Luigi,
mi piace questa corrispondenza che ha il sapore delle antiche lettere che pubblichi nel tuo blog. Quando ci sentimmo per telefono tu mi parlasti del tuo ritorno alle origini e dell’interesse per Platì ed io ti risposi che, al contrario, non avevo alcun interesse. Era in parte una bugia (detta a me stessa) perché per tutti gli anni da quando ho lasciato la Calabria (avevo 9 anni) ho dovuto prendere una distanza emotiva da un luogo che mi provocava il dolore della lontananza. Ho vissuto fra questa nostalgia per un paradiso perduto e la soddisfazione di essere proiettata nel mondo. La questione e le riflessioni sono tante e sarebbero da affrontare forse in inverno davanti ad un camino acceso. Comunque, a seguito di alcune domande di mia sorella e di uno dei miei fratelli, mi sono messa alla ricerca dei nostri avi e ciò che mi è successo è che la diga, che avevo costruito a contenere quelle emozioni legate al passato, è crollata. Mi sono resa conto che potevo vivere ricordi ed emozioni perché non più legata alla contingenza del lavoro e dei doveri e mi sono immersa nei registri degli archivi di stato consultabili online. Di lì sono nate altre emozioni, interessi e ricerche che sto perseguendo e che ho intenzione di continuare anche durante un soggiorno di qualche mese in Calabria, a Locri dove sono nata e dove il ricordo emotivo è più forte, legato soprattutto a mia madre e a mia nonna.
...

Non so se te ne ho già accennato, ma io ho vissuto alcuni anni in Australia ed ho anche abitato con la mia prozia Bettina Perri madre di Rosario (Rosi per la famiglia). Lei è morta ultranovantenne ed anche lui è deceduto da qualche anno. Peppino Mittiga era parente (cugino, credo) di Giuseppe Ielasi che ha sposato la sorella di mio padre, Ada. Entrambi erano sarti e qui ci sarebbe da fare tutto un discorso a parte sulle botteghe di sarto di Platì e sui sarti che lì si formarono.
Ciao
Rosalba

Nella foto Rosalba e Pasqualino Perri. Bettina Perri ,madre di Rosi, era sposata con Peppino Mittiga.

domenica 11 novembre 2018

Una storia vera [di David Lynch, 1999 ]


Io sono la mia storia”. Wim Wenders Nel corso del tempo, 1975

Caro Luigi, …
mi sto divertendo a ricostruire le famiglie nell’800 e sono così incorsa nella piccola saga di cui ti parlavo…

