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mercoledì 7 novembre 2018

Una lucertola con la pelle di donna [di Lucio Fulci, 1971 ]


A zafrata, opera in argilla fiorentina con cui il Maestro Domenico Carteri di Ferruzzano ha contribuito alla riuscita della prima edizione del Premio Giornalistico Letterario "Antonio Delfino" organizzato dall'Associazione Santa Pulinara di Platì e consegnata al giornalista Ilario Ammendolia il 5 novembre 2018, nell'ex Cinema Loreto di Platì.


MOTIVAZIONI
La scelta del Professor Ilario Ammendolia tra una rosa ristretta di candidati, quale vincitore del primo Premio Antonio Delfino, non è stata influenzata dalle sue pubblicazioni o dallo stile letterario dello stesso. Abbiamo scelto di premiarlo, perché nei suoi scritti, nei suoi articoli pungenti e senza filtri Ilario Ammendolia ricorda molto da vicino il temperamento e la passione che animava Totò Delfino. Siamo andati a rileggere diversi articoli pubblicati nelle varie testate giornalistiche, comprese quelle on-line, dove la sua libertà di pensiero e di penna ci ha favorevolmente convinti della integrità morale e del grande senso di appartenenza alla nostra Terra di Calabria. Ci ha colpito uno dei più recenti, in cui il professore scriveva: “La legalità è un valore, solo se illuminata dalla Costituzione, intesa come Patto Sociale vincolante per tutti, altrimenti diventa una camicia di forza da fare indossare ai più deboli per renderli inoffensivi e servi”. Ammendolia con garbo giornalistico, solleva il lenzuolo per mostrarci che il Re è nudo, e lo fa per denunciare le vittime di Giustizia, battendosi per una Calabria secondo Costituzione, ergendosi a difensore dei deboli come ha fatto il compianto Totò Delfino. Totò non è morto, non si muore mai completamente.
Complimenti Professore.




domenica 4 novembre 2018

Le meteore: Paolina - due volte bella - Furori

Come richiesta dal gentile lettore,


A l’anima benedetta
De la signorina Paolina Furori
Due volte bella
Ne lo spirito e ne le sembianze

( Versi )

Oh non mi date i pallidi
Crisantemi di morte onde si copre
Ogni superbo tumulo:
Pallidi come i fior sono le opre
Oggigiorno de i nobili
Neppur domando lacrime bugiarde
Spremute per miracolo
A cuor che per amor giammai non arde
Come la cartapecora.
Non lacrime né fior io vi domando
Per il beato spirito
Che da la terra al ciel salì trillando
Come festante allodola.
Oh datemi la palma di vittoria
E l’ulivo pacifico
Faremo una corona a la memoria
De la defunta vergine
Che nella valle dove regna il pianto
Spiccò d’un tratto il rapido
Volo verso l’azzurro dove il Santo
Regna Gran Dio di Sabaoth.


Sac. Ernesto Gliozzi sen


mercoledì 31 ottobre 2018

The Little House (小さいおうち) [di Yoji Yamada,2014 ]

Premessa: Questo atto di vendita a distanza di 114 anni si è trasformato in una piccola novella piena di dati, nomi illustri o meno e alias. Ognuno vi può trovare informazioni necessarie sul proprio passato di famiglia. E il notar Carmelo Febbo ne deve aver sfiancato di muli per venire al paese per poi tornarsene al luogo di partenza.


Vendita. Regnando Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. – Nel giorno dieci Marzo mille novecento tre in Platì, nella casa di Francesco Mittiga d’Agostino, via Fornacia. Innanzi a Noi Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà qui all’ogetto dell’atto presente iscritto presso il Consiglio Notarile Distrettuale di Gerace, ed il presenza dei testimoni da Noi ben conosciuti e forniti dei requisiti richiesti dalla Legge, Rosario Trimboli fu Francesco, possidente, e Giovanni Iermanò fu Antonio egualmente possidente, ambo nati e domiciliati in Platì; si sono personalmente costituiti – La Signora Caterina Trecase di Saverio, maritata Francesco Mittiga d’Agostino, che si costituisce al solo scopo di autorizzarla all’atto presente, possidente da una parte. E dall’altra Domenico Ciampa di Vincenzo muratore. Tutti e tre nati e domiciliati in Platì, ben noti a Noi Notaio e testimoni.  La costituita Caterina Trecase dichiara avere e possedere in questo abitato di Platì sulla strada San Nicola e via Filanda, due terze parti di una stanzetta, oggi affatto distrutta, e soprapposta ad un basso di proprietà del costituito Domenico Ciampa, limitata dalla strada S. Nicola, da Saverio Barbaro Miroci e Domenico Zappia Cipri e dal ridetto Domenico Ciampa di Vincenzo franca e libera detta stanzetta  da qualunque  ipoteca o servitù  o non riportata in catasto perché distrutta dal terremoto 16 novembre 1894. Quale due terze parti di detta stanzetta, oggi ridotta al solo dritto d’aria superiore si è risoluta essa Caterina Trecase di venderla, ed avendo trattato la  cessione con l’altro costituito Domenico Ciampa, il quale vi aderì così vende e liberamente alieno a favore dello stesso tutti ed intieri  i di lei dritti vi possiede sulla stanzetta sopra descritta pel prezzo bonario di lire duecento, somma che essa cedente Caterina Trecase alla nostra presenza e dei testimoni se la riceve dall’acquirente Domenico Ciampa e ne rilascia a favore dello stesso la quietanza, e sin da questo giorno lo immette sul pacifico e legale possesso di tutti i di lei dritti vi possiede sulle due terze parti della venduta stanzetta , oggi distrutta, quindi garentisce all’acquirente i dritti vi possiede sull’aria superiore del precennato basso; e senza nessuna riserva o condizione di sorta da parte di essa venditrice Caterina Trecase che garentisce la presente vendita all’acquirente nel più lato senso di legge. L’atto presente verrà sottoscritto dalle parti meno della Trecase per essere analfabeta.
In seguito di ciò Noi Notar abbiamo letto a voce chiara ed intellegibile il presente atto ad esse parti in presenza dei testimoni, ed interrogato le parti medesime in questo atto si contiene la di loro precisa volontà ci hanno riposto affermativamente, e perciò l’approvano e l’accettano. Fatto pubblicato e ricevuto in Platì, Circondario di Gerace, Provincia di Reggio Calabria, oggi sudetto giorno, alla presenza delle parti di sopra costituite ed individuate nonché dei sudetti testimoni i quali con le sudette parti e Noi Notaio sottoscriviamo l’atto presente che consta di un foglio di carta di legale incisione in tre facciate meno righe di nostro carattere e da Noi medesimo compilato.
Mittiga Francesco - Ciampa Domenico – Rosario Trimboli teste – Iermanò Giovanni teste – Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà ho stipulato – Registrato in Gerace a 28 Marzo 1903

martedì 30 ottobre 2018

Le meteore [di François Delisle, 2013 ]



Platì, 25. (Caci) -- Facendo seguito alla notizia de l’immatura morte di Paolina Furori, buona, pia, caritatevole, che ha lasciato un soave ricordo di se nel cuore di quanti l’han potuto avvicinare, non è fuori di luogo il parlare in questo numero, dei solenni e maestosi funerali di trigesima, celebrati in questa chiesa parrocchiale.
La chiesa, parata a lutto, era gremita di ogni ceto di persone accorse spontaneamente a rendere il loro tenero tributo di affetto a la giovine morta che è passata in mezzo a noi come una meteora, spargendo ovunque la luce de le sue ottime virtù. Moltissimi sacerdoti son qui venuti dai paesi vicini. Noto l’Arcidiacono Gratteri che l’ha fatta da celebrante, il Prof. Giampaolo che ha letto, su la soglia de la chiesa, un magnifico elogio funebre, il Par. Febbo ed il Mansionario Caserta che hanno cantato una messa in musica. Ma sopra tutto è riuscito splendido il corteo, composto de la nobiltà, del paese, recante le corone al camposanto.
Era una vera processione mesta e solenne. Taccio poi degli innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione. - Rinnovo intanto al desolato padre, a l'inconsolabile fratello ed afflitta sorella la nota mesta di sincera condoglianza che loro manda un amico.
LA SCINTILLA GIORNALE DELLA DOMENICA - ANNO V NUMERO 14 - Matera, 3 aprile 1904

NOTA. Il risuscitato Caci non era altri se non Ernesto Gliozzi il vecchio, già apparso in tali sembianze tra queste pagine. Alla giovine scomparsa egli aveva dedicato un sonetto “A l’anima benedetta De la signorina Paolina Furori Due volte bella Ne lo spirito e ne le sembianze” tra queste pagine  pubblicato il 28 febbraio 2012. Non ci resta altro che languire per la perdita "degli innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione".





lunedì 29 ottobre 2018

Compliance - Ciampa & Mittiga


Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia: L’anno millenovecentosedici, il giorno ventisette maggio in Platì, in casa del Sig. Domenico Antonio Mittiga fu Francesco. Innanzi a me D. Francesco Barutta notaio residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di Gerace, senza l’intervento dei testimoni, a cui la parte rinunzia, è presente Mittiga Domenicoantonio fu Francesco, possidente nato e domiciliato in Platì, noto a me notaio. Dichiara il costituito che avendo sua moglie Ciampa Angela fu Giosofatto con atto ventotto novembre scorso anno per mio ministero fatto testamento, ed ora essendo essa deceduta a diciassette febbraio ultimo come da analogo atto dell’Ufficiale dello Stato Civile di Platì, che qui si unisce, colla lettera A fa istanza a me Notaio per la registrazione del detto testamento. Io Notaio aderendo alla fattomi richiesta, ho estratto il testamento predetto dal fascicolo degli atti di ultima volontà e lo passato in quello degli atti tra vivi unendolo a questo atto colla lettera B. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e letto alla parte cogli alligati ed esso lo conferma e sottoscrive con me Notaio insieme cogli alligati. Consta l’atto di un foglio di cui sono scritte pagine due meno righi dodici. Mittiga Domenico Antonio: D. Francesco Barutta Notaio.
Atto A – Municipio di Platì – Ufficio dello Stato Civile. Certificato di morte. Si certifica che Ciampa Angela figlia di Giosofatto e di fu Mittiga Gregoria è morta in questo Comune nel giorno diciassette del mese di Febbraio millenovecentododici per come risulta dai registri degli atti di morte dell’anno 1912 al progressivo num. 12. In fede si rilascia il presente a richiesta di Mittiga Domenicoantonio per l’uso conveniente. Platì 24 maggio 1916. L’Ufficiale dello Stato Civile Portolesi.
Alla B. N° 182 Reg. Testamento Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno millenovecentoquindici, il giorno ventotto Novembre in Platì in Casa di Ciampa Angela e Domenicoantonio Mittiga fu Francesco alle ore dodici. Innanzi a me D. Francesco Barutta notaio residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di Gerace, alla presenza degli infrascritti testimoni idonei e richiesti Signori Perre Giuseppe fu Rocco, Romeo Michele di Pasquale, Marrapodi Giovanni di Giuseppe e Lentini Francesco fu Raffaele, possidenti, tutti domiciliati in Platì, tranne il Marrapodi nativo, s’è perfezionato dico personalmente costituita Ciampa Angela fu Giosofatto, possidente nata e domiciliata in Platì, nota a me notaio = Dichiara essa Ciampa di lascerò al mio decesso  voler disporre per testamento ed all’uopo mi dichiara alla presenza continua dei testimoni: nomino mio erede universale di tutto ciò che lascerò al mio decesso di mobili, mobilia, effetti mobiliari mio marito Domenicoantonio Mittiga fu Francesco. Lascio anche a lui in piena … ed usufrutto tutta la casa in Platì, avente a limiti due strade pubbliche, Pangallo Domenico fu Diego e le altre cose di cui sono comproprietaria. Gli lascio parimenti l’usufrutto di tutti gli altri terzi rustici ed urbani. Gli lascio parimenti tutti i crediti che eventualmente potranno esistere al mio decesso. Di tutto ciò che non è stato disposto in prossimità lascio eredi in parti eguali mia sorella Giuseppa Ciampa, mio nipote Rosario Violi di Pasquale, mio fratello Antonio Ciampa e i figli di questo ultimo Rosario e Giosofatto; e i nipoti miei Giosofatto e Domenico Ciampa fu Vincenzo, mio fratello Rocco Ciampa. Costoro al decesso mio marito subentreranno in tutti i diritti su nominati. Pei terzi non disposti a favore di lui. Questa è la mia ultima volontà e revoco ogni altra precedente disposizione.  Dichiara la testatrice di non poter sottoscrivere perché analfabeta. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e letto alla parte che l’ha confermato alla continua presenza dei testimoni che meco sottoscrivono l’atto alle ore tredici. Consta l’atto di un foglio di mio scritto facciate due e righe dieci Perri Giuseppe, Romeo Michele, Marrapodi di Giovanni, Francesco Lentini D. Francesco Barutta Notaio.

NOTA. Il Notaio Barutta nel rifare copia conforme su richiesta si smarrisce nelle date anteponendo e posticipando a partire dal decesso della testatrice. E Domenicoantonio non era fu Francesco bensì Giuseppe e Ciampa Beatrice classe 1842.

domenica 28 ottobre 2018

Compliance (A norma di legge) [di Craig Zobel,2012 ]




AMMINISTRAZIONE DELLE TASSE SUGLI AFFARI
Ufficio del Registro di Ardore

Certificato di eseguita denuncia e di pagamento di tasse
per agire in giudizio o presso gli uffici amministrativi


A richiesta del Signor Ciampa Rosario
Ed agli effetti degli articoli 77 3 seguenti della legge tributaria sulle
Successioni 30 dicembre 1923, n. 3270 e dell’art. 107 della legge del
Registro 30 dicembre 1923 n. 3269;

Visto l’art. 76 della predetta legge 30 dicembre 1923 n. 3269;

Veduto l’art. 113 della Tariffa Alligata A alla legge del bollo 30 dicembre 1923 n. 3268, mod. dall’art. 1 del
R. D. I. 17 marzo 1930, n. 142;

Il sottoscritto Procuratore del Registro certifica

Che con denunzia di Successione
Presentata addì 9 – 6 – 1916 dal Sig. Mittiga D.co Antonio fu Francesco
 E registrato addì 9 – 6 – 1916 al N. 115 vol. 48
Per la successione di Ciampa Angela fu Giosofatto
È stato dichiarato
1°) Casa in via Ariella agro di Platì
2°) Mettà casa in via Chiesa
3°) Piccolo vano in via fiume
4°) Mettà fondarello in contrada Panaciari
5°) Casa in via Argine

Certifica altresì che agli effetti delle tasse è stato dichiarato che

L’eredità del suddetto Ciampa Angela
È devoluta al marito la mobilia e la casa al N. 2 con l’usufrutto sugli
Altri beni. Gli altri beni di cui al N. 1 – 3 – 4 e 5
Vanno divisi in parti uguali fra i germani Ciampa Giuseppa, Antonio e Rocco, i nipoti Violi Rosario, Ciampa Rosario e Giosofatto e Ciampa Giosofatto e Domenico
In forza di testamento 27 – 9 – 1916 oppure per disposto di legge.
Certifica inoltre che la relativa tassa in L. 39,40
è stata pagata con bolletta mod . 72-A
In data 10 – 7 – 1924 n. 38


Quella di Angela Ciampa - nata Mariangela il 3 novembre 1839 da Giosofatto, muratore e Mittiga Gregoria è una piccola saga che avrà termine a breve sui vostri schermi. Angela sposò Domenicoanttonio Mittiga di Francesco il 23 novembre 1868.

giovedì 25 ottobre 2018

Un uomo, una donna e una banca [di Noel Black,1979]




Bando per vendita di mobili
R. Pretura di Ardore

Il sottoscritto usciere della Conciliazione di Ardore quale Ufficiale delegato con decreto del Sig. Pretore di Ardore del dì 20 luglio 1932, X, procederà nel giorno ventitré (23) agosto 1932, alle ore 13 nella pubblica piazza S. Nicola di Platì procederà alla vendita ai pubblici incanti dei qui sotto descritti oggetti mobili da rilasciarsi al maggiore offerente a fronti contanti.
Le spese della vendita saranno a carico dei deliberatori.
Descrizione
1 Una libreria di legno noce.
2 Un tavolino di legno noce
Ardore 19 – 8 – 1932, X
L’Usciere delegato

L’anno mille novecentotrentadue X il giorno venti del mese di agosto in Platì ed Ardore.
Ad istanza della Banca Popolare di Brancaleone, Agenzia di Bovalino in persona del suo direttore Cav. Francesco Lentini elettivamente domiciliato nella Cancelleria della Pretura di Ardore.
Io sottoscritto usciere della Conciliazione di Ardore, certifico di avere affisso copia del bando sopra scrittomi tutti i luoghi indicati dalla legge e di avere notificato altra copia di detto bando al custode giudiziario Sig. Gliozzi Luigi fu Francesco, possidente domiciliato e residente in Platì, per averne piena scienza legale e per essere presente alla vendita suddetta per conseguenza a me Ufficiale delegato gli oggetti tutti affidati alla sua custodia per essere esposti in vendita. Con diffida ad esso Sig. Gliozzi che a ciò non ottemperando si renderà passibile delle pene comminate dalla legge. Altra copia di detto bando ho pure notificato alla debitrice pignorata Sig.ra Papalia Teresina, possidente domiciliata e residente in Platì per averne piena scienza legale e per essere presente alla vendita suddetta qualora lo voglia nel suo interesse.
Copia del bando e di quest’atto l’ho notificato nel domicilio e residenza ad esso Sig. Gliozzi consegnandolo nelle mani di esso.
L’Usciere Delegato
Luigi Focà

In calce:  nota del nonno Luigi
- Pignorata il 30 Giugno 932 – X   fissata vendita pel giorno 23 agosto – in questo giorno non vi furono offerenti venne rinviata al 24 alle ore 6 –  in questo giorno restò deserto  venne riconsegnata a me che debbo custodirla fino al 30 Settembre .


mercoledì 24 ottobre 2018

I Origins - Il primo asilo




CONOSCERE IL NOSTRO PAESE.-

PLATI' ALL' ORIGINE ASILO DI BANDITI? - Nel "Dizionario dei Comuni del Regno” edito da Vallardi, Milano, a cura del prof. Bottaini, sotto la voce "Plati" si legge: "Fu in principio un asilo di banditi cosentini e catanzaresi; poi fu feudo del principe di Cariati". La voce popolare, da me raccolta tramite un mio omonimo zio, sembra confermare tale affermazione.
Penso che tali affermazioni diffamatorie per il nostro paese devono essere ripensate. Come poté Platì, e solo Platì, differenziarsi da altri paesi, dove vi è, per esempio, la leggenda di Nino Martino, e dove qualche bandito si è sempre trovato?
Alcuni dicono che il principe di Cariati dava qui asilo a tutti quei fuorilegge che raccoglieva di qua e di là nei suoi possedimenti: gente analfabeta, che non conosceva altro che il proprio nome e a cui, nel censirla, si dava il cognome dal paese di provenienza o dal nomignolo con cui veniva volgarmente chiamata. Altri dicono che qui era come un soggiorno obbligato di gente espulsa dal proprio paese. Altri ancora vogliono che qui trovassero asilo, in regime feudatario, i banditi dei feudi vicini, come quelli di qui lo trovavano altrove. Un semplice...scambio di favori!
Sono convinto che tutto ciò avvenne in tutti i paesi di questo mondo.
Io non trovo nei registri alcuna traccia di tale banditismo. Ci troviamo qui, per caso, come di fronte alle origini di Roma, la cui leggenda si trova in tutti i libri storici di questo mondo? -
Sarebbe bene, comunque, che qualche studioso, amante e della verità e del proprio paese, si pigliasse l'impegno di vedere se è possibile smentire definitivamente, documenti alla mano, tali voci che certo non fanno onore ai nostri antenati nè a noi. E. Gliozzí (continua)
LA MADONNA DI LORETOFoglietto di Pastorale Parrocchiale della Comunità cristiana di Platì N. 4 S. Giuseppe lavoratore - Platì (RC) 1 maggio 1978

Il fondaco o Casa del Principe


martedì 23 ottobre 2018

I Origins [di Mike Cahill, 2014 ]



CONOSCERE IL NOSTRO PAESE

Ognuno che sia amante del proprio paese natio, cerca di conoscerne la storia, fin delle origini. Sarebbe bene che qualche giovane (studente, diplomato o laureato che sia) si interessasse alla storia di PLATI', come avviene in tanti altri luoghi. Allo scopo di invogliare qualcuno a fare più approfondite ricerche, trascrivo qui quelle poche notizie sulla storie di Platì, che sono di mia conoscenza.
ORIGINI.- Sulle origini di Platì non possediamo documenti autorevoli. Ho trovato nel Registro dei Battezzati degli anni 1823-1826 un accenno o “memoria“, scritte dell’Arciprete del tempo Francesco Oliva: "Memoria: Il re Ferdinando d’Aragona nell’anno 1506 diede alla Casa "Cariati la foresta PRATl e BARBARA, e da quest'epoca in poi PLATI' riconosce la sua origine, perché i Principi di Cariati per richiamare della gente ad abitarvi concessero casa ed orto franco di censo (ossia canone )."
A Questa memoria, rielaborata dal medesimo arciprete Oliva, si trova anche nell’archivio della Curia di Locri; dice: "Memoria sull'originale del paese detto Platì... Nel 1505 Ferdinando Cattolico con un diploma concede in feudo a Carlo Spinelli un tenimento di terre dette Prati e S. Barbàra. I suddetti tenimenti erano praterie addette a nutrire animali. Il feudatario consultando i suoi vantaggi ha creduto di fondare un paese con richiamarvi degli abitanti di luoghi convicini accordando loro un suolo franco per fabbricare una casa ed una estensione benché piccola di terreno onde formare un giardinetto di verdure. Da principio s’è edificato un fòndaco (forse quello che era chiamato “la casa del principe" e che fino ad alcuni anni fa si poteva identificare nella zona compresa tra via Ariella, via 4 novembre e via Giuseppe Perre -n. d. r.-), ed in origine ebbe la denominazione di casale del fòndaco, e quindi da Prati è stato detto Platì." E. Gliozzi (segue)
LA MADONNA DI LORETO, Foglietto di Pastorale Parrocchiale della Comunità cristiana di Platì N. 3,  S. Agata - Platì (RC) 1 febbraio 1978

lunedì 22 ottobre 2018

Senza Fine - Gino Paoli

"Per potere ricordare
Quel che abbiamo già vissuto". Gino... Paoli