“
Io sono la mia
storia”. Wim Wenders
Nel corso del
tempo, 1975
Caro Luigi, …
mi sto divertendo a ricostruire le
famiglie nell’800 e sono così incorsa nella piccola saga di cui ti parlavo…
Il 07/10/1803 nasce a Platì Michelina
Papalia figlia di Giuseppe e Teresa Mittiga.
Il 09/05/1804 muore suo padre Giuseppe
Papalia.
Il 09/02/1818 sposa Rocco Cutrì di
Messignadi. Sul registro dei matrimoni viene dichiarata di anni 19 (mentre in
effetti ne aveva 15) e di professione “civile”. Tale termine veniva assegnato a
coloro che erano benestanti e le cui professioni non erano inquadrate. Quindi
Michelina Papalia apparteneva ad un ceto sociale di un certo rilievo per lo
meno economico. Rocco Cutrì ha ventun anni e viene dichiarato anche lui di
professione “civile”, figlio di un Massaro di Bovi che, non potendo essere
presente a Platì per dare il proprio consenso al matrimonio, invia un altro
Rocco Cutrì, Arciprete di Messignadi, a fare le proprie veci.
Il 18/05/1819 il giovane marito muore a
Messignadi lasciandola vedova senza figli (non vi sono nati di questa coppia né
a Messignadi né a Platì) e Michelina torna a casa dalla madre, infatti:
Il 08/05/1822 sposa Mastro Giuseppe Fera
d’anni 28, mastro ferraro, figlio di Michele e della Signora Candida Nirta (da
notare che le mogli dei mastri venivano riportate sui certificati ufficiali con
l’appellativo di Signora). Michelina viene dichiarata di anni 22, in effetti ne
ha diciannove. Fra i documenti elencati come presentati, vi è l’atto di morte
del primo marito.
Il 02/10/1831 nasce il figlio della
coppia: Domenico Rosario Fera.
Il 06/02/1836 muore il secondo marito.
Il destino sembra essersi accanito con
Michelina, che però non desiste e nel 1838 prepara i documenti per un terzo
matrimonio con Francesco Stefano Domenico Collufio (o Collusio) nato il
02/04/1813 (quindi di 10 anni più giovane) a Tresilico, figlio di Giuseppe
Antonio (civile) e Concetta Lando. La professione del futuro sposo è quella di
“fallegname”. Il comune di Tresilico provvede alle pubblicazioni (Atto di
notificazione), ma…
Il 26/02/1838 l’usciere presso la Regia
Giustizia del Circondario di Ardore, invia al Sig. Don Giosafatto Furore,
Sindaco ed ufficiale dello Stato Civile del Comune di Platì, istanza di
opposizione al matrimonio da parte di Francesco Fera (Istante), proprietario,
in qualità di cugino del defunto marito della Signora Michelina Papalia,
proprietaria, con Mastro Domenico Collufio, falegname, domiciliato in
Trisilico, per i seguenti motivi:
1° Perché essa Papalia
dimenticando i doveri di Madre verso il di lei unico figliuolo Domenico Fera
dell’età di anni sei, dopo aver barattato e trafugato tutto ciò che formava
l’asse ereditario del fu di lui padre Mastro Giuseppe Fera, ed abbandonato
snaturatamente il … pupillo alla discrezione altrui ha pensato passare ad un
terzo matrimonio negando non solo ogni sussidio della sua propria roba, ma
senza neppure restituire ciò che al Minore si appartiene, e che ascende a
valore di circa ducati cinquecento, di che l’istanza si riserba di chiedere il
redde conto come per Legge. 2° Perché essa Papalia avea promesso al fu di lui
marito di non passare ad ulteriori nozze con chichesia dopo la di lui morte ed
ora trasgredendo questo patto si vuol dare in moglie ad una persona inferiore
di condizione e che soffre degli intervalli di demenza. Per tali motivi adunque
si oppone l’Istante al preteso Matrimonio che si vorrebbe contrarre tra loro.
Quindi è che in virtù del presente atto ho inibito esso Sig. Sindaco e
uffiziale dello Stato Civile di procedere alla solenne promessa dello Stato
Civile protestandogli l’Istante in caso diverso di tutti i danni ed interessi e
di agire in linea criminale contro di esso Sig.r Sindaco quante volte non si
uniforma a quanto prescrive la Legge nell’Articolo 69 e 70 delle LL. Civili
prescrivendo gli stessi che l’uffiziale dello stato civile subito che viene a
lui notificata opposizione di Matrimonio non può passare oltre, ma deve notare
della opposizione nel Libro addetto e vistare l’originale, e di rispondere di
tutti i danni, ed interessi, non che alla Multa di ducati sessanta ed alla
perdita della carica, come anche alla pena di prigionia giusta Articolo 244
delle LL Penali.
Tale opposizione viene comunicata anche
ai due pretesi futuri sposi. Ora non è dato sapere quali passi
abbia intrapreso Michelina, o chi per lei, fatto sta che:
L’anno milleottocento trentotto il
giorno ventotto del mese di maggio in Platì. Ad istanza del Signor Francesco
Fera proprietario, domiciliato in Platì, Io Vincenzo Gliozzi, Usciere presso la
Regia Giustizia del Circondario di Ardore ivi domiciliato, ho dichiarato al
Signor D. Giosafatto Furore nella qualità di Sindaco ed Ufficiale dello stato
Civile del Comune di Platì, non che a Donna Michelina Papalia, proprietaria ivi
domiciliata, che l’istante non più si oppone al matrimonio contraendo con
Mastro Dom.co Collufio di Tresilico dalla prefata Signora Papalia, vedova del
fu Giuseppe Fera, e formalmente rinunzia all’atto di opposizione del giorno
ventisei Febbrajo milleottocento trentotto.
E così il giorno stesso, 28/05/1838, il
sindaco emette il Certificato da presentarsi al Parroco per la celebrazione del
matrimonio che viene registrato al numero d’ordine 6 dell’anno 1838.
Il 06/02/1839 Michelina Papalia dà alla
luce a Platì un figlio maschio a cui viene imposto il nome di Giuseppe Alfonso
Carlo Collufio.
Il 06/11/1841 Michelina Papalia dà alla
luce una figlia a cui viene imposto il nome di Maria Concetta Teresa Collufio.
And that’s all, folks!
Ciao
Rosalba