Il 07/10/1803 nasce a Platì Michelina Papalia figlia di Giuseppe e Teresa Mittiga.
Il 09/05/1804 muore suo padre Giuseppe Papalia.
Il 09/02/1818 sposa Rocco Cutrì di Messignadi. Sul registro dei matrimoni viene dichiarata di anni 19 (mentre in effetti ne aveva 15) e di professione “civile”. Tale termine veniva assegnato a coloro che erano benestanti e le cui professioni non erano inquadrate. Quindi Michelina Papalia apparteneva ad un ceto sociale di un certo rilievo per lo meno economico. Rocco Cutrì ha ventun anni e viene dichiarato anche lui di professione “civile”, figlio di un Massaro di Bovi che, non potendo essere presente a Platì per dare il proprio consenso al matrimonio, invia un altro Rocco Cutrì, Arciprete di Messignadi, a fare le proprie veci.
Il 18/05/1819 il giovane marito muore a Messignadi lasciandola vedova senza figli (non vi sono nati di questa coppia né a Messignadi né a Platì) e Michelina torna a casa dalla madre, infatti:
Il 08/05/1822 sposa Mastro Giuseppe Fera d’anni 28, mastro ferraro, figlio di Michele e della Signora Candida Nirta (da notare che le mogli dei mastri venivano riportate sui certificati ufficiali con l’appellativo di Signora). Michelina viene dichiarata di anni 22, in effetti ne ha diciannove. Fra i documenti elencati come presentati, vi è l’atto di morte del primo marito.
Il 02/10/1831 nasce il figlio della coppia: Domenico Rosario Fera.
Il 06/02/1836 muore il secondo marito.
Il destino sembra essersi accanito con Michelina, che però non desiste e nel 1838 prepara i documenti per un terzo matrimonio con Francesco Stefano Domenico Collufio (o Collusio) nato il 02/04/1813 (quindi di 10 anni più giovane) a Tresilico, figlio di Giuseppe Antonio (civile) e Concetta Lando. La professione del futuro sposo è quella di “fallegname”. Il comune di Tresilico provvede alle pubblicazioni (Atto di notificazione), ma…
Il 26/02/1838 l’usciere presso la Regia Giustizia del Circondario di Ardore, invia al Sig. Don Giosafatto Furore, Sindaco ed ufficiale dello Stato Civile del Comune di Platì, istanza di opposizione al matrimonio da parte di Francesco Fera (Istante), proprietario, in qualità di cugino del defunto marito della Signora Michelina Papalia, proprietaria, con Mastro Domenico Collufio, falegname, domiciliato in Trisilico, per i seguenti motivi:
1° Perché essa Papalia dimenticando i doveri di Madre verso il di lei unico figliuolo Domenico Fera dell’età di anni sei, dopo aver barattato e trafugato tutto ciò che formava l’asse ereditario del fu di lui padre Mastro Giuseppe Fera, ed abbandonato snaturatamente il … pupillo alla discrezione altrui ha pensato passare ad un terzo matrimonio negando non solo ogni sussidio della sua propria roba, ma senza neppure restituire ciò che al Minore si appartiene, e che ascende a valore di circa ducati cinquecento, di che l’istanza si riserba di chiedere il redde conto come per Legge. 2° Perché essa Papalia avea promesso al fu di lui marito di non passare ad ulteriori nozze con chichesia dopo la di lui morte ed ora trasgredendo questo patto si vuol dare in moglie ad una persona inferiore di condizione e che soffre degli intervalli di demenza. Per tali motivi adunque si oppone l’Istante al preteso Matrimonio che si vorrebbe contrarre tra loro. Quindi è che in virtù del presente atto ho inibito esso Sig. Sindaco e uffiziale dello Stato Civile di procedere alla solenne promessa dello Stato Civile protestandogli l’Istante in caso diverso di tutti i danni ed interessi e di agire in linea criminale contro di esso Sig.r Sindaco quante volte non si uniforma a quanto prescrive la Legge nell’Articolo 69 e 70 delle LL. Civili prescrivendo gli stessi che l’uffiziale dello stato civile subito che viene a lui notificata opposizione di Matrimonio non può passare oltre, ma deve notare della opposizione nel Libro addetto e vistare l’originale, e di rispondere di tutti i danni, ed interessi, non che alla Multa di ducati sessanta ed alla perdita della carica, come anche alla pena di prigionia giusta Articolo 244 delle LL Penali.
Tale opposizione viene comunicata anche ai due pretesi futuri sposi. Ora non è dato sapere quali passi abbia intrapreso Michelina, o chi per lei, fatto sta che:
L’anno milleottocento trentotto il giorno ventotto del mese di maggio in Platì. Ad istanza del Signor Francesco Fera proprietario, domiciliato in Platì, Io Vincenzo Gliozzi, Usciere presso la Regia Giustizia del Circondario di Ardore ivi domiciliato, ho dichiarato al Signor D. Giosafatto Furore nella qualità di Sindaco ed Ufficiale dello stato Civile del Comune di Platì, non che a Donna Michelina Papalia, proprietaria ivi domiciliata, che l’istante non più si oppone al matrimonio contraendo con Mastro Dom.co Collufio di Tresilico dalla prefata Signora Papalia, vedova del fu Giuseppe Fera, e formalmente rinunzia all’atto di opposizione del giorno ventisei Febbrajo milleottocento trentotto.
E così il giorno stesso, 28/05/1838, il sindaco emette il Certificato da presentarsi al Parroco per la celebrazione del matrimonio che viene registrato al numero d’ordine 6 dell’anno 1838.
Il 06/02/1839 Michelina Papalia dà alla luce a Platì un figlio maschio a cui viene imposto il nome di Giuseppe Alfonso Carlo Collufio.
Il 06/11/1841 Michelina Papalia dà alla luce una figlia a cui viene imposto il nome di Maria Concetta Teresa Collufio.
And that’s all, folks!
Ciao
Rosalba

giovedì 8 novembre 2018

PLATOON [di Oliver Stone,1986 ]



Platì cinque novembre duemila diciotto ore diciassette. I sogni e gli sforzi di un plotone di platioti sembrano essersi realizzati: il cinema Loreto di nuovo gremito di spettatori, non accorsi per la visione di immagini scaturite da uno schermo, che all’epoca della sua età dell’oro, i piccoli astanti ingigantivano con la fantasia, in realtà, la sua estensione era di due metri e mezzo per due, poca cosa al confronto con i Garden, gli Odeon, i Metropol delle megalopoli. L’evento è del tutto inedito: la celebrazione con conseguente resurrezione dell’Ultimo Glorioso Figlio. E come oggi sull’altare maggiore dell’annesso duomo si avvicendano temerari ministri venuti da fuori, così sono accorsi da vicino e da lontano, ad affiancare i parenti del personaggio celebrato, uomini di Stato, scrittori, politici, giornalisti ed una piccola, locale, emittente televisiva. Così quell’esiguo drappello, unito attorno al simbolo of life and hope, l’ulivo, ha dimostrato coraggio e fede per la rivincita di un territorio e di una popolazione emarginata, ghettizzata, a causa di trame sovversive altrove, ancora oggi, pianificate. Al solito: finito l’Ufficio i patriotti sono dovuti rientrare nei ranghi della dura, scura, quotidiana, ingrata realtà, senza per questo smettere di fare progetti per l’avvenire.

Tornando al titolo sopra citato eccovi per Totu Delfinu Samuel Barber e Leonard Bernstein al top


mercoledì 7 novembre 2018

Una lucertola con la pelle di donna [di Lucio Fulci, 1971 ]


A zafrata, opera in argilla fiorentina con cui il Maestro Domenico Carteri di Ferruzzano ha contribuito alla riuscita della prima edizione del Premio Giornalistico Letterario "Antonio Delfino" organizzato dall'Associazione Santa Pulinara di Platì e consegnata al giornalista Ilario Ammendolia il 5 novembre 2018, nell'ex Cinema Loreto di Platì.


MOTIVAZIONI
La scelta del Professor Ilario Ammendolia tra una rosa ristretta di candidati, quale vincitore del primo Premio Antonio Delfino, non è stata influenzata dalle sue pubblicazioni o dallo stile letterario dello stesso. Abbiamo scelto di premiarlo, perché nei suoi scritti, nei suoi articoli pungenti e senza filtri Ilario Ammendolia ricorda molto da vicino il temperamento e la passione che animava Totò Delfino. Siamo andati a rileggere diversi articoli pubblicati nelle varie testate giornalistiche, comprese quelle on-line, dove la sua libertà di pensiero e di penna ci ha favorevolmente convinti della integrità morale e del grande senso di appartenenza alla nostra Terra di Calabria. Ci ha colpito uno dei più recenti, in cui il professore scriveva: “La legalità è un valore, solo se illuminata dalla Costituzione, intesa come Patto Sociale vincolante per tutti, altrimenti diventa una camicia di forza da fare indossare ai più deboli per renderli inoffensivi e servi”. Ammendolia con garbo giornalistico, solleva il lenzuolo per mostrarci che il Re è nudo, e lo fa per denunciare le vittime di Giustizia, battendosi per una Calabria secondo Costituzione, ergendosi a difensore dei deboli come ha fatto il compianto Totò Delfino. Totò non è morto, non si muore mai completamente.
Complimenti Professore.




domenica 4 novembre 2018

Le meteore: Paolina - due volte bella - Furori

Come richiesta dal gentile lettore,


A l’anima benedetta
De la signorina Paolina Furori
Due volte bella
Ne lo spirito e ne le sembianze

( Versi )

Oh non mi date i pallidi
Crisantemi di morte onde si copre
Ogni superbo tumulo:
Pallidi come i fior sono le opre
Oggigiorno de i nobili
Neppur domando lacrime bugiarde
Spremute per miracolo
A cuor che per amor giammai non arde
Come la cartapecora.
Non lacrime né fior io vi domando
Per il beato spirito
Che da la terra al ciel salì trillando
Come festante allodola.
Oh datemi la palma di vittoria
E l’ulivo pacifico
Faremo una corona a la memoria
De la defunta vergine
Che nella valle dove regna il pianto
Spiccò d’un tratto il rapido
Volo verso l’azzurro dove il Santo
Regna Gran Dio di Sabaoth.


Sac. Ernesto Gliozzi sen


mercoledì 31 ottobre 2018

The Little House (小さいおうち) [di Yoji Yamada,2014 ]

Premessa: Questo atto di vendita a distanza di 114 anni si è trasformato in una piccola novella piena di dati, nomi illustri o meno e alias. Ognuno vi può trovare informazioni necessarie sul proprio passato di famiglia. E il notar Carmelo Febbo ne deve aver sfiancato di muli per venire al paese per poi tornarsene al luogo di partenza.


Vendita. Regnando Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. – Nel giorno dieci Marzo mille novecento tre in Platì, nella casa di Francesco Mittiga d’Agostino, via Fornacia. Innanzi a Noi Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà qui all’ogetto dell’atto presente iscritto presso il Consiglio Notarile Distrettuale di Gerace, ed il presenza dei testimoni da Noi ben conosciuti e forniti dei requisiti richiesti dalla Legge, Rosario Trimboli fu Francesco, possidente, e Giovanni Iermanò fu Antonio egualmente possidente, ambo nati e domiciliati in Platì; si sono personalmente costituiti – La Signora Caterina Trecase di Saverio, maritata Francesco Mittiga d’Agostino, che si costituisce al solo scopo di autorizzarla all’atto presente, possidente da una parte. E dall’altra Domenico Ciampa di Vincenzo muratore. Tutti e tre nati e domiciliati in Platì, ben noti a Noi Notaio e testimoni.  La costituita Caterina Trecase dichiara avere e possedere in questo abitato di Platì sulla strada San Nicola e via Filanda, due terze parti di una stanzetta, oggi affatto distrutta, e soprapposta ad un basso di proprietà del costituito Domenico Ciampa, limitata dalla strada S. Nicola, da Saverio Barbaro Miroci e Domenico Zappia Cipri e dal ridetto Domenico Ciampa di Vincenzo franca e libera detta stanzetta  da qualunque  ipoteca o servitù  o non riportata in catasto perché distrutta dal terremoto 16 novembre 1894. Quale due terze parti di detta stanzetta, oggi ridotta al solo dritto d’aria superiore si è risoluta essa Caterina Trecase di venderla, ed avendo trattato la  cessione con l’altro costituito Domenico Ciampa, il quale vi aderì così vende e liberamente alieno a favore dello stesso tutti ed intieri  i di lei dritti vi possiede sulla stanzetta sopra descritta pel prezzo bonario di lire duecento, somma che essa cedente Caterina Trecase alla nostra presenza e dei testimoni se la riceve dall’acquirente Domenico Ciampa e ne rilascia a favore dello stesso la quietanza, e sin da questo giorno lo immette sul pacifico e legale possesso di tutti i di lei dritti vi possiede sulle due terze parti della venduta stanzetta , oggi distrutta, quindi garentisce all’acquirente i dritti vi possiede sull’aria superiore del precennato basso; e senza nessuna riserva o condizione di sorta da parte di essa venditrice Caterina Trecase che garentisce la presente vendita all’acquirente nel più lato senso di legge. L’atto presente verrà sottoscritto dalle parti meno della Trecase per essere analfabeta.
In seguito di ciò Noi Notar abbiamo letto a voce chiara ed intellegibile il presente atto ad esse parti in presenza dei testimoni, ed interrogato le parti medesime in questo atto si contiene la di loro precisa volontà ci hanno riposto affermativamente, e perciò l’approvano e l’accettano. Fatto pubblicato e ricevuto in Platì, Circondario di Gerace, Provincia di Reggio Calabria, oggi sudetto giorno, alla presenza delle parti di sopra costituite ed individuate nonché dei sudetti testimoni i quali con le sudette parti e Noi Notaio sottoscriviamo l’atto presente che consta di un foglio di carta di legale incisione in tre facciate meno righe di nostro carattere e da Noi medesimo compilato.
Mittiga Francesco - Ciampa Domenico – Rosario Trimboli teste – Iermanò Giovanni teste – Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà ho stipulato – Registrato in Gerace a 28 Marzo 1903

martedì 30 ottobre 2018

Le meteore [di François Delisle, 2013 ]



Platì, 25. (Caci) -- Facendo seguito alla notizia de l’immatura morte di Paolina Furori, buona, pia, caritatevole, che ha lasciato un soave ricordo di se nel cuore di quanti l’han potuto avvicinare, non è fuori di luogo il parlare in questo numero, dei solenni e maestosi funerali di trigesima, celebrati in questa chiesa parrocchiale.
La chiesa, parata a lutto, era gremita di ogni ceto di persone accorse spontaneamente a rendere il loro tenero tributo di affetto a la giovine morta che è passata in mezzo a noi come una meteora, spargendo ovunque la luce de le sue ottime virtù. Moltissimi sacerdoti son qui venuti dai paesi vicini. Noto l’Arcidiacono Gratteri che l’ha fatta da celebrante, il Prof. Giampaolo che ha letto, su la soglia de la chiesa, un magnifico elogio funebre, il Par. Febbo ed il Mansionario Caserta che hanno cantato una messa in musica. Ma sopra tutto è riuscito splendido il corteo, composto de la nobiltà, del paese, recante le corone al camposanto.
Era una vera processione mesta e solenne. Taccio poi degli innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione. - Rinnovo intanto al desolato padre, a l'inconsolabile fratello ed afflitta sorella la nota mesta di sincera condoglianza che loro manda un amico.
LA SCINTILLA GIORNALE DELLA DOMENICA - ANNO V NUMERO 14 - Matera, 3 aprile 1904

NOTA. Il risuscitato Caci non era altri se non Ernesto Gliozzi il vecchio, già apparso in tali sembianze tra queste pagine. Alla giovine scomparsa egli aveva dedicato un sonetto “A l’anima benedetta De la signorina Paolina Furori Due volte bella Ne lo spirito e ne le sembianze” tra queste pagine  pubblicato il 28 febbraio 2012. Non ci resta altro che languire per la perdita "degli innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione".





lunedì 29 ottobre 2018

Compliance - Ciampa & Mittiga


Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia: L’anno millenovecentosedici, il giorno ventisette maggio in Platì, in casa del Sig. Domenico Antonio Mittiga fu Francesco. Innanzi a me D. Francesco Barutta notaio residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di Gerace, senza l’intervento dei testimoni, a cui la parte rinunzia, è presente Mittiga Domenicoantonio fu Francesco, possidente nato e domiciliato in Platì, noto a me notaio. Dichiara il costituito che avendo sua moglie Ciampa Angela fu Giosofatto con atto ventotto novembre scorso anno per mio ministero fatto testamento, ed ora essendo essa deceduta a diciassette febbraio ultimo come da analogo atto dell’Ufficiale dello Stato Civile di Platì, che qui si unisce, colla lettera A fa istanza a me Notaio per la registrazione del detto testamento. Io Notaio aderendo alla fattomi richiesta, ho estratto il testamento predetto dal fascicolo degli atti di ultima volontà e lo passato in quello degli atti tra vivi unendolo a questo atto colla lettera B. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e letto alla parte cogli alligati ed esso lo conferma e sottoscrive con me Notaio insieme cogli alligati. Consta l’atto di un foglio di cui sono scritte pagine due meno righi dodici. Mittiga Domenico Antonio: D. Francesco Barutta Notaio.
Atto A – Municipio di Platì – Ufficio dello Stato Civile. Certificato di morte. Si certifica che Ciampa Angela figlia di Giosofatto e di fu Mittiga Gregoria è morta in questo Comune nel giorno diciassette del mese di Febbraio millenovecentododici per come risulta dai registri degli atti di morte dell’anno 1912 al progressivo num. 12. In fede si rilascia il presente a richiesta di Mittiga Domenicoantonio per l’uso conveniente. Platì 24 maggio 1916. L’Ufficiale dello Stato Civile Portolesi.
Alla B. N° 182 Reg. Testamento Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno millenovecentoquindici, il giorno ventotto Novembre in Platì in Casa di Ciampa Angela e Domenicoantonio Mittiga fu Francesco alle ore dodici. Innanzi a me D. Francesco Barutta notaio residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di Gerace, alla presenza degli infrascritti testimoni idonei e richiesti Signori Perre Giuseppe fu Rocco, Romeo Michele di Pasquale, Marrapodi Giovanni di Giuseppe e Lentini Francesco fu Raffaele, possidenti, tutti domiciliati in Platì, tranne il Marrapodi nativo, s’è perfezionato dico personalmente costituita Ciampa Angela fu Giosofatto, possidente nata e domiciliata in Platì, nota a me notaio = Dichiara essa Ciampa di lascerò al mio decesso  voler disporre per testamento ed all’uopo mi dichiara alla presenza continua dei testimoni: nomino mio erede universale di tutto ciò che lascerò al mio decesso di mobili, mobilia, effetti mobiliari mio marito Domenicoantonio Mittiga fu Francesco. Lascio anche a lui in piena … ed usufrutto tutta la casa in Platì, avente a limiti due strade pubbliche, Pangallo Domenico fu Diego e le altre cose di cui sono comproprietaria. Gli lascio parimenti l’usufrutto di tutti gli altri terzi rustici ed urbani. Gli lascio parimenti tutti i crediti che eventualmente potranno esistere al mio decesso. Di tutto ciò che non è stato disposto in prossimità lascio eredi in parti eguali mia sorella Giuseppa Ciampa, mio nipote Rosario Violi di Pasquale, mio fratello Antonio Ciampa e i figli di questo ultimo Rosario e Giosofatto; e i nipoti miei Giosofatto e Domenico Ciampa fu Vincenzo, mio fratello Rocco Ciampa. Costoro al decesso mio marito subentreranno in tutti i diritti su nominati. Pei terzi non disposti a favore di lui. Questa è la mia ultima volontà e revoco ogni altra precedente disposizione.  Dichiara la testatrice di non poter sottoscrivere perché analfabeta. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e letto alla parte che l’ha confermato alla continua presenza dei testimoni che meco sottoscrivono l’atto alle ore tredici. Consta l’atto di un foglio di mio scritto facciate due e righe dieci Perri Giuseppe, Romeo Michele, Marrapodi di Giovanni, Francesco Lentini D. Francesco Barutta Notaio.

NOTA. Il Notaio Barutta nel rifare copia conforme su richiesta si smarrisce nelle date anteponendo e posticipando a partire dal decesso della testatrice. E Domenicoantonio non era fu Francesco bensì Giuseppe e Ciampa Beatrice classe 1842.

domenica 28 ottobre 2018

Compliance (A norma di legge) [di Craig Zobel,2012 ]




AMMINISTRAZIONE DELLE TASSE SUGLI AFFARI
Ufficio del Registro di Ardore

Certificato di eseguita denuncia e di pagamento di tasse
per agire in giudizio o presso gli uffici amministrativi


A richiesta del Signor Ciampa Rosario
Ed agli effetti degli articoli 77 3 seguenti della legge tributaria sulle
Successioni 30 dicembre 1923, n. 3270 e dell’art. 107 della legge del
Registro 30 dicembre 1923 n. 3269;

Visto l’art. 76 della predetta legge 30 dicembre 1923 n. 3269;

Veduto l’art. 113 della Tariffa Alligata A alla legge del bollo 30 dicembre 1923 n. 3268, mod. dall’art. 1 del
R. D. I. 17 marzo 1930, n. 142;

Il sottoscritto Procuratore del Registro certifica

Che con denunzia di Successione
Presentata addì 9 – 6 – 1916 dal Sig. Mittiga D.co Antonio fu Francesco
 E registrato addì 9 – 6 – 1916 al N. 115 vol. 48
Per la successione di Ciampa Angela fu Giosofatto
È stato dichiarato
1°) Casa in via Ariella agro di Platì
2°) Mettà casa in via Chiesa
3°) Piccolo vano in via fiume
4°) Mettà fondarello in contrada Panaciari
5°) Casa in via Argine

Certifica altresì che agli effetti delle tasse è stato dichiarato che

L’eredità del suddetto Ciampa Angela
È devoluta al marito la mobilia e la casa al N. 2 con l’usufrutto sugli
Altri beni. Gli altri beni di cui al N. 1 – 3 – 4 e 5
Vanno divisi in parti uguali fra i germani Ciampa Giuseppa, Antonio e Rocco, i nipoti Violi Rosario, Ciampa Rosario e Giosofatto e Ciampa Giosofatto e Domenico
In forza di testamento 27 – 9 – 1916 oppure per disposto di legge.
Certifica inoltre che la relativa tassa in L. 39,40
è stata pagata con bolletta mod . 72-A
In data 10 – 7 – 1924 n. 38


Quella di Angela Ciampa - nata Mariangela il 3 novembre 1839 da Giosofatto, muratore e Mittiga Gregoria è una piccola saga che avrà termine a breve sui vostri schermi. Angela sposò Domenicoanttonio Mittiga di Francesco il 23 novembre 1868.

giovedì 25 ottobre 2018

Un uomo, una donna e una banca [di Noel Black,1979]




Bando per vendita di mobili
R. Pretura di Ardore

Il sottoscritto usciere della Conciliazione di Ardore quale Ufficiale delegato con decreto del Sig. Pretore di Ardore del dì 20 luglio 1932, X, procederà nel giorno ventitré (23) agosto 1932, alle ore 13 nella pubblica piazza S. Nicola di Platì procederà alla vendita ai pubblici incanti dei qui sotto descritti oggetti mobili da rilasciarsi al maggiore offerente a fronti contanti.
Le spese della vendita saranno a carico dei deliberatori.
Descrizione
1 Una libreria di legno noce.
2 Un tavolino di legno noce
Ardore 19 – 8 – 1932, X
L’Usciere delegato

L’anno mille novecentotrentadue X il giorno venti del mese di agosto in Platì ed Ardore.
Ad istanza della Banca Popolare di Brancaleone, Agenzia di Bovalino in persona del suo direttore Cav. Francesco Lentini elettivamente domiciliato nella Cancelleria della Pretura di Ardore.
Io sottoscritto usciere della Conciliazione di Ardore, certifico di avere affisso copia del bando sopra scrittomi tutti i luoghi indicati dalla legge e di avere notificato altra copia di detto bando al custode giudiziario Sig. Gliozzi Luigi fu Francesco, possidente domiciliato e residente in Platì, per averne piena scienza legale e per essere presente alla vendita suddetta per conseguenza a me Ufficiale delegato gli oggetti tutti affidati alla sua custodia per essere esposti in vendita. Con diffida ad esso Sig. Gliozzi che a ciò non ottemperando si renderà passibile delle pene comminate dalla legge. Altra copia di detto bando ho pure notificato alla debitrice pignorata Sig.ra Papalia Teresina, possidente domiciliata e residente in Platì per averne piena scienza legale e per essere presente alla vendita suddetta qualora lo voglia nel suo interesse.
Copia del bando e di quest’atto l’ho notificato nel domicilio e residenza ad esso Sig. Gliozzi consegnandolo nelle mani di esso.
L’Usciere Delegato
Luigi Focà

In calce:  nota del nonno Luigi
- Pignorata il 30 Giugno 932 – X   fissata vendita pel giorno 23 agosto – in questo giorno non vi furono offerenti venne rinviata al 24 alle ore 6 –  in questo giorno restò deserto  venne riconsegnata a me che debbo custodirla fino al 30 Settembre .