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domenica 17 giugno 2018

Cuori senza frontiere [di Luigi Zampa, 1950 ]







DISTINTA DELLE OFFERTE
PER I TERREMOTATI DELL'IRAN
raccolte da D. Ernesto GIUGNO-LUGLIQ 1999

Catanzariti Barbaro Maria L. 200.000
Gliozzi D. Ernesto 100.000
Altre 16.000
316.000


Violi Marietta ved. Marando L.100.000
Barbaro Rosario_Agresta Maria 100.000
Iermanò Filomena 50.000
Brigandì Domenica 50.000
Trimboli Giuseppa ved.Timpani 50.000
Trimboli Rosa fu Antonio 50.000
Marando Maria ved. Sergi 25.000
Brigandì Domeníca (altra off.) 20.000
Calabria Francesco Musitano Cat. 20.000
Catanzariti Anna ved. Demarco 10.000
Bracone Taliano Giuseppina 10.000
Velardi Elisa ved. Mittiga 10.000
Violi Giuseppina ved. Trimboli 10.000
Staltari Teresa ved. Barbaro 10.000
Ciampa Cocetta ved. Ciampa 10.000

TOTALE L. 525.000 525.000
Rimanenza in cassa 40.000
TOTALE 881.000



PER I TERREMOTATI DELL' I R A N
(GIUGNO - LUGLIO 1990)

Offerte raccolte a D. Ernesto e inviate alla CARITAS ITALIANA con postagiro L.316.000
Altre offerte raccolte da D. Ernesto e inviate alla CARITAS ITALIANA 525.000
Rimanenze in cassa alla GIORNATA DELLA CARITA' 40.000
Offerte raccolte da P. Nazareno e versate alla CARITAS DIOCESANA 359.000
Altre offerte raccolte da P. Nazareno e versate alla CARITAS DIOCESANA 90.000
TOTALE OFFERTE L. 1.330.000
Platì, 19.08.1990
IL PARROCO




mercoledì 13 giugno 2018

Luce nelle tenebre [di Mario Mattoli, 1941 ]





A Platì ancora senza luce
Nello scorso ottobre le tremende alluvioni, distrussero, tra l’altro, anche la centralina elettrica, che un coraggioso cittadino di Platì aveva impiantato – sostenendo una considerevole spesa – qualche anno prima, per dare agli abitanti dell’alpestre paese il grande beneficio dell’illuminazione.
Dallo scorso ottobre ad oggi non si è fatto nulla per ridare a quella popolazione – così duramente colpita dalla furia degli elementi – l’illuminazione pubblica e privata.
Noi facciamo voti – e con noi la popolazione di Platì – affinché il ripristino della centralina venga effettuato sollecitamente, come da promesse che le personalità del Governo, che hanno visitato il paese subito dopo le disastrose alluvioni, hanno solennemente formulato.
GAZZETTA DEL SUD Venerdì 9 Maggio 1952

Nota: la luce in paese la portò don Ferdinando Zappia e la centralina citata nell'articolo resiste ancora alla furia del (mal)tempo; chiedere un vincolo su di essa, senza dimenticare il suo restauro, non costa niente. 

mercoledì 6 giugno 2018

Un asilo di troppo [di Luigi Chiarini, 1951 ]



Parrocchia di S. Maria di Loreto - Platì (RC)
Due cose mi hanno colpito in questi giorni in cui la effigie della Madonna, che sotto il titolo di "MADRE DELLA DIVINA PROVVIDENZA" è la Patrona delle nostre Suore, va pellegrina per le famiglie di questa comunità parrocchiale.
Passavo per la consueta benedizione delle famiglie, seguente le solennità della Pasqua, in una delle zone dove la Madonna stava compiendo il suo pellegrinaggio. Ho notato che in quella zona le accoglienze erano più cordiali degli altri anni, più devoto il raccoglimento nella preghiera, più trasparente la gioia sul volto dei familiari.
Mi trovai una sera in una famiglia, dove la Madonna sostava già da ventiquattr'ore. Nessuna ombra di stanchezza per la giornata insolita, avvicendarsi gioioso attorno all' altarino, senso quasi di rammarico perché la Madonna stava per lasciare quella famiglia; ed il tutto è intriso dalle lacrime della commozione e della implorazione.
Ed in ciò ho visto il tocco della Madre, che sempre riempie di gioia i suoi figli, che nei cuori dei semplici sa suscitare l'entusiasmo ed esaltare le fede.
Il pellegrinaggio della Madonna, promosso con idea che direi geniale, dalla benemerita Congregazione delle Figlie della Divina Provvidenza, si rivela, col passare dei giorni, una vera provvidenza per questa comunità cristiana che io affido a Lei con la preghiera che questo sia un anno di grazie e di rinnovamento spirituale. -
sac. Ernesto Gliozzi - Parroco

Per la cronaca.
Il paese, composto da circa seicento famiglie, è stato diviso in varie zone, in ognuna delle quali due o più zelatrici guidano il pellegrinaggio mariano.
Furono allestite due immagini della Madonna “ Madre delle Divina Provvídenza “.
Il giorno ….  il Parroco ha benedetto le immagini e alle ore 16 il corteo formato dal Parroco, dalle Autorità civili e militari, delle Suore, dalle zelatricì e da numerosi fedeli, partendo dall'Asilo,sì è diretto verso  le zone in cui doveva incominciare il pellegrinaggio.
Nella prima casa in cui la Madonna ha sostato, la Madre superiora, suor María Edvige Ricci, ha illustrato il significato del pellegrinaggio e dell'anno mariano; quindi il Parroco ha rivolto parole dì`esortazione ai numerosi presenti ed ha iniziato la giornata di preghiera con la recita di un mistero del Rosario.

Nota. Tutto passa! Eccome! - Il testo dello zio è dei primi anni '90, quando ancora reggeva la parrocchia, per conto della quale gestiva l'asilo. Asilo sorto per interesse di Umberto Zanotti Bianco e dell'ANIMI. Oggi messo in svendita dalle autorità ecclesiastiche e civili, senza tenere conto del suo valore sociale all'interno di una realtà sacrificata e delle esigenze delle famiglie, col solo pretesto che non ci sono suore che vogliano recarsi a Platì. E allora anche le suore hanno fatto il loro tempo, come la Divina Provvidenza e le Sue Figlie.

lunedì 4 giugno 2018

La grande scrofa nera [di Filippo Ottoni, 1972 ]



Presenti i testimoni sottoscritti dichiara Saverio Catanzariti fu Domenico, Mussobello, di vendere al Signor Gliozzi Luigi N.° 4 scrofe un verro e tre porcellini due femmine e un maschio per il presso di lire duemila che dichiara aversi ricevuto.
Detti porci resteranno in consegna al Catanzariti che dichiara di tenerli a metà giusto le consuetudini locali per la durata di anni tre da oggi. Nel caso lo Gliozzi vuole continuare per altri tre anni saranno nuovamente apprezzati e pagata la metà che spetta ad esso Catanzariti, resta prolungato il contratto.
Platì 19 Novembre 1919
Zappia Amato Testimone
Mittiga Domenico Testimone

mercoledì 30 maggio 2018

Futuro Inedito- La Scuola








LA SCUOLA

Per andare a scuola
Ci alziamo di buon ora
Arriviamo molto contenti
E non siamo quasi mai assenti
Se facciamo un po’ di rumore
Si arrabbia il professore
Quando arriva l’ora di lettere
La prof ci fa riflettere
Anche se c’è difficoltà
Ci sono i momenti di felicità 
La scuola serve eccome
Per ogni professione
A scuola ci divertiamo
E tante cose impariamo
Nota. Se le immagini si riferiscono alla seconda edizione, la poesia, lavoro di gruppo della 3 C, proviene dalla prima edizione il Premio Letterario "d. E. G.".


domenica 27 maggio 2018

Storia dell'ultimo crisantemo [di Kenji Mizoguchi, 1939 ]




Ombra d’un fiore è la beltà su cui
Bianca farfalla poesia volteggia
                                     ( Carducci )

Io non sapeva, o signori, se i suoi capelli avessero il riflesso d l’oro … se il timbro de la sua voce o la purità dei suoi lineamenti la dichiarassero una creatura oltremodo bella … sapeva però che era buona, d’una bontà squisita, soprannaturale, santa … e me lo dissero i poveri!
Mi dissero di conoscere una creatura buona per quanto bella, una fata benefica che li soccorreva non vista … un Angelo consolatore de le loro miserie … e questa fata, quest’angiolo rispondeva al nome di Giuseppina Oliva.
E’ morta? Oh non me lo dite, no, io non vi credo.
Deh! Per carità, non lo dite neppure a quella desolata madre, che piange amaramente su la bara e simboleggia la desolazione dinanzi a cui lo spirito umano si raccoglie e medita.
Non le dite che tutto è spento, che poca terra coprirà per sempre il suo tesoro … non le dite, vi prego, che ne la tomba è buio! …
Il Nazareno disse che ne la tomba è luce, resurrezione e vita, per i buoni.
Si scopran le tombe, dunque, e i nostri morti vivano

XXX

Giuseppina Oliva, come diceva, non è morta.
Vive ne la perenne ricordanza de gli addolorati parenti; vive nel cuore dei genitori che le prodigarono le più tenere cure … vive ne la fantasia di questo popolo riconoscente e buono, e lo vedranno.
Sui casti silenzi de la tomba, intanto, è bello raccogliersi, meditare, pensare! … Il religioso silenzio piace ai morti!
E’ allora che essi rispondono a le nostre domande … leniscono le nostre pene,  asciugano le nostre lacrime. E’ allora quella corrispondenza d’amorosi sensi tra gli estinti e i vivi, come disse il Poeta

XXX

Da qui a non molti anni, quando Giuseppina Oliva non sarà che un ricordo, vivente solo ne l’anima profonda de le sue sorelle … quando le produzioni intellettuali di questo popolo avranno intrecciato su la sua tomba i pallidi crisantemi … quando le generazioni venture sentiranno le sue laudi, tramandate da padre in figlio com’è costumanza tra i popoli, i versi de l’infelice poeta di Recanati ritorneranno allora più d’attualità
Muor giovine colei che al cielo è cara
Lo sappiano perciò le generazioni che sono e che saranno: come Giuseppina Oliva, quel fiore, fu trapiantato nel cielo.

XXX

Oh sii benedetta per sempre, anima eminentemente gentile.
Tu che dei fiori avesti la purezza, l’olezzo de le rose, la modestia de le viole – tu, nata pel cielo, volasti ne l’azzurro immenso, anelante di vita che non conosce mai fine.
Un’armonia perdentesi ne l’orizzonte lontano fu la tua morte, una meteora luminosa che passa la tua vita … tu benedetta vivi ne la mente e nel cuore di quanti ti conobbero, come una soave visione! Addio

Sac. Ernesto Gliozzi, il vecchio

sabato 26 maggio 2018

Fatti corsari - l'uomo che cadde da un albero




Mai come oggi le più diffuse tecnologie digitali sono in grado di aiutare i parenti e gli amici a perpetuare il ricordo di una persona cara tramite nuovi ed evoluti strumenti. Strumenti mai presenti, prima, nella storia dell'umanità e che, in molte occasioni, si affiancano a comportamenti tradizionali antichi come l'uomo ma che, al contempo, sfruttano al meglio le capacità di amplificazione, di connessione e di persistenza delle informazioni garantite dalle nuove tecnologie.
Giovanni Ziccardi, Il libro digitale dei morti, UTET, 2017

-Viole mf Maria (12.2.1896/11) di Giuseppe e Ciampa Elisabetta, ux. mf. Domenico Papalia.
-Cavallo Salvatore (9.5.1896/28) di Vincenzo e Miceli Rosa, vir Beatrice Arfano, da Depignano(Cosenza).
-Oliva mf Luigi(5.9.1896/44) di Giuseppe e Teresa Barletta, vir mf Mariantonia Lacava.
-Prato Maria(18.9.1896/49) di N. e Prato Caterina, di 15 mesi.
-Cutrì Caterina(4.10.1896/54) di Gius. e Portulesi Antonia, ux. Ieracino Vincenzo.
-Avenoso Elisabetta (22.10.1896/61) di Ferdinando e Portulesi Rosa, ux. Rosario Murabito.
-Virgara Giuseppe (18.11.1896/64) di Rosario e Mittiga Francesco, vix Carmela Buccafurni da Molochio.
-Trimboli Michele (6.3.1897/7) di Saverio e Sergi Paola, ucciso di pugnale.
-Oliva d. Nicola (14.3.1897/10) di d. Giacomo e d. Paola Oliva
-Tropiano Immacolata(12.8.1897/28) di Giuseppe e Furfaro Rosa, ux. Larosa Bruno, della città di Siderno.
-Raffaele Giuseppe (26.2.1898/9)di Gius. Pietro della città di Mileto.
-Sansalone Maria(5.4.1898/14) di Domenico e Brigida... dalla città di Siderno.
-Pajano Rocco(6.5.1898/19)di Gius. e Calabria Francesca.
-Schimizzi Rocco (24.5.1898/23) di Dom. e Zappia Elisab., cadde da un albero.


Notizie dal Libro di Morti, VOL. VI. Nella foto: Giuseppe, dott. Mittiga di Rocco e Fera Caterina.

mercoledì 23 maggio 2018

Ufficiale e gentiluomo [di Taylor Hackford, 1982 ]


Bari 30 marzo 1941 XIX

Carissimo zio Michele,
vengo con la presente per darvi mie notizie e prima di tutto vi dico che sto bene come non mai.
Come forse sapete, da pochi giorni sono passato in fureria, dove c’è il furiere che mi vuol tanto bene.  Anche con gli Ufficiali sono in buoni rapporti.
Ero entrato in fureria in linea provvisoria, ma dato che fra qualche giorno si partirà per il campo, (forse giovedì) mi lasceranno almeno per tutta la durata di esso, in considerazione che mi avranno bisogno. Del resto si dice che alla fine del campo saremo destinati altrove e quindi con molta probabilità sarò trasferito in qualche distretto d’Italia.
A proposito, noi distrettuali che eravamo assegnati nei distretti oltremare, saremo assegnati o nei distretti d’Italia o adibiti a servizi territoriali in Italia stessa.
Non mi sono presentato a Macrì per la semplice ragione che tutte le volte che ero andato a trovarlo si trovava assente.
Ormai dato che dovrò partire per il campo è inutile che vado a trovarlo. Se mai, se al ritorno dal campo dovessi ritornare a Bari, andrò a trovarlo.
Il mio capitano mi aveva promesso la licenza per Pasqua, ma credo che sarà difficile ora che si parte. Se mi sarà possibile verrò a campo finito.
Ieri ho ricevuto il biglietto dello zio Giuseppino.
Come state? La nonna sta bene? Io ardo dal desiderio di potervi riabbracciare.
Con l’augurio che la presente vi trovi tutti in perfetta salute, vi abbraccio tutti quanti e chiedo alla mamma la S. B.
 vostro aff. mo nipote
Peppe

Carissimo zio Giuseppino
Ho spiegato allo zio Michele la ragione per cui non mi sono presentato al dr. Macrì
Attualmente mi sento come un leone.
Vi abbraccio tutti, compresi i miei e mando mille bacetti per Nelluccia.
Vostro
Peppe

lunedì 21 maggio 2018

Diario di un maestro [di Vittorio De Seta, 1973 ]


Una parte molto importante per il buon esito del Premio Letterario “don E. G.” che si svolge nell’istituto comprensivo “E. De Amicis” tra  Platì e Cirella è affidata al corpo docenti che presso quelle sedi prestano il loro servizio. Se Platì, per molti aspetti, è terra di confine come in un film di Anthony Mann, lo è maggiormente per quanto riguarda la Scuola. Di tutto questo la colpa è stata, è, e sarà, dello Stato, che manda sceriffi e giustizieri più che educatori. Il futuro di Platì esce da quell’istituto comprensivo che qui è meglio riconoscere come incomprensivo - basta entrare nel sito web di questo istituto per notare la mancanza di traccia del su nominato premio. Oggi, e sempre, un operatore scolastico, se non risiede in paese, arriva, attende l’esaurimento dell’orario e riparte per dove era venuto. Non entro nel merito di quelle singole personalità che arrivando si portano dentro la scuola ogni tipo di ostacolo che va a discapito del buon esito delle loro lezioni. Per non dilungarmi, e per come sono fatto, oggi mi rifaccio ad una beve serie (quattro puntate) televisiva dei primi anni settanta del secolo degli eccidi di massa: Diario di un maestro di Vittorio De Seta. E’ proprio con una figura come quella interpretata da Bruno Cirino, che gli obiettivi, di chi Platì ha nel cuore, potrebbero raggiungersi, se si vuole rilanciare il paese, fermo ancora … beh, questo decidetelo da voi. E rilanciare Platì significa fare scuola dentro Platì e per Platì, eludendo il poco interesse, l’assenteismo e senza che i molti alunni che ne hanno la possibilità, vadano a sconfinare fino a Siderno. I docenti dovranno dimenticare la loro figura di esecutori di programmi predefiniti e scendere accanto ai loro allievi, capirne i disagi quando si presentano, educare partendo dalle esperienze di ogni singolo scolaro, perdere anche un pò del loro tempo leggendo quel territorio e quella gente, la cui Storia non è meno importante di quella di greci e romani che in queste parti arrivarono da coloni. In fin dei conti i buoni propositi che i pulinaroti si sono presi in carico passano anche dalla buona cooperazione dei professori.

Nella foto la professoressa Rosella Morabito cui si deve buona parte della riuscita dei primi due anni di premio e la riconoscenza di santapulinara.

domenica 20 maggio 2018

Lupo solitario [di Sean Penn, 1991 ]






Il lupo e la pecora nelle montagne di Platì

C’era una volta un lupo e una pecora nelle montagne di Platì e il lupo voleva mangiarsi una pecora e il pastore era impegnato a lavorare nei campi. Un giorno il lupo si nascose per mangiare la pecora la pecora lo ha visto e scappo nel bosco e il lupo la insegui e la pecora si nasconde sopra a un albero. Il lupo la ha visto e si arrampicò il lupo e la pecora salto e il lupo era molto arrabbiato e la pecora scappò a Platì e il lupo andò sempre più veloce ma la pecora non si fermò e corse sempre più veloce. Dopo la pecora scappò dal suo padrone e il padrone lo ha visto il lupo e ha preso il fucile spara ma il lupo scappò via e la pecora torno nel gregge ma il lupo torno di nuovo a caccia della pecora il lupo sarto dentro il grece. La pecora era impaurita e scappa via e ando dal pastore. Il pastore era moltissimo arrabbiato perché il lupo voleva mangiarsi la pecora il lupo veni a Platì tutto solo una persona lo trovo e lo a preso e lo a portato nella sua casa ma un giorno come la pecora stava dormendo il lupo salto nella finestra e scappo nella montagna per catturare la pecora la pecora si arrabbio e il pastore mese una trappola per catturarlo. Ma un giorno il lupo e caduto nella trappola il pastore arrivo e a vista che il lupo e caduto nella sua trappola il pastore a preso il fucile e il pastore gli a detto del lupo che questa volta non scappa. Dalla sua gabbia un giorno il pastore era andato a lavorare e il lupo usci dalla gabbia e andato dalla pecora e a visto che stava dormendo a aperto la bocca per mangiarla. La pecora a visto il lupo e scappa via quando la sera a tornato a casa il pastore a visto che il lupo aveva uscita dalla gabbia. La pecora ando nel bosco e la pecora a preso un vastone e il lupo si spavento dopo la pecora a buttato il vastone e scappo il lupo prese la pecora e la mangio dopo e arrivato il pastore e a visto che la pecora se l’aveva mangiato il lupo. Il pastore prese il coltello e uccise il lupo.

NATALE SERGI 5°

Nota. Con questo racconto - e Platì ritorna topos fiabesco- qui riprodotto integralmente senza correzioni, Natale Sergi ha avuto assegnata una targa speciale e la simpatia dei pulinaroti, all'interno della seconda edizione del Premio Letterario "don E. G.". Leggendolo chiunque può riconoscere le difficoltà ma soprattutto i sentimenti di Natale. E’ compito della scuola andare incontro a Natale e a tutti i bambini in condizioni precarie, come anche ai compagni di classe, cui è affidata la più affettuosa accoglienza. Ma su tutto questo, ci siamo potuti rendere conto, osservandolo, che Natale è bello e corazzato